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MULTINAZIONALI PETROLIO COMPLICI IN VIOLAZIONI DIRITTI UMANI
by mazzetta Wednesday November 26, 2003 at 09:44 AM mail:  

SUDAN 26/11/2003 1:39




Gli sforzi del governo del Sudan per il controllo dei bacini petroliferi nel sud del Paese hanno provocato centinaia di migliaia di sfollati. E’ la principale accusa contenuta in un voluminoso dossier presentato ieri da Human Rights Watch (Hrw), una delle più note organizzazioni per la difesa dei diritti umani. Il rapporto punta il dito anche contro le multinazionali dell’oro nero, corresponsabili – secondo Hrw – dello spostamento di un’enorme massa di civili e della tragedia provocata da questo flusso forzato di popolazione. Nel documento – 750 pagine dal titolo "Sudan, petrolio e diritti umani" – si indaga sul ruolo svolto dal greggio nel ventennale conflitto sudanese, che dal 1983 contrappone il regime islamico di Khartoum ai ribelli dell’Esercito di liberazione popolare del Sudan (Spla). Nella sua presentazione Hrw sostiene che questo rapporto è la più completa analisi delle connessioni esistenti tra lo sfruttamento delle risorse naturali e le violazioni dei diritti della persona. "Lo sviluppo petrolifero – ha detto Jemera Rone, una ricercatrice dell’organizzazione che ha seguito questa indagine – avrebbe dovuto essere causa di un ricongiungimento tra le persone del Sudan, invece non ha portato altro che sventure". Il report documenta come il governo sudanese abbia utilizzato strade, ponti e aeroporti costruiti dalle compagnie petrolifere per lanciare i propri attacchi contro la popolazione nella regione meridionale del Western Upper Nile. In aggiunta all’esercito, si legge nel documento (disponibile anche sul sito http://www.hrw.org), il governo avrebbe dispiegato militanti islamici al fine di proseguire la guerra e non avrebbe esitato a finanziare milizie nel Sud nel tentativo di manipolare etnicamente e destabilizzare la regione meridionale, che reclama autonomia e indipendenza. "Le compagnie petrolifere presenti in Sudan erano consapevoli dei massacri, dei bombardamenti e dei saccheggi che hanno avuto luogo nel sud, tutti con il chiaro obiettivo di liberare le aree ricche di giacimenti petroliferi" ha affermato ancora Rone. Le condizioni dei civili nelle aree da dove viene trivellato il greggio, sostiene ancora Hrw nella sua indagine, sono peggiorate quando la canadese Talisman Energy e la svedese Lundin Oil Ab hanno coordinato due concessioni petrolifere in Sud Sudan. A fronte della crescente pressione degli attivisti per i diritti umani, le due multinazionali dell’oro nero ha ceduto le proprie quote nel 2002. "Il governo sudanese – si legge ancora nell’ampio dossier, di cui è sufficiente scorrere il sommario per rendersi conto della vastità d’indagine – ha usato gli introiti dei proventi del petrolio per condurre campagne di ‘terra-bruciata’ per forzare centinaia di migliaia di agricoltori e allevatori ad abbandonare le proprie case nei bacini di estrazione" ha aggiunto la ricercatrice di Hrw. "Questi civili non hanno ricevuto alcuna compensazione ne una nuova sistemazione in modo pacifico. Al contrario, le forze governative hanno saccheggiato le loro colture e i loro allevamenti, devastato case e villaggi, ucciso e ferito i parenti degli sfollati e persino impedito alle agenzie umanitarie di raggiungere queste zone per fornire assistenza". Va aggiunto che questo rapporto è stato pubblicato in una fase particolarmente delicata delle trattative tra governo e Spla: i due protagonisti del conflitto nelle scorse settimane hanno raggiunto una serie di accordi tali da accendere le speranze per un’intesa globale che ponga fine al conflitto e che i più ottimisti auspicano venga firmata all’inizio del 2004



Fonte: MISNA

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