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TEKNOCASA
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teknocasa Monday, Mar. 31, 2003 at 9:47 AM |
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teknocasa@inventati.org |
Rassegna stampa occupazione teknocasa a San Giuliano MIl.se.
Primo appuntamento:
Lunedi 31/03/03
ore 21.30
presso Teknocasa
via Rossini 15
San Giuliano Mil.se
Da due quotidiani del Sud Milano:
[ Da "Il Giorno - Milano Metropoli" del 30/03/03 ]
Occupano ex fabbrica «No alla speculazione»
SAN GIULIANO — Una fabbrica dismessa "okkupata", per cercare di "strapparla" alle mire speculative di un mercato sempre più ingordo di denaro."Vogliamo che si apra una trattativa tra comune, proprietà e occupanti per trasformare lo stabile in una risorsa pubblica da gestire per il territorio e non per il profitto", è quanto chiedono gli autonomi entrati ieri mattina in una vecchia fabbrica di via Cavour, su cui pende un progetto di lottizzazione residenziale. Case di lusso costruite dalla proprietà: la società immobiliare Filca. Un gruppo di precari - così si definiscono gli occupanti - sono entrati nella fabbrica ieri mattina, attirando l'attenzione dei passanti gettando volantini dalle finestre e salendo sul tetto per appendere gli striscioni. "Teknocasa: casa occupata e autogestita" è lo slogan dell'iniziativa, tesa ad accendere i riflettori sull'altissima tensione abitativa di tutto il territorio. San Donato è stata definita la città più cara della regione, mentre a San Giuliano quest'anno sono state presentate oltre un centinaio di richieste per le case popolari."Reclamiamo un utilizzo pubblico di una parte delle numerose aree dismesse di via Cavour - spiegano i giovani di Eterotopia, il centro sociale arrivato in appoggio degli occupanti - e proponiamo un progetto di autorecuopero per creare alloggi sociali e un aumento del patromonio abitativo pubblico. Non siamo più disposti ad ascoltare promesse e rimanere in fila ad aspettare una fantomatica graduatoria per le case popolari".Ma non solo: "Avere una casa significa diminuire il ricatto sul reddito che ci costringe alla competizione e a lavori umilianti".Gli autonomi chiedono al comune di acquistare l'immobile a un prezzo equo, investendo il denaro pubblico per costruire alloggi da destinare ai senzatetto. Hanno consegnato al sindaco un progetto per il recupero della fabbrica e rimarranno barricati là dentro fino a quando ci sarà la certezza di ottenere qualcosa di concreto. Il progetto prevede la realizzazione di alloggi da destinare alle emergenze degli sfratti al primo piano, per risolvere un problema che attualmente il comune gestisce pagando agli sfrattati alberghi e alloggi privati."Il secondo piano diventerà un ostello - spiegano i ragazzi - un servizio praticamente assente a Milano e provincia, un posto dove favorire gli scambi interculturali e la mobilità sul territorio. Al terzo piano ci saranno appartamenti autogestiti per chi deciderà di abitare e sviluppare il progetto Teknocasa".Una situazione difficile quella degli alloggi, in una città dove spesso le case popolari sono occupate da persone non più in possesso dei requisiti e le decadenze faticano a decollare per i soliti ritardi burocratici."La situazione è abbastanza drammatica - spiega Patrizia Menapace, assessore alle politiche abitative - anche perché i fondi regionali per l'affitto sono bloccati al 2001 e si prevedono nuove riduzioni per il 2002. Con questi ritardi, si rischia che molte famiglie non riescano a pagare gli affitti e si ritrovino con nuovi sfratti. Le case popolari sono tutte assegnate: c'è una quota riserva di 50 appartamenti, ma solo quest'anno abbiamo avuto 150 nuove richieste".In via Cavour la proprietà vorrebbe costruire 8 palazzine da 6 piani, per oltre 300 persone. di Patrizia Tossi
----------------------------------------------------------------------------------------------------------------- [ Da "Il Cittadino" del 31/03/03 ]
San Giuliano Il gruppo vuole che gli spazi siano dedicati a scopi sociali e alla costruzione di case da affittare a prezzi agevolatiStabilimento invaso dagli autonomi Edificio occupato per protesta contro la speculazione edilizia
San Giuliano “Teknocasa: casa occupata ed autogestista”. È la scritta riportata su uno striscione capace di attirare l'attenzione di decine e decine di automobilisti che sabato mattina hanno attraversato la porzione di via Cavour, dove cartelli, volantini, forze dell'ordine e un gruppo di giovani seduti davanti ad un vecchio edificio, non potevano certo passare inosservati. Lo spazio preso di mira da un gruppo di autonomi, che chiedono di adibire ad uso sociale aree su cui le immobiliari stanno investendo «con ampie mire speculative», è un ex stabilimento situato in via Rossini 15, oggetto di un piano di lottizzazione, che dovrebbe trasformare quella porzione dismessa in 8 palazzine da 6 piani. E il comitato di precari, così si definiscono gli occupanti, hanno aspettato il sindaco Marco Toni, per presentare un documento con una serie di richieste, che portano alla ribalta il dilemma dell'emergenza casa. «Vogliamo che si apra una trattativa tra comune e occupanti - spiegano, nascondendosi dietro l'anonimato e avvicinandosi al cancello, con in mano il documento da consegnare al primo cittadino -, per trasformare lo stabile in una risorsa pubblica per il territorio». A mostrare solidarietà all'iniziativa, vi erano un folto gruppo di giovani del centro sociale Eterotopia, che supportano in pieno la decisa azione di chi, stufo di assistere a liste d'attesa che lievitano ogni anno, avanza una decisa richiesta di garanzie anche per le famiglie in stato di necessità. «Si costruisce, pensando all'interesse di pochi - prosegue, un portavoce del gruppo che ieri pomeriggio si trovava ancora all'interno dei locali, -, non all'interesse della comunità. Per questo chiederemo all'amministrazione comunale l'apertura di una trattativa tra proprietà e comitato Teknocasa, per l'acquisto ad un prezzo agevolato dell'area di via Rossini da parte del comune». Questa quindi la base per far scattare un progetto illustrato chiaramente in un volantino appeso fuori dalla recinzione. Sul posto è intervenuto l'assessore alle politiche abitative, Patrizia Menapace, la quale ha commentato: «La situazione è indubbiamente difficile. Le case popolari sono tutte assegnate, e si prevedono nuove riduzioni dei fondi sociali per l'affitto». Una cornice complessa per i precari, che rivendicano il diritto ad un tetto, ben difficile da ottenere con lavori saltuari dove la retribuzione oscilla da 500 a 1.000 euro al mese quando va bene. «A San Giuliano risultano dall'ultimo censimento 506 appartamenti sfitti, con un aumento del 25 per cento delle domande per le case popolari - fanno sapere -. Mentre il mercato pretende circa 500 euro al mese per un appartamento. Intanto in via Cavour sono previste ancora case private per garantire il profitto, lasciando irrisolto se non peggiorato il problema abitativo del territorio nel quale viviamo». Un problema, per cui sarebbe stata individuata la soluzione mediante un percorso collettivo, illustrato sabato pomeriggio al sindaco Marco Toni, che ha ricevuto una delegazione di supporto in comune. «Il sindaco ha assicurato l'incolumità degli occupanti - spiegano i giovani di Eterotopia, che stanno seguendo da vicino la vicenda -, impegnandosi a prendere in considerazione le proposte avanzate». Giulia Cerboni
------------------------------------------------------------------------------------------- Il progetto dei precari che da sabato mattina controllano l'interno dell'immobile di via RossiniAlloggi contro l'emergenza sfratti
San Giuliano Al primo piano, locali per sopperire all'emergenza sfratti. Al secondo un ostello per studenti e lavoratori di passaggio, e al terzo piano appartamenti autogestiti per coloro che decideranno di sviluppare il progetto proposto dal comitato Teknocasa. È l'ipotesi di utilizzo della ex fabbrica di via Rossini, occupata da sabato mattina da un gruppo di autonomi. Si tratta di un piano detto di “autorecupero”, che punta a creare un canale aggiuntivo di acceso all'alloggio sociale, con aumento del patrimonio abitativo pubblico. Un'area che in base ai promotori dell'iniziativa, dovrebbe diventare una risorsa pubblica, in cui almeno in questo caso dovrebbero essere abbandonate le mire di profitto. Con l'occasione, viene quindi portata l'attenzione anche sulla carenza di ostelli praticamente assenti in Milano e provincia, tesi a favorire gli scambi culturali, e la mobilità sul territorio.L'intento sarebbe infatti di fornire un punto di riferimento accessibile a giovani e lavoratori di passaggio. Mentre in una parte della ex fabbrica, il comitato prevede appartamenti autogestiti. Un'iniziativa dedicata al precariato, con l'intento anche di far riconoscere questa fascia come una nuova categoria sociale, detentrice di istanze e necessità.La proposta nel complesso rappresenterebbe indubbiamente un esempio unico nella sua fattispecie, almeno per quanto riguarda la zona di riferimento, di immobile totalmente adibito all'ambito sociale, in risposta però ad esigenze diversificate. Viene infatti preso in considerazione anche il problema degli sfratti e delle emergenze a questi collegate di famiglie che richiedono una risposta immediata. E se la trattativa con la proprietà, in base a Teknocasa, dovrebbe essere condotta dal sindaco, gli interlocutori primari sarebbero i cittadini, a cui verrebbe fornita la possibilità di affrontare insieme ad altri il problema casa. Una serie di intenti, di cui occorrerà attendere gli sviluppi, ma che per il momento hanno portato alla ribalta non solo la difficile questione alloggi, ma anche i complessi risvolti di un «nuovo mercato del lavoro». Giu. Cer.
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teknocasa Tuesday, Apr. 01, 2003 at 11:43 AM |
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OGGI INCONTRO CON IL SINDACO PER UN TAVOLO TECNICO
[Da "Il Cittadino" del 01/04/03]
Toni: «Il progetto sociale dei precari non è possibile, ma troveremo una soluzione» Blitz del sindaco in via Rossini, gli autonomi restano barricati
San Giuliano Prosegue l'occupazione di un gruppo di autonomi che da sabato mattina si sono barricati nell'ex stabilimento di via Rossini 15, per portare alla ribalta il dilemma dell'emergenza casa. Un'iniziativa intrapresa dal “comitato Teknocasa”, che ha trovato la solidarietà dei giovani di Eterotopia e ha ricevuto l'attenzione dei vertici del comune, a cui è stato consegnato un documento con una serie di richieste che puntano alla realizzazione di iniziative volte «a togliere aree alle mire speculative dei privati, per adibirle ad uso sociale». Sabato pomeriggio il sindaco Marco Toni ha infatti ricevuto nel suo ufficio una delegazione del gruppo, ed è già in programma un altro incontro per stasera. «Si tratta di un'occupazione simbolica per puntare l'attenzione sia sulla situazione abitativa, che sulla precarizzazione nel mondo del lavoro, che non garantendo un reddito fisso e quindi la possibilità di accendere ad esempio un mutuo, porta inevitabilmente ad una situazione di precarietà anche nella vita – commenta il primo cittadino -. Abbiamo avuto un primo confronto in cui ho spiegato la situazione, soprattutto riguardo a quella ex fabbrica, il cui recupero è inserito nel piano regolatore del '90, che prevede un utilizzo dell'80 per cento residenziale e del 20 per cento di attività connesse, come negozi ed agenzie. È quindi impensabile intervenire con un progetto come quello presentato dai promotori dell'iniziativa, che richiederebbe un investimento da circa 10 milioni di euro. Anche se si può invece ragionare su iniziative, pensate per altre zone. Mentre per quanto concerne l'esigenza manifestata di un ostello, è già previsto un progetto del genere per San Giuliano». Inoltre pare si profilino nuove possibilità per sopperire alla fame di alloggi a prezzi accessibili, grazie ad una legge regionale, che finanzierebbe circa il 50 per cento della realizzazione di appartamenti da adibire a contratti di locazione. «Stiamo vagliando la possibilità di cogliere questa occasione – prosegue il sindaco -, magari mediante l'utilizzo di aree da riqualificare. Nel contempo da parte nostra c'è massima apertura al dialogo, per affrontare le questioni sollevate». Intanto la proprietà dell'ex stabilimento fino a ieri, a due giorni dall'occupazione, pare non sia ancora fatta sentire. E in vista dell'incontro di stasera, il comitato ha predisposto una scaletta, auspicando che questa sia la prima tappa di un tavolo di concertazione a cui dovrebbe parte l'amministrazione comunale, ma anche i privati proprietari di porzioni di territorio interessate al nuovo assetto urbanistico. «L'obiettivo – spiegano infatti -, è di trovare una soluzione che garantisce la realizzazione di un progetto ai autorecupero. Nonché di strutturare interventi che vadano ad incidere sulle nuove edificazioni, ragionando su percorsi sperimentali che diano una risposta nuova ed efficace al diritto alla casa».
Giulia Cerboni
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teknocasa Thursday, Apr. 03, 2003 at 3:38 PM |
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[ Da "Il Cittadino" del 03/04/03]
San Giuliano Intanto parte un confronto tra l'amministrazione e gli autonomi La vecchia fabbrica occupata è il crocevia di chi cerca casa
San Giuliano Sul comitato Teknocasa piovono domande a raffica riguardo al problema alloggio. L'immobile di via Rossini 15 a San Giuliano Milanese, occupato da sabato scorso da un nutrito gruppo di autonomi, sembra infatti essere diventato un punto di riferimento per i sangiulianesi accomunati dallo stesso dilemma, quello di cercare un'abitazione. «Si fermano in tanti - spiega infatti un rappresentante del comitato Teknocasa -: alcuni cittadini pensano che il nostro progetto sia già decollato, mentre altri vogliono semplicemente informazioni dopo avere saputo dell'occupazione». La decisa azione che ha portato un presidio fisso nella ex fabbrica su cui pende un piano di lottizzazione, ha così riscosso l'attenzione dei residenti, alcuni dei quali hanno avuto in mano il volantino in cui è inserito il progetto pensato per dare sollievo all'emergenza abitativa della città del Sudmilano. Intanto dopo un primo confronto che si è tenuto sabato stesso con il sindaco di San Giuliano Marco Toni, martedì sera si è tenuta un'altra riunione, quale passo d'esordio di una tavolo di confronto tra gli autonomi del comitato Teknocasa e i vertici dell'amministrazione comunale. «Abbiamo istituito un tavolo di confronto - conferma infatti il primo cittadino di San Giuliano -, ribadendo alcuni punti». E anche in quest'occasione è stata ricordata l'impossibilità di adibire a uso sociale la struttura occupata dagli autonomi sabato scorso. Marco Toni ha infatti evidenziato che sin dal 1990 il piano regolatore generale ha individuato un piano di recupero delle aree private in questione, da adibire ad uso residenziale. Si aprono però altri spiragli. «Come amministrazione - prosegue infatti il sindaco – stiamo elaborando una serie di proposte concrete relative a iniziative abitative su aree di proprietà pubblica, le uniche sulle quali abbiamo titolo a intervenire. Sul tema quindi, ci confronteremo per arrivare a una soluzione che affronti questo problema di grande rilevanza sociale, nel pieno rispetto della legalità, base di una sana convivenza civile». Intanto il gruppo di precari, così si definiscono gli autonomi che stanno attuando l'occupazione, attende che si concretizzino nuove fasi del percorso intrapreso. «Noi abbiamo inoltrato la nostra proposta - spiega il portavoce - e abbiamo anche fatto presente che il fatto che si fermino continuamente persone, dimostra quanto il problema sia avvertito tra la popolazione». E per coloro che volessero tenersi al corrente su proposte e aggiornamenti avanzati dal comitato, potranno collegarsi all'indirizzo Internet: http://www.ecn.org/eterotopia/casa.html, dove sono riportate le notizie sulle proposte avanzate per San Giuliano.
Giulia Cerboni
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[ Da "Il Giorno - Milano Metropoli" del 03/04/03]
La battaglia di via Cavour
SAN GIULIANO — Quattro giorni di occupazione a oltranza senza ottenere impegni concreti: solo parole e promesse. E' quanto sta succedendo nella fabbrica dismessa di via Cavour, dove un gruppo di giovani autonomi sono barricati da sabato mattina per chiedere al comune di trasformare l'area in un ostello e in case per gli sfrattati. Martedì sera la proprietà ha disertato il tavolo di confronto avviato dal Comune e dai ragazzi del centro sociale Eterotopia, rallentando così i tempi per stringere un accordo concreto e porre fine all'occupazione a oltranza. I ragazzi, infatti, rimarranno negli uffici dell'ex "Coel Tunnel" fino a quando il comune non si impegnerà a realizzare il progetto proposto dal "Comitato Teknocasa occupata". I ragazzi chiedono case per gli sfrattati e i meno abbienti, ma anche un ostello per favorire gli scambi culturali tra giovani di provenienze diverse. «Quando riusciamo a lavorare, guadagniamo dai 500 ai mille euro al mese - spiegano gli autonomi - e con le scarse garanzie di reddito dei nuovi lavori precari e flessibili è difficile anche stipulare un mutuo per comprare l'auto o una casa». Cessate le attività un paio di anni fa, la fabbrica di via Cavour è destinata a diventare un grosso centro residenziale con otto palazzine a sei piani, per oltre 300 persone. L'ipotesi potrebbe essere quella di utilizzare una quota delle abitazioni per le persone in difficoltà economica, sfruttando i vantaggi delle agevolazioni regionali. Martedì sera il tavolo di confronto ha iniziato a ragionare su due percorsi: la realizzazione di un ostello a cascina Selma e la partecipazione del Comune ai piani regionali di edilizia residenziale protetta. In pratica, le società immobiliari che costruiranno a San Giuliano nei prossimi anni, potrebbero usare il finanziamento regionale per garantire appartamenti a prezzi agevolati, stornandoli dalle case immesse sul mercato. Il fondo regionale finanzia quasi il 45% del costo, mettendo gli operatori economici in condizioni di vendere case a prezzi decisamente appetibili o garantire affitti agevolati per un certo numero di anni. «Sulle pochissime zone verdi rimaste e sulle aree industriali dismesse - continuano gli autonomi - vengono costruite case private per continuare a garantire profitti, lasciando irrisolto il problema abitativo del territorio in cui viviamo». La seconda ipotesi presa in esame al tavolo di confronto riguarda la realizzazione di un ostello della gioventù nei pressi della stazione, con tempi però difficili da prevedere. Si tratta di ipotesi, promesse e una lettera di intenti firmata solo dal Comune, ma niente di più. Per il momento nessuna garanzia, ma solo parole fumose. L'area occupata dai ragazzi era una fabbrica di materiale refrattario per forni da ceramica e sanitari, per ora ancora di proprietà di una signora ottantenne di origini siciliane. E' la società immobiliare Filca che dovrebbe però realizzare le palazzine, con un progetto approvato nel '97. L'idea dei ragazzi è di riservare il sito alle emergenze abitative del territorio, considerato ad alta tensione abitativa. Nell'ultimo anno sono state 150 le richieste per le case popolari, tutte assegnate da anni, con un aumento del fabbisogno abitativo che sfiora la soglia del 25%. A San Giuliano sono 506 gli appartamenti sfitti.
di Patrizia Tossi
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Rassegna 07/04/03
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teknocasa Monday, Apr. 07, 2003 at 10:45 AM |
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teknocasa@inventati.org |
[ Da "Il Cittadino" del 07/4/03]
Gli autonomi però restano nell'ex fabbrica e si organizzano con materiale da campeggio Il gruppo Teknocasa va allo scontro La proprietà li ha denunciati per occupazione abusiva
«La proprietà ha sporto denuncia di occupazione abusiva, ma noi da qui non ce ne vogliamo andare». A questo punto, l'unico timore dei ragazzi che da sabato scorso si sono barricati nell'immobile di via Rossini 15, è lo sgombero coatto, che li costringerebbe ad abbandonare la ex fabbrica. Ma per il momento sembra che il rischio sia ancora lontano. La proprietaria dell'immobile in questione è una signora ottantenne che risiede in Sicilia, mentre protagonista del futuro di quell'area dovrebbe essere l'immobiliare Filca. Il progetto risalente al '97 prevede infatti case per circa 300 persone, in base ad un indirizzo che si rifà al piano regolatore del ‘90. Mentre i precari stanno chiedendo di togliere aree dalle mire speculative, per andare a supportare le fasce meno abbienti. «In questo fine settimana organizzeremo una serie di iniziative per San Giuliano - prosegue un portavoce -. Vogliamo tenere alta l'attenzione sull'emergenza abitativa, informando la gente mediante la distribuzione di volantini e altro materiale. Noi del resto siamo entrati qui presentando un progetto per adibire questo immobile ad uso sociale. Nel contempo, proseguiamo nell'iniziativa intrapresa anche perché siamo precari, ed in questo modo riusciamo a garantirci un tetto, ben difficile da ottenere con stipendi bassi e saltuari. Qua dentro c'è un continuo via vai di gente: a volte siamo più di trenta. Ci siamo organizzati con tavoli e altri strumenti di campeggio, per rendere l'immobile vivibile». L'intenzione dei promotori, punterebbe infatti a proseguire con le azioni intraprese fino a quando il comune non si impegnerà ufficialmente per la realizzazione del loro disegno abitativo. Un piano che prevederebbe spazi per supplire ad emergenze sfratti, ma anche un ostello e appartamenti autogestiti. Richieste che il sindaco ha già vagliato, dopo aver siglato una dichiarazione d'intenti. L'iniziativa ha peraltro riscosso l'attenzione di numerosi sangiulianesi, che si fermano a chiedere informazioni: qualcuno pensava addirittura che il progetto fosse ormai decollato. Oltre 500 appartamenti sfitti e liste d'attesa per l'accesso agli alloggi popolari che crescono in continuazione, sono del resto la cornice in cui si è inserito un progetto sbandierato dal gruppo di autonomi, e che a quanto pare stia alimentando anche le speranze di qualche cittadino. Ma per il momento, è ancora tutto da vedere. Il gruppo degli occupanti, ribattezzato Teknocasa, auspicava infatti di incontrare la proprietà o chi la rappresenta, per poter illustrare le loro intenzioni. Ed invece dopo 4 giorni di occupazione, sarebbe fioccata la denuncia. Loro in ogni caso sembrano non scoraggiarsi, e hanno già predisposto un fine settimana ricco di iniziative in attesa che prosegua il confronto in atto con il comune, al fine di valutare la fattibilità delle loro proposte.
Giu. Cer.
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