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l'informazione al centro del mondo
by da Liberazione Thursday, Dec. 11, 2003 at 7:31 AM mail:

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L'informazione al centro del mondo

Con il saluto del segretario generale Kofi Annan, ha avuto ieri inizio a Ginevra il Summit Mondiale sulla Società dell'Informazione. Superato l'ultimo scoglio: anche il presidente dello Zimbabwe Mugabe, bandito dalla comunità internazionale, ha avuto uno speciale visto di ingresso per la Svizzera. Da oggi, e per tre giorni, i delegati di 192 governi, della società civile e delle associazioni imprenditoriali disegneranno l'assetto mondiale della comunicazione e dell'informazione. Quasi ventimila persone parteciperanno al vertice, che culminerà nell'adozione di una Dichiarazione di Principi e di un Piano d'Azione, sebbene il Summit non abbia i poteri esecutivi di un Wto.

I negoziati sono durati due anni ma solo nella serata di martedi è stata pubblicata la bozza definitiva della Dichiarazione. Nonostante il trionfalismo, sarà difficile presentarla come un successo: troppi gli interessi contrapposti per soddisfarli tutti.

L'Onu, infatti, ha coinvolto nella preparazione visioni spesso conflittuali nel campo della comunicazione. Così, la Free Software Foundation, da sempre schierata per le libertà in ambito digitale, si è trovata a fianco della delegazione governativa statunitense, giunta a Ginevra con idee ben chiare: proteggere le merci immateriali, dall'informatica all'editoria, rafforzando la proprietà intellettuale su di esse, come si è raccomandato il capo della delegazione americana David Gross.

Tale conflitto irrisolto ha generato un imbarazzante documento, in cui il libero accesso alle conoscenze e alle tecnologie è citato come soluzione al digital divide (la disuguaglianza tra nord e sud del mondo nell'accesso alle tecnologie dell'informazione) ma, poche righe sotto, brevetti e proprietà intellettuale diventano "un mezzo per incoraggiare l'innovazione e la creatività nella società dell'informazione" per compiacere le lobby del software.

Tra i punti "caldi" della discussione figurava anche il "fondo di solidarietà digitale" proposto dal presidente senegalese Abdoulaye Wade: un finanziamento dei governi per la creazione di infrastrutture nei paesi in cui le ragioni del mercato non lo ritengano conveniente, come avviene spesso in Africa o in America Latina.

Su questo, l'opposizione dei paesi del nord è stata ferrea, a partire dalla delegazione Us. Per Gross, addirittura, si tratta del tema principale del Wsis (davanti al copyright e al cyber-terrorismo). L'alternativa proposta, fin troppo prevedibile, è di affidare alle imprese tali scelte strategiche.

Su questo punto i negoziati non hanno prodotto alcun compromesso accettabile. Alla fine, si è deciso di rimandare la questione di due anni per la seconda fase del summit, in programma a Tunisi. Nel frattempo, un'apposita commissione Onu dovrà studiare le diverse possibilità. L'obiettivo, come ha sottolineato Annan, è collegare a Internet le scuole e gli ospedali di almeno metà della popolazione mondiale entro il 2015. Le Ong, alla fine di un parto così difficoltoso, hanno deciso di fare da soli: una bozza alternativa verrà proposta alla discussione finale: raccoglierà le loro raccomandazioni ignorate nei negoziati. Reporters Sans Frontieres, espulsa dal vertice, reagirà fondando addirittura una radio pirata nella regione di Ginevra.

La società dell'informazione in costruzione, tuttavia, ha già prodotto i suoi anticorpi: attivisti da tutto il mondo (persino da Bagdad) animano da ieri, nonostante le difficoltà, Wsis? We Seize!: dimostrazioni pubbliche, laboratori e incontri in cui si racconta un'altra società dell'informazione. Particolarmente nutrita la delegazione italiana, perché proprio dalle nostre parti comunicazione fa più rima con mobilitazione: Candida Tv (candida. thing. net), Indymedia (italy. indymedia. org), Reload (reload. realityhacking. org) hanno aderito a geneva03. org, il collettivo che organizza la manifestazione nello storico centro sociale, l'Usine di Ginevra. Anche molti delegati al summit hanno attraversato in questi giorni le sale del centro sociale, incuriositi o rinfrancati dal progetto: un segnale che, nonostante la repressione, ignorare il ruolo dei movimenti nella società dell'informazione è sempre più difficile.

Andrea Capocci

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