Gli incendi di Vicenza rivendicati dagli Nta. Trainstopping, indagato don Albino Bizzotto
I paracadutisti americani partiti da Vicenza hanno aperto ieri sera l'offensiva nel nord dell'Iraq. E subito , qualche minuto dopo mezzanotte italiana, il verde Paolo Cento è tornato a chiedere spiegazioni al governo: «La notizia che un migliaio di paracadutisti americani sono scesi sull'Iraq settentrionale conferma quanto avevamo denunciato nei giorni scorsi. Se davvero sono partiti dall'Italia siamo in aperta violazione delle decisioni del parlamento oltre che della costituzione. Il governo - ha concluso - riferisca subito alle camere». E' una richiesta che le opposizioni stanno facendo da tre giorni. Da quando lo stesso Cento, la collega verde Luana Zanella, la diessina Lalla Trupia, Elettra Deiana e Tiziana Valpiana (Prc) avevano visitato la caserma Ederle di Vicenza, quartier generale della 173a brigata aviotrasportata dell'esercito Usa. Lì avevano visto con i loro occhi i preparativi per la partenza di un certo numero di parà, che sono 1800 in tutto e formano un'unità speciale superaddestrata. Da martedì, peraltro, fonti del Pentagono ammettono che una parte della 173a brigata sono giunte dal nord dell'Iraq. Secondo le opposizioni, il decollo di paracadutisti destinati a missioni d'attacco dal nostro paese, a quanto pare dalla base di Aviano (Pordenone), rappresenta una violazione della mozione parlamentare della maggioranza che escludeva la partenza di attacchi dal territorio italiano. Il governo fin qui non ha risposto, anche ieri pomeriggio il ministro della difesa Antonio Martino ha taciuto, così come il ministro per i rapporti con il parlamento Carlo Giovanardi. Solo oggi Martino (o un sottosegretario al posto) dovrebbe rispondere all'interpellanza dei parlamentari ispettori.
Intanto a Vicenza c'è grande agitazione attorno alla base, punto d'arrivo sabato, dopodomani, del corteo dei disobbedienti del nord est (ore 14,30 piazza Matteotti) .-Sono stati registrati movimenti di mezzi fino alla notte tra martedì e mercoledì, forse in direzione di Aviano. E nella stessa notte sono andate in fiamme, in tre punti diversi della città e in provincia, tre automobili di paracadutisti americani, tutte nelle vicinanze di abitazioni di miltari della 173a brigata. Sono in corso indagini, i turni di guardia di polizia e carabinieri sono stati ulteriormente rafforzati anche se il clima in città resta sereno. E ieri sera è giunta al «Giornale di Vicenza» una telefonata che rivendica gli attentati a nome degli Nta, i Nuclei territoriali antimperialisti, responsabili di attentati domiciliari in Veneto e Friuli dal `95 in poi e di una copiosa pubblicistica filo-brigatista. L'attendibilità è da verificare, numerose rivendicazioni Nta si sono rivelate false.
Nel centro destra qualcuno ha provato a strumentalizzare la vicenda contro il movimento pacifista. Il forzista Roberto Lavagnini se l'è presa con i parlamentari-ispettori: gli ha replicato una di loro, Elettra Deiana. E la stessa polemica ha opposto il leghista Luigino Vascon a Gianfranco Bettin, prosindaco verde di Venezia.
Sempre a Vicenza sono scattate sei denunce alla magistratura per il sit-in del 21 febbraio scorso alla stazione di Grisignano di Zocco, lo scalo da cui partivano i convogli di armi e mezzi blindati della caserma Ederle, diretti a Camp Darby (Pisa) e «ostacolati» in Veneto, in Emilia e in Toscana da centinaia di iniziative pacifiste. Erano i giorni del trainstopping. Tra i denunciati, a quanto pare, ci sono don Albino Bizzotto e altri esponenti dei Beati costruttori di pace. Risponderanno di mancata osservanza dell'ordine dell'autorità (articolo 650 del codice penale). E' un reato punito solo con una multa (a differenza del blocco ferroviario, non contestato). Don Albino non si preoccupa: «Ero sui binari, mi hanno chiesto i documenti e quindi mi avranno anche denunciato. Vorrei solo escludere che polizia e carabinieri abbiano avuto ordine di innalzare i livelli di sicurezza».
|