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Vierbo: doc forum, alternativo
by francesca Wednesday, Sep. 03, 2003 at 3:07 PM mail:

Documento preparatorio del convegno di controinformazione sulla comunicazione a Viterbo



Quale ruolo devono svolgere i poteri pubblici, in tema di informazione e
comunicazione, se vogliono portare a compimento la missione democratica che
è inscritta nelle carte fondamentali ?
Questa è la domanda che il convegno di controinformazione sulla
comunicazione del 4 settembre deve mettere a fuoco, sia in termine di
diritti , si in termini di poteri. L'obiettivo dichiarato deve essere quello
della rottura del modello della comunicazione commerciale che, in questi
anni, ha stabilito una vera e propria egemonia culturale tra le forme della
comunicazione scritta ed elettronica. Il ruolo preponderante della
pubblicità, trasforma i contenuti in "allegati di senso" della comunicazione
pubblicitaria e commercializzata. Occorre proporre una rottura dal basso e
dall'alto del sistema informativo e comunicativo: nuovo ruolo e missione dei
servizi pubblici radiotelevisivi affiancato ad un nuovo sistema di garanzie
per il pluralismo che nasce dal basso.
A lungo il sistema pubblico è stato strumento dei monopoli privati. Ma se
intende salvaguardare un elemento di democrazia nel campo della
comunicazione il potere pubblico deve mettersi al servizio della


proliferazione delle unità di produzione civica indipendente, deve aprire i
canali, mettere a disposizione risorse e strumenti d'interazione non
centralizzati. L'esperienza del mediattivismo costruisce le condizioni
sociali e produttive a partire dalle quali diviene possibile proporre alle
istituzioni pubbliche di fare il proprio dovere democratico, che non è
quello di parlare al posto dei cittadini, e meno che mai è quello di
consentire a gruppi di prepotenti di invadere e privatizzare lo spazio
pubblico, ma è quello di permettere ai cittadini di esprimersi, di


comunicare, di creare nuclei di attenzione, punti di attraversamento
mediatico.
Telestreet sta sperimentando un modello di comunicazione orizzontale,
fortemente legata alla dimensione territoriale, e pure al tempo stesso
aperta al paradigma della rete e dell'etere. In questo modo Telestreet crea
le condizioni per un superamento del dispositivo che abbiamo conosciuto come
Televisione, che oggi si sta trasformando in una compiuta macchina di
omologazione dei processi mentali. Di fronte a questo pericolo occorre
affermare un nuovo principio, senza il quale ogni discorso sulla democrazia
rischia di perdere consistenza. Occorre affermare il principio che la
comunicazione è uno spazio pubblico e come tale un diritto, come lo sono la
formazione di base e la sanità. I cittadini hanno diritto di usufruire degli
spazi comunicativi come utenti , ma anche come produttori.
Perciò le istituzioni pubbliche (i Comuni, le Regioni, in primo luogo)
debbono garantire ai gruppi del mediattivismo socialmente diffuso e alle
fonti informative che non hanno distribuzione, di avere accesso gratuito all
'etere, e alla banda larga digitale. Le istituzioni pubbliche locali possono
farlo.Il suolo nel quale le aziende private di cablazione depositano i loro
cavi è un suolo pubblico, e la legge prevede che le istituzioni pubbliche
detengano la proprietà e l'utilizzo di una parte della larghezza di banda.
Non si tratta soltanto di creare spazi di accesso pubblico, seguendo le
esperienze che già sono consolidate in paese che hanno un livello di civiltà
comunicativa un po' più alto del nostro, come l'Olanda. Si tratta
soprattutto di aiutare, supportare, garantire quelle realtà di produzione
comunicativa che sono già nate e che stanno nascendo sul territorio e che
possono funzionare insieme come strumenti per l'informazione locale e come
punti di remittenza aperti alla rete globale.
La lezione della vicenda italiana è proprio questa: se viene cancellata la
possibilità di accesso pubblico ai mezzi di comunicazione di massa, si apre
la possibilità di un'egemonia totale sul sistema di comunicazione.


Ci sono due aspetti dell'informazione indipendente e del mediattivismo che
vogliamo evidenziare:


- il primo è senza dubbio un bisogno di queste realtà di mettersi in


rete, pur senza appiattire e snaturare le proprie specificità, per superare
i limiti tecnici ed economici e permettere a ciascuno di affrontare meglio
la sfida di una comunicazione nuova, trasversale, corretta, migliore e dove
sempre più persone si possano riconoscere e rendere protagoniste.
- Il secondo aspetto è quello di aver riconosciuto come comuni una
serie di problemi che riguardano in generale la libertà di informazione e i
diritti dei nuovi soggetti operanti nell'informazione.


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