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"No al calcio moderno". Tifosi in marcia contro la Lega
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da repubblica Sunday, Jun. 22, 2003 at 2:22 PM |
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Milano, un corteo di migliaia di persone protesta contro le pay-tv e le nuove leggi antiviolenza: "Sono contro la libertà individuale".
MILANO - "No al calcio moderno": uniti sotto questo slogan che apre il corteo su uno striscione, diverse migliaia di tifosi venuti da ogni angolo d'Italia in rappresentanza delle tifoserie di ben 72 squadre stanno percorrendo sotto un sole fortissimo le vie di Milano per raggiungere la sede della Lega Calcio.
Tifosi della serie A, della B e delle serie minori, tifosi storicamente rivali e oggi affiancati, tifosi arrivati dalla Calabria come dal Friuli, e persino dalla Francia (ci sono le rappresentanze del Nizza e del St.Etienne). Tutti insieme contro le cosiddette "leggi speciali" antiviolenza ma soprattutto contro il calcio moderno fatto di alti costi e di asservimento alla tv. In testa al corteo, partito da Piazza Duca d'Aosta, c'è un rappresentante per ogni tifoseria. Seguono poi i gruppi, ciascuno rappresentato dal suo gonfalone.
All'altezza di via Vittor Pisani, il lungo corteo si è fermato e tutti i manifestanti hanno osservato "un minuto di silenzio per il funerale del calcio che è stato". Il tutto alle 15 in punto, "l'ora - hanno spiegato - in cui tutte le partite dovrebbero essere giocate".
Per il momento la protesta dei tifosi si è limitata a questa manifestazione pacifica e simbolica, un corteo dalla stazione Centrale ai Bastioni di Porta Nuova e ritorno. Ma a fine agosto, all'inizio del campionato, potrebbero scattare altre inziative. Per esempio i tifosi potrebbero disertare le curve o boicottare in massa gli abbonamenti alla pay-tv.
Anche se c'è da sottolineare che la rivolta è portata avanti dalla maggioranza dei tifosi delle curve - censiti tra i 150 mila e i 200 mila, quasi il 20 per cento degli spettatori degli stadi italiani - cioè la frangia più attiva del tifo. Difficilmente la maggioranza dei tifosi aderirà ad atti di protesta clamorosi come il boicottaggio delle partite a pagamento.
Ma un fatto va comunque registrato. Che la protetsa ha unito capi ultrà di tifoserie divise da rivalità storiche: bresciani e bergamaschi, sampdoriani e torinisti, milanisti e interisti. Rivalità sportive e politiche sono state messe da parte per raggiungere il duplice obiettivo della lotta contro la tv che detta i tempi del campionato e la legge sulla violenza negli stadi.
Questo secondo punto è ancora più controverso del primo. La nuova legge, che estende la flagranza di reato alle 36 ore successive al fatto, viene considerata dai tifosi il primo passo verso successive restrizioni alla libertà personale. Si parte dagli stadi, argomentano gli ultrà, per poi passare alle discoteche e ai concerti.
Foto su: http://www.repubblica.it/gallerie/online/calciomercato2003/corteo/index.html
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... non capisci niente
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biancorozzo Sunday, Jun. 22, 2003 at 4:17 PM |
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i casi di violenza ed abuso di potere da parte delle forse del disordine all'interno e fuori dagli stadi è un elemento gravissimo, tanto quanto il loro abuso in piazza. Episodi come quelli di Empoli-VIcenza del '92,quando la polizia sparò senza motivo ad altezza uomo,colpendo due ragazzi,salvi per miracolo,oppure ultrà mandati in coma,picchiati senza motivo. La questione delle leggi speciali è preoccupante,xchè veramente sembrano delle sperimentazioni di repressione feroce, da esportare poi nelle piazze e nel resto della società. L'opposizione al "calcio moderno" mi sembra un altro elemento importante, perchè dimostra il rifiuto di un modello che i grandi del calcio ti vogliono imporre. Il rifiuto al business,al potere dei soldi, a rendere uno stadio "un salotto" per chi se lo può permettere e le richieste "romantiche" di un calcio fatto di emozioni e che ritorni lo sport popolare che è sempre stato. Avere una passione per una squadra di calcio non credo che sia una colpa, ma un hobby come tanti altri....
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fatti, non pugnette!
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YUKIO Sunday, Jun. 22, 2003 at 5:44 PM |
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Mi sembra che chi sta protestando oggi farebbe meglio a disertare lo stadio, a non tirare petardi in campo, a non fare invasione di campo per picchiare i calciatori...a non fare l'abbonamento alle pay-tv. Si può cambiare partendo dalle proprie realtà, cercando di far fiorire nuovi vivai e creando un network nazionale di calcio genuino che rimpiazzi sta pagliacciata di campionato pieno di conflitti di interessi e mafiosi.
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