Industria tessile in grave crisi
Il nuovo grido di allarme e' venuto dalla Associazione Piccole e Medie Industrie della Provincia di Perugia aderente CONFAPI il cui Direttore, Giuseppe Lucidi, ha voluto sottolienare che la figura del terzista umbro di qualita', che aveva contribuito a far conoscere la Regione nel mondo, non basta piu' ad attrarre le produzioni delle griffe piu' rinomate, (peraltro in crisi anche loro).
Per Lucidi, alle Associazioni di categoria ed a quelle sindacali, - ha aggiunto - "credo, corra l'obbligo quantomeno morale di agitare le coscienze di chi deve prendere decisioni in merito affinche' questo avvenga nel piu' breve tempo possibile.
Secondo il direttore di Confapi Perugia, poco o nulla e' stato fatto perche' le imprese si avviassero verso un processo di ristrutturazione del proprio modo di pensare e di lavorare secondo logiche di sistema e di aggregazione con il risultato che oggi, alla ripresa delle attivita' dopo la pausa estiva, molte di loro non riapriranno i battenti.
Bisogna quindi fare presto; le risorse finanziarie finalizzate a progetti che la Regione intendeva distribuire per i settori in crisi tra cui il tessile, (come i finanziamenti in area PIAT e altre risorse rastrellate qua e la), stentano a trovare una vera e propria forma di attuazione.
Intanto le imprese Umbre chiudono i battenti e con esse svanisce una manodopera qualificata difficilmente rimpiazzabile che sicuramente avra' un forte impatto sociale.
Tratto da http://www.umbriaeconomia.unn.it/notizia.php?id=326&categoria=news&area
ps.l'articolo precedente era tratto dalla Nazione
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