Documento preparatorio del convegno di controinformazione sulla comunicazione a Viterbo
Quale ruolo devono svolgere i poteri pubblici, in tema di informazione e comunicazione, se vogliono portare a compimento la missione democratica che è inscritta nelle carte fondamentali ? Questa è la domanda che il convegno di controinformazione sulla comunicazione del 4 settembre deve mettere a fuoco, sia in termine di diritti , si in termini di poteri. L'obiettivo dichiarato deve essere quello della rottura del modello della comunicazione commerciale che, in questi anni, ha stabilito una vera e propria egemonia culturale tra le forme della comunicazione scritta ed elettronica. Il ruolo preponderante della pubblicità, trasforma i contenuti in "allegati di senso" della comunicazione pubblicitaria e commercializzata. Occorre proporre una rottura dal basso e dall'alto del sistema informativo e comunicativo: nuovo ruolo e missione dei servizi pubblici radiotelevisivi affiancato ad un nuovo sistema di garanzie per il pluralismo che nasce dal basso. A lungo il sistema pubblico è stato strumento dei monopoli privati. Ma se intende salvaguardare un elemento di democrazia nel campo della comunicazione il potere pubblico deve mettersi al servizio della
proliferazione delle unità di produzione civica indipendente, deve aprire i canali, mettere a disposizione risorse e strumenti d'interazione non centralizzati. L'esperienza del mediattivismo costruisce le condizioni sociali e produttive a partire dalle quali diviene possibile proporre alle istituzioni pubbliche di fare il proprio dovere democratico, che non è quello di parlare al posto dei cittadini, e meno che mai è quello di consentire a gruppi di prepotenti di invadere e privatizzare lo spazio pubblico, ma è quello di permettere ai cittadini di esprimersi, di
comunicare, di creare nuclei di attenzione, punti di attraversamento mediatico. Telestreet sta sperimentando un modello di comunicazione orizzontale, fortemente legata alla dimensione territoriale, e pure al tempo stesso aperta al paradigma della rete e dell'etere. In questo modo Telestreet crea le condizioni per un superamento del dispositivo che abbiamo conosciuto come Televisione, che oggi si sta trasformando in una compiuta macchina di omologazione dei processi mentali. Di fronte a questo pericolo occorre affermare un nuovo principio, senza il quale ogni discorso sulla democrazia rischia di perdere consistenza. Occorre affermare il principio che la comunicazione è uno spazio pubblico e come tale un diritto, come lo sono la formazione di base e la sanità. I cittadini hanno diritto di usufruire degli spazi comunicativi come utenti , ma anche come produttori. Perciò le istituzioni pubbliche (i Comuni, le Regioni, in primo luogo) debbono garantire ai gruppi del mediattivismo socialmente diffuso e alle fonti informative che non hanno distribuzione, di avere accesso gratuito all 'etere, e alla banda larga digitale. Le istituzioni pubbliche locali possono farlo.Il suolo nel quale le aziende private di cablazione depositano i loro cavi è un suolo pubblico, e la legge prevede che le istituzioni pubbliche detengano la proprietà e l'utilizzo di una parte della larghezza di banda. Non si tratta soltanto di creare spazi di accesso pubblico, seguendo le esperienze che già sono consolidate in paese che hanno un livello di civiltà comunicativa un po' più alto del nostro, come l'Olanda. Si tratta soprattutto di aiutare, supportare, garantire quelle realtà di produzione comunicativa che sono già nate e che stanno nascendo sul territorio e che possono funzionare insieme come strumenti per l'informazione locale e come punti di remittenza aperti alla rete globale. La lezione della vicenda italiana è proprio questa: se viene cancellata la possibilità di accesso pubblico ai mezzi di comunicazione di massa, si apre la possibilità di un'egemonia totale sul sistema di comunicazione.
Ci sono due aspetti dell'informazione indipendente e del mediattivismo che vogliamo evidenziare:
- il primo è senza dubbio un bisogno di queste realtà di mettersi in
rete, pur senza appiattire e snaturare le proprie specificità, per superare i limiti tecnici ed economici e permettere a ciascuno di affrontare meglio la sfida di una comunicazione nuova, trasversale, corretta, migliore e dove sempre più persone si possano riconoscere e rendere protagoniste. - Il secondo aspetto è quello di aver riconosciuto come comuni una serie di problemi che riguardano in generale la libertà di informazione e i diritti dei nuovi soggetti operanti nell'informazione.
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