Rassegna stampa occupazione teknocasa a San Giuliano MIl.se.
Primo appuntamento:
Lunedi 31/03/03
ore 21.30
presso Teknocasa
via Rossini 15
San Giuliano Mil.se
Da due quotidiani del Sud Milano:
[ Da "Il Giorno - Milano Metropoli" del 30/03/03 ]
Occupano ex fabbrica «No alla speculazione»
SAN GIULIANO — Una fabbrica dismessa "okkupata", per cercare di "strapparla" alle mire speculative di un mercato sempre più ingordo di denaro."Vogliamo che si apra una trattativa tra comune, proprietà e occupanti per trasformare lo stabile in una risorsa pubblica da gestire per il territorio e non per il profitto", è quanto chiedono gli autonomi entrati ieri mattina in una vecchia fabbrica di via Cavour, su cui pende un progetto di lottizzazione residenziale. Case di lusso costruite dalla proprietà: la società immobiliare Filca. Un gruppo di precari - così si definiscono gli occupanti - sono entrati nella fabbrica ieri mattina, attirando l'attenzione dei passanti gettando volantini dalle finestre e salendo sul tetto per appendere gli striscioni. "Teknocasa: casa occupata e autogestita" è lo slogan dell'iniziativa, tesa ad accendere i riflettori sull'altissima tensione abitativa di tutto il territorio. San Donato è stata definita la città più cara della regione, mentre a San Giuliano quest'anno sono state presentate oltre un centinaio di richieste per le case popolari."Reclamiamo un utilizzo pubblico di una parte delle numerose aree dismesse di via Cavour - spiegano i giovani di Eterotopia, il centro sociale arrivato in appoggio degli occupanti - e proponiamo un progetto di autorecuopero per creare alloggi sociali e un aumento del patromonio abitativo pubblico. Non siamo più disposti ad ascoltare promesse e rimanere in fila ad aspettare una fantomatica graduatoria per le case popolari".Ma non solo: "Avere una casa significa diminuire il ricatto sul reddito che ci costringe alla competizione e a lavori umilianti".Gli autonomi chiedono al comune di acquistare l'immobile a un prezzo equo, investendo il denaro pubblico per costruire alloggi da destinare ai senzatetto. Hanno consegnato al sindaco un progetto per il recupero della fabbrica e rimarranno barricati là dentro fino a quando ci sarà la certezza di ottenere qualcosa di concreto. Il progetto prevede la realizzazione di alloggi da destinare alle emergenze degli sfratti al primo piano, per risolvere un problema che attualmente il comune gestisce pagando agli sfrattati alberghi e alloggi privati."Il secondo piano diventerà un ostello - spiegano i ragazzi - un servizio praticamente assente a Milano e provincia, un posto dove favorire gli scambi interculturali e la mobilità sul territorio. Al terzo piano ci saranno appartamenti autogestiti per chi deciderà di abitare e sviluppare il progetto Teknocasa".Una situazione difficile quella degli alloggi, in una città dove spesso le case popolari sono occupate da persone non più in possesso dei requisiti e le decadenze faticano a decollare per i soliti ritardi burocratici."La situazione è abbastanza drammatica - spiega Patrizia Menapace, assessore alle politiche abitative - anche perché i fondi regionali per l'affitto sono bloccati al 2001 e si prevedono nuove riduzioni per il 2002. Con questi ritardi, si rischia che molte famiglie non riescano a pagare gli affitti e si ritrovino con nuovi sfratti. Le case popolari sono tutte assegnate: c'è una quota riserva di 50 appartamenti, ma solo quest'anno abbiamo avuto 150 nuove richieste".In via Cavour la proprietà vorrebbe costruire 8 palazzine da 6 piani, per oltre 300 persone. di Patrizia Tossi
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San Giuliano Il gruppo vuole che gli spazi siano dedicati a scopi sociali e alla costruzione di case da affittare a prezzi agevolatiStabilimento invaso dagli autonomi Edificio occupato per protesta contro la speculazione edilizia
San Giuliano “Teknocasa: casa occupata ed autogestista”. È la scritta riportata su uno striscione capace di attirare l'attenzione di decine e decine di automobilisti che sabato mattina hanno attraversato la porzione di via Cavour, dove cartelli, volantini, forze dell'ordine e un gruppo di giovani seduti davanti ad un vecchio edificio, non potevano certo passare inosservati. Lo spazio preso di mira da un gruppo di autonomi, che chiedono di adibire ad uso sociale aree su cui le immobiliari stanno investendo «con ampie mire speculative», è un ex stabilimento situato in via Rossini 15, oggetto di un piano di lottizzazione, che dovrebbe trasformare quella porzione dismessa in 8 palazzine da 6 piani. E il comitato di precari, così si definiscono gli occupanti, hanno aspettato il sindaco Marco Toni, per presentare un documento con una serie di richieste, che portano alla ribalta il dilemma dell'emergenza casa. «Vogliamo che si apra una trattativa tra comune e occupanti - spiegano, nascondendosi dietro l'anonimato e avvicinandosi al cancello, con in mano il documento da consegnare al primo cittadino -, per trasformare lo stabile in una risorsa pubblica per il territorio». A mostrare solidarietà all'iniziativa, vi erano un folto gruppo di giovani del centro sociale Eterotopia, che supportano in pieno la decisa azione di chi, stufo di assistere a liste d'attesa che lievitano ogni anno, avanza una decisa richiesta di garanzie anche per le famiglie in stato di necessità. «Si costruisce, pensando all'interesse di pochi - prosegue, un portavoce del gruppo che ieri pomeriggio si trovava ancora all'interno dei locali, -, non all'interesse della comunità. Per questo chiederemo all'amministrazione comunale l'apertura di una trattativa tra proprietà e comitato Teknocasa, per l'acquisto ad un prezzo agevolato dell'area di via Rossini da parte del comune». Questa quindi la base per far scattare un progetto illustrato chiaramente in un volantino appeso fuori dalla recinzione. Sul posto è intervenuto l'assessore alle politiche abitative, Patrizia Menapace, la quale ha commentato: «La situazione è indubbiamente difficile. Le case popolari sono tutte assegnate, e si prevedono nuove riduzioni dei fondi sociali per l'affitto». Una cornice complessa per i precari, che rivendicano il diritto ad un tetto, ben difficile da ottenere con lavori saltuari dove la retribuzione oscilla da 500 a 1.000 euro al mese quando va bene. «A San Giuliano risultano dall'ultimo censimento 506 appartamenti sfitti, con un aumento del 25 per cento delle domande per le case popolari - fanno sapere -. Mentre il mercato pretende circa 500 euro al mese per un appartamento. Intanto in via Cavour sono previste ancora case private per garantire il profitto, lasciando irrisolto se non peggiorato il problema abitativo del territorio nel quale viviamo». Un problema, per cui sarebbe stata individuata la soluzione mediante un percorso collettivo, illustrato sabato pomeriggio al sindaco Marco Toni, che ha ricevuto una delegazione di supporto in comune. «Il sindaco ha assicurato l'incolumità degli occupanti - spiegano i giovani di Eterotopia, che stanno seguendo da vicino la vicenda -, impegnandosi a prendere in considerazione le proposte avanzate». Giulia Cerboni
------------------------------------------------------------------------------------------- Il progetto dei precari che da sabato mattina controllano l'interno dell'immobile di via RossiniAlloggi contro l'emergenza sfratti
San Giuliano Al primo piano, locali per sopperire all'emergenza sfratti. Al secondo un ostello per studenti e lavoratori di passaggio, e al terzo piano appartamenti autogestiti per coloro che decideranno di sviluppare il progetto proposto dal comitato Teknocasa. È l'ipotesi di utilizzo della ex fabbrica di via Rossini, occupata da sabato mattina da un gruppo di autonomi. Si tratta di un piano detto di “autorecupero”, che punta a creare un canale aggiuntivo di acceso all'alloggio sociale, con aumento del patrimonio abitativo pubblico. Un'area che in base ai promotori dell'iniziativa, dovrebbe diventare una risorsa pubblica, in cui almeno in questo caso dovrebbero essere abbandonate le mire di profitto. Con l'occasione, viene quindi portata l'attenzione anche sulla carenza di ostelli praticamente assenti in Milano e provincia, tesi a favorire gli scambi culturali, e la mobilità sul territorio.L'intento sarebbe infatti di fornire un punto di riferimento accessibile a giovani e lavoratori di passaggio. Mentre in una parte della ex fabbrica, il comitato prevede appartamenti autogestiti. Un'iniziativa dedicata al precariato, con l'intento anche di far riconoscere questa fascia come una nuova categoria sociale, detentrice di istanze e necessità.La proposta nel complesso rappresenterebbe indubbiamente un esempio unico nella sua fattispecie, almeno per quanto riguarda la zona di riferimento, di immobile totalmente adibito all'ambito sociale, in risposta però ad esigenze diversificate. Viene infatti preso in considerazione anche il problema degli sfratti e delle emergenze a questi collegate di famiglie che richiedono una risposta immediata. E se la trattativa con la proprietà, in base a Teknocasa, dovrebbe essere condotta dal sindaco, gli interlocutori primari sarebbero i cittadini, a cui verrebbe fornita la possibilità di affrontare insieme ad altri il problema casa. Una serie di intenti, di cui occorrerà attendere gli sviluppi, ma che per il momento hanno portato alla ribalta non solo la difficile questione alloggi, ma anche i complessi risvolti di un «nuovo mercato del lavoro». Giu. Cer.
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