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by Q Wednesday October 08, 2003 at 01:26 PM mail:  

Sangue in Vaticano "Mio figlio non c'entra: fu un crimine di Stato"

da La Nazione di oggi
Sangue in Vaticano

"Mio figlio non c'entra: fu un crimine di Stato"

Signora Baudat, perché non crede al suicidio di suo figlio? «Non è che non ci credo, all'inizio ci credevo, ma poi...», risponde Muguette Baudat, madre di Cédric Tornay, l'alabardiere delle guardie svizzere vaticane accusato di aver ucciso il 4 maggio 1998 Alois Estermann, appena nominato suo comandante, sua moglie Gladys, e poi di essersi suicidato...

VOLLEGES (Svizzera) - Signora Baudat, perché non crede al suicidio di suo figlio? «Non è che non ci credo, all'inizio ci credevo, ma poi...», risponde Muguette Baudat, madre di Cédric Tornay, l'alabardiere delle guardie svizzere vaticane accusato di aver ucciso il 4 maggio 1998 Alois Estermann, appena nominato suo comandante, sua moglie Gladys, e poi di essersi suicidato.
«Ci credevo appena mi fu data quella terribile notizia dal Vaticano - riprende la madre di Tornay -. Ma poi quando andai a Roma cambiai opinione. Avevo parlato con Cédric il giorno stesso e lo avevo trovato calmo, era contento di sentirmi, non era inquieto, non aveva nulla di strano. Mi dissi: ammesso che si stato colto da un colpo di follia, deve successo qualcosa di molto grave per spingerlo a quello. Mi comincarono a venire dubbi, quando arrivai a Roma e venni presa in carico da qualcuno del Vaticano. Mi accorsi che c'era qualcosa che non tornava. La storia dell'esplosione di follia di Cédric perché il comandante Estermann non gli aveva dato la medaglia di riconoscimento non reggeva e se c'erano stati contrasti fra loro due, erano stati del tutto ordinari, come può capitare tra un superiore e un subalterno. Incontrai le guardie e lì capii che tutta la storia era sommersa di bugie».
Perché mai il Vaticano avrebbe nascosto la verità?
«Il perché non lo so, ma allora perché solo dopo qualche ora il mio arrivo, mi fu detto: signora Baudat questo è tutto. Fu una cosa che mi scioccò. E così decisi di fare ricerche per mio conto».
Crede alla storia che suo figlio era omosessuale e che aveva una relazione con Estermann?
«Ho querelato chi l'ha sostenuto. Hanno detto di tutto di Cédric, che era alcolizzato e drogato. E anche se fosse stato gay, dico gay non un pedofilo, che c'entra? Comunque non è morto per una relazione omosessuale».
Ma allora chi è l'assassino di Tornay?
«Penso che non sia giusto usare il singolare, penso siano state più persone. Penso ci siano state delle alleanze, penso sia stato un crimine di Stato».
Perché l'avrebbero ucciso?
«Non lo so, ma dopo quattro anni di ricerche mi sono fatta l'idea che c'era un complotto per eliminare Estermann e la moglie».
Perché?
«Perché sapeva delle cose, e se quel giorno non fosse stato nominato comandante delle guardie svizzere forse ora sarebbero tutti vivi. Mi sono convinta che l'affare Estermann è molto legato all'attentato al papa dell'81. Andate a rivedervi il curriculum di Estermann, quando arriva in Vaticano, che cosa succede, e poi l'attentato e lui che viene descritto come il salvatore del Santo Padre, come l'uomo che aveva protetto con il proprio corpo il Pontefice. Ma se al momento dello sparo, lui si trovava a 100, 150 metri e lo dimostrano le cassette della diretta televisiva quando lo si vede correre verso l'auto del Santo Padre».
Estermann sapeva dell'attentato al Papa?
«Il dramma del 4 maggio 1998 ha a che fare con l'attentato dell'81. C'è una continuità. Non dico che Estermann sia stato o no al corrente dell'attentato al Papa ma certo di quel fatto diventò un attore principale».
Vuol dire che la strage del '98 ha a che fare con quello che fu detto di Estermann, che era un agente della Stasi, la polizia segreta della Germania dell'Est, notizia che poi fu smentita dal Vaticano?
«Non credo abbia a che fare con la storia della Stasi».
E allora?
«A teatro tutti sono dello spettacolo, non solo gli attori principali».
E' vero che suo figlio con altri due amici aveva fatto un'inchiesta sull'Opus Dei?
«L'aveva fatta in precedenza, perché da quel che mi aveva detto l'Opus Dei aveva fatto opera di proselitismo tra le guardie vaticane e lui non sapeva niente dell'Opus Dei e cercò di informarsi. Ne parlò anche a me e gli feci capire che la consideravo una setta e che era una cosa che non mi piaceva, tant'è che poi non me ne riparlò più».
Chi sono questi due amici?
«Non osano parlare e posso capirli dopo aver visto tanti, tra quelli che sono entrati in questa storia, morire di cancro».
Chi è Ivon Bertoletto, che le si presentò come prete confessore di Cèdric, quando a due giorni dalla strage le disse che suo figlio era stato ucciso?
«E' venuto a trovarmi l'estate scorsa. E' stata l'ultima volta. Se è venuto, mi sono detta, significa che l'ha mandato qualcuno per vedere se continuo le mie ricerche. Si è presentato come un amico e gli ho detto che non potevo considerarlo tale. Se penso alla mano che ha sparato a mio figlio non posso pensare che sia la mano di un amico. Penso che anche lui sia legato come Estermann all'attentato al Papa. Mi ha detto che aveva tagliato i ponti con il Vaticano, che aveva ancora dei contatti e che aveva detto a tutti i suoi amici che se gli fosse successo qualcosa, sarebbe uscito tutto e si sarebbe saputa tutta la verità».


dall'inviato Giovanni Morandi

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