Ieri, 14 novembre, verso le 17 le forze della repressione hanno sgomberato il Bocciodromo rioccupato da una settimana, aperto all'autogestione e liberato dalla logica del profitto. Ancora una volta, le calunnie dei mass-media hanno preparato il lavoro sporco di polizia e carabinieri. L'allontanamento, giovedì, di un fotografo che lavora per un giornale si è trasformato sulla stampa di ieri in un "pestaggio" e in una "rapina" (al fotografo è stato tolto il rullino).
Ancora una volta, le autorità e i padroni preferiscono devastare un luogo inutilizzato da anni piuttosto che gli spazi vivano di idee, passioni, lotte.
Sbaglia i suoi conti chi vorrebbe ridurre la questione ad uno scontro tra anarchici e polizia: il problema delle case sfitte e degli spazi sociali è un problema di tutti.
Sbaglia i suoi conti chi pensa di sgomberare le idee e la rabbia sgomberando dei muri.
I 9 compagni presenti sono stati arrestati con l'accusa di occupazione e furto aggravato di energia elettrica, e in serata trasferiti nel carcere di Verona. Il motivo principale del loro arresto sono state le iniziative in corso al Bocciodromo sui reali terroristi, vale a dire gli Stati, i padroni, i loro servi e i loro laboratori di morte. Una proiezione ed un dibattito partecipati si sono svolti su questo tema proprio giovedì sera. Un grande striscione appeso da martedì sullo stabile occupato diceva: "Si raccoglie ciò che si semina. Fuori le truppe dall'Iraq, fuori gli eserciti dal mondo". Troppo, di questi tempi.
La "guerra al terrorismo" è per gli Stati un'arma propagandistica decisiva, sia sul piano internazionale che su quello nazionale. Nessuna voce fuori dal coro è consentita.
Se lì il dissenso brucia, è lì che bisogna alimentare le fiamme.
Il PM ha 48 ore per decidere rispetto ai compagni. Vi faremo sapere.
PER LA LIBERAZIONE IMMEDIATA DEI COMPAGNI,
PRESIDIO SABATO 15 NOVEMBRE ORE 16, PIAZZA DEL GRANO, ROVERETO.
anarchici roveretani
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