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CASO G8 - I retroscena del blitz secondo l'ispettore ministeriale Micalizio
by F. - (dal Secolo XIX) Sunday September 21, 2003 at 11:55 AM mail:  

CASO G8 I retroscena del blitz secondo l'ispettore ministeriale Micalizio, l'ultimo teste davanti ai Pm «Diaz, c'erano quattro polizie» Nella sua deposizione conferma la mancanza di un responsabile: «Ognuno agiva per sé» Biondi, legale dell'uomo delle molotov: «Brucerò l'arrosto della tesi d'accusa della Procura»

Genova. Nel blitz alla scuola Diaz c'erano quattro polizie e ognuna andava per proprio conto.
Il reparto mobile di Roma era come una molla caricata ed era prevedibile che sarebbe finita male. Gli alti dirigente della polizia non erano a Genova di passaggio, nei giorni del G8. Parole pesanti, parole di fuoco. E' un interrogatorio teso, quello di Pippo Micalizio davanti ai magistrati che indagano sull'irruzione alla Diaz, sul raid delle polemiche. E' stato l'ultimo teste ad essere ascoltato dalla Procura, prima dell'invio degli avvisi di fine indagine dei giorni scorsi.
Chi è Micalizio? Cinquantotto anni, viene inviato dal capo di polizia a Genova nei giorni immediatamente successivi al G8. Già divampa la polemica e il super-ispettore ha tre giorni di tempo per capire cos'è successo riferire all'allora ministro dell'Interno Claudio Scajola e capo della polizia Gianni De Gennaro.
Sulla scorta delle sue conclusioni scattano tre provvedimenti di peso.
Vengono rimossi dai loro incarichi vicecapo vicario della polizia Ansoino Andreassi, il numero uno dell'antiterrorismo Arnaldo Barbera e il questore Francesco Colucci.
Passati due anni da quella relazione, Micalizio è stato ascoltato in procura come testimone. Ma non ha cambiato idea. Ha confermato, in certi momenti con maggior dettaglio di allora, le sue conclusioni: incapacità gestionale, confusione, mancanza responsabilità e di vertici nell'organizzazione del blitz alla Diaz. Ha ribadito ai pm: «In sostanza era come si fossero state quattro polizie diverse». E l'intervento dei vertici (Gratteri, Luperi, Murgolo, lo scomparso Barbera, Andreassi) non era certo da semplici curiosi: «La loro semplice presenza fisica sul posto costituiva il necessario riferimento per gli operatori dei rispettivi comparti, polizia giudiziaria e Digos». Insomma: i colonnelli non potevano avere deciso autonomamente dai generali.
Spiega ancora Micalizio: nei giorni dell'indagine ministeriale fui costretto a muovermi in un quadro di approssimazione. C'è addirittura un nucleo di operatori del reparto mobile di Roma che non compare nelle carte, «così come non compare negli atti poi inviati alla magistratura ».
Ancora, Micalizio spiega: non potevo ignorare il fatto che gli atti di polizia giudiziaria compilati quella sera non erano stati in grado di sostenere le accuse contro gli arrestati.
Ma chi è la responsabilità di quel che accadde, quella notte, alla scuola Diaz? Ancora oggi, non si sa. «Qualcuno dice il responsabile di polizia giudiziaria più alto in grado della questura di Genova, ma questo non risulta fondato su alcuna norma o prassi». E così la notte della Diaz continua a rimanere, anche in questa ricostruzione, orfana di un padre. O con troppi genitori.

Biondi difende Troiani.
«L'accusa mossa dai pm genovesi al vicequestore Pietro Troiani è una arrampicata di sesto grado, di cui taglierò la fune in dibattimento ». E' il commento di Alfredo Biondi, difensore del vicequestore romano, accusato di falso e calunnia nell'inchiesta Diaz per la vicenda delle due molotov. Secondo l'accusa, infatti, le bottiglie incendiarie sarebbero state usate come false prove dalla polizia a carico dei 93 manifestanti arrestati.

Incidenti di strada -
Una cinquantina di nuovi avvisi di conclusione delle indagini saranno inviati entro dicembre dalla procura a carico di manifestanti già arrestati o indagati nell'ambito dell'inchiesta sulle violenze di strada nei giorni del G8 a Genova.

Marco Menduni
Marcello Zinola




«Sbagliato usare il reparto mobile era come una molla sotto carica»

«Ricordo che il Capo della Polizia mi ha conferito l'incarico di un'indaginesull'operazione Diaz dandomi termine temporale per riferire di tre giorni. Non ho richiesto ufficialmente al Questore un elenco di personale impiegato, che oltretutto non c'era (...) Prendo atto che nel personale da me considerato non compare, così come non compare negli elenchi successivamente trasmessi all'autorità giudiziaria, un nucleo di operatori appartenenti al Reparto Mobile diverso da quello che costituisce il Nucleo Sperimentale Antisommossa del dottor Canterini. A me nessuno ha menzionato la presenza di personale di Reparto Mobile, non ne sono venuto a conoscenza perché non v'era un funzionario responsabile con cui ho potuto parlare (...)».
Nella mia relazione ho ampiamente criticato e messo in risalto la mancanza di indicazione di un funzionario responsabile della direzione della intera operazione. In sostanza il quadro che mi veniva fornito era quello di quattro comparti che operavano facendo ognuno riferimento alle proprie linee gerarchiche, come se fossero state quattro polizie diverse (...)».
«Era (il reparto mobile di Canterini, ndr) come una molla compressa e caricata che in un contesto difficile e delicato come quello della scuola Diaz poteva prevedibilmente causare problemi (...)».
«Preciso che alcuni funzionari, ma non tutti, mi hanno riferito che qualcuno riteneva che il funzionario responsabile della intera operazione si potesse identificare nel dottor Murgolo, per la sua vicinanza al Vicario Andreassi(...)».
«Ho esplicitamente criticato l'eccessiva presenza di capi nel teatro dell'operazione.
È evidente che i funzionari apicali dei servizi centrali, non certo a Genova di passaggio e che io ho indicato come coloro che avrebbero dovuto garantire il momento tecnico e professionale più elevato, non possono aver rivestito il ruolo di meri osservatori (...)»

Dal Secolo XIX del 21 sett 2003

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regola principale
by Robin Hood Sunday September 21, 2003 at 03:45 PM mail:  

Negli appoarati dello stato, lo sanno anche i bambini, vige da sempre (da che Stato è Stato)una regola primaria: se non sei un pezzo di merda, allineato e coperto, non sarai mai capo di niente e di nessuno e se pensi di fare a modo tuo, andando contro gli interessi (+ o - oscuri di chi ti ha assunto)o vieni mandato nel sottoscala o, se insisti, farai la fine del topo.

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La relazione Micalizio
by imc_italy Saturday June 26, 2004 at 06:14 PM mail:  

Documenti

La relazione dell'ispettore Micalizio sui fatti accaduti durante la perquisizione nella scuola Diaz

"Non fu rappresaglia ma caos senza guida"

(...) Si rammenta che, sulle 93 persone rintracciate nell'immobile e poi arrestate, 62 (pari al 66%) sono state refertate con prognosi variabili: il 24% fino a 5 giorni, il 36% da 6 a 10 giorni; l'11% da 11 a 20 giorni; il 18% da 21 a 40 giorni; il 6% con cosiddetta prognosi buona; il 5% con prognosi riservata (...)
La ricostruzione. Il 21 luglio scorso, alle ore 22.30 circa, quattro unità operative, mentre transitavano in via Cesare Battisti, sono state aggredite da un considerevole numero di dimostranti, quantificato dal funzionario in circa 200 persone. i manifestanti, alcuni dei quali indossavano capi di abbigliamento di colore nero simili a quelli degli appartenenti ai c.d. black bloc, in prossimità dell'Istituto Scolastico «Diaz» hanno iniziato un folto lancio di oggetti, gridando «sono solo quattro» e costringendo agli agenti a fuggire con i segnali di emergenza. Il Questore ha incaricato (omissis) di effettuare un sopralluogo nella zona in questione. Il funzionario ha rilevato che in una piazza adiacente e nelle strade contigue alla scuola «Diaz» erano presenti dei giovani con funzioni di «vedette».
La decisione. Nel corso di una riunione è stato deciso un intervento operativo sia al fine di sequestrare armi ed oggetti sia per acquisire elementi informativi utili per lo sviluppo delle indagini sugli episodi di violenza accaduti in quell'occasione a Genova (...) si è provveduto, entro limiti temporali assai ridotti, a raccogliere le risorse umane necessarie, consistenti in aliquote del Reparto Mobile di Roma, del Servizio Centrale Operativo, di alcune Squadre Mobili, Digos e Reparti Prevenzione Crimine, nonché dell'Arma dei Carabinieri, per un organico complessivo di circa 275 unità. (...) Nella medesima riunione, ove i presenti sono stati invitati ad usare la massima prudenza nell'esecuzione dell'operazione, è stata esclusa l'ipotesi di impiegare lacrimogeni per indurre gli occupanti dell'immobile ad abbandonarlo. Nel corso del «briefing» non si è, peraltro, provveduto a designare il Funzionario responsabile, in termini unitari, dell'intero servizio (...) risulta evidente che la fase organizzativa è stata predisposta in maniera molto approssimativa e carente sotto il profilo dei momenti direzionali (...)
Sotto altro profilo, non risulta che durante la riunione siano state esaminate le modalità di esecuzione del servizio, da seguire una volta giunti in zona operativa, né che siano stati individuati i compiti delle varie unità, se non in termini generali: il Reparto Mobile è stato incaricato di penetrare per primo nell'edificio, superando le eventuali resistenze, in virtù del suo addestramento e dei mezzi a sua disposizione; il personale del Servizio Centrale Operativo, delle Squadre Mobili e delle Digos, con «fratini» recanti la scritta «Polizia» doveva seguire quello del Reparto Mobile ed, una volta all'interno dell'edificio, curare gli aspetti di competenza;
L'intervento. Alle ore 23.30 circa, una volta arrivato il contingente in prossimità della scuola, alcuni giovani, avvedutisi dell'imminenza dell'intervento, hanno chiuso, con una catena, il cancello di accesso ed il portone di ingresso nell'edificio, allo scopo di frapporre ostacoli all'esecuzione dell'operazione di polizia e, verosimilmente, di guadagnare tempo per organizzare un'attiva resistenza. Dopo alcuni inutili tentativi di aprire il cancello da parte del personale del Reparto Mobile, in relazione all'evolversi della situazione, (omissis) ha suggerito di interrompere tutta l'operazione, ricevendo, peraltro il diniego, in considerazione del fatto che «non era più possibile».
Una volta abbattuto il cancello con l'impiego di un automezzo blindato del Reparto Mobile, il personale, penetrato nel cortile antistante all'ingresso, è stato fatto oggetto del lancio di corpi contundenti, alcuni dei quali probabilmente prelevati dal vicino cantiere edile. Si evidenzia che, mentre taluni funzionari hanno riferito di un fitto lancio di oggetti di vario genere, altri, con esperienza di servizi di ordine pubblico, hanno parlato di pochi oggetti lanciati.
Le unità del Reparto Mobile, affiancate da alcuni operatori in borghese, hanno quindi iniziato a forzare il portone per penetrare all'interno dell'istituto scolastico, ove nel frattempo erano state spente le luci da parte degli occupanti per ostacolare ulteriormente l'attività di polizia. Aperto il portone, gli elementi del Reparto Mobile, unitamente a unità degli altri Uffici, sono affluiti velocemente in massa all'interno della scuola ove, in assenza di luce, nonostante l'intimazione di fermarsi, hanno ingaggiato violente colluttazioni con persone che avrebbero utilizzato anche armi improprie, poi sequestrate. In tale contesto un gruppo di operatori del Reparto Mobile, salito rapidamente al secondo piano ed entrato dentro una stanza buia, è stato affrontato da un giovane che, dopo aver brandito un coltello, ha sferrato un colpo al torace di (omissis) che non ha riportato ferite grazie al corpetto antisommossa. L'aggressore è, peraltro, riuscito a confondersi con gli altri giovani.
Immobilizzati i facinorosi, si è proceduto alla perquisizione, che ha consentito di sequestrare armi «proprie» e «improprie» (due bottiglie Molotov, 23 coltelli, mazze, picconi, maschere antigas, ecc.) nonché materiale riconducibile sicuramente alle frange oltranziste resesi responsabili degli episodi di violenza in quei giorni a Genova (particolari capi di abbigliamento, striscioni e materiale documentale inequivocabilmente ascrivibile ai c.d. Black Bloc) (...)
Dall'esame delle relazioni emerge che 15 uomini del Reparto Mobile (dei 17 agenti che sono stati complessivamente refertati) sono rimasti contusi nel corso dell'operazione (...) Al termine dell'operazione sono state rintracciate all'interno dell'edificio scolastico 93 persone. e, sicuramente aggravata dalle condizioni sanitarie di diversi giovani, è maturata la determinazione di effettuare l'arresto di tutti gli occupanti dell'immobile, contestando loro i delitti di associazione per delinquere finalizzata alla devastazione e saccheggio, lesioni, violenza, minaccia e resistenza a pubblico ufficiale.
Valutazioni conclusive.
a) Sono convinto che si debba senz'altro escludere, come affermato dal Signor Ministro, che l'operazione di polizia in esame sia stata preordinata al fine di compiere una «rappresaglia» nei confronti di un gruppo di giovani manifestanti.
b) Ritengo che sia, altresì, da escludere che l'operazione sia stata realizzata con la volontà, da parte dei Dirigenti o degli uomini impegnati nell'intervento, di infierire sui giovani che erano presenti nell'edificio scolastico.
c) La presenza di personale appartenente a diversi Uffici ha evidenziato come gli stessi, in assenza di una direzione unitaria, abbiano operato secondo linee gerarchiche «settoriali» (polizia giudiziaria, polizia di prevenzione e Reparto Mobile).
d) Ritengo che, in tale contesto, ha sicuramente nuociuto la presenza sul posto di molti funzionari che invece di rappresentare un momento di «chiarezza gerarchica», ha verosimilmente ingenerato ulteriore confusione nella linea di comando.
e) Lo stesso ingresso degli operatori all'interno dell'edificio è avvenuto in maniera caotica (solo parzialmente giustificata dalle condizioni di tempo e luogo, peraltro conosciute o facilmente prevedibili) e, soprattutto, senza una precisa guida da parte dei Funzionari.

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