Ancora repressione ordinata dal Governo Lagos.
PERSECUZIONI CONTRO GLI STUDENTI. Lo scorso 31 agosto, Cristina Briones, Ingrid Toro, Andrea Urzúa e Juan Quilodrán (tutti studenti dell'Università Arcis) sono stati arrestati in un ristorante del quartiere Brasil, accusati di portare materiale esplosivo composto da mezzo chilo di nitroglicerina e opuscoli con frasi allusive ad un "settembre combattivo". Secondo la versione della polizia tutto il materiale era destinato per fare un attentato contro una succursale bancaria ubicata nella via San Pablo. Giovedì 4,i portavoce del governo confermarono una causa penale contro i giovani aggiungendo alle accuse "violazione della legge antiterrorista", per questo motivo se ne occuperà il ministro Raúl Rocha, che ha iniziato un'indagine esaustiva, sia sulle attività politiche che i ragazzisvolgevano, sia sulle persone che vi si impegnavano.
E' stato detto che i giovani e le loro attività erano oggetto di pedinamenti e che tutta l'operazione si è accentuata per l'aumento delle loro visite ai prigionieri politici reclusi nel carcere di massima sicurezza.
Si sta cercando di collegare la sociologa Cristina Briones alla cupola del Movimiento Juvenil Lautaro, soltanto perché ne visitava continuamente i membri.
Le tre donne sono vittime degli abusi e dei vecchi metodi repressivi utilizzati per ottenere informazioni e confessioni forzate, non si conosce, per il momento, lo stato di salute di una di loro in particolare, che è in cinta di 6 mesi. Temiamo che si utilizzi la sua gravidanza come mezzo di pressione verso gli altri detenuti: obbligandoli ad autoincolparsi.
Tutta questa azione deriva dalla paura del governo che si vede minacciato nei suoi interessi dal sorgere e dall'organizzazione di gruppi i cui metodi e fini mettono in pericolo la stabilità del sistema.
Rimaniamo perplessi di fronte alle recenti dichiarazioni ufficiali nei mezzi di disinformazione di massa, che parlano dei nuovi procedimenti, che colpiranno direttamente tutt* quell* che hanno visitato i detenuti del C.A.S, come se quest'attività fosse illegale o persino da incriminare come illecita.
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