nell'ambito della giornata di mobilitazione nazionale contro la guerra in irak. comunicato del bsf
ECCO IL TESTO DEL VOLANTINO PROPOSTO
PER NOI I MORTI SONO TUTTI UGUALI Le 26 vittime, italiane ed irachene, dell'attacco al comando dei Carabinieri a Nassirya ci ricordano che la guerra in Iraq non è finita e che anche l'Italia è in guerra. A loro, come a tutte le vittime di una guerra che non si doveva fare, va innanzi tutto il nostro pensiero. Alle loro famiglie, ai loro figli, ai loro cari, va il nostro cordoglio. Alle vittime civili e militari, a tutte le vittime di questa guerra, va la nostra solidarietà.
QUESTE MORTI SI POTEVANO EVITARE! Il Governo si è assunto la responsabilità di partecipare, sotto comando americano, all'occupazione di un paese esponendo migliaia di giovani militari e civili al rischio della guerra per potersi sedere al tavolo dei vincitori. Oggi lo stesso Governo ribadisce con forza la volontà di proseguire la missione.
CI HANNO RACCONTATO IL FALSO! Ci avevano detto che la guerra era finita; che gli iracheni avevano accolto l'esercito Usa come liberatore. Ci avevano detto che una nuova era di pace e democrazia si era aperta per l'Iraq. Ci avevano detto che si doveva disarmare l'Iraq dalle armi di distruzione di massa. Ci avevano detto che la guerra avrebbe contribuito alla lotta al terrorismo.
NON E' VERO ! Non è vero che ritirando i militari si rinuncia a sostenere la popolazione irachena. Molto di più si potrebbe fare se i 40 milioni di euro che si spendono ogni mese per mantenere il contingente militare fossero usati per ricostruire scuole, ospedali, centrali idriche. Non è vero che è necessaria una presenza militare per fare questo. Lo dimostrano le Ong italiane che con decine di operatori operano da mesi con interventi umanitari in tutto il paese. Non è vero che se le truppe si ritirano in Iraq ci sarà il caos e ci sarà il vuoto. Il caos è alimentato proprio dalla presenza degli occupanti che impediscono alla società civile e alle forze politiche irachene di assumersi la responsabilità del futuro del paese. Solo la fine della occupazione militare può mettere fine alla guerra. Solo un processo costituente che veda la partecipazione di tutte le componenti politiche, culturali, religiose ed etniche irachene può portare ad un futuro di democrazia.
NOI NON SIAMO D'ACCORDO ! Non siamo tornati a casa dopo il 15 febbraio, non ci siamo arresi alla guerra, né quando è cominciata, il 20 marzo, né quando Bush l'ha dichiarata conclusa. A maggior ragione oggi siamo qui per dire che non ci arrendiamo alla spirale di odio e di violenza che ha coinvolto anche il contingente italiano. La guerra rimane un orrore inaccettabile Per fermare tutto questo, perché non ci siano più vittime pensiamo che il popolo della pace debba far sentire forte la propria voce.
GIORNATA NAZIONALE DI MOBILITAZIONE CONTRO LA GUERRA! CONTRO LA GUERRA GLOBALE PERMANENTE! PER IL RITIRO DI TUTTE LE TRUPPE DI OCCUPAZIONE!
SABATO 22 NOVEMBRE ALLE ORE 15,30 MANIFESTAZIONE DA PIAZZA XX SETTEMBRE
UN ALTRO MONDO E' NECESSARIO!! MAI PIU' GUERRA !!
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