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Brukman mattina
by sebastian, trad. di alaxsa Friday April 18, 2003 at 04:32 PM mail:  

Brukman, questa mattina [it] [sp]


[it]
Seguiamo in piedi, tutti con le braccia alzate: tutti e tutte per la Brukman.


Le operaie della Brukman hanno passato tutta la notte in piedi.
Dopo alcuni momenti di tensione durante la mattinata, la situazione è stazionaria.
Loro, con il loro suardo stanco ma fermo, danno animo ai più giovani che hanno deciso di

passare la notte in veglia per la nostra fabbrica (e diciamo nostra perchè la Brukman è di

tutto il popolo).

Celia mantiene il buon umore e dice alla gente che non fumi nella stazione di servizio,

militari inclusi.
Elisa sta uscendo da un'operazione e se la sua potente voce non si sente come al solito,
i suoi occhi brillano come il fuoco.
Santiago, questo simpatico compagno francese, uno dei più grandi, si ferma contro le

transenne e guarda fisso i poliziotti. Potrebbe essere il padre, o il nonno di qualcuno di

loro.
D'un tratto dice: " E' tutto sbagliato, questa me la pagate".
Juri, col suo sguardo semplice, con le sue parole dolci e simpatiche, immagina scenari

possibili, traccia piani e tenta di capire quello che sta per succedere.
Sono loro, gli operai e le operaie della dignità, che nella lotta per la sopravvivenza sono

diventat* l'emblema dei nostri sogni, che stanno per essere sgomberati/e.

Nessuno può restare indifferente

Da un po' stanno arrivando compagni e compagne portando termos di acqua calda e nuova

energia per una resistenza che tutt* sappiamo sarà lunga e dura.
Parlando con i compagni e le compagne incontriamo sempre la stessa risposta: stiamo facendo tutti molto per la Brukman e dobbiamo fare tutto quanto in nostro potere per difendere la nostra fabbrica. Speriamo che migliaia di compagn* giungano ad abbracciare e recuperare la nostra fabbrica.
!Brukman a chi lavora e chi non è d'accordo si fotta!!

[sp]
10 de la mañana, desde Brukman
por sebastian hacher ((i)) • Friday April 18, 2003 at 06:15 AM
sebastian@riseup.net

seguimos en pie, seguimos sin bajar los brazos: todos y todas por Brukman.

Sigue la vigilia, después de algunos momentos de mucha tensión durante la madrugada, la situación está estacionada.
Las obreras de Brukman han pasado toda la noche en pie.

Ellas, con sus miradas cansadas pero firmes, nos dan ánimo a los más jóvenes, que hemos decidido pasar la noche en vela por nuestra fábrica (y decimos nuestra porque Brukman es de todo el pueblo).
Celia mantiene el buen humor, y pide a los compañeros que no fumen en la estación de servicio para que no volemos todo, con milicada incluida. Elisa está saliendo de una operación, y si su potente voz no se escucha como siempre, sus ojos brillan como un fuego a punto de quemarlo todo. Santiago, ese simpático compañero frances, quizás uno de los mas grande de Brukman, se para contra las vallas y mira fijo a los policias. Podría ser el padre, quizás el abuelo de cualquiera de ellos. De a rato dice "está todo pésimo, me las van a pagar". Yuri, con su mirada simple, con sus palabras dulces y simpáticas, imagina escenarios posibles, traza planes y trata de dilucidar que es lo que está por venir.
Ellas y ellos, obreros de la dignidad, que en la lucha por sobrevivir se hicieron emblema de nuestros sueños, son los que hoy están siendo desalojados.

Nadie puede permanecer indiferente.


De a poco van llegando compañeros trayendo termos con agua caliente y nuevas energías para una resistencia que todos sabemos que seguramente será larga y dura.
Charlando con muchos compañeros en los fogones o en el cordón de la vereda, siempre encontramos la misma respuesta: es mucho lo que nos jugamos todos en la lucha de Brukman y tenemos que hacer todo lo que esté a nuestro alcance para defender nuestra fábrica. Esperamos que miles de compañeros lleguen a abrazar y recuperar nuestra fábrica.
¡Brukman de los trabajadores y al que no le gusta se jode!





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