Perugia-Assisi: anarchici alla marcia della pace
L'annuale marcia della pace è un appuntamento fisso per molti. I mestieranti della politica la usano come strumento per rinfocolare polemiche inconcludenti e depistanti e per avere ulteriore visibilità mediatica (come se non bastasse quella che già hanno). Le forze politiche, al pari dei loro capi, la vedono come una passerella dove sventolare bandiere, attrezzare furgoni con il "sound-system" e darsi quella visibilità che, come per i loro capi, è più di apparenza che di sostanza (tante le marce fatte, milioni le persone partecipanti, nessuna caserma o industria militare però finora è stata chiusa) Gli altri, i molti che ci vanno con tutte le buone (e pie) intenzioni, diventano al fine un numero nella massa delle cifre che ogni anno scandisce l'esistenza (60.000 o 300.000?) del pacifismo in Italia. E, fra i tanti, c'è sempre qualche anarchico, organizzato in piccoli spezzoni o da solo, che cerca in un modo o nell'altro di dare visibilità all'antimilitarismo. Fra questi, come succede da qualche anno, c'erano anche le compagne ed i compagni anarchici dei gruppi di Perugia, Spoleto e Jesi che hanno allestito un banchetto fisso con vendita di libri e stampa anarchica, e distribuzione di vino ("Acqua ai popoli e vino a chi lotta" recitava un cartello sul tavolino… alla faccia anche della leggenda metropolitana della famigerata "botte degli anarchici"). Buona la diffusione e la visibilità ed i contatti presi anche con i vari partecipanti libertari sparsi un po' in giro. Fra questi c'è stato anche un bel volantinaggio fatto da un gruppo di studenti anarchici dell'Aquila. Bandiere rosso-nere ed uno striscione con su scritto: “Contro la guerra ed il capitale per la libertà e la giustizia sociale" facevano infine da sfondo al banchetto. Giordano
da umanità nova di questa settimana
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