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dossier | la destra radicale a pavia
by disinformat Tuesday October 14, 2003 at 04:39 PM mail: disinformat@inventati.org 

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Quello che segue è l'aggiornamento di un dossier già pubblicato nell'inverno scorso. E' un lavoro aperto a cui mancano sicuramente delle sezioni più "riflessive", che ricostruiscano, al di là dei singoli episodi, in cosa consiste effettivamente l'influenza e la presa di questi personaggi sulla vita cittadina (scuole, stadio, relazioni istituzionali..). Come arginare la loro violenza, poi, è un fatto di esistenze, di comunità, per così dire "fisico" (non necessariamente muscolare), su cui si è scelto di confrontarsi in altri modi.


:::INTRO >>> DALLE FOGNE CON "ONORE"

Com'è come non è, in questi ultimissimi anni, Pavia è stata teatro di una significativa emersione della destra radicale. Qui ci proponiamo di ricostruire alcune tappe di questo processo tutt'ora in corso, ripercorrendo passo dopo passo le loro "imprese". La speranza è che lavori come questo possano: in primo luogo, contribuire alla conoscenza del fenomeno, monitorandone in modo permanente le dinamiche di sviluppo e, inoltre, svolgere la funzione di specchio tra diverse realtà locali, stimolando il confronto e la costruzione di reti di solidarietà antifascista.

Il racconto lo facciamo iniziare dal novembre 2000, quando nasce la sezione pavese di Forza Nuova. Niente nasce dal niente e, infatti, più che di un punto zero si tratta di un salto di qualità: la ricomposizione in qualcosa di organico e organizzato di letame vario, prima sparso qua e là. Personaggi prima dediti a occasionali furti di caramelle ai bambini, si sentono ora in dovere di rispondere colpo su colpo alla presenza sul territorio dei loro "nemici rossi" e tentano di intavolare relazioni politiche con la destra locale.

Oggi, tre anni dopo, la sensazione spiacevole è che questi personaggi, alcuni dei quali nel frattempo sono usciti da Forza Nuova per ricollegarsi all'area del Veneto Front Skinhead, si siano, di fatto, conquistati un posto nella vita politica cittadina: li si intervista sui giornali, qualcuno persino li invita alle sedute del consiglio comunale, li si deve mettere comunque in conto, come rischio, nel progettare alternative.. Segnali preoccupanti, inoltre, fanno pensare che, da parte loro, questi considerino Pavia come un terreno strategico su cui puntare: tanto da radunare qui, già nell'ottobre02 e poi di nuovo nel marzo03, più di cinquanta fascisti provenienti da tutto il Nord italia per prendere d'assedio in pieno giorno il centro sociale Barattolo.

:::CRONOLOGIA >>>>OVVERO UNA LUNGA SERIE DI INTIMIDAZIONI

Avvertenza: quella che segue è solo una SELEZIONE di episodi, ritenuti particolarmente significativi. A partire da qui, però, è abbastanza facile ricostruire sullo sfondo tutta una quotidianità fatta di minacce, sberlette, provocazioni..

20 novembre 2000: Forza Nuova ottiene l'autorizzazione per un gazebo "informativo" [?!] in piazzale Ghinaglia. Vengono distribuiti volantini contro aborto, immigrazione, globalizzazione. Tra gli altri c'è Duilio Canu, noto personaggio dell'estrema destra milanese già ai tempi di Base Autonoma. Il "comitato unitario antifascista", che raccoglie un'infinità di sigle tra partiti collettivi e associazioni, dopo aver invano tentato di farne revocare l'autorizzazione, indice un contro-presidio poco distante. Polizia in antisommossa: qualche battibecco, nessun contatto fisico.

17 marzo 2001: dibattito pubblico sul tema "spazi pubblici e autogestione" promosso dal colletivo Corsari presso il nuovo Barattolo: il capannone comunale, cioè, che da poco è stato ri-assegnato ai Corsari in gestione e sui termini della quale è in corso una trattativa. Il consigliere comunale leghista Centinaio, in polemica con le aperture dell'amministrazione comunale di centro-sinistra, si presenta in sala accompagnato da alcuni fascisti di Forza Nuova. Tensione. La serata si conclude con una scazzottata tra Centinaio e il consigliere diessino Repossi.

23 aprile 2001: nella notte, "ignoti" si introducono nel centro sociale Barattolo, scavalcando il cancello e rompendo un vetro, quindi spandono benzina e appicciano fuoco: danni per oltre 50 milioni. Nei giorni precedenti sui muri esterni del centro erano comparsi simboli e scritte nazi-fasciste. Come risposta, il consiglio comunale vota un ordine del giorno di condanna all'attentato. Unico astenuto è il consigliere leghista Ceninaio, che dichiara ai giornali: "Ci sono stati altri atti vandalici contro locali pubblici, ma nessuno ha mai pensato di fare un ordine del giorno [...] Nell'ordine del giorno si indicava, inoltre, il Barattolo come una sede democratica. L'unica volta che ci sono entrato mi sono preso un ceffone, faccia lei.."

28 aprile 2001: dopo aver partecipato alle manifestazioni per l'anniversario della liberazione dal nazi-fascismo, il csa Barattolo promuove un corteo in risposta all'attentato, riconoscendone la matrice fascista. Rispondono all'appello compagn* di varia appartenenza politica e provenienti anche da fuori [Milano, Novara, Voghera, Vigevano..]. Alcuni fascisti si radunano sotto i portici di piazza Vittoria e, mentre passa il corteo, lo provocano facendo il saluto romano. Il corteo scandisce qualche slogan, ma poi, tra diverse polemiche interne, decide comunque di proseguire.

9 maggio 2001: Fiore tiene un comizio serale presso l'hotel Moderno. Si tratta della conclusione ufficiale della campagna elettorale [il 13 maggio ci sono le elezioni politiche] di Forza Nuova, che è riuscita a presentare una lista nel collegio di Pavia. Mentre Fiore, all'interno, afferma, tra le altre cose, che "il messaggio di Forza Nuova può essere meglio diffuso in città di media grandezza", alcun* antifascist* si radunano lì fuori, dietro uno striscione che richiama i valori della resistenza: la sala si svuota e i due gruppi si fronteggiano per un'oretta, separati da un nutrito cordone di polizia. I fascisti masticano amaro e, nei giorni seguenti, la tensione in città sale. Squadracce girano per la città minacciando sistematicamente tutti i compagni presenti la sera prima e arrivando a prendere a pugni, in un bar del centro, un "corsaro".

13 gennaio 2002: ancora un atto intimidatorio da parte dei "soliti [ig]noti". Questa volta il bersaglio scelto è la sede di Rifondazione Comunista, la cui vetrata viene distrutta con dei blocchi di cemento. Sempre Rifondazione aveva già subito, negli anni precedenti, altre aggressioni di questo tipo: non ultima quella del maggio 2000, sempre con la distruzione delle vetrate della sede.

16 gennaio 2002: Rifondazione decide di presentarsi in consiglio comunale, distribuendo un volantino e chiedendo all'aula di esprimersi sui fatti. Nel volantino si accusa esplicitamente Forza Nuova e si denuncia il suo legame con alcuni esponenti locali della Lega Nord. In particolare si cita una mail del consigliere leghista Centinaio, dall'indirizzo terronsgohome@.. , in cui questi dichiara di avere "invitato alcuni amici di Forza Nuova" ad una precedente seduta del consiglio comunale. Poco dopo arrivano tre nazi, ad uno dei quali, nel parapiglia, cade di tasca un tirapugni di ferro. La polizia interviene, portandolo via e denunciandolo a piede libero per possesso di armi improprie. Durante il dibattito in sala, nel frattempo, Alleanza Nazionale ha il coraggio di protestare contro lo "scarso senso democratico" di quegli "esponenti dell'estrema sinistra", che hanno impedito ai fascisti l'ingresso in aula facendo cordone: perchè "chiunque aveva il diritto di entrare". Il giorno seguente Centinaio tenta di smarcarsi dalle accuse sulle pagine de "la Provincia Pavese", negando la vicinanza politica con i nazi: " sono solo leghista, al 100%"; ma ammette anche, candidamente: "semplicemente vado allo stadio [del basket] con l'ex segretario cittadino di Forza Nuova, che è un mio amico".

14 maggio 2002: concerto degli "Oi!Nk" al Barattolo. Per l'occasione compaiono scritte sul muro esterno del centro: "white power", "feccia rossa" e amenità simili. Uno del gruppo, inoltre, mentre passeggia per il centro cittadino, viene aggredito da cinque nazi, che lo inseguono a calci fin dentro un bar.

13 ottobre 2002: al Barattolo è in programma, per la serata, un dibattito sull'antifascismo in ricordo del partigiano Cassinera da poco scomparso. Ospite l'Osservatorio Democratico di Milano. Nel pomeriggio, mentre all'interno si svolge un laboratorio teatrale
frequentato per lo più da ragazze, si presentano davanti al csa una quarantina di teste rasate con tanto di bandiere e vessilli fasciti e provenienti da tutto il Nord italia. Almeno altri venti fascisti vengono avvistati in giro per il quartiere. L'intento dichiarato è quello di impedire l'iniziativa serale. I nazi bloccano l'entrata, mentre i teatranti si barricano dentro. Dopo una mezz'ora arriva la polizia e cominciano ad affluire divers* compagn*, avvisati telefonicamente. Anche Centinaio fa la sua comparsa, destreggiandosi tra amabili conversazioni con i nazi e tentativi di mediazione con gli sbirri. Un attivista del Barattolo, dopo avere strappato uno striscione ai nazi, si prende un calcione nelle palle.

dal newswire: [1/2]

16 ottobre 2002: alcuni attivisti del Pavia Social Forum sorprendono i nazi che entrano nella sede della Lega Nord. Attendono quindi all'uscita, muniti di macchina fotografica e videocamera, per documentare in modo inequivocabile il legame tra lega e fascisti. Ecco quel che succede, per bocca di uno dei presenti: "Siamo stati assaliti e le nostre auto prese a calci e pugni mentre Centinaio stava ad assistere senza provare a fermarli". Nei giorni successivi si apre un polverone interno alla lega e lo stesso Centinaio verrà bacchettato dal segretario provinciale Fracassi, che, dal canto suo, sbandiera un'indefinita volontà di "dialogo", a puro uso mediatico, con "i giovani dei centri sociali": parlare, _ma_di_cosa_??

1 marzo 2003: nei pressi della stazione apre il "Pitbull Store", che ufficialmente dovrebbe essere un negozio di articoli sportivi, ma di fatto si candida a diventare un punto di propaganda neofascista. Tant'è che alla sua inaugurazione è presente un gruppo di circa 30 noti fascisti sia pavesi, sia provenienti da Milano. Il negozio é gestito da un naziskin pavese e dovrebbe esere il primo di una catena di negozi che si diffonderanno in tutt'italia.

28 marzo 2003: in sostanza si ripete l'episodio del 13/10/02: un gruppo di circa 30 naziskin prende d'assedio il cs Barattolo, dove è in programma un dibattito sulle nuove destre con l'Osservatorio Democratico di Milano. I presenti si schierano facendo cordone e cercano di spingerli fuori: volano spintoni, pugni, calci, stavolta a beccarsi una salutare mazzata in testa è un nazi... Dopo una ventina di minuti sopraggiunge un ridicolo manipolo di poliziotti [in tutto solo sei agenti], che, oltre a non riuscire a contenere l'assedio, finisce per prenderle dai nazi. Quattro gli agenti contusi. La macchina di due compagn* [un ragazzo e una ragazza], arrivati per dare manforte, viene fermata e assalita dai fascisti. I vetri vengono infranti a sprangate, la portiera sfondata e aggrediti i passeggeri, che finiscono al pronto soccorso. Qualche giorno dopo un giovane, riconosciuto come uno dei presenti la sera prima, viene preso a bottigliate dai nazi.

9 maggio 2003: partono 11 denunce per i fatti del 28/3, accompagnate, per sei fra questi, da provvedimenti cautelari: due naziskin residenti a Pavia non potranno lasciare la città per un mese, mentri altri quattro, che abitano in centri della provincia, non potranno entrare in città per lo stesso periodo di tempo. Le ipotesi di reato sono: resistenza a pubblico ufficiale, minacce, danneggiamento, violenza, lesioni. La risposta dei nazi si sviluppa su due livelli distinti: se da un lato vengono ribadite le minacce e l'attitudine squadrista, dall'altro è il momento di riabilitare la propria immagine nei confronti dell'opinione pubblica e di trovare coperture politiche e legali. Quindi: 1. viene convocato per il 17 maggio un presidio contro la repressione a nome dell'associazione "Veneto Front Skinhead", in cui verranno messi per l'ennesima volta in bella mostra i muscoli; 2. i primi di agosto viene indetta una conferenza stampa insieme a Sergio Berlato, parlamentare europeo eletto nelle liste di Alleanza nazionale, in cui si denuncia la "malagiustizia" e ci si schiera (udite udite) "a priori per la libertà di espressione": al Barattolo ci eravamo andati "armati solo di fischietti", per una protesta creativa, avevamo persino avuto l'accortezza di lasciare a casa le "caratteristiche bretelline e cinture, per non essere fraintesi"..(da un volantino distribuito in centro)

28 luglio 2003: viene occupato un ex asilo abandonato a S.Martino Siccomario, con l'intento di creare una struttura alla quale facciano capo associazioni della destra radicale come il «Centro orientamenti e tradizione», l'associazione «San Michele Arcangelo» e l'«Associazione sportiva italica». Il comune, proprietario dello stabile, chiede immediatamente l'intervento delle forze dell'ordine, che sgomberano il posto e denunciano 11 persone, tra i quali l'addetto stampa regionale di Forza Nuova. La scelta di S.Martino Siccomario non è casuale, essendo il vicesindaco Podini, di alleanza nazionale, associato al «Centro orientamenti e tradizione». Fiducia malriposta, visto che questi si smarca subito; agli occupanti, così, non rimane che minacciare in modo assai poco credibile: «Alle prossime elezioni l'Area Giovanile ed Associativa Nazional Popolare saprà ben discriminare le richieste di voto che "precise" giungono ad ogni tornata elettorale, ed è sicuro che chi avrà il Podini tra le sue liste difficilmente avrà la nostra simpatia».

da "La Provincia Pavese": [1/2]

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