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mini-rassegna stampa Free Parade Odio il carcere
by kyrara Monday, Jun. 09, 2003 at 5:52 PM mail:

.


da 'Il Manifesto' di venerdi 6 giugno

Suoni per l'indulto
REBIBBIA Free parade dei centri sociali domani intorno al carcere romano
A. MAN.
ROMA
Sotto il carcere di Rebibbia a suon di musica. I centri sociali romani riprendono la battaglia per l'indulto e organizzano per domani una «free parade» attorno all'istituto sulla via Tiburtina, non un tradizionale corteo ma una sfilata di sound system e performance creative, preparate in queste settimane con il sostegno, tra gli altri, di Radio onda rossa. «Useremo la musica - scrivono i promotori della campagna `Odio il carcere' - ma suonata molto forte, in grado di scavalcare le alte mura di quel carcere, attraversare le sbarre e raggiungere le menti di detenuti e detenute che la galera vorrebbe spegnere». L'appuntamento è alle 17 in via Brandizzi (metrò Rebibbia), la conclusione davanti al centro sociale «La Torre» che festeggia anche il suo nono compleanno. All'iniziativa partecipa Papillon, l'associazione dei detenuti di Rebibbia che nei mesi scorsi ha promosso in tutte le carceri d'Italia la mobilitazione per l'indulto, oggi sostanzialmente affossato in parlamento anche nella forma assai limitata del cosiddetto «indultino». «La 'sordità' delle classi politiche italiane - scrivono oggi i centri sociali nel volantino che distribuiranno ai parenti dei detenuti - si è dimostrata più dura e impenetrabile del cemento delle mura che rinchiudono corpi e menti di donne, uomini e ragazzi. Queste classi politiche considerano la galera una vera e propria `discarica sociale' ove gettare tutti i prodotti del `disagio' causato dalle devastanti politiche antipopolari degli ultimi anni: ad esempio le politiche proibizioniste con il risultato di oltre 15 mila tossicodipendenti segregati dietro le sbarre; e quelle sull'immigrazione che hanno portato nelle carceri oltre 16 mila migranti».

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da LIberazione di sabato 7 giugno
by kyrara Monday, Jun. 09, 2003 at 5:53 PM mail:

MUSICA e IMMAGINI CHE ATTRAVERSANO LE SBARRE:

Oggi STREET PARADE ‘ODIO IL CARCERE’ a Roma



“un movimento che afferma che ‘un altro mondo è possibile’ deve dimostrare, a se stesso e agli altri, che questo ‘altro’ mondo dev'essere anzitutto un ‘mondo senza galere’.

Parte così lo spot radiofonico diffuso in questi giorni dalle frequenze della romana Radio Onda Rossa che lancia l’appuntamento di oggi, sabato 7 giugno con la Free Parade che circonderà l’istituto penitenziario di Rebibbia.

Centri sociali romani, soggettività e mediattivisti riuniti nella sigla comune di ‘Odio il carcere’, rinnovano così il loro impegno a sostegno delle lotte dei detenuti, promuovendo un’ulteriore iniziativa dopo quella organizzata a Capodanno.

Una mobilitazione che torna a mettere in evidenza i problemi delle carceri italiane, sostanzialmente dimenticati nonostante i 4 mesi di protesta dei detenuti, lanciati a settembre dall’associazione Papillon Rebibbia, che hanno visto coinvolti oltre cento istituti penitenziari italiani. Così come nessun cambiamento hanno sortito i mesi di dibattito parlamentare

intrapreso attorno alle proposte di legge circa indulto e ‘indultino’, entrambe bocciate alla Camera. Di fatto il dramma della detenzione rimane inalterato e inascoltate le denunce di chi, privato della libertà, chiede sostanziali riforme che rendano più sopportabili le proprie condizioni di vita. Condizioni ulteriormente aggravate dalla crescita continua della popolazione carceraria; un sovraffollamento giunto a livelli inaccettabili, 57.000 reclusi in strutture capaci di contenerne non più di 42.000.

“La ‘sordità’ delle classi politiche italiane si è dimostrata più dura e impenetrabile del cemento delle mura che rinchiudono corpi e menti di donne, uomini e ragazzi” si legge nel comunicato di Odio il Carcere che ha così deciso di fare un po’ di rumore per cercare di svegliare chi non vuole sentire. “Il mezzo che useremo sarà la musica, ma suonata molto forte, in grado di scavalcare le alte mura di quel carcere e raggiungere le menti dei detenuti e delle detenute che la galera vorrebbe spegnere”. Una protesta pacifica ma rumorosa a cui non tarda ad arrivare l’appoggio dell’Associazione Papillon Rebibbia che nei giorni scorsi ha diffuso un comunicato in cui ribadisce l’impegno nelle lotte dei detenuti a favore dell’indulto e delle riforme carcerarie. Largo quindi ai suoni e alle parole che daranno vita alla Free Parade di oggi: 4 Sound system, performances, bande musicali e coreografie contro l’istituzione totale più chiusa ed inaccessibile. A riprendere la street ci penseranno le telecamere della neonata Ant tv, antenna nomade che attraverserà le strade di Roma e trasmetterà, a partire dalle prossime settimane, in vari Municipi i palinsesti realizzati. Inoltre, Odio il carcere e Candidatv realizzeranno un’ora di trasmissione che potremo vedere sulla locale Teleambiente il 14 giugno. Come era già accaduto per l’iniziativa di Capodanno, le telecamere e i microfoni dei mediattivisti si aggireranno per le strade di Roma raccogliendo saluti e video messaggi per i detenuti. Un ulteriore tentativo di oltrepassare il muro di indifferenze che circonda le carceri italiane, portando i messaggi dei propri cari a chi è privato della libertà.

L’appuntamento è per oggi pomeriggio alle 17.00 a via Brandizzi, vicino alla fermata della metro di Rebibbia. La Free Parade si muoverà lungo le strade del quartiere ‘circondando’ una delle prigioni più grandi d’Europa per poi terminare alla Torre, dove la serata continuerà con i festeggiamenti del nono anno di autogestione del centro sociale.

(per ulteriori info ed approfondimenti: http://www.italy.indymedia.org/features/roma)

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da LIberazione di domenica 8 giugno
by kyrara Monday, Jun. 09, 2003 at 5:54 PM mail:

Una manifestazione di libertà che circonda...


Una manifestazione di libertà che circonda, attraversa e valica le mura della prigione. Questo lo spirito con cui circa tremila persone hanna partecipato ieri pomeriggio a Roma alla "Free Parade", organizzata da un insieme di realtà cittadine riunite sotto la sigla di "Odio il carcere". Striscioni sostenuti da palloncini, perché li potessero vedere anche "dentro" al recinto del carcere, sound system montati su camion e tanta, tanta voglia di far cadere, almeno per un giorno, quelle odiate sbarre. Una giornata di mobilitazione a cui hanno preso parte anche i detenuti, sbattendo sulle inferriate e anche bruciando qualche lenzuolo mentre il corteo girava intorno a Rebibbia.
Il tutto nella massima serenità, se non fosse stato per quel cordone di polizia che all'ultimo momento ha impedito al grosso dei manifestanti di occupare pacificamente l'ampio piazzale accanto al carcere romano, dove già in altre occasioni si erano concluse le manifestazioni in favore dei diritti dei detenuti.

La manifestazione ha anche varcato simbolicamente le mura della prigione, con le visite che si sono svolte, sia nella mattinata che nel pomeriggio, presso i settori maschile e femminile di Rebibbia, da parte di una delegazione di parlamentari ed eletti del Prc. Elettra Deiana e Giovanni Russo Spena, che hanno visitato nel pomeriggio anche il nido del settore femminile, dove i bambini vivono la medesima condizione di detenzione delle madri, raccontano di aver trovato una condizione spaventosa, resa di recente più terribile dai tagli alla sanità e all'organizzazione lavorativa interna alla prigione. Inoltre, ci spiegano i due parlamentari di Rifondazione, «c'è grande attesa tra i detenuti dell'esito del cosiddetto "indultino". Se il Senato non farà nei prossimi giorni il suo dovere verso la popolazione carceraria, riconoscendo anche la grande calma e senso di responsabilità manifestati fin qui dai detenuti, questa estate potrebbe diventare davvero molto calda nelle prigioni». Anche il consigliere regionale del Prc nel Lazio Salvatore Bonadonna, che ha visitato in mattinata i reparti G11 e G8 di Rebibbia, ci spiega come: «I detenuti hanno manifestato la delusione e la frustrazione legati alla insensibilità della maggioranza rispetto ai problemi della condizione carceraria. Le loro condizioni si aggravano sempre di più in ragione del sovraffollamento e anche nel taglio alla spesa sociale e sanitaria che colpisce in modo particolare coloro che affetti di grave malattie. In molte occasioni mancano le medicine e ormai taluni farmaci debbono essere acquistati da persone che mediamente non hanno i mezzi per sopravvivere».

Gu. Ca.


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