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Torino: avviso di garanzia a antimilitarista
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FAI Torino Saturday November 01, 2003 at 12:53 PM |
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fat@inrete.it |
Indagato per aver offeso "l'onore e il prestigio delle forze armate", un compagno della FAT rischia da sei mesi a tre anni.
Torino: chi critica l’esercito viene perseguito dalla magistratura: avviso di garanzia ad un antimilitarista
Lo scorso anno, quando si vide recapitare la cartolina con la quale gli si imponeva di presentarsi per effettuare il servizio militare, Marco, un compagno di Torino della Commissione Antimilitarista della Federazione Anarchica Italiana, spedì al distretto militare una lettera nella quale annunciava di non avere alcuna intenzione di entrare a far parte di una siffatta "organizzazione criminale". Immediatamente, come di consueto in questi casi, è partito il procedimento che lo porterà di fronte ad un tribunale per la sua scelta di obiezione totale al servizio militare così come a quello civile. In questi giorni a Marco è stata recapitata un altra lettera. Questa volta il mittente era la Procura della Repubblica di Torino nella figura del sostituto Onelio Dodero in cui gli veniva notificato un avviso di garanzia in quanto sottoposto ad indagini per aver "offeso l’onore ed il prestigio delle forze armate" per la lettera inviata in risposta alla cartolina precetto. Marco rischia da sei mesi a tre anni (art. 342 C. P.) per aver dichiarato pubblicamente le proprie convinzioni antimilitariste, le convinzioni che stanno alla base della sua scelta di obiezione e della sua identità di anarchico. A quanto ne sappiamo è la prima volta che un obiettore totale al servizio militare viene represso per le proprie convinzioni e non per il mero atto di non sottomissione compiuto. Marco viene perseguito per le sue idee e non solo per le proprie scelte: ci troviamo quindi di fronte al classico caso di reato d’opinione, quel reato che gli Stati democratici hanno inventato per negare nei fatti quella libertà di espressione che affermano in linea di principio. Ma in fondo lo sapevamo: la loro libertà è una scatola vuota. Buona per coprire la vergogna delle parate militari in cui assassini prezzolati vengono esaltati come eroi e difensori della pace e della libertà. Noi, antimilitaristi ed anarchici, sappiamo che la pace e la libertà si costruiscono costruendo e praticando la pace e la libertà. Per farlo occorre liberarsi da assassini ed oppressori: dagli stati e dai loro cani da guardia in armi. Tutte le guerre contro di noi, noi contro tutte le guerre. Solidarietà a Marco. Federazione Anarchica Torinese - FAI Corso Palermo 46 - la sede è aperta ogni giovedì dopo le 21,15 Mail: fat@inrete.it tel. 011 857850; 338 6594361
www.federazioneanarchica.org
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solo una cosa
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teo Saturday November 01, 2003 at 07:02 PM |
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certo che se la lettera di rimando non avesse avuto toni offensivi (e non ne va della coerenza dell'accusato...è solo buon senso) forse non sarebbe successo niente....certo ognuno ha il diritto di pensarla come gli pare ed è anche vero che bastava avvicinare alla frase un verbo di pensiero come "l'esercito che io ritengo ecc..." che giuridicamente non avrebbero potuto procedere.
secondo me poi io gioco non vale la candela...
solidarietà comunque.
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onore e prestigio?
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ustica Sunday November 02, 2003 at 10:30 AM |
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Offeso l'onore e il prestigio delle FF.AA.? E gli ufficiali felloni, depistatori al soldo degli USA (e della propria casta), spergiuri, traditori, piduisti e mestatori torbidi che onore e prestigio danno alle FF.AA.? Una parte di esse è in mano a una vera e propria associazione per delinquere che serve gli interessi dei poteri forti, politici ed economici e non ha il minimo senso dell'onore (che è parola vuota e obsoleta) interpretato solo come "appartenenza di casta" (dicono niente lo stragismo, il golpismo e i fatti di Ustica?). Il grande Pietro Gori, già nel 1890, aveva avviato lo studio su quella che definiva "la delinquenza militare", che, insieme a quella bancaria e politica, spadroneggiava, e continua a spadroneggiare, tra le pieghe istituzionali e non, come stato nello stato. In più, a difendere l'onore e il prestigio della casta ci si mettono pure certi giudici (anch'essi "accatastati")che invece di perseguire i felloni se la prendono con gli antimilitaristi e chi ci va di mezzo? Chi denuncia l'assurdità del militarismo e si rifiuta di condividerne l'esistenza! Per un mondo senza assassini legali!
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ma l'hai letta?
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geronimo Wednesday November 05, 2003 at 09:25 PM |
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Scusa Teo ma sei per caso un membro della commissione del ministero della difesa,oppure un amico del compagno Marco,infatti tu parli di contenuti offensivi,ma dov è che sono le offese che tu dici,non è forse più plausibile che le odiose forze armate italiane si siano risentite del gesto di un anarchico vero,cioè uno che passa ai fatti,a differenza di molti. Dimmi un pò ma tu la naia'l'hai fatta. Firmato da uno che è stato processato da un tribunale militare,e che sa quanto siano turpi e schifosi i servi grigioverdi dello stato.
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Solidarietà dalla Comm. antimilitarista
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un compagno Friday November 14, 2003 at 05:22 PM |
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"Offendere l'onore e il prestigio delle Forze Armate" significa idealmente disertare quei presupposti ideologici che fanno della violenza e la sopraffazione i valori dell'autorità. Materialmente significa rifiutarsi di uccidere, torturare, umiliare e distruggere "in nome loro" e cioè in nome di uno stato, qualsiasi esso sia. Marco, compagno e membro della Commissione Antimilitarista della F.A.I. è stato "avvisato" dalla Procura della Repubblica di Torino nella figura del sostituto Onelio Dodero di essere perseguibile da sei mesi a tre anni (art. 342 C. P.) per aver espresso questo suo rifiuto ideale e materiale. Avendo infatti chiamato per nome le Forze Armate, "organizzazione criminale", nella missiva che spedì al distretto militare dove dichiarava la sua obiezione totale, Marco sarà processato non già per il suo atto di non sottomissione compiuto ma per "reato d'opinione", per aver quindi espresso liberamente le sue idee. Sappiamo che la solidarietà non è solo condivisione e l'antimilitarismo c'insegna che un'istanza etica significa poco se non è accompagnata da un atto, da un'azione, costringendoci quotidianamente a lottare contro l'autoritarismo e la gerarchia a partire dai nostri territori, dalla famiglia, dalla scuola, dal lavoro. Anche la democrazia, il moderno marchingegno dell'autorità, c'insegna qualcosa e non da adesso. C'insegna che la libertà è pericolosa e contagiosa e che in tempi in cui il "migliore dei mondi possibili" traballa assediato da diseredati e ribelli anche la tanto sventolata libertà d'espressione è un lusso a cui bisogna porre rimedio, con ogni mezzo necessario. Non ci fermerete mai. Solidarietà a Marco, diserzione è libertà.
Commissione Antimilitarista - FAI
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