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II Report su cosa succede dentro il governo Palestinese
by ilnonsubire da imemc e agenzie varie Tuesday September 09, 2003 at 02:28 AM mail:  

Piccolo tentativo di riassumere quello che succede dentro il mondo della politica palestinese, dalle dimissioni di Abu Mazen alla proposta di Ahmed Qure'i (Abu Ala) come nuovo Primo Ministro Palestinese. Il tentativo e' quello di sfatare e distruggere il mito costruito dai media occidentali che il problema in Palestina in questo momento sia Arafat, e che per questo Abu Mazen si sia dimesso.

II Report su cosa su...
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LE DIMISSIONI...

A seguito delle dimissioni di Abu Mazen, domenica 7 settembre, il Comitato Esecutivo dell'OLP riunitosi la sera stessa ha approvato e dichiarato di condividere e accettare il suggerimento del Presidente Arafat di nominare come nuovo Primo Ministro Ahmed Qure'i (Abu Ala). Qure'i e' conosciuto come un moderato che ha dato grande aiuto a concludere gli accordi di Oslo del 1993. Il Ministro della Sicurezza Palestinese Mohammed Dahlan (criticatissimo e attaccatissimo dalla stampa internazionale e Israele) ha subito dichiarando, quasi a mettere i puntini sulle i, che ''starò sicuramente fuori da un qualsiasi governo formato senza considerare la figura di Arafat. Non voglio ripetere le esperienze passate'' e riferendosi ad Abu Mazen dice: ''Ora il gabinetto Palestinese e i partiti politici sono tutti compatti e rivolgono a Mazen un messaggio chiaro, comoportati come meglio credi ma non attaccarci per gli errori commessi'', come lo stesso Abu Mazen in realtà aveva dichiarato prima di rilasciare le dimissioni: ''La Road Map è morta per colpa di Israele'' (http://italy.indymedia.org/news/2003/09/368584.php ), come già Arafat aveva dichiarato il giorno prima (http://italy.indymedia.org/news/2003/09/366335.php).

...ABU ALA CI PENSA...

Intanto, nel breve periodo seguito alla sua nomina come primo ministro, Ahmed Qure'i (detto Abu Ala) risponde con delle domande che dovranno ricevere risposte prima di accettare l'incarico offerto. Abu Ala ha focalizzato l'attenzione sopratutto sulla necessita' da parte di America, Europa e Israele di smetterla completamente con la pressione sul predidente Arafat e di offrire un supporto ''pratico'' significativo per poter applicare la Road Map.

Abu Ala quindi, come attuale Capo del Consiglio Legislativo Palestinese e come unico canditato a primo ministro, ha provato a chiarire fin da stamattina (lunedi 8 settembre) le uniche posizioni possibili: ''Senza l'appoggio ad Arafat non mi sara' possibile governare, e Israele e Stati Uniti devono cambiare la loro posizione nei confronti del Presidente''. Qure'i (Abu Ala) quindi rivolgendosi alla comunita' internazionale ha chiesto ''un'aiuto pratico e concreto, e non solo parole, sopratutto nel garantire e controllare l'applicazione da parte israeliana della Road Map. Oggi non sono ancora primo ministro. Voglio prima vedere che tipo di garanzie e supporto Americani e Europei possono dare e garantire. Voglio cosi quindi vedere e capire che tipo di pace e' possibile o no''.

Cristina Gallach, portavoce europea dell'ufficio degli affari esteri EU di Javier Solana, ha dichiarato che ''Abu Ala e' un uomo che crede nella pace con Israele e ha fatto molto per questo. Potra' quindi contare su tutto il supporto dell'Unione Europea''.

Qura'i ha quindi concluso dicendo che proverà a negoziare un cessate il fuoco con Israle, volendo pero' prima vedere che tipo di cambiamenti gli israeliani applicheranno nella realta'. ''Le condizioni che pongo sono appoggiate da tutti i partiti politici del PLC e a quelli interessati al processo di pace. Se ci saranno le condizioni ripartiremo con la Road Map''.

Intanto, con la proposta di fare primo ministro Palestinese Abu Ala, un'altra importante questione è nata in seno al Consiglio Legislativo Palestinese e alla leadershio Palestinese: ''chi sarà il prossimo leader del PLC?''

Il membro del PLC Salah Al-Ta'amari ha detto: ''molti apparteneti del PLC si stanno consultanto e sembra che la candidatura di Rafiq Al-Natshes (membro del PLC e Ministro dell'Agricoltura) sia la più condivisa come futuro leade del PLC''. Altri nomi comunque sono usciti fuori e i più ''gettonati'' sembrano essere: Nabil Sha'ath (membro del Comitato Esecutivo dell'OLP e Ministro degli Affari Esteri), Ibrahim Abu Al-Naja (deputato del consiglio dei ministri del PLC) e Rawhi Fattuh (Segratario Generale del PLC).

...E ISRAELE? ...

Inutile forse quasi dire che Israele reagisce a tutto ciò con la solita chiusura. Senza nemmeno aspettare la proposta del nuovo candidato alla Presidenza del Consiglio Palestinese, Israele ha dichiarato: ''Non accetteremo una situazione in cui l'Autorità Palestinese sia guidata da Arafat o da qualsiasi altra persona da lui scelto''. Allo stesso tempo il Ministro deli Affari Esteri Israeliani Silvan Shalom ha dichiarato che ''Israele non negozierà con Arafat'', riferendosi al presidente Palestinese come una parte del problema,e non di certo come la soluzione. Come se non bastasse attraverso la radio israeliana il Ministro della Salute ha sentenziato che ''Arafat deve essere espulso immediatamente''.

L'amministrazione americana imbarazzata nel doversi esprimere ha rilasciato subito una dichiarazione soft in cui invita Israele semplicemente a ''non fare sorprese strane nella soluzione del prbolema del Presidente Palestinese Yasser Arafat''. Ariel Shalom ha quindi rimestato le sue precedenti dichiarazioni dicendo che ''non è in programma di espellere Arafat immediatamente, ma stiamo comunque studiano e tenendo presente il problema Arafat''.

L'atmosfera resta molto tesa quindi nei Territori Occupati e non solo. L'opinione è che Israele stia realmente meditando un'esilio forzato del Presidente Arafat. Gli assassinii mirati e sopratutto l'ultimo fallito attentato nei confronti del leader spirituale di Hamas (lo sceicco Ahmed Yassin), appaiono come un piano strategico israeliano di provocazione sistematica per poi arrivare a un'escalation di violenza che giustifichi cosi, come scusa pubblica, l'espulsione del Presidente Arafat. Di fatto Israele non sta facendo nessun passo pratico e materiale (e cosi anche a livello di dichiarazioni pubbliche e politiche) di ripristinare un piano di pace che si basi su reali sforzi di risolvere il conflitto.

Da mesi infatti Israele attraverso gli assassini mirati e le ripetute incursioni e violazioni della Road Map, sta provocando la reazione Palestinese per poi accusare, spostando completamente il problema, Arafat di non essere in grado di gestire la situazione, anzi di essere un'artefice. A niente sono servite le varie opposizioni e i vari tentativi Palestinesi di far capire alla comunita' internazionale quanto, se si accettassero le imposizioni richieste da Israele, si rischierebbe una guerra civile denro i Territori Occupati. Cosi come non sono servite le denunce di Abu Mazen al non rispetto della Road Map... e cosi come non sembrano meritare attenzione le dimissioni di Abu Mazen, che Israele (invece di ascoltare) usa come cavallo di troia per attaccare Arafat.

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Palestina
by lupo 9449 Tuesday September 09, 2003 at 09:02 AM mail:  

Se il governo israeliano cerca la guerra e l'espulsione di Arafat deve tenere presente che gli USA e l'UE sanno della chiamata di Sharon di fronte al Tribunale Internazionale del Belgio e non potranno fare a meno di comportarsi adeguatamente di fronte alla aggressività israeliana, se non altro per dimostrare che non vogliono sotterrare definitivamente la giusizia e lasciare campo libero al terrorismo.

Sharon deve rispondere delle migliaia di morti dei campi di Sabra e Chatila.
E' un atto di terrorismo tra i più spietati e sanguinari!

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