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PEDOFILO IN COMUNITA
by HA(A)CKE Wednesday, Feb. 25, 2004 at 11:21 AM mail:

ho il sospetto che la comunita è della curia vescovile, continuo la ricerca e aggiorno

Mercoledì 25 Febbraio 2004, 11:18


Pedofilia: Arrestato Direttore Comunita' Minori Trapani

(AGI) - Palermo, 25 feb. - Il direttore di una comunita' che ospita a Trapani ragazzi tra i 14 e i 18 anni vittime di disagio sociale e' stato arrestato dalla squadra mobile di Palermo con l'accusa di molestie e abusi sessuali nei confronti di alcuni minorenni. L'uomo, 30 anni, palermitano, secondo le indagine condotte dalla sezione "Reati in danno di minori e Reati Sessuali" e coordinate dal sostituto procuratore della Repubblica, Claudia Caramanna, invitava nella propria abitazione di Palermo i giovani conosciuti nella comunita', e li sottoponeva a giochi erotici. Una situazione che durava da tempo e che e' venuta alla luce quando uno degli ospiti della comunita' ha denunciato tutto ai servizi sociali, con il timore passare per bugiardo "perche' nessuno crede ai piccoli". Dall'attivita' investugativa e' emerso che M.Z. per "premiare" i suoi ragazzi li portava con se presso una residenza estiva a pochi chilometri dal capoluogo dove, con il pretesto della mancanza di spazio a causa di ospiti che poi si rivelavano inesistenti, li faceva dormire nel proprio letto. Nei confronti dell'uomo ha firmato ordinanza di custodia cautelare in carcere il gip Giacomo Montalbano. Il Tribunale dei minori ha emesso un provvedimento per l'immediato allontanamento dei dieci ragazzi ancora alloggiati nella comunita'. -

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qualcuno conosce la comunita?
by HA(A)CKE Wednesday, Feb. 25, 2004 at 1:04 PM mail:

Mercoledi 25/02/2004
Abusi sessuali in comunità: arrestato il dirigente della struttura
Le manette sono scattate per un palermitano di 30 anni, a capo di un istituto di accoglienza per adolescenti 'difficili', in provincia di Trapani

M. Z., trentenne palermitano dirigente di una comunità che ospita ragazzi in difficoltà in provincia di Trapani, è stato arrestato con l'accusa di molestie e abusi sessuali nei confronti di alcuni minorenni.
Le indagini, coordinate dal pm Claudia Caramanna, hanno appurato che M.Z. adescava i minori nella comunità dal lui stesso diretta, poi li ospitava nella propria abitazione di Palermo, abusando sessualmente di loro.

L'inchiesta, condotta dalla squadra mobile, è scaturita dalla denuncia di un adolescente ospite della comunità, che dopo un lungo silenzio, ha trovato il coraggio di raccontare le molestie subite ai servizi sociali.
Il minore ha motivato il ritardo della sua denuncia, con la paura di non essere creduto, "perché - ha detto - nessuno crede ai piccoli".

I poliziotti hanno scoperto che le violenze sessuali riguardavano anche altri ragazzi, minorenni disagiati e in difficoltà, che cadevano vittime di colui che aveva il compito istituzionale di proteggerli e tutelarli.
Squallidi i particolari emersi dalle indagini: per "premiare" i suoi ragazzi, M.Z. li portava con sé presso una residenza estiva, e li faceva dormire nel proprio letto, abusando di loro.

L'ordinanza di custodia cautelare, emessa dal gip di Palermo Giacomo Montalbano, è stata preceduta dal provvedimento del Tribunale dei Minori che ha disposto l'immediato allontanamento dei dieci ragazzi che si trovavano ancora all' interno della comunità.
Spacciandosi per un ex poliziotto, il dirigente della comunità carpiva la fiducia dei minorenni, tutti ragazzi tra i 14 e i 18 anni, riuscendo a tirarli fuori dalla struttura di accoglienza senza l'autorizzazione del tribunale e a trascinarli nella propria abitazione, teatro degli abusi. Nella casa di Palermo di M. Z. sono stati, infatti, ritrovate delle manette, una paletta e un tesserino falso della polizia, oltre a una pistola, detenuta regolarmente.
Mostrando quest'armamentario, l'uomo arrestato cercava di incutere maggior timore nelle vittime costringendole al silenzio.
Altri due ragazzi, dopo la prima denuncia, hanno confermato il racconto delle "vacanze premio", concluse con gli abusi, nei due appartamenti di M.Z., uno a Palermo e uno in una zona di campagna della provincia. La polizia intende adesso ascoltare tutti i ragazzi ospiti della comunità.

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x HA(A)CKE
by Alex G. Wednesday, Mar. 03, 2004 at 10:19 AM mail:

Era un prete non lo sapevi?

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TREDICI PRETI PEDOFILI ITALIANI IN NOVE MESI
by HA(A)CKE Wednesday, Mar. 03, 2004 at 10:42 AM mail:

è inutile che ti agiti, ne ho contati, così a tempo perso solo di PRETI PEDOFILI ITALIANI, TREDICI IN NOVE MESI, trovati così spulciando tra le cronache solo in rete, un approfondita indagine fatta da professionisti, da giornalisti svelerebbe una tale moltitudine di pedofili nella chiesa che ci sarebbe da inorridire, per ogni prete pedofilo ci sono minimo tre piccole vittime, come questa qua:
Nell'agosto del 1995 rapì due adolescenti
che un anno dopo vennero trovate morte
Dutroux accusa due poliziotti
"Mi aiutarono in un sequestro"
L'uomo ha sempre sostenuto di non aver agito da solo
Forse oggi la verità sugli episodi che sconvolsero il Belgio


Il furgone che porta Dutroux
e gli altri imputati
 ARLON (Belgio) - "Ho avuto dei complici, non ho agito da solo". Parla Marc Dutroux, il "mostro di Marcinelle", l'uomo che ha torturato e seviziato sei ragazzine, uccidendone quattro. E' il suo giorno oggi, al processo che lo vede come principale imputato. Tira in ballo due poliziotti che lo avrebbero aiutato nella sparizione di almeno due delle sue vittime. I due lo avrebbero aiutato a rapire nell'agosto del 1995 An Marchal e Eefje Lambrecks, due adolescenti fiamminghe, che un anno più tardi furono trovate morte.

Oltre ai due poliziotti, il pedofilo belga ha chiamato in causa l'uomo affari Michel Nihoul e gli altri due complici presunti (l'ex moglie Michelle Martin e il tossicodipendente Michel Lelievre) nel rapimento di Julie Lejeune e Melissa Russo, le due bambine di otto anni rapite nel giugno del 1995 e trovate morte di fame quattordici mesi dopo, in una prigione scavata sotto un'abitazione dei Dutroux.

Il mostro di "Marcinelle", come lo ha ribattezzato la stampa, ha sempre sostenuto di non aver agito da solo. In un'intervista rilasciata alla vigilia del processo ha anzi denunciato di essere stato "strumentalizzato" da altri, i quali a loro volta sarebbero stati "utilizzati come strumenti" da terzi. Ma non ha mai fatti i nomi. Forse oggi è la giornata della verità.

Prima ancora che nell'aula della Corte di Assise di Arlon si aprisse la nuova udienza, del resto, i legali di Dutroux avevano annunciato che oggi sarebbe stata la volta buona perché il loro assistito "facesse i nomi": rivelando cioè nuovi elementi, e più specificamente identità, atti a fare ulteriormemnte luce sugli avvenimenti del biennio in cui, fra il '95 e il '96, il "mostro di Marcinelle" tenne nell'orrore e nell'angoscia tutte le famiglie con figlie giovani o giovanissime.
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"Ormai il signor Dutroux sta per tirare in ballo altre persone che, a suo dire, sono state coinvolte in questa vicenda", aveva avvertito l'avvocato Ronny Baudewijn, uno dei tre membri del consiglio di difesa del principale imputato. "Fornirà una spiegazione dell'accaduto, e indicherà le ragioni per cui soltanto adesso sta dicendo la verità".

(3 marzo 2004)

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