Corpi militari, omicidi di Stato e "guerra sporca" dei GAL.
Corpi para-polizieschi ed omicidi di Stato.
La tortura nel Paese Basco è una pratica tristemente nota sin da tempi remoti.
La novità, chiamiamola cosi, è che torturatori ed aguzzini non sono solo i classici "signorotti" in divisa ( guardia civil, ertzaintza) ma anche corpi paramilitari appositamente costituiti per combattere il terrorismo. La storia della lotta basca ha fatto anche questa esperienza in cui, dietro il paravento della lotta alla violenza dell'ETA, si è nascosta la voglia di reprimere e di "far sputare il sangue" a coloro che si schieravano con la sinistra nazionalista e che comunque appoggiavano le rivendicazioni del popolo basco: autodeterminazione, liberazione dall'oppressione, deifesa della propria lingua e delle tradizioni nazionali.
Lo stato spagnolo ha fatto ricorso diverse volte a corpi para-militari o para-polizieschi "per lottare contro il movimento basco, ed in queste attività è stata spesso discretamente appoggiata dallo stato francese.
Già dal 1975 Il generale Franco introdusse "de facto" la pratica della tortura di Stato: i suoi carcerieri non si facevano scrupolo nel pestare sospettati o presunti terroristi o sovversivi. Proprio fra il '75 ed il '76 iniziarono, infatti, una serie di scorribande compiute da corpi para-polizieschi spagnoli che si recavano nel Paese Basco francese per le loro "missioni": interrogare presunti fiancheggiatori o appartenenti ad ETA, pestarli e intimorirli.
Nel 1978 entra in scena il tristemente noto "Batallon vasco espanol", organizzazione paramilitare che compie numerosi attentati contro militanti baschi ma anche contro la popolazione civile, in entrambe le regioni del Paese. Contemporaneamente vengono dimostrati i primi casi di tortura e "singoli" uccidono due militanti baschi in un bar nel sud del paese. La reazione della polizia è pressocchè mafiosa: due giorni di paternale e poi di nuovo in libertà. Gli assassini erano infatti poliziotti (i nomi non verranno mai rilevati): ma due fatti sono importanti.
1)Le giustificazioni, fornite a livello istituzionale, recitano che ogni volta che la polizia, o affini, compie simili violenze queste sono opera di schegge impazzite, di "incontrollabili".
2)La polizia francese scoprirà che le munizioni impegnate in molti attentati sono le stesse in dotazione alla polizia spagnola.
Fra il 1975 e il 1980 corpi paramilitari di stato compiono 41 OMICIDI di militanti baschi, dirigenti di ETA, giovani sostenitori del nazionalismo basco. Oltre ovviamente a NUMEROSI STUPRI di ragazze, militanti e non, sospettate di essere vicine a "certi ambienti nazionalisti". Le sigle che hanno rivendicato questi atti sono svariate: Ate (Anti-terrorismo eta), "Tripla A", "Batallon vasco espanol". Ovviamente dietro queste sigle non c'erano associazioni, ma la solita mano lunga dello stato, ridotto all'infamia e all'illegalità, che semplicemente "univa" i soggetti più eversivi dei suoi corpi polizieschi e consegnava loro ordini o rivendicazioni da effettuare.
Con la salita del PSOE al governo salgono alla ribalta i tristemente noti GAL (Grupos antiterroristas de liberacion). Il loro curriculum è notevole: 27 assassini, ma anche una quantità infinita di botte, torture e pestaggi.
I GAL iniziano la loro "guerra sporca" nel 1983, sotto il regime del PSOE, e fanno sparire due giovani militanti baschi rifugiuati a Tolosa: vengono portati via mare in Spagna e qui vengono torturati fino alla morte e sepolti clandestinamente. Pochi giorni dopo un dirigente ETA sfugge al rapimento da parte dei GAL grazie all'intervento della polizia francese.
In un loro comunicato i GAL, alla fine del 1983, dichiaravano che "data la recrudescenza degli omicidi, estorsioni e sequestri compiuti da ETA........A ogni assassinio di ETA seguirà una vendetta".
Nel dicembre dello stesso anno viene bloccato un ex-legionario spagnolo con addosso 35 foto di militanti baschi consegnategli dal Commissario Alvarez: dei 35, 28 cadranno sotto i colpi dei GAL entro il 1986, anno in cui verrà posta fine all'attività paramilitare di questo gruppo.
Nel dicembre dell'83 cade la prima vittima di un attentato "chirurgico" dei GAL. Solo in seguito si verrà sapere che la precisione degli attentati di stato era dovuta alla stretta collaborazione fra governo e polizia spagnoli e corrispettivi francesi.
A tutte le azioni dei GAL non fanno seguito indagini, e la protesta scoppia in molte zone di Euskal Herria.
Nel 1984 viene ucciso "per sbaglio" un ferroviere francese ad Hendaye, e il 20 novembre cade nel suo ambulatorio il pediatra Santiago Brouard, membro di Herri Batasuna ed amico personale di molti membri di ETA.
L'omicidio a sangue freddo di Brouard causa lo sdegno dei partiti politici (che però nulla avevano fatto quando il periodico "Euskadi" aveva pubblicato tutto l'organigramma del GAL indicandone nelle massime cariche dello stato spagnolo i responsabili e le menti pensanti) e di tutta la società basca, che converge a Bilbao in una gigantesca manifestazione.
Uno degli attentati più gravi compiuti dai GAL ha, però, luogo a Bayonne nel Paese Basco francese nel 1985: uno squadrone della morte entra in un bar frequentato da rifugiati politici baschi ed apre il fuoco. 4 militanti vengono freddati e molti altri rimangono feriti. Gli esecutori di quest'omicidio multiplo vengono arrestati ed identificati come stretti collaboratori di "personalità" che occupano le poltrone di Madrid.
Nel frattempo qualcosa, almeno a livello mediatico, sembra muoversi.
L'emittente francese Antenne2 manda in onda una lunga inchiesta sui GAL e sulle loro attività: vengono denunciati gli intralci e gli ostacoli frapposti dalle autorità francesi e spagnole allo svolgimento dell'inchiesta, nonchè la reticenza, prima, ed il rifiuto a parlare, dopo, di molti commissari di polizia delle zone francesi di confine col Paese Basco spagnolo.
L'inchiesta, per la cronaca, va in onda in Francia e in Euskal Herria sulla televisione in lingua basca, ma mai in Spagna.
Questa logica è comprensibile nell'ottica del controllo e della manipolazione dell'opinione pubblica messa in piedi contemporaneamente dallo Stato Spagnolo.
Particolarmente interessante risulta la dichiarazione di Gonzalez Pacheco, già torturatore franchista e sospettato di essere fra i creatori dei GAL:"Io non sono che un esecutpore di ordini. Andate a chiedre al re o al ministro dell'interno. Io pago per gli errori dei miei superiori". Ma questa non è l'unica dichiarazione rilasciata da membri dei GAL: saranno numerose, anche all'interno della stessa inchiesta televisiva e faranno anche nomi, ma mai queste persone verranno perseguite. Anzi. I giornalisti di Antenne2 spingono ancora l'inchiesta chiedendosi come mai in Francia, al riguardo, ci sia mutismo assoluto, come mai evidentemente si vivano situazioni di connivenza. In Spagna invece Julian San Cristobal, direttore per la sicurezza dello stato spagnolo, si dice solo rammaricato perchè i suoi uomini pagati per compiere azioni e per regolare i conti interni allo stato, siano sconfinati in territorio francese!
Così, giusto per curiosità personale, riportiamo i nomi delle persone coinvolte direttamente nell'affaire GAL dall'inchiesta di Anttenne2: Gonzalez Pacheco, Jose Luis Espinosa, Jose Luis Cervero Carrillo, il ministro Barrionuevo, Manuel Pastrana Grinon, Felix Hernando, generale Cassinello, Rafael Vera, il direttore della polizia Francisco Alvarez Sanchez .
Le attività del GAL, qui solamente accennate, si concludono nel 1986 con un "bottino" di 26 omicidi, più uno addossato però ad un singolo criminale poliziotto.
27 omicidi in meno di tre anni: un risultato di tutto rispetto per lo Stato spagnolo! A cui vanno ovviamente aggiunti tutti i pestaggi e le torture, le spedizioni punitive e le violenze contro donne perpetrate dal gruppo paramilitare GAL.
L'esistenza dei GAL, creati, motivati e foraggiati dal PSOE, si è conclusa con la vittoria elettorale della destra francese alle elezioni del 1986. La destra d'oltralpe optò per la "coabitazione": ossia la cesszione delle attività del GAL in cambio della consegna diretta e senza intermediari della maguistratura, e quindi da polizia a polizia, di tutti i rifugiati baschi.
Ultima recrudescenza dell'attività di un gruppo paramilitare riconducibile al GAL fu quella dell'omicidio di Josu Muguruza il 20 novembre 1989, neo deputato di Herri Batasuna al Parlamento e redattore di Egin, la rivista indipendente e indipendentista basca che fu poi chiusa dal governo spagnolo. L'attentato, compiuto il giornpo prima dell'insediamento in Parlamento, provocò una fortissima mobilitazione popolare. La magistratura cercò di coprire l'attentato come un "episodio isolato realizzato da un fuoriuscito" .
Il processo che ne seguì, fra ritardi ed ostacoli d'ogni tipo, portò alla condanna di un mebro della guardia civil ma all'assoluzione del figlio di un famoso generale dell'esercito al centro di vari tentativi di golpe.
Clamorosamente questo omicidio venne reputato slegato dall'attività paramilitare e si concluse che l'assassino non aveva complici nè mandanti.
Così si conclude la triste vicenda delle attività para-militari diffuse nel territorio spagnolo a danno di cittadini, militanti, intellettuali e deputati baschi. Si conclude con un tragico bilancio di 28 persone uccise dallo stato in base alla loro fede politica e culturale, 28 persone uccise a freddo o torturate da corpi paramilitari organizzzati dai massimi vertici dello stato spagnolo e da questi indirrizzati come burattini.
La sotiria dei GAL si chiude senza processi rilevanti a carico di loro membri, anche riconosciuti, nonchè senza sanzioni di rilievo contro i loro mandanti. Si chiude l'epoca dei GAL con il PSOE che ha ancora le mani macchiate di sangue e che, in continuità col proprio passato criminale, continua ancora oggi ad avallare la tortura di stato, le privazioni di libertà, la dispersione dei prigionieri politici nonchè tutte le più becere iniziative repressive che i colleghi del Partito Popolare spagnolo mettono in atto.
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