Intervista alla Dottoressa Silvia Gonzales su inquinamento e danni all'ambiente e alle popolazioni
DR.SSA SILVIA GONZALEZ
"COME POSSONO AFERMARE CHE NON VI SARA' INQUINAMENTO?"
intervista pubblicata in "Paginas del Sur", Patagonia (Argentina), n. del 1/7 dicembre 2002 (Nota per i non saccenti: Esquel è la città della Patagonia, e Cordòn de Esquel è la montagna vicina alla città ove una impresa canadese ha ottenuto dal governo argentino il permesso minerario. Pare che al momento i lavori, che pur vi sono, siano limitati alla sola "ricerca", ma la gente vi crede poco)
Fin dall'inizio del progetto minerario nel Cordon de Esquel, la dr.ssa Silvia Gonzalez ha opposto una serie di osservazioni ed obiezioni in relazione al possibile inquinamento ambientale, contrastando in alcuni casi con dati tecnici comprovati quanto vien detto da parte dell'impresa. La dr.ssa Gonzalez è laureata in farmacologia, con il dottorato in Prodotti Naturali (U.B.A.). Attualmente è occupata come professoressa aggiunta di chimica organica nella Università Nazionale della Patagonia San Giovanni Bosco. La prima cosa che pone in risalto è che il sistema IMCO che utilizza l'impresa per trattare il cianuro una volta operato il processo di lisciviazione: "Non distrugge il cianuro ma lo trasforma in altri composti che contengono sempre cianuro. Tali prodotti continuano ad essere contaminanti". Questo lo afferma estraendo come esempio la tesi intitolata "Degradacion Microbiana de Cianuros", presentata dall'ingegnere Quimico Bellini come aspirante al Magistero nell'Università si San Juan nel 2001, nella quale si dimostra che non esistono metodi chimici che risolvano dal punto di vista tecnico ed economico il problema dei residui cianurati risultanti dall'attività mineraria. Un'altra affermazione comune è che la stessa natura degrada il cianuro. Gonzalez conferma tale asserzione ma dice chiaro e tondo che: "La natura è preparata per ricevere una certa concentrazione di cianuro".
NELL'ACQUA
Affinché l'acqua sia considerata potabile, la concentrazione di cianuro dev'essere di 0,1 parte per milione. Uno dei pericoli maggiori è che il "deposito inerti" subisca infiltrazioni d'acqua. Cosa che per Silvia Gonzalez è possibile: nello studio di impatto ambientale dice che "il problema maggiore secondo la nostra analisi è stato quello di determinare se i depositi e le vasche di miscelazione sono luoghi stabili e sicuri. Il punto più critico è stato l'aumento di pressione del poro nel deposito [non riesco a capire alla perfezione cosa dice] durante il processo di costruzione. Un aumento di pressione può causare una falla che potrebbe a sua volta generare una falla maggiore nel deposito", il che vuol dire che vi è una possibilità reale. Indubbiamente non è solo l'acqua che può scorrere ciò che preoccupa. Le piogge possono generare piccoli ruscelli che vengono a contatto col deposito.
NELL'ARIA
Un altro problema che la dr.ssa non esclude è l'emissione di cianuro di idrogeno che si produce nel momento in cui il cianuro (di sodio) entra in contatto con l'acqua. Tale cianuro si presenta in stato gassoso, "è un inquinante che si libera nelle vasche e il gas nelle cisterne vi sarà. Come possono affermare che non vi è gas?"
APPRENDERE DALLA STORIA
"La storia dimostra che in tutti gli incidenti parte del cianuro e dei metalli pesanti scorrono e si legano all'acqua. Questo produce moria di pesci. Nel Montana, dal 1982 al 1998 accaddero 50 casi di traboccamento di cianuro e metalli pesanti. L'ultimo caso avvenne nel 2000 in Romania, e ciò significa che la tecnologia non ha cambiato nulla. Questo incidente decretò che si cercasse di modificare il sistema della diga di scolo. Anche in altri punti del processo come quello delle dighe di lisciviazione, abbiamo incidenti", informò. Da parte dell'impresa viene affermato che le probabilità di incidenti nel trasporto di cianuro sono molto basse ed ancor più che il cianuro possa andare nei tanti fiumi che il camion che lo trasporta fiancheggerà, sia quale che sia la strada che verrà scelta. "Sarebbe un disastro enorme. Ciò che accadde a Puebla (Messico) nel febbraio di quest'anno. Tale informazione la appresero dalla pagine Internet di Du-pont (l'industria tedesca produttrice di cianuro), precisa la dr.ssa Gonzalez. E' tale impresa che fornisce il cianuro alla miniera El Desquite. Se il cianuro fosse finito nel suolo la situazione sarebbe stata un'altra: "Nella misura in cui se ne può raccogliere una maggior quantità, però sempre qualcosa rimarrà. Per quanto si tratti di camion ermetico l'impatto può aprirlo".
LA OPPOSIZIONE NEL PRIMO MONDO
Il fatto che si utilizzi cianuro preoccupò la dr.ssa Gonzalez e la motivò a cercare informazioni. Per esempio, menzionò un articolo pubblicato in una rivista specializzata e che ha per titolo "Una tecnologia non sostenibile per l'impatto inaccettabile per gli ecosistemi degli umani". Si tratta di un lavoro realizzato da scienziati dell'università di Monaco.
PERCHE' IL CIANURO?
"Perché dalle rocce può essere estratto il 90% di oro. Prima si utilizzava il mercurio, che otteneva il 60%. Infine, se si tiene in conto la relazione costo ricavo conviene di più il cianuro. Una tonnellata costa 1.500 dollari ed estrae 6 kg d'oro. Ogni chilo d'oro è valutato 58.500 dollari".
ARSENICO ED ASSOCIATI
Altri elementi chimici che possono emergere al rimuovere la terra fino a 500 metri di profondità possono essere inquinanti come ad esempio i metalli pesanti. "I metalli pesanti son cumulativi negli organismi vivi, non si eliminano. Ciò si chiama biomagnificazione. Vuol dire che quando un animale, o un essere vivente come una pianta o altro animale che si nutre di questa pianta, o beve acqua con metalli pesanti, tali metalli continuano ad accumularsi negli organismi", precisò la dr.ssa Gonzalez. A lei preoccupa anche la quantità di arsenico, tenendo conto della mastodonticità del progetto: "Secondo lo studio d'impatto ambientale la media sarà di 458 milligrammi per chilogrammo di ganga e se si tiene nel dovuto conto che vi saranno 42 mila tonnellate di ganga al giorno, si ottiene circa 18 kg di arsenico. E' altamente inquinante, dipendendo dalla forma in cui si trova nella roccia, cioè se vi si trova combinato e con quale altro elemento".
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