Nello stabilimento di Cannara regna l’imbarazzo
Il Lavoratori, con i propri mezzi e a proprie spese, mettono in imbarazzo l’ambiente lavorativo nella Ferro Italia, mentre il Sindacato finge di non sapere e grazie al suo silenzio, oramai troppo lungo per essere accettato, da o crede di dare, mano libera alla Direzione aziendale e ai capetti, servi irriducibili, di poter fare e disfare. Ma da dentro lo stabilimento escono tutte le contraddizioni che i Lavoratori sono riusciti a far emergere. Il travaso delle materie prime è fermo, e anzi, è sparita anche la cisterna. Alcuni lavoratori nominati nella lista per essere presenti, vedendo che non si sta lavorando per ultimare le attività per la cessazione della produzione e lo svuotamento degli impianti ma si sta continuando a produrre, invece di essere in fabbrica sono in giro per il paese; proprio non ci stanno a farsi prendere per i fondelli. I capetti, meno collusi con la mafia aziendale, iniziano a sentirsi compartecipi alla violazione dell’accordo e quindi chiedono di andare in ferie. Il silenzio assordante del Sindacato, che non è tornato neanche a spiegare i passaggi tecnici per la messa in cassa integrazione dei dipendenti, inizia a far sorgere troppi dubbi tra i Lavoratori e a far insospettire sui tempi di riattivazione dello stabilimento con un nuovo imprenditore. Il grande sospetto e che continueranno anche dopo il 6 Ottobre, data della cessazione dell’attività, a produrre con parte del personale, ovvio quello servile, non utile ma complice. Così la Ferro farà fronte alle necessità di mercato ad un costo più basso e intanto lo stabilimento non potrà essere ceduto. L’imbarazzo fra qualche giorno regnerà negli uffici delle confederazioni, quando l’amministrazione comunale si accorgerà che gli accordi e i tempi di applicazione non sono stati rispettati.
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