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SCIOPERO DEI MEDICI ( QUANTO GUADAGNANO?)
by ANTIFA Monday, Mar. 08, 2004 at 3:45 PM mail:  

SCIOPERO DEI MEDICI MA QUANTO GUADAGNANO???

MEDICI IN SCIOPERO..

ECCO QUANTO GUADAGNA UN MEDICO IN OSPEDALE AL NETTO : CON ANZIANITA' DI CIRCA SEI SETTE ANNI 2300 EURI NETTI

E QUESTO SOLO ALL'OSPEDALE PUBBLICO

POI OGNI MEDICO HA UN AMBULATORIO PRIVATO

UN GINECOLOGO PUO' ARRIVARE AD AVERE ANCHE 16 CLIENTI IN UN GIORNO CON PREZZI DA 100MINIMI A 250 E PIU' IN SU' EURO A PAZIENTE

FATE VOI I CONTI QUANTO PRENDE AL MESE COME ATTIVITA' PRIVATA!!!!

E FANNO SCIOPERO???

E GLI ALTRI LAVORATORI DELLA SANITA' CON SIPENDI MISERI COSA FANNO ( INFERMIERI OSS AUSILIARI BARELLIERI..ETC ETC..) CHE NON ARRIVANO A FINE MESE???


VERGOGNATEVI MEDICI SIETE SOLO DEGLI SPREMI MALATI

MA IL GOVERNO VI DARA' SEMPRE I SOLDI CHE VOLETE PERCHE' AL GOVERNO E COME DEPUTATI VARI VI SONO MOLTI MEDICI!!

QUESTA E' LA VERGOGNA DEL NOSTRO PAESE
COEM VERGOGNA E' CHE HANNO SPAZZATO VIA I PRECEDENTI POST CHE PARLAVANO DI QUESTE COSE

METTETELO BENE IN MENTE UN MEDICO PRENDE 2300 MINIMO EURI NETTI AL MESE SOLO COL LAVORO PRIVATO

QUANTO GUADAGNANO GLI ALTRI ITALIANI??????????

VERGOGNATEVI

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$£€
by = Monday, Mar. 08, 2004 at 4:00 PM mail:  

Fino a qualche settimana fa i motivi degli scioperi non erano gli stipendi ma le condizioni di lavoro che portano il sistema sanitario ad essere meno efficiente.

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non sono d'accordo
by comunista Monday, Mar. 08, 2004 at 4:01 PM mail:  

I medici fanno il lavoro piu' nobile e piu' difficile di tutti.
Bisogna lottare per la vera uguaglianza , rendere pubblici tutti gli ospedali, ridurre il salario dei medici, ma 4 milioni al mese per un medico non mi sembra uno scandalo
se pensiamo che esistono ancora oggi nel 2004 migliaia di stregoni che spillano milioni a gente disperata o imprenditori che evgadono miliardi nei c.d. paradisi fiscali.

Poi ci sono quelli che grazie a berlusconi non pagano piu' le tasse di successione ed è stato calcolato che solo queste risorse vgarrebbero una finanziaria.

Certo sarebbe meglio dare a tutti i medici altri incentivi tipo ferie gratuite, taxi gratuito ecc., ospedali efficenti, infermieri professionisti pagati bene.

Dobbiamo preoccuparci di ben altri stipendi di quelli che ripetono triti e ritriti show tv e che guadagnano miliardi o di coloro che guadagnano milioni senza rischi e stress comodamente seduti in uffici con il posto fisso, mentre predicano il precariato per gli altri.

I MEDICI ITALIANI SONO UNA INESTIMABILE RISORSA PER IL POPOLO ITALIANO E PER LA RICERCA SCIENTIFICA!
PIU' POTERE AI MEDICI E AL PERSONALE SANITARIO!

SCIOPERO GENERALE!



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il papi
by God hate you Monday, Mar. 08, 2004 at 4:11 PM mail:  

appunto 2300 euro per dio sono un po pochi.
C'è ben altra gente che prende di piu facendo meno bene alla gente; tipo tuo padre.

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a questo punto
by beren Monday, Mar. 08, 2004 at 5:21 PM mail:  

a questo punto meno soldi ad ogni medico e piu' medici.
od ancora meglio, meno militari e sbirrumi vari e lotta alle droghe etc etc etc e sti soldi vengano messi verso il sistema sanitario nazionale, che mi fa sentire molto piu' sicuro se e' efficinete, piuttosto che qualche nuovo migliaio di sbirri misti.

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ma quanto quadagna un ministro?
by marcello Monday, Mar. 08, 2004 at 6:12 PM mail:  

pensate agli stipendi dei parlamentari piuttosto..non ai medici che hanno passato la gioventù a sgobbare sui libri!!!dite un pò qualcuno mi sa dire quanto guadagna un ministro?perchè invece di accanirsi contro i medici non protestiamo contro i politici che arbitrariamente si aumentano lo stipendio?

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SGOBBBARE SUI LIBRI??
by CAZZO DICI Monday, Mar. 08, 2004 at 7:43 PM mail:  

SGOBBARE SUI LIBRI???
E CHI HA SGOBBATO SEMPRE ??

SEI UN IDIOTA A DIRE QUESTE COSE E NON CAPISCI UNA SEGA DELLA VITA

SGOBBARE SUI LIBRI!!! AH AH AH

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ZITTI MEDICI ON LINE
by orde di affamati Monday, Mar. 08, 2004 at 7:46 PM mail:  

lo stipendio 2300 euro e' quello iniziale e se ti sembta poko !! contando che se ha famiglia c'e' quello dell'eventuale compagna..

che vuol dire che se uno e' medico ha diritto a qualcosa in piu' di altri lavoratori della sanita'

anche infermieri ed altre figure sgobbano all'universita' o ai corsi per non prendere un cazzo di stipendio mentre questi pappatori fanno i GRANDI nell'ospedale credendosi i slavatori dell'umanita' andate a fare cagare

CHE LAVORINO SOLO IN OSPEDALE O SOLO IN AMBULATORIO libererebbero anche piu' posti di lavoro per altri!!


hasta siempre

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e chi prende 1000 euro ??
by anarchist Monday, Mar. 08, 2004 at 7:47 PM mail:  

chi prende 1000 euro e lavora in sanita' e si fa il kulo dalla mattina alla sera chi lo difende?? BERLUSCONI??


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Non direi
by doc Monday, Mar. 08, 2004 at 9:51 PM mail:  

Quello che dici pecca di qualunquismo, almeno in parte. Presti ascolto alle solite campagne di diffamazione contro la sanità (pubblica) che serve solo per poi creare il consenso per distruggerla e privatizzare. E' vero che alcuni medici prendono molti soldi, ma non tutti hanno le visite private: solo i ginecologi e certe categorie. Poi dire che l'Italia è povera e che 'non ci sono soldi' è falso, è propaganda liberista. Mi sembra che l'italia sia il 6° o 7° paese industrializzato e se non può permettersi una sanità pubblica (già lo faceva negli anni 70)non so chi potrebbe permettersela.
Gli obiettivi dei medici, biologi,psicologi e altri dirigenti sanitari esposti nei comunicati nazionali sono in realtà anche socialmente condivisibili. Molti non condividono il modo di pensare pigliatutto che esiste in una parte della categoria (alte sfere). A meno che non si preferisca che siano Berlusconiani...

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Non direi
by doc Monday, Mar. 08, 2004 at 9:51 PM mail:  

Quello che dici pecca di qualunquismo, almeno in parte. Presti ascolto alle solite campagne di diffamazione contro la sanità (pubblica) che serve solo per poi creare il consenso per distruggerla e privatizzare. E' vero che alcuni medici prendono molti soldi, ma non tutti hanno le visite private: solo i ginecologi e certe categorie. Poi dire che l'Italia è povera e che 'non ci sono soldi' è falso, è propaganda liberista. Mi sembra che l'italia sia il 6° o 7° paese industrializzato e se non può permettersi una sanità pubblica (già lo faceva negli anni 70)non so chi potrebbe permettersela.
Gli obiettivi dei medici, biologi,psicologi e altri dirigenti sanitari esposti nei comunicati nazionali sono in realtà anche socialmente condivisibili. Molti non condividono il modo di pensare pigliatutto che esiste in una parte della categoria (alte sfere). A meno che non si preferisca che siano Berlusconiani...

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2300 euri sono troppi ??
by Elektro2 Monday, Mar. 08, 2004 at 10:12 PM mail:  

e qui mi inkazzo di bestia, anche se non sono un medico,

premessa: un affitto a milano si aggira sui 1000 1500, tienilo a mente mentre leggi sotto.

un SALUMIERE puo' guadagnare anche 10 volte quello che guadagna un medico con sei anni di anzianita' (e senza essersi fatto 10 anni di culo universitario durante i quali guadagni SEGA (a parte i figli di barone, certo, ma quelli sono un caso a parte e sono in realta' pochi (grazie al cielo))

inoltre un medico ha... come dire ... un minimo di responsabilita'... o almeno cosi' mi piace pensare quando ne ho bisogno...

(come un corntrollore di volo, per esempio, che guadagna anche meno) MA molto di piu' di un intermediario finanziario che guadagna infinitamente di piu' .... e magari ti fotte facendoti comprare Parmalat (e adesso e' in vacanza alle seychelles con i miei ed i tuoi soldi)

vergognati tu. anche solo a pensare di sparare su una categoria che, a parte i baronetti, che, ripeto, sono pochi, si prende mazzate sulle gengive per il solo fatto di non VENDERE qualcosa (in qs meraviglioso sistema del mercato dove vale solo chi puo' sfruttare il lavoro altrui... anzi, per essere maziani fino in fondo il "plusvalore" altrui)

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meditate gente ...meditate
by marcello Tuesday, Mar. 09, 2004 at 2:28 AM mail:  

Io penso e di ciò sono certo,che invece l'idiota sia proprio tu.Sei stato capace di scrivere una miriade di stupidaggini.Secondo te chi sarebbe l'ingenuo che a parità di sacrifici e privazioni sceglierebbe un lavoro analogo e pagato meno?Se fosse realmente come dici tu l'infermiere non lo farebbe più nessuno!Sai quanti anni impiega in media, un medico, per laurearsi ..guadagnando zero e spendendo tanto.(libri tasse casa viaggi)10 anni,In questi dieci anni, tu che hai optato per il lavoro,hai messo qualcosa da parte hai fatto il figo con l'auto nuova..etc.Poi dopo la laurea il giovane medico deve specializzarsi e per farlo deve partecipare a un concorso.Possono trascorrere anche anni prima di vincerlo.Se tutto va bene deve studiare altri 5,6 anni,ancora senza stipendio, solo una borsa di studio.Finita la specializzazione,dovrà fare un altro concorso!Come vedi non è tutto oro quello che luccica!In ogni caso siamo in democrazia,iscriviti anche tu.

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vabbe' viva i medici allora
by dateni sti soldi Tuesday, Mar. 09, 2004 at 8:06 AM mail:  

io i soldi li darei a chi ne ha di meno ma probabilmete la sinsitra pure pensa che stiano tutti bene in italia e quindi si danno soldi a chi gia' ce ne ha..

vabbe' compagni fate una bella colletta per i medici
che hanno studiato tanto


INTANTO IN OSPEDALE MANCANO INFERMIERI CHE NON LO VUOLE FARE
NESSUNO ORA CHE VANNO PURE LORO ALL'UNIVERSITA' MA ENTRATI AL LAVORO PRENDONO 1100 EURO AL MESE..E NON LI AUMENTA NESSUNO LO STIPENDIO DA DECENNI

VORRA' DIRE CHE POI I MEDICI FARANNO ANCHE L'ASSISTENZA AI MALATI....

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CI SAREBBERO ANCHE GLI INFERMIERI NELLA SANITA' PER CHI NON LO SAPESSE
by marcus Tuesday, Mar. 09, 2004 at 8:11 AM mail:  

CI SAREBBERO ANCHE G...
imbottigliati.gif, image/gif, 595x842

ci sono anche gli infermieri ma probabilmete in ospedale vedete che fannno tutto i medici..vabbe'

http://www.nursind.it
http://www.nursesarea.it
http://www.nursingup.it

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infermieri indispensabili
by JINO Tuesday, Mar. 09, 2004 at 8:14 AM mail:  

infermieri indispens...
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UNA PROFESSIONE CHE NESSUNO VUOL PIU' FARE PER IL BASSO STIPENDIO

EMERGENZA INFERMIERI

FEDERAZIONE
NAZIONALE COLLEGI
IPASVI
Via Agostino Depretis, 70 Tel. 06 46200101
00184 Roma Fax 06 46200131
Indagine sulla formazione
universitaria degli infermieri
Rapporto 2002-2003
RAPPORTO 2002-2003 FEDERAZIONE NAZIONALE COLLEGI IPASVI
Premessa
Molte sono le ragioni che hanno indotto la Federazione nazionale dei Collegi Ipasvi (Infermieri professionali-Assistenti sanitari-Vigilatrici
d’infanzia), organismo di rappresentanza istituzionale della professione infermieristica, a creare nel 2000 un presidio conoscitivo stabile sul
mondo della formazione.
In primo luogo va sottolineato che l’Italia registra una grave carenza di infermieri e che tale questione riguarda l’intera cittadinanza e non
solo la categoria: al Centro-nord molte strutture sanitarie ospedaliere e territoriali sono in crisi, ma anche al Sud i serbatoi degli infermieri
diplomati in cerca di occupazione si stanno ormai esaurendo. La carenza di personale infermieristico crea inoltre gravi difficoltà gestionali
con conseguenti ripercussioni sulla qualità dei servizi e delle prestazioni dell’intero sistema sanitario.
Per stimare il fabbisogno di infermieri, un valido punto di partenza può essere l’indicazione fornita dall’Ocse per la regione europea che
prevede un rapporto di 6,9 infermieri per mille abitanti, a condizione che siano inseriti in un contesto organizzativo in cui vengano adibiti
a mansioni proprie.
Inoltre, se non venissero introdotti opportuni correttivi, sarebbe alto il rischio di un’ulteriore accentuazione del gap italiano: nell’ultimo
quinquennio, infatti, si stima che il flusso dei nuovi diplomati si sia attestato intorno alle 3.200/3.500 unità all’anno, un numero insufficiente
anche a coprire il turn over fisiologico, che si aggira intorno alle 12.500 unità all’anno (3,5/4 per cento su 326mila infermieri iscritti agli Albi).
Appare evidente come la carenza di personale infermieristico rivesta in Italia carattere strutturale, determinando uno squilibrio costante tra
domanda e offerta sul mercato del lavoro. Tra l’altro, anche il ricorso agli infermieri extracomunitari si è dimostrato in parte inadeguato alle
aspettative, poiché la Commissione istituita ad hoc presso il Ministero della Salute ha attribuito dall’agosto 1999, data di entrata in vigore
delle disposizioni (Dpr 31 agosto 1999, n. 394) al 30 agosto 2002 il riconoscimento del titolo solo a circa 3.000 unità in possesso dei requisiti
richiesti.
Per elaborare interventi finalizzati a correggere l’attuale situazione, l’Ipasvi si è proposta quindi di monitorare il sistema della formazione
degli infermieri, che rappresenta l’unico canale di accesso alla professione. Il monitoraggio del sistema formativo rientra tra le attività che
l’Ipasvi, in quanto organismo di rappresentanza professionale, deve sviluppare in collaborazione con il Ministero della Salute ai fini della
programmazione della formazione.
Sulla base del fabbisogno formativo dichiarato delle Regioni, il ministero della Sanità (oggi della Salute) determina il numero dei posti da
assegnare ai corsi di laurea per infermiere e il ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca (Miur), a sua volta, ne determina la
ripartizione tra le Università in relazione al potenziale formativo che esprimono.
Dal 1999-2000, anno accademico in cui si è completato il passaggio della formazione infermieristica in ambito esclusivamente universitario
(Legge 19 novembre 1990, n. 341; Dlgs 30 dicembre 1992, n. 502 e 7 dicembre 1993, n. 517), la competenza di emanare il decreto di
programmazione è attribuita al Miur, sentiti il Ministero della Salute e i presidenti della Conferenza permanente dei presidi delle facoltà di
Medicina e Chirurgia e della Conferenza permanente dei corsi di laurea dell’area sanitaria.
Programmazione dei posti assegnati ai corsi universitari per infermiere
Anno accademico Riferimento normativo Posti messi a bando*
1999/2000
2000/2001
2001/2002
2002/2003
2003/2004
Dm 28 luglio 1999 + integrazioni
Dm 5 luglio 2000 + integrazioni
Dm 2 luglio 2001 + integrazioni
Dm 4 luglio 2002 + integrazioni
Dm 2 luglio 2003 + integrazioni
7.205
1.105
10.745
11.988**
12.331**
* Il totale dei posti messi a bando si riferisce ai posti disponibili per i cittadini italiani, non considerando quelli previsti per gli extracomunitari.
** Dal 2002-2003 il decreto ministeriale separa i corsi per infermiere e i corsi per infermiere pediatrico e assistente sanitario. In questa tabella, per ragioni di confrontabilità,
dal 2002 i dati relativi a infermieri e infermieri pediatrici sono aggregati, mentre non si tiene conto di quelli per assistenti sanitari poiché tale profilo “è uscito” dall’area
sanitaria.
I dati sulla programmazione dell’ultimo quinquennio, riportati in tabella, testimoniano la crescita esponenziale del numero dei posti
attribuiti ai corsi universitari per infermiere, che passano dalle 7.205 unità dell’anno accademico 1999/2000 alle attuali 12.331. Alla
crescita dell’offerta formativa fa riscontro una risposta positiva da parte dei giovani, che sembrano progressivamente riscoprire
interesse nei confronti della professione infermieristica tornando, pur se con evidenti differenze territoriali, a iscriversi ai corsi.
L’indagine della Federazione Nazionale dei Collegi Ipasvi sulla formazione universitaria degli infermieri, che ha visto quest’anno la sua
seconda edizione, analizza le principali caratteristiche degli immatricolati, degli iscritti e dei diplomati del corso di laurea per infermiere, del
personale docente e delle strutture didattiche dei poli formativi attivi sul territorio nell’anno accademico 2002-2003.
La possibilità di disporre così di informazioni attendibili e confrontabili sulla popolazione studentesca, nonché sull’andamento dei corsi
costituisce uno strumento scientificamente attendibile per continuare il percorso già efficacemente intrapreso ed affinare gli interventi in sede
di definizione del fabbisogno formativo e di promozione, incentivazione all’iscrizione ai corsi e sostegno agli studenti durante l’iter formativo.
L'adesione all'indagine appare buona, superando il 65 per cento: hanno risposto 116 su 194 poli formativi censiti.
Infine va ricordato che l’Ipasvi, operando con l'obiettivo di istituzionalizzare l’indagine, ha predisposto un sistema informatizzato per la
somministrazione del questionario di rilevazione e per l'acquisizione dei dati per via telematica, attraverso il sito web della Federazione.
RAPPORTO 2002-2003 FEDERAZIONE NAZIONALE COLLEGI IPASVI
Indice delle tavole
Tav. 1 Posti assegnati per le immatricolazioni al corso di laurea per infermieri, per ripartizione geografica
Confronto con l'a.a. 2001-2002
Tav. 2 Posti assegnati per le immatricolazioni al corso di laurea per infermieri, per ripartizione geografica
Anni accademici dal 1997-1998 al 2003-2004
Tav. 3 Posti assegnati per le immatricolazioni al corso di laurea per infermieri, per ripartizione geografica
Indicatori
Tav. 4 Stima del grado di copertura dei posti assegnati per le immatricolazioni al corso di laurea per
infermiere del numero degli immatricolati
Confronto con l'a.a. 2001-2002
Tav. 5 Immatricolati al corso di laurea per infermieri per luogo di residenza, genere e ripartizione geografica
Confronto con l'a.a. 2001-2002 (valori percentuali)
Tav. 6 Maschi immatricolati al corso di laurea per infermieri per ripartizione geografica (percentuale sul
totale)
Confronto con l'a.a. 2001-2002
Tav. 7 Età media degli immatricolati al corso di laurea per infermieri, per genere e ripartizione geografica
Confronto con l'a.a. 2001-2002 (età in anni e decimi di anno)
Tav. 8 Immatricolati per classe di età, genere e ripartizione geografica
Confronto con l'a.a. 2001-2002 (valori percentuali)
Tav. 9 Immatricolati per titolo di studio, genere e ripartizione geografica
Confronto con l'a.a. 2001-2002 (valori percentuali)
Tav. 10 Diplomati per genere e ripartizione geografica
Confronto con l'anno solare 2001 (valori per centuali)
Tav.11 Diplomati per classi di età, genere e ripartizione geografica
Confronto con l'anno 2001 (valori per centuali)
Tav. 12 Diplomati per luogo di residenza, genere e ripartizione geografica
Confronto con l'anno solare 2001 (valori per centuali)
Tav. 13 Età media dei diplomati, per genere e ripartizione geografica
Confronto con l'anno solare 2001 (età in anni e decimi di anno)
Tav. 14 Età media all'immatricolazione dei diplomati, per genere e ripartizione geografica
Confronto con l'anno solare 2001 (età in anni e decimi di anno)
Tav. 15 Durata media degli studi dei diplomati, per genere e ripartizione geografica
Confronto con l'anno solare 2001 (età in anni e decimi di anno)
Tav. 16 Iscritti per class e di iscrizione e ripartizione geografica
Confronto con l'a.a. 2001-2002 (valori per centuali)
Tav. 17 Iscritti maschi per classe di iscrizione e ripartizione geografica
Confronto con l'a.a. 2001-2002 (percentuali sul totale)
Tav. 18 Iscritti fuori corso per genere e ripartizione geografica
Confronto con l'a.a. 2001-2002 (percentuali sul totale degli iscritti)
Tav. 19 Iscritti fuori corso maschi per ripartizione geografica
Confronto con l'a.a. 2001-2002 (percentuali sul totale degli iscritti fuori corso)
Tav. 20 Docenti, docenti infermieri e tutor per ripartizione geografica (stime e indicatori)
Tav. 21 Disponibilità di strutture didattiche per ripartizione geografica
RAPPORTO 2002-2003 FEDERAZIONE NAZIONALE COLLEGI IPASVI
Tav. 1 Posti assegnati per le immatricolazioni al corso di laurea per infermieri,
per ripartizione geografica – Confronto con l’a.a. 2001-2002
Infermieri professionali
2001-02 2002-03 var. var%
Infermieri
pediatrici
2002-03
Assistenti
sanitari
2002-03
NORD-OVEST 3.350 3.220 -130 -3,9 25 50
NORD-EST 2.640 2.825 185 7,0 0 0
CENTRO 2.752 3.259 507 18,4 82 98
SUD 2.003 2.489 486 24,3 88 40
ITALIA 10.745 11.793 1.048 9,8 195 188
Evidenze
Per l'anno accademico 2002-2003 il DM del 4 Luglio 2002 ha assegnato 11.793 posti per le
immatricolazioni al corso di laurea per infermiere professionale. Lo stesso DM ha inoltre istituito due
nuovi corsi di laurea: il corso per infermiere pediatrico e quello per assistente sanitario, per un numero
di posti comunque ancora esiguo (195 e 188 rispettivamente).
Per quanto riguarda il corso per infermiere professionale, nel 2002-2003 si è registrato un significativo
incremento del numero di posti disponibili per le immatricolazioni: +1.048 rispetto all'anno precedente,
con un incremento percentuale del 9,8%.
Da rilevare anche che con il decreto si è operata una considerevole redistribuzione territoriale dei
posti. Infatti, gli incrementi registrati al Sud e al Centro (24,3% e 18,4% rispettivamente) raggiungono
livelli di molto superiori a quello medio nazionale. Per contro, il Nord-Ovest vede diminuire la propria
disponibilità di posti, sia in termini assoluti (-130) che relativi (-3,9%).
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Tav. 2 Posti assegnati per le immatricolazioni al corso di laurea per infermieri,
per ripartizione geografica – Dall’a.a. 1997-1998 all’a.a. 2003-2004
Anno accademico
1997-98 1998-99 1999-00 2000-01 2001-02 2002-03 2003-04
NORD-OVEST 1.524 1.628 2.165 3.420 3.350 3.220 3.109
NORD-EST 1.060 1.440 1.600 2.410 2.640 2.825 2.820
CENTRO 1.732 1.796 1.909 2.489 2.752 3.259 3.257
SUD 1.132 946 1.531 1.786 2.003 2.489 2.860
ITALIA 5.448 5.810 7.205 10.105 10.745 11.793 12.046*
Variazioni percentuali rispetto all'a.a. 1997-1998
NORD-OVEST - 6,8 42,1 124,4 119,8 111,3 104,0
NORD-EST - 35,8 50,9 127,4 149,1 166,5 166,0
CENTRO - 3,7 10,2 43,7 58,9 88,2 88,0
SUD - -16,4 35,2 57,8 76,9 119,9 152,7
ITALIA - 6,6 32,3 85,5 97,2 116,5 121,1
Variazioni percentuali rispetto all'a.a. 2000-2001
NORD-OVEST - - - - -2,0 -5,8 -9,1
NORD-EST - - - - 9,5 17,2 17,0
CENTRO - - - - 10,6 30,9 30,9
SUD - - - - 12,2 39,4 60,1
ITALIA - - - - 6,3 16,7 19,2
Distribuzione percentuale per ripartizione geografica
NORD-OVEST 28,0 28,0 30,0 33,8 31,2 27,3 25,8
NORD-EST 19,5 24,8 22,2 23,8 24,6 24,0 23,4
CENTRO 31,8 30,9 26,5 24,6 25,6 27,6 27,0
SUD 20,8 16,3 21,2 17,7 18,6 21,1 23,7
ITALIA 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0
* Il dato non tiene conto delle integrazioni successive al momento dell’elaborazione (+ 60 posti a Bologna e + 20
posti a Udine).
Evidenze
Le variazioni rilevate nel numero e nella distribuzione territoriale dei posti assegnati per le
immatricolazioni tra gli anni accademici 2001-02 e 2002-03 si inseriscono in un trend che appare
ormai consolidato negli ultimi anni. Dal 1997-98 al 2003-04, infatti, l'incremento di posti per le
immatricolazioni è stato di circa 6.600 unità, pari al 121,1%.
Dall'istituzione del corso di laurea (a.a. 2000-01), l'incremento è stato invece di circa 2.000 posti
(+19,2%), oltre la metà dei quali concentrati al Sud. Al Sud l'incremento (60,1%) è stato circa tre volte
quello medio nazionale, mentre nel Nord-Ovest si è registrata una diminuzione del 9,1%. Va rilevato
che gli incrementi registrati nello stesso triennio nel Centro (+30,9%) e nel Nord-Est (+17,0%) sono
maturati tra l'a.a. 2001-02 e il successivo, mentre tra il 2002-03 e il 2003-04 non si è registrato alcun
incremento.
Per effetto di queste dinamiche, le quote di posti per le immatricolazioni nelle varie ripartizioni
geografiche si sono significativamente modificate. In particolare, nel Sud la quota è cresciuta di 5,1
punti percentuali, passando dal 18,6% al 23,7%, mentre il Nord-Ovest ha accusato un calo di 5,4
punti (dal 31,2% al 25,8%). Tale evoluzione corrisponde, con tutta probabilità, ad una maggiore
attenzione del legislatore alla domanda di formazione infermieristica a livello universitario presente
nelle regioni del Sud, unito ad una probabile progressivo adeguamento della ricettività delle strutture
universitarie meridionali, in termini organizzativi e didattici.
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Grafici allegati alla Tav. 2
Posti assegnati per le immatricolazioni al corso di laurea per infermieri
dall’anno accademico 1997/98 al 2003/04
Italia
0
2.000
4.000
6.000
8.000
10.000
12.000
14.000
1997-98 1998-99 1999-00 2000-01 2001-02 2002-03 2003-04
Per ripartizione geografica
0
500
1.000
1.500
2.000
2.500
3.000
3.500
4.000
1997-98 1998-99 1999-00 2000-01 2001-02 2002-03 2003-04
NORD-OVEST
NORD-EST
CENTRO
SUD
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Tav. 3 Posti assegnati per le immatricolazioni al corso di laurea per infermieri,
per ripartizione geografica – Indicatori
Posti per le immatricolazioni
a.a.2002-2003
%
Residenti di
20-24 anni per
posto
Residenti di 0-
14 anni per
posto
Residenti di
65+anni pe
rposto
Residenti di
75+ anni per
posto
NORD-OVEST 3.220 27,3 257 589 912 398
NORD-EST 2.825 24,0 208 478 748 348
CENTRO 3.259 27,6 195 446 677 305
SUD 2.489 21,1 606 1.448 1.326 560
ITALIA 11.793 100,0 302 704 895 394
Evidenze
Nonostante l'evoluzione descritta, la distribuzione dei posti disponibili per le immatricolazioni nell'anno
accademico 2002-2003 appare ancora inadeguata. Infatti, gli indicatori di domanda formativa e quelli
di domanda di assistenza infermieristica denunciano la persistenza di un notevole svantaggio
meridionale.
La domanda (potenziale) di formazione, misurata dal rapporto tra numero di residenti in età 20-24
anni per posto disponibile, assume al Sud un valore (606 residenti per posto) praticamente doppio di
quello medio nazionale (302). Molto simili invece i valori nelle altre ripartizioni.
Relativamente alla domanda di assistenza infermieristica, sono stati considerati tre indicatori, costruiti
rapportando la popolazione in età pediatrica (0-14 anni), la popolazione in età avanzata (65 anni e
più) e la popolazione in età anziana (75 anni e più) al numero di posti disponibili per le
immatricolazioni. Tutti e tre gli indicatori confermano la condizione di svantaggio delle regioni
meridionali, in particolare per quanto riguarda l'assistenza alla fascia popolazione più giovane. Infatti,
gli indicatori considerati assumono rispettivamente i valori di 1.448 (Italia: 704), 1.326 (Italia: 895) e
560 (Italia: 394), superiori del 40-100% al valore medio nazionale.
Tra le altre ripartizione geografiche, il Centro emerge come quella con la condizione migliore sia
rispetto al rapporto domanda/offerta di formazione infermieristica universitaria sia relativamente alla
"capacità" assistenziale.
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Tav. 4 Stima del grado di copertura dei posti assegnati per le immatricolazioni al
corso di laurea per infermiere e del numero degli immatricolati – Confronto
con l'anno accademico 2001-2002
Grado di copertura (%) Immatricolati (stima)
2001-02 2002-03 var. 2001-02 2002-03 var. var%
NORD-OVEST 77,3 79,3 2,0 2.560 2.554 -6 -0,2
NORD-EST 77,5 85,4 7,9 2.046 2.413 367 18,0
CENTRO 86,0 83,0 -3,0 2.370 2.705 335 14,1
SUD 95,2 97,4 2,2 1.940 2.425 485 25,0
ITALIA 82,3 84,4 2,1 8.847 9.949 1.102 12,5
Evidenze
Una conferma della ancora inadeguata distribuzione territoriale dei posti assegnati per le
immatricolazioni viene dalla stima del grado di copertura, cioè dal rapporto tra posti effettivamente
coperti e posti disponibili per le immatricolazioni. A livello nazionale, il grado di copertura si attesta
sull'84,4%, sostanzialmente in linea con il dato dell'anno precedente (82,3%).
Permane quindi una quota alquanto consistente (15,6%) di posti che rimangono non utilizzati; così
come persiste una sostanziale dicotomia sull'asse Nord-Sud. Nelle regioni meridionali si registra infatti
una sostanziale copertura dei posti disponibili (il 2,6% di posti non coperti è largamente attribuibile
all'approssimazione propria della stima e ad elementi di carattere frizionale); nelle altre regioni del
Centro, del Nord-Est e soprattutto del Nord-Ovest si rileva invece una quota ancora significativa di
posti non coperti (rispettivamente 17,0%, 14,6% e 20,7%).
Le stime del grado di copertura consentono di stimare il numero di immatricolazioni effettive dell'anno
2002-2003. Il dato stimato parla di circa 10.000 immatricolati, con un incremento rispetto al 2001-2002
valutabile nell'ordine del 12,5%. Al Sud l'incremento è del 25,0%, nel Nord-Ovest è invece
sostanzialmente nullo. Su valori intermedi le altre ripartizioni. Da rilevare che, per le dinamiche
descritte, il Sud ha ormai praticamente raggiunto le altre ripartizioni come numero complessivo di
immatricolati.
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Tav. 5 Immatricolati al corso di laurea per infermieri per luogo di residenza,
genere e ripartizione geografica – Confronto con l'a.a. 2001-2002 (valori %)
a.a 2002-2003 a.a. 2001-2002
Luogo di residenza Luogo di residenza
Stessa
provincia
Stessa
regione
Altra
regione
Totale Stessa
provincia
Stessa
regione
Altra
regione
Totale
maschi
NORD-OVEST 61,0 6,9 32,1 100,0 58,8 7,3 33,9 100,0
NORD-EST 44,0 6,7 49,3 100,0 54,9 9,2 35,9 100,0
CENTRO 55,6 17,5 26,8 100,0 63,3 19,8 16,9 100,0
SUD 84,0 7,2 8,8 100,0 77,4 19,2 3,5 100,0
ITALIA 57,3 9,3 33,4 100,0 62,6 13,6 23,8 100,0
femmine
NORD-OVEST 77,3 8,6 14,1 100,0 72,2 10,8 16,9 100,0
NORD-EST 60,3 11,6 28,0 100,0 72,9 9,8 17,2 100,0
CENTRO 67,2 20,3 12,4 100,0 73,3 15,8 11,0 100,0
SUD 88,2 6,2 5,5 100,0 76,0 16,9 7,0 100,0
ITALIA 70,4 12,2 17,4 100,0 73,2 12,8 13,9 100,0
totale
NORD-OVEST 73,0 8,1 18,8 100,0 68,8 9,9 21,2 100,0
NORD-EST 55,4 10,2 34,4 100,0 68,3 9,7 22,0 100,0
CENTRO 63,9 19,5 16,6 100,0 70,5 16,9 12,6 100,0
SUD 87,2 6,0 6,8 100,0 76,5 17,7 5,9 100,0
ITALIA 66,6 11,3 22,1 100,0 70,3 13,0 16,6 100,0
Evidenze
Nell'a.a. 2002-03, un immatricolato su tre (33,4%) aveva la residenza al di fuori della provincia in cui
frequentava i corsi (29,7% l'anno precedente). L'11,3% risiedeva in un'altra provincia della regione; il
22,1% addirittura in un'altra regione (16,6% l'anno precedente). Permane quindi, anzi sembra
accentuarsi, l'elevato livello di mobilità territoriale, in particolare extra-regionale, degli immatricolati.
Le differenze esistenti tra le ripartizioni geografiche si confermano notevoli. Al Sud, la percentuale di
immatricolati non residenti è del 12,8%, molto inferiore a quella rilevata nelle altre ripartizioni, dove si
registrano valori doppi (Nord-Ovest: 27,0%) o tripli (Centro: 36,1%; Nord-Est: 44,6%) Per di più, al
Sud la percentuale di non residenti è considerevolmente diminuita rispetto all'anno precedente,
mentre al Centro e nel Nord-Est ha fatto registrare un incremento significativo.
Nel Centro-Nord, nel contesto della rilevata maggiore mobilità territoriale, si evidenziano in particolare
livelli di mobilità extra-regionale molto più rilevanti di quelli registrati al Sud. La percentuale di
immatricolati provenienti da regioni diverse da quella in cui frequentano i corsi tocca infatti il 34,4% nel
Nord-Est e si attesta sul 17-19% nel Centro e nel Nord-Ovest; al Sud, invece, non arriva al 7%. Da
rilevare la forte mobilità infra-regionale rilevabile al Centro (19,5%), determinata verosimilmente dalla
concentrazione di poli formativi nella Capitale.
Notevoli appaiono anche le differenze di genere. I maschi infatti mostrano una propensione alla
mobilità molto maggiore delle femmine (42,7% contro 29,6%), in particolare per quanto riguarda gli
spostamenti extra-regionali (33,4% contro 17,4%).
La maggiore propensione dei maschi alla mobilità extra-regionale si manifesta soprattutto nel Nord.
La percentuale di maschi provenienti dal di fuori della regione di frequenza è infatti del 32,1% nel
Nord-Ovest (14,1% il dato delle femmine) e addirittura del 49,3% nel Nord-Est (28,0% per le
femmine). Tali divari sembrano peraltro accentuarsi nel confronto con i dati dell'anno accademico
precedente.
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a Grafico allegato alla Tav. 5
Mobilità degli studenti
Immatricolati del Polo formativo residenti nella Provincia, nella Regione e in
altre Regioni
0
10
20
30
40
50
60
70
80
Stessa Provincia Stessa Regione Altra Regione
Maschi
Femmine
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Tav. 6 Maschi immatricolati al corso di laurea per infermieri per ripartizione
geografica (percentuale sul totale) – Confronto con l'anno accademico
2001-2002
Anno accademico
2001-02 2002-03
var
NORD-OVEST 25,2 26,3 1,1
NORD-EST 25,7 30,7 5,0
CENTRO 25,9 28,7 2,8
SUD 33,1 40,0 6,9
ITALIA 26,8 30,0 3,2
Tav. 7 Età media degli immatricolati al corso di laurea per infermiere, per genere
e ripartizione geografica – Confronto con l'anno accademico 2001-2002
(età in anni e decimi di anno)
a.a. 2001-2002 a.a. 2002-2003
maschi femmine totale maschi femmine totale
NORD-OVEST 22,6 21,7 21,9 23,3 22,8 23,0
NORD-EST 22,6 21,5 21,9 23,3 22,7 22,9
CENTRO 22,6 22,4 22,5 23,1 22,9 22,9
SUD 21,6 21,3 21,4 22,1 22,2 22,2
ITALIA 22,4 21,8 21,9 23,1 22,7 22,8
Evidenze
A livello nazionale, i maschi rappresentano solo il 30,0% del totale degli immatricolati, ma appaiono in
aumento rispetto all'anno accademico 2001-2002 (26,8%). Sia pure con intensità diversa, l'incremento
della percentuale di maschi sul totale degli immatricolati interessa tutte le ripartizioni geografiche. Nel
Nord-Ovest l'incremento è di 1,1 punti percentuali, nel Nord-Est tocca i 5 punti, al Sud sfiora i 7. Per
effetto di ciò, al Sud la quota di immatricolati maschi raggiunge ormai il 40% del totale.
L'età all'immatricolazione è piuttosto elevata, e in crescita rispetto all'anno precedente, sfiorando i 23
anni a livello nazionale. Al Sud gli immatricolati risultano mediamente più giovani di circa 8 mesi dei
loro omologhi del Centro-Nord.
I maschi denunciano un'età all'immatricolazione di 4-5 mesi superiore a quella delle femmine.
Tuttavia, nel confronto con i dati dell'anno precedente, si rileva una tendenza all'attenuazione del
differenziale di genere, che anzi nel Sud appare ormai annullato.
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Tav. 8 Immatricolati per classe di età, genere e ripartizione geografica –
Confronto con l'a.a. 2001-2002 (valori percentuali)
a.a. 2001-2002 a.a. 2002-2003
<21 anni 21-25 anni 26+ anni <21 anni 21-25 anni 26+ anni
maschi
NORD-OVEST 34,3 41,9 23,8 32,1 40,5 27,4
NORD-EST 35,2 40,9 23,9 28,9 43,1 28,0
CENTRO 34,0 39,4 26,6 33,7 40,5 25,8
SUD 43,8 46,0 10,2 35,1 52,4 12,5
ITALIA 36,4 42,0 21,6 31,8 43,2 25,1
femmine
NORD-OVEST 43,5 37,0 19,5 45,0 28,9 26,1
NORD-EST 55,8 27,5 16,7 46,1 30,8 23,1
CENTRO 42,9 31,6 25,5 46,2 26,4 27,4
SUD 53,7 35,0 11,3 48,0 31,7 20,2
ITALIA 51,5 29,6 18,9 46,0 29,1 24,9
totale
NORD-OVEST 48,7 30,7 20,6 41,6 31,9 26,5
NORD-EST 50,5 31,0 18,5 40,8 34,6 24,6
CENTRO 40,4 33,8 25,8 42,6 30,4 26,9
SUD 50,3 38,8 10,9 42,9 40,0 17,1
ITALIA 47,5 32,9 19,6 41,7 33,3 24,9
Evidenze
Solo il 41,7% degli immatricolati ha un'età inferiore ai 21 anni (era il 47,5% nell'anno precedente).
mentre quasi uno su quattro (24,9%) ha 26 anni o più (19,6% nel 2001-2002). Si è quindi in presenza
di una notevole polarizzazione degli immatricolati nelle classi di età estreme, in particolare al Centro-
Nord, dove tali classi rappresentano insieme oltre il 69% del totale degli immatricolati (al Sud la
percentuale è comunque del 61%).
L'analisi di genere mostra comunque una significativa maggior quota di immatricolazioni "giovani" tra
le donne (46,0%) che tra gli uomini (31,8%). Il dato, che appare uniforme dal punto di vista territoriale,
evidenzia probabilmente il fatto che, più per le donne che per gli uomini, quella infermieristica
costituisce la prima scelta formativa e professionale.
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Tav. 9 Immatricolati per titolo di studio, genere e ripartizione geografica –
Confronto con l'anno accademico 2001-2002 (valori percentuali)
a.a. 2002-2003 a.a. 2001-2002
liceo Istituto
tecnico
Istituto
profess. altro totale liceo Istituto
tecnico
Istituto
profess. altro totale
maschi
NORD-OVEST 25,8 43,0 16,6 14,6 100,0 25,4 46,7 19,0 9,2 100,0
NORD-EST 24,6 36,7 10,0 28,8 100,0 28,8 47,0 15,0 9,2 100,0
CENTRO 20,1 51,2 18,2 10,5 100,0 25,1 41,0 17,7 16,3 100,0
SUD 25,8 55,1 4,0 14,1 100,0 20,4 49,4 21,0 9,3 100,0
ITALIA 24,3 44,2 12,2 19,1 100,0 25,1 46,1 18,2 10,6 100,0
femmine
NORD-OVEST 28,2 28,8 13,7 29,4 100,0 28,1 26,9 13,2 31,7 100,0
NORD-EST 28,8 25,1 12,8 33,3 100,0 23,4 28,2 20,1 28,2 100,0
CENTRO 27,7 32,1 17,0 22,6 100,0 31,4 25,7 16,2 26,8 100,0
SUD 28,2 25,4 14,2 31,9 100,0 26,5 27,2 14,1 32,2 100,0
ITALIA 28,3 27,6 14,0 30,0 100,0 27,4 27,0 15,8 29,7 100,0
totale
NORD-OVEST 27,5 32,6 14,5 25,4 100,0 27,4 31,9 14,7 26,0 100,0
NORD-EST 27,5 28,6 12,0 32,0 100,0 24,7 32,8 18,9 23,5 100,0
CENTRO 25,3 38,0 17,2 18,9 100,0 29,8 29,5 16,6 24,1 100,0
SUD 27,3 36,7 10,4 25,1 100,0 24,6 34,5 16,4 24,6 100,0
ITALIA 27,1 32,6 13,5 26,7 100,0 26,8 32,0 16,5 24,7 100,0
Evidenze
Il titolo di studio più diffuso tra gli immatricolati all'anno accademico 2002-03 è quello conseguito
presso un istituto tecnico, in possesso del 32,6% degli immatricolati.
Anche gli immatricolati provenienti dai licei costuiscono, con il 27,1%, una quota consistente degli
immatricolati. Tale quota appare parecchio omogenea sia a livello territoriale che di genere.
Va segnalata la concentrazione, peraltro prevedibile, di femmine con titolo di studio "altro" (30,0%,
contro il 19,1% dei maschi), nell'ambito del quale è considerato il diploma di istituto magistrale; ad
essa fa riscontro una maggiore incidenza nei maschi del diploma di istituto tecnico (44,2% contro
27,6% delle femmine).
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Tav. 10 Diplomati per genere e ripartizione geografica – Confronto con l'anno
solare 2001 (valori percentuali)
Anno 2001 Anno 2002
maschi femmine totale maschi femmine totale
NORD-OVEST 14,2 85,8 100,0 18,3 81,7 100,0
NORD-EST 16,4 83,6 100,0 25,1 74,9 100,0
CENTRO 20,1 79,9 100,0 19,4 80,6 100,0
SUD 24,4 75,6 100,0 31,5 68,5 100,0
ITALIA 18,5 81,5 100,0 24,0 76,0 100,0
Tav. 11 Diplomati per classi di età, genere e ripartizione geografica – Confronto
con l'anno 2001 (valori percentuali)
Anno 2001 Anno 2002
Anni di età Totale Anni di età Totale
<23 23-25 26-28 29+ <23 23-25 26-28 29+
NORD-OVEST 28,7 50,8 12,1 8,3 100,0 29,3 47,8 12,2 10,7 100,0
NORD-EST 37,0 45,0 11,3 6,8 100,0 29,9 42,6 13,9 13,6 100,0
CENTRO 22,1 47,6 13,0 17,3 100,0 28,3 37,8 16,1 17,8 100,0
SUD 20,0 55,2 16,0 8,9 100,0 14,3 55,1 21,3 9,2 100,0
ITALIA 27,3 49,4 13,0 10,3 100,0 26,3 45,5 15,3 12,8 100,0
Maschi 14,6 45,3 25,1 14,9 100,0 13,3 37,8 31,8 17,1 100,0
Femmine 30,2 50,4 10,2 9,2 100,0 30,1 47,7 11,6 10,6 100,0
Evidenze
Sulla base dei dati disponibili, il numero di diplomati nell'anno solare 2002 può essere stimato in circa
4.900 unità, delle quali 24,0% maschi e 76,0% femmine. La quota di diplomati relativa ai maschi è
significativamente più elevata al Sud, dove tocca il 31,5%, mentre si mantiene abbondantemente al di
sotto del 20% nel Centro (19,4%) e nel Nord-Ovest (18,3%); sui valori medi nazionali il dato del Nord-
Est (25,1%).
Rispetto all'anno precedente, la percentuale dei diplomati maschi è cresciuta considerevolmente,
passando a livello nazionale dal 18,5% all'attuale 24,0%. Con l'eccezione del Centro, dove si
mantiene sostanzialmente stabile, la crescita ha interessato indistintamente tutte le ripartizioni
geografiche, Nord-Est in particolare (+8,7 punti percentuali).
La quota di maschi diplomati è significativamente inferiore a quella rilevata per gli immatricolati
(30,0%). Il dato, che sembra interessare in misura analoga tutte e quattro le ripartizioni geografiche,
può essere interpretato come un'ulteriore conferma della crescente appetibilità della professione
infermieristica per gli uomini, ovvero come effetto di un più consistente fenomeno di abbandono degli
studi da parte degli stessi.
Nel 2002, un diplomato su quattro (26,3%) aveva un'età inferiore ai 23 anni; poco meno di tre su
quattro (71,8%) non arrivava ai 26 anni. Tali dati appaiono indubbiamente positivi, anche se appaiono
un po' meno brillanti di quelli del 2001 (27,3% e 76,7% rispettivamente).
Le differenze di genere appaiono notevoli. I maschi che si diplomano entro i 25 anni di età
costituiscono infatti il 51,1% del totale dei maschi diplomati, mentre per le femmine la percentuale è
molto superiore: 77,8%); tale divario appare peraltro in aumento rispetto all'anno precedente.
L'analisi territoriale mette in evidenza la considerevole specificità del Sud, dove si rileva una netta
concentrazione di diplomati nelle fasce di età intermedie. Tra i 23 e i 28 anni si trova infatti il 76,4%
dei diplomati, rispetto al 54-60% rilevato nelle altre ripartizioni. Per contro, risultano dimezzati rispetto
alle altre ripartizioni le percentuali di diplomati nelle classi di età più giovani (fino a 23 anni) e più
mature (29 anni e più).
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Tav. 12 Diplomati per luogo di residenza, genere e ripartizione geografica –
Confronto con l'anno solare 2001 (valori per centuali)
Anno 2001 Anno 2002
Luogo di residenza Luogo di residenza
Stessa
provincia
Stessa
regione
Altra
regione
Totale Stessa
provincia
Stessa
regione
Altra
regione
Totale
NORD-OVEST 79,4 13,5 7,1 100,0 84,5 9,6 5,9 100,0
NORD-EST 79,1 11,8 9,1 100,0 81,0 9,4 9,6 100,0
CENTRO 73,4 17,7 8,9 100,0 69,3 18,6 12,2 100,0
SUD 74,8 20,0 5,2 100,0 75,4 18,4 6,2 100,0
ITALIA 76,9 15,3 7,8 100,0 78,3 13,3 8,4 100,0
Maschi 67,3 20,8 11,9 100,0 72,5 16,2 11,3 100,0
Femmine 79,1 14,0 6,8 100,0 80,1 12,4 7,5 100,0
Evidenze
Oltre un diplomato su cinque (21,7%) è residente al di fuori della provincia in cui ha seguito i corsi.
L'8,4% risiede al di fuori della regione. Nel 2001, la quota di residenti ad fuori della regione era del
7,8%.
Come per gli immatricolati, anche per i diplomati si conferma una maggiore mobilità territoriale dei
maschi. Infatti, a livello nazionale, i maschi con residenza in altra provincia o regione sono il 27,5%
(ma erano il 32,7% nel 2001), mentre per le femmine la percentuale non arriva al 20%. Inoltre, i
maschi appaiono caratterizzati, rispetto alle femmine, da una maggiore propensione ad allontanasi in
modo significativo dai luoghi di residenza. L'11,3% dei maschi diplomati risiede infatti in una regione
diversa da quella di conseguimento; per le donne la percentuale è invece del 7,5%. Tuttavia, rispetto
all'anno precedente, si rileva un certo riavvicinamento tra le percentuali relative dei due sessi,
essendo i differenziali passati da 6,8 a 3,8 punti percentuali per la mobilità infra-regionale e da 5,1 a
3,8 per quelli extra-regionali.
Consistenti i divari territoriali. Nel Centro-Sud la percentuale di diplomati residenti nella provincia di
conseguimento è del 70-75% e si mantiene stabile rispetto all'anno precedente. Nel Nord, la
percentuale è invece dell'80-85% e denota un qualche incremento rispetto al 2001. Inoltre nel Centro-
Sud appare molto più consistente la quota di non residenti che provengono dal di fuori della regione di
conseguimento.
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Tav. 13 Età media dei diplomati, per genere e ripartizione geografica – Confronto
con l'anno solare 2001 (età in anni e decimi di anno)
2001 2002
maschi femmine totale maschi femmine totale
NORD-OVEST 25,2 24,0 24,1 25,5 24,1 24,4
NORD-EST 24,8 23,6 23,8 26,9 24,0 24,6
CENTRO 25,4 24,8 24,9 26,4 24,7 25,1
SUD 25,5 24,1 24,4 25,3 24,5 24,8
ITALIA 25,3 24,1 24,3 26,0 24,3 24,7
Tav. 14 Età media all'immatricolazione dei diplomati, per genere e ripartizione
geografica – Confronto con l'anno solare 2001 (età in anni e decimi di
anno)
2001 2002
maschi femmine totale maschi femmine totale
NORD-OVEST 22,0 20,8 21,0 21,8 20,5 20,8
NORD-EST 21,6 20,4 20,6 23,3 20,4 20,9
CENTRO 22,1 21,4 21,5 22,9 21,4 21,7
SUD 22,2 20,6 21,0 22,1 21,1 21,4
ITALIA 22,0 20,8 21,0 22,6 20,8 21,1
Evidenze
L'età media al diploma è di 24,7 anni, leggermente più elevata di quella dei diplomati nell'anno
precedente (24,3 anni). Dal punto di vista territoriale non emergono differenze particolarmente
significative. Nelle diverse ripartizioni geografiche, l'età media al diploma varia infatti tra i 24,4 anni del
Nord-Ovest e i 25,1 anni registrato al Centro.
Relativamente al genere, le differenze sono invece più evidenti. Rispetto alle femmine, i maschi
conseguono infatti il diploma ad un'età alquanto maggiore (26,0 contro 24,3 anni). Inoltre, la differenza
di età al conseguimento tra maschi e femmine è cresciuto rispetto all'anno precedente, passando da
1,2 a 1,7 anni. Tale crescita ha interessato in varia misura tutte le ripartizioni geografiche, con
l'eccezione del Sud, dove il differenziale di genere si è quasi dimezzato, passando da 1,4 a 0,8 anni.
Da sottolineare il dato del Nord-Est, dove la differenza di età dei diplomati maschi e delle diplomate
femmine è di quasi tre anni (2,9, circa il doppio di quello delle altre ripartizioni).
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Tav. 15 Durata media degli studi dei diplomati, per genere e ripartizione
geografica – Confronto con l'anno solare 2001 (età in anni e decimi di
anno)
2001 2002
maschi femmine totale maschi femmine totale
NORD-OVEST 3,1 3,2 3,2 3,5 3,4 3,4
NORD-EST 3,3 3,2 3,2 3,4 3,5 3,6
CENTRO 3,3 3,4 3,4 3,3 3,2 3,2
SUD 3,3 3,5 3,4 3,0 3,3 3,2
ITALIA 3,3 3,3 3,3 3,3 3,3 3,3
Evidenze
Le differenze di genere che emergono relativamente all'età di conseguimento del diploma non
appaiono il risultato di una diversa durata del percorso formativo dei maschi e delle femmine ma,
piuttosto, l'effetto diretto della diversa età alla quale tale percorso è stato intrapreso.
Il percorso formativo risulta infatti molto simile, come durata, sia tra i sessi che nei diversi ambiti
territoriali.
A livello nazionale i tempi di conseguimento del diploma si aggirano sui 3,3 anni. Nel Nord, i tempi di
conseguimento risultano solo leggermente più lunghi (3,4-3,6 anni) sia rispetto a quelli del Centro-Sud
sia rispetto a quelli registrati nell'anno precedente nello stesso Nord.
RAPPORTO 2002-2003 FEDERAZIONE NAZIONALE COLLEGI IPASVI
Tav. 16 Iscritti per classe di iscrizione e ripartizione geografica – Confronto con
l'a.a. 2001-2002 (valori percentuali)
a.a.2001-2002 a.a.2002-2003
1.anno 2.anno 3.anno totale 1.anno 2.anno 3.anno totale
NORD-OVEST 48,0 32,3 19,7 100,0 45,6 34,2 20,2 100,0
NORD-EST 46,2 33,1 20,7 100,0 43,7 31,8 24,5 100,0
CENTRO 47,2 30,2 22,6 100,0 41,5 29,0 29,5 100,0
SUD 41,9 32,6 25,5 100,0 37,3 34,8 28,0 100,0
ITALIA 46,3 31,9 21,8 100,0 42,5 32,8 24,7 100,0
Tav. 17 Iscritti maschi per classe di iscrizione e ripartizione geografica –
Confronto con l'anno accademico 2001-2002 (percentuale sul totale)
a.a.2001-2002 a.a.2002-2003
1.anno 2.anno 3.anno totale 1.anno 2.anno 3.anno totale
NORD-OVEST 26,2 21,1 16,6 22,7 27,2 24,4 22,4 25,3
NORD-EST 25,7 17,9 17,2 21,3 30,1 25,4 19,0 25,9
CENTRO 27,3 21,6 22,7 24,5 29,3 27,8 29,3 28,9
SUD 33,3 32,6 32,9 33,0 34,3 31,2 33,7 33,1
ITALIA 27,5 22,5 21,9 24,7 29,8 26,8 25,6 27,8
Evidenze
Sulla base dei dati forniti dai poli formativi territoriali che hanno aderito all'indagine, il numero degli
iscritti al corso universitario per infermieri professionali nell'anno accademico 2001-2002 può essere
stimato in circa 23.800 unità, il 61,4% delle quali concentrati nel Nord del Paese e il 38,6% nel Centro-
Sud.
La distribuzioni degli iscritti secondo i vari anni di corso documenta il progressivo sviluppo del corso di
diploma. Infatti, nei poli formativi territoriali considerati nell'analisi, gli iscritti al primo anno
costituiscono il 42,5% degli iscritti; gli iscritti al secondo anno il 32,8%; gli iscritti al terzo il 24,7%. In
sostanza, per ogni iscritto al terzo anno, si registrano 1,7 iscritti al primo.
A livello territoriale, il rapporto tra iscritti al primo anno e iscritti al terzo, si differenzia in modo
consistente nelle diverse ripartizioni geografiche, documentando, in qualche modo, l'effetto combinato
della dinamica delle immatricolazioni e del fenomeno dell'abbandono degli studi. A fronte del dato
medio nazionale, il rapporto suddetto risulta molto più alto nel Nord del Paese (1,8 nel Nord-Est,
addirittura 2,3 nel Nord-Ovest) che nel Centro-Sud, dove si colloca all'1,3-1,4. In tutte le ripartizione il
rapporto fa registrare una diminuzione più o meno significativa rispetto all'anno accademico
precedente.
La percentuale di maschi è del 27,8%, significativamente inferiore sia a quella dell'anno accademico
precedente (24,9%) che a quella rilevata per gli immatricolati (30,0%): due ulteriori conferme della
crescente "appetibilità" delle professioni infermieristiche presso i giovani di sesso maschile. Tale
"appetibilità" si evidenzia con maggior forza nel Sud del Paese, dove la percentuale di iscritti di sesso
maschile supera il 33%; tuttavia, la percentuale appare elevata anche al Centro, dove sfiora il 29%, e
al Nord, dove si attesta sul 25-26%. Il divario Nord-Sud sembra peraltro attenuarsi: infatti, al Sud la
pur elevata percentuale di iscritti di sesso maschile è stabile rispetto all'anno accademico precedente,
mentre nelle altre ripartizioni fa registrare un incremento consistente, che va dai 2,6 punti percentuali
del Nord-Ovest ai 4,4 del Centro e ai 4,6 del Nord-Est.
RAPPORTO 2002-2003 FEDERAZIONE NAZIONALE COLLEGI IPASVI
Tav. 18 Iscritti fuori corso per genere e ripartizione geografica – Confronto con
l'a.a. 2001-2002 (percentuali sul totale degli iscritti)
a.a. 2001-2002 a.a. 2002-2003
maschi femmine totale maschi femmine totale
NORD-OVEST 7,3 5,4 5,8 4,8 4,4 4,5
NORD-EST 5,3 3,6 3,9 6,8 5,2 5,6
CENTRO 9,6 8,0 8,4 7,0 6,6 6,7
SUD 4,8 4,5 4,6 5,4 4,7 4,9
ITALIA 7,0 5,6 5,9 5,9 5,1 5,3
Tav. 19 Iscritti fuori corso maschi per ripartizione geografica – Confronto con
l'anno accademico 2001-2002 (percentuali su totale degli iscritti fuori
corso)
% maschi
2001-02 2002-03
NORD-OVEST 28,3 25,3
NORD-EST 28,9 25,9
CENTRO 28,1 28,9
SUD 34,5 33,1
ITALIA 29,1 27,8
Evidenze
La percentuale di iscritti fuori corso è del 5,3%, lievemente al di sotto di quella rilevata nell'anno
accademico precedente (5,9%). Abbastanza contenute le differenze territoriali: i valori più bassi si
registrano nel Nord-Ovest con il 4,5% di fuori corso e nel Sud con valori analoghi (4,9%). I valori più
elevati si rilevano invece nel Centro, con il 6,7%.
L'incidenza dei fuori corso non è molto diversa tra i due sessi: tra i maschi la percentuale di studenti
fuori corso è infatti del 5,9%, mentre tra le femmine si colloca al 5,1%. Il divario di genere mostra
peraltro una sensibile riduzione rispetto al precedente anno accademico, passando da 1,4 a 0,8 punti
percentuali.
Come effetto delle dinamiche descritte la percentuale di maschi tra i fuori corso (27,8%) assume valori
del tutto analoghi a quella rilevata con riferimento ai diplomati (24,0%), agli iscritti (27,8%) e agli
immatricolati (30,0%).
RAPPORTO 2002-2003 FEDERAZIONE NAZIONALE COLLEGI IPASVI
Tav. 20 Docenti, docenti infermieri e tutor per ripartizione geografica (stime e
indicatori)
Docenti (stima)
Totali Infermieri
% docenti
infermieri Tutor Docenti per
100 iscritti
Tutor per
100 iscritti
Tutor per
100 docenti
NORD-OVEST 2.721 707 26,0 1.185 46,0 20,0 43,6
NORD-EST 1.329 339 25,5 986 23,9 17,7 74,2
CENTRO 5.351 1.102 20,6 782 85,6 12,5 14,6
SUD 2.071 368 17,8 469 32,4 7,3 22,6
ITALIA 10.241 2.332 22,8 3.422 43,0 16,3 33,4
Tav. 21 Disponibilità di strutture didattiche per ripartizione geografica
Percentuale di poli didattici che dispongono di:
Biblioteca Emeroteca Aula
informatica Internet
Computer
per la
didattica
Numero di
computer
per polo
Numero di
imm.ti per
computer
NORD-OVEST 100,0 65,6 71,9 84,4 75,0 11,5 4,3
NORD-EST 100,0 47,4 68,4 63,2 78,9 11,7 6,3
CENTRO 85,0 65,0 85,0 50,0 80,0 10,6 5,8
SUD 81,3 12,5 81,3 68,8 87,5 9,4 3,0
ITALIA 93,1 51,7 75,9 69,0 79,3 10,9 4,9
Evidenze
Il numero di docenti per il corso di laurea per infermiere è stimabile in circa 10.200 unità, il 22,8%
delle quali infermieri. A livello territoriale, la percentuale di docenti infermieri sul totale dei docenti è
alquanto variabile, passando dal 17,8% del Sud al 20,6% del Centro, fino al 25,5% del Nord-Est e al
26,0% del Nord-Ovest.
A livello nazionale, per ogni 100 iscritti si rilevano 43 docenti. Anche questo dato risulta molto variabile
da ripartizione a ripartizione: nel Nord-Est il rapporto è di 23,9 docenti per 100 iscritti, al Centro di
85,5; valori intermedi si registrano invece nel Nord-Ovest e al Sud.
Il numero di tutor è stimabile in 3.400 unità circa, due terzi dei quali concentrati nel Nord. In effetti, si
manifesta una profonda differenziazione tra Nord e Centro-Sud per quanto riguarda la composizione
del corpo docente. In rapporto a quello dei docenti, il numero di tutor è infatti molto più elevato al Nord
che nel Centro-Sud. Il rapporto: numero di tutor per 100 docenti è di 43,6 nel Nord-Ovest e addirittura
di 74,2 nel Nord-Est; al Sud, invece, lo stesso rapporto raggiunge appena il valore di 22,6, mentre al
Centro si ferma a 14,6 (un quinto del dato del Nord-Est). A livello nazionale, il rapporto è di un tutor
ogni tre docenti.
Analogo comportamento ha il rapporto: numero di tutor per 100 iscritti. Il Nord-Est e il Nord-Ovest si
collocano al di sopra la media nazionale (16,3), con un rapporto pari rispettivamente a 17,7 e 20,0; il
Centro e soprattutto il Sud se ne mantengono invece abbondantemente al di sotto (con un valore di
12,5 e 7,3 rispettivamente).
I dati sulle dotazioni di strutture per la didattica delineano una situazione di svantaggio per il Sud in
relazione alle emeroteche (solo il 12,5% dei poli ne dispongono, rispetto ad una media nazionale del
51,7%) o di biblioteche (81,3% contro 93,1%), mentre generalmente migliori appaiono i dati relativi
all’informatizzazione. Al Sud è più alta la percentuale di poli che dispongono di aule informatiche
(81,3% contro il 75,9% della media nazionale) o di computer per la didattica (87,5% contro 79,3%);
migliore è anche il rapporto tra il numero di immatricolati e numero di computer (3,0 contro 4,9 del
dato nazionale).

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ALLA REDAZIONE DI BALLARO'
by nurse Tuesday, Mar. 09, 2004 at 8:20 AM mail:  


NurSind Ufficio Stampa Prot. n. 46 del 6 Marzo 2004

Alla Cortese Attenzione della Redazione di Ballarò

Gentile Redazione, relativamente alla prevista puntata sui Trapianti d'Organo in programma il 9 marzo 2004, apprendiamo della probabile assenza del professionista sanitario infermiere quale interlocutore competente a completare i diversi ragionamenti che saranno sviluppati.

Con la presente, e confidando fin d’ora di partecipare in trasmissione, ci permettiamo di entrare nel merito della problematica in trattazione per competenza professionale e scientifica, certi di porre alla Vs. cortese attenzione, e a quella della pubblica opinione, una pertinente riflessione infermieristica poichè tutto quanto ruota intorno alla vita umana, ai pazienti, alle tecnologie e alla mission aziendale è possibile con il contributo indistinto degli operatori sanitari e tecnici inseriti nelle unità operative e strutture semplici o complesse dove si eseguono le procedure di prelievo-trapianto d’organo, spesso considerati interventi sanitari “mediatici” dalla parte giornalistica quando vengono e devono essere considerati di routine, ma non meno importanti, dalla parte assistenziale.

Se nella giornata e nel tema della puntata di Martedì 9 Marzo si confermerà la mancata presenza della componente infermieristica e del ruolo dei collaboratori professionali sanitari infermieri, si perderà una buona occasione per spostare l’attenzione sulle diverse risposte assistenziali e sul ruolo del lavoro d’èquipe e di ogni singola professionalità. Senza polemiche ma a completezza dell’informazione, non si può riassumere tecnicamente con la sola abilità medico chirurgica il risultato di un lavoro oscuro e di molte ore di molti operatori che restano dietro le quinte ma che danno un contributo essenziale se non insostituibile a salvare una vita umana.

Per quanto riguarda gli infermieri, ad esempio, durante l’osservazione di morte cerebrale, la Commissione Medica della Direzione Sanitaria attiva procedure metodologiche possibili, nel rispetto delle normative, con il concorso e le prestazione dei singoli professionisti e del loro complesso.

Nello specifico, anche per intime e codificate convinzioni di carattere etico deontologico, durante la fase di cui sopra l’infermiere:

1) monitorizza tutti i parametri vitali del donatore da l’inizio dell’osservazione sino all’arrivo in Sala Operatoria.

2 ) coadiuva la commissione medica nelle prove:

a) del ROV, riflesso o***BIP*** vestibolare (importantissimo, ndr, in quanto aiuta a determinare l’integrità tronco cerebrale)

b) dell’apnea

c) dell’Emogas analisi

d) dell’ElettroEncefaloGramma (EEG)

3) monitorizza la Diuresi oraria per la verifica del buon funzionamento dei reni anche da trapiantare e per il bilancio elettrolitico

4) previene la secchezza degli occhi per il buon mantenimento delle cornee con l’applicazione di un antibiotico topico

5) esegue prelievi ematici secondo le disposizioni di legge per il prelievo d’organi e periodicamente verifica il controllo glicemico sul buon funzionamento degli stessi.

6) posiziona il paziente perché assuma una visione meno traumatica ai familiari durante l’osservazione

7) assiste e conforta i familiari durante la permanenza in reparto dell’assistito


Per la complessità, l’importanza e la assoluta precisione delle procedure da seguire per l’osservazione di morte cerebrale, sia il medico che l’infermiere dovranno interagire e lavorare in èquipe. Altrimenti si corre il rischio di vanificare il proseguo delle ulteriori tecniche medico chirurgiche di prelievo d’organo e di trapianto. E questo non possiamo permettere che accada.

La sanificazione degli ambienti e il mantenimento dell’organo prelevato e da trapiantare sono altri aspetti di un lavoro congiunto di altri operatori, mentre emerge sempre e comunque la figura apicale del chirurgo.

Dr. Ricchi e l’èquipe dell’alba del 24 febbraio sono la prova “vivente” di quanto la professionalità di ognuno assurga a risorsa essenziale per il raggiungimento degli obiettivi prefissati.

Orgoglio professionale, rivoluzione culturale, miglioramento delle condizioni di lavoro, contesto organizzativo, ci chiamano, da infermieri, a portare a compimento il concretizzarsi del trait d’union tra lo status giuridico e uno status di effettivo riconoscimento sociale con la gestione diretta e senza interposti lavoratori delle problematiche che ci riguardano e verso le quali siamo disposti a confrontarci anche con la vs. redazione.

Cordialmente

Gianni Santucci,
responsabile ufficio stampa NurSind



Ufficio Stampa:

ufficiostampa@nursind.it – cell. 347 8465074 – 347 75 77 963 – fax 070 825013 – 050 40 135 – http://www.nursind.it

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http://www.nursind.it

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INFERMIERI LOMBARDI vittime della Sanita'
by rdb Tuesday, Mar. 09, 2004 at 8:25 AM mail:  

NO ALLA CRIMINALIZZAZIONE DEGLI INFERMIERI LOMBARDI
VITTIME DELLA PRIVATIZZAZIONE DELLA SANITA’

Il processo di privatizzazione della sanità pubblica, oltre a devastare il diritto all’assistenza, ha devastato le regole del rapporto di lavoro, fino a quando fa comodo, come dimostrano gli eventi ultimi. Come ?

Un regime di concorrenza privato – pubblico tutto sbilanciato a favore del primo, lasciato vivere senza regole certe.
Un sistema di accreditamento che sorvola sulle dotazioni organiche non nominative e non verificate dalla regione.
Un ricorso alle esternalizzazioni senza regole e al ribasso, senza obbligo di verifica e di certificazione sulla provenienza degli operatori.
Dotazioni organiche non più vincolate ad un rapporto rigido operatore degente.
Servizi territoriali abbandonati alla speculazione privata perché ritenuti improduttivi.

Gli infermieri lombardi, come quelli di altre regioni, si trovano in una condizione di mercato del lavoro non regolamentato con opportunità solo in nero. E’ una condizione di precarietà voluta attraverso :

Un contratto di lavoro che volutamente non regolamenta la libera professione sanitaria.
Una libera professione medica che continua a permettere un doppio rapporto di lavoro, che modifica l’organizzazione aziendale e utilizza in maniera sottopagata gli operatori sottopagati o derisi.
Un salario risibile e sicuramente inadeguato al costo della vita e agli standard europei.
Un’incompatibilità non retribuita come per i medici.
Una carenza strutturale di professionisti che si manifesta come scelta strategica del sistema.
Aziende pubbliche e strutture private che giocano al ribasso sui costi del personale.

Il risultato può essere solo questo, la deregolamentazione è funzionale alla creazione di un mercato del lavoro nero che diventa fonte di profitto per tutti, tranne che per gli infermieri, ma criminalizza solo gli infermieri.

CHE COSA PROPONIAMO

Intervento regionale che blocchi i procedimenti disciplinari e l’indagine in corso.
Apertura di un tavolo di trattativa che regolamenti la libera professione degli operatori sanitari utilizzando il decreto Sirchia che prevede prestazioni aggiuntive a tempo in attesa di assunzioni
Revoca degli accreditamenti delle strutture sanitarie private non in grado di dimostrare dotazioni organiche stabili e nominative.
Revoca delle concessioni a strutture interinali che non dimostrino e certifichino provenienza e profilo degli operatori utilizzati
Revoca dei direttori generali delle aziende pubbliche che abbiano utilizzato agenzie interinali o cooperative non certificate come previsto al punto precedente.
Stabilizzazione dei precari e ridefinizione delle dotazioni organiche.

COORDINAMENTO NAZIONALE SANITA’ – FEDERAZIONE REGIONALE P. I. LOMBARDIA rdb

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RAPPRESENTANZE DI BASE RDB
by miriam Tuesday, Mar. 09, 2004 at 8:28 AM mail:  

Contratto Sanità
PER FAME E SFINIMENTO
scarica il volantino

Sulla firma della preintesa relativa al rinnovo del Contratto di lavoro del Comparto sanità stanno circolando in tutti i luoghi di lavoro schemi e tabelle riassuntive dei cosiddetti aumenti mensili lordi e arretrati in Euro.
L’intero battage pubblicitario, messo in essere dai soliti noti, cerca di nascondere la pesante sconfitta subita di fronte ai padroni e il fallimento della politica concertativa decisa nel ’93.
DOPO DUE ANNI DI VUOTO CONTRATTUALE I SALARI RIMANGONO RIGOROSAMENTE FERMI IN LIRE MENTRE PREZZI E TARIFFE CRESCONO AI RITMI DELL’EURO: NESSUN RECUPERO DELL’INFLAZIONE E DEL POTERE D’ACQUISTO PER I LAVORATORI!!!
L’adeguamento professionale ed economico ai livelli europei rimane un mero miraggio e solo gli arretrati, sbandierati come conquiste sindacali, vincono sulla spossatezza di lavoratori privi di tutele e permettono a questi signori di spacciare un accordo altrimenti impresentabile.
In fretta e furia si affastellano dati e cifre assommandoli insieme in modo da sembrare consistenti, in realtà la cura dimagrante dal lordo al netto rivela che con l’aumento mensile a regime un B prenderà circa 43,46 Euro, un Bs prenderà circa 45,04 Euro, un C prenderà circa 49,78 Euro, un D prenderà circa 53,32 Euro e un Ds prenderà circa 56,68 Euro.
Mortificati e umiliati rimangono interi settori del Comparto: ausiliari, OTA, OSS, impiegati, tecnici e infermieri ai quali, finita l’ubriacatura del dovuto, non resta CHE un pugno di mosche, anzi alcuni di essi non vengono neppure nominati (operai e impiegati).
Persino la nuova tassa, in gergo formazione professionale e aggiornamento, è premeditatamente mal posta in quanto nei fatti rimarrà a carico dei lavoratori.
Se trovano un temporaneo sollievo i lavoratori che prestano la loro attività nel campo della assistenza domiciliare e Sert, vergognosa rimane la vicenda sul riconoscimento e remunerazione del disagio dei lavoratori che lavorano in più turni, nelle notti e nelle festività, che vedono le loro indennità rivalutate in centesimi.
La questione dell’ordinamento professionale e la relativa riclassificazione del personale, meno sperequante fra qualifiche e professioni, viene elusa con il passaggio di alcune qualifiche rimaste fuori dalle precedenti applicazioni contrattuali.
Ma l’aspetto più pericoloso che CGIL-CISL-UIL non dicono sono le modifiche relative al rapporto di lavoro, alle norme disciplinari, alle clausole e alle sanzioni a carico dei lavoratori.
Quello che prima veniva definito semplicemente un "Dovere" diviene un "Obbligo" perseguibile e sanzionabile dal datore di lavoro al quale viene concessa maggiore discrezionalità e campo di manovra rispetto al sempre più risibile campo delle tutele.
Sul piano giuridico la differenza è di estrema rilevanza poiché l’inasprimento dei Codici Disciplinari sanciscono il passaggio da uno "Stato di Diritto" ad uno "Stato di Polizia" la cui finalità è quello di spremere, comprimere e sfruttare il lavoratore.

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che belle BANDIERE SFOGGIANO i medici SUL LORO SITO
by ANTI FA Tuesday, Mar. 09, 2004 at 8:32 AM mail:  

DATE UN'OCCHIATA SULLA PAGINA PATRIOTTISMO

http://www.snamiospedalieri.org/sano_patriottismo.htm

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QUANTO GUADAGNAVA UN MEDICO NEL 2000 ( IN OSPEDALE)
by ANTI FA Tuesday, Mar. 09, 2004 at 8:49 AM mail:  

PRENDEVA GIA' NEL 2000 MOLTO DI PIU' DEI 2300 EURI CHE E' LA BASE CUI VANNO AGGIUNTE LE VARIE INDENNITA!!!!
E SI PARLA DEL 2000!!!

------------------------------------------------------------



STIPENDIO SECONDO IL NUOVO CONTRATTO
PER I DIRIGENTI MEDICI CHE HANNO OPTATO PER LA LIBERA PROFESSIONE INTRA-MOENIA
(pagato il 31 luglio 2000)

Vi è stato pagato il nuovo stipendio?
In modo corretto?
Se volte potete controllare confrontando la busta paga con le tabelle sotto riportate.
In caso di dubbi o errori, gli iscritti potranno contattare i rispettivi Segretari Aziendali.

TABELLA N. 1



Medico ex I° livello con meno di 5 anni di anzianità

Stipendio Base 3.186.000

Indennità Integrativa Speciale 1.067.923

Indennità Specificità Medica 1.250.000

Posizione Fissa (minimo tabellare) 166.666

Posizione variabile (minimo tabellare) 30.916

Indennità di Esclusività 363.583

Retribuzione individuale di anzianità di servizio ?
(l'importo economico dipende dall'anzianità individuale)

Esempio: prima assunzione il 01/01/97 e pertanto anzianità zero al 31/12/96
0

TOTALE LORDO 6.065.088
(totale lordo in riferimento all'esempio di cui sopra)

A questo bisogna aggiungere il fondo di risultato (acconto o conguaglio), lo stipendio accessorio (straordinario, reperibilità, indennità notturna)
N.B. Se prima assunzione il 01/01/97, come da esempio sopra riportato, il valore economico degli arretrati tabellari sarà il seguente:
arretrati tabellare 1998 219.000

arretrati tabellare 1999 1.453.000

arretrati tabellare 2000 816.000




TABELLA N. 2



Medico ex I° livello tra 5 e 15 anni di anzianità (ex IX livello)

Stipendio Base 3.186.000

Indennità Integrativa Speciale 1.067.923

Indennità Specificità Medica 1.250.000

Posizione Fissa (minimo tabellare) 167.000
Questa retribuzione all'1/2/2001 sarà di £.923.167 EQUIPARAZIONE
ex assistenti

Posizione variabile (minimo tabellare) 68.000
Questa retribuzione all'1/2/2001 sarà di £.586.417
Indennità di Esclusività 1.467.000

Retribuzione individuale di anzianità di servizio ?
(l'importo economico dipende dall'anzianità individuale)

Esempio: 7 anni di anziantità di servizio al 31/12/96=
770.000

TOTALE LORDO 7.975.923
(totale lordo in riferimento all'esempio di cui sopra)

A questo bisogna aggiungere il fondo di risultato (acconto o conguaglio), lo stipendio accessorio (straordinario, reperibilità, indennità notturna)
arretrati tabellare 1998 219.000

arretrati tabellare 1999 1.453.000

arretrati tabellare 2000 816.000




TABELLA N. 3



Medico ex I° livello tra 5 e 15 anni di anzianità (ex X livello)

Stipendio Base 3.186.000

Indennità Integrativa Speciale 1.067.923

Indennità Specificità Medica 1.250.000

Posizione Fissa (minimo tabellare) 661.657

Posizione variabile (minimo tabellare) 406.557

Indennità di Esclusività 1.467.000

Retribuzione individuale di anzianità di servizio ?
(l'importo economico dipende dall'anzianità individuale)

Esempio: 7 anni di anziantità di servizio al 31/12/96=
770.000

TOTALE LORDO 8.809.137
(totale lordo in riferimento all'esempio di cui sopra)

A questo bisogna aggiungere il fondo di risultato (acconto o conguaglio), lo stipendio accessorio (straordinario, reperibilità, indennità notturna)
arretrati tabellare 1998 219.000

arretrati tabellare 1999 1.453.000

arretrati tabellare 2000 816.000




TABELLA N. 4



Medico ex I° livello con oltre 15 anni di anzianità (ex X livello)

Stipendio Base 3.186.000

Indennità Integrativa Speciale 1.067.923

Indennità Specificità Medica 1.250.000

Posizione Fissa (minimo tabellare) 661.657

Posizione variabile (minimo tabellare) 406.557

Indennità di Esclusività 2.000.000

Retribuzione individuale di anzianità di servizio ?
(l'importo economico dipende dall'anzianità individuale)

Esempio: 20 anni di anziantità di servizio al 31/12/96=
1.350.000

TOTALE LORDO 9.922.137
(totale lordo in riferimento all'esempio di cui sopra)

A questo bisogna aggiungere il fondo di risultato (acconto o conguaglio), lo stipendio accessorio (straordinario, reperibilità, indennità notturna)
arretrati tabellare 1998 219.000

arretrati tabellare 1999 1.453.000

arretrati tabellare 2000 816.000




TABELLA N. 5



Medico ex I° livello tra 5 e 15 anni di anzianità (ex X livello)

Stipendio Base 3.186.000

Indennità Integrativa Speciale 1.067.923

Indennità Specificità Medica 1.250.000

Posizione Fissa (minimo tabellare) 923.167
EX MODULO
Posizione variabile (minimo tabellare) 586.417
EX MODULO
Indennità di Esclusività 2.000.000

Retribuzione individuale di anzianità di servizio ?
(l'importo economico dipende dall'anzianità individuale)

Esempio: 23 anni di anziantità di servizio al 31/12/96=
2.069.000

TOTALE LORDO 8.809.137
(totale lordo in riferimento all'esempio di cui sopra)

A questo bisogna aggiungere il fondo di risultato (acconto o conguaglio), lo stipendio accessorio (straordinario, reperibilità, indennità notturna)
arretrati tabellare 1998 219.000

arretrati tabellare 1999 1.453.000

arretrati tabellare 2000 816.000




TABELLA N. 6



Medico ex II° livello

Stipendio Base 3.186.000

Indennità Integrativa Speciale 1.067.923

Indennità Specificità Medica 1.666.000

Posizione Fissa (minimo tabellare) 917.000

Posizione variabile (minimo tabellare) 587.000

Indennità di Esclusività 2.666.000

Retribuzione individuale di anzianità di servizio ?
(l'importo economico dipende dall'anzianità individuale)

Esempio: 23 anni di anziantità di servizio al 31/12/96=
2.069.000

TOTALE LORDO 11.914.173
(totale lordo in riferimento all'esempio di cui sopra)

A questo bisogna aggiungere il fondo di risultato (acconto o conguaglio), lo stipendio accessorio (straordinario, reperibilità, indennità notturna)
arretrati tabellare 1999 e 2000 3.762.000


http://www.anaaoveneto.it/tabstip.htm

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e le varie indennita' dove le mettiamo??
by bimbo Tuesday, Mar. 09, 2004 at 8:51 AM mail:  

mancano le indennita'!!! cazzo..i 2300 euro sono solo la BASE MINIMA aggiornata al 2000 tra l'altro quando poi c'erano le LIRE!!!!e con le lire ci compravi !!!

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Perchè ci sono sempre meno infermieri?
by Forum Tuesday, Mar. 09, 2004 at 8:57 AM mail:  

Invia un messaggio al Forum L'INFERMIERE, QUESTO SCONOSCIUTO
Sono già due i casi di bimbi trasferiti dalla pediatria del capiente ospedale Manzoni di Lecco verso altre strutture della regione. La causa è la mancanza di personale. Perchè ci sono sempre meno infermieri? Quali rimedi per un'emorragia inarrestabile?

10/30/2002
Giorgio Beretta
infermiere professionale
Che ormai da tempo si parla di infermieri professionali, in ragione della loro carenza sul cosiddetto mercato del lavoro, è un dato che va dato per assodato e francamente ne sono, in qualche modo, contento. Sono convinto che la considerazione di questa causa contribuisce a tenere alta la discussione sul tema "sanità di qualità". Sui motivi però che hanno portato ad una situazione di tale entità occorre fare un'attenta analisi per evitare di cadere in conclusioni affrettate. La scarsa attenzione di cui ha sempre sofferto tale figura, soprattutto dal punto di vista del riconoscimento sociale sommata alla consapevolezza dell'importanza della sua natura professionale l'hanno spinta, per la verità con moltissima fatica, verso un percorso di qualificazione culturale e scolastico sempre più elevato. Tutto ciò va visto di buon occhio, sostanzialmente nell'ottica di migliorare la qualità delle prestazioni fornite ai malati e ai sani (non va dimenticata l'importanza della prevenzione nelle cure sanitarie), ma anche per elevare il grado di gratificazione personale. E, se a questo aggiungiamo la giuste rivendicazioni salariali, (fino al 2001 lo stipendio base di un infermiere turnista, con un'anzianità media, si aggirava attorno ai 900 ? e, con circa 4 notti e 3 festività mensili si arrivava ai 1100 ?) è facile capire perché si è arrivati alla situazione attuale. Oggigiorno le cose come si sa non vanno benissimo, abbiamo si avuto un sospirato aumento salariale (circa 200? lordi) ma, meno infermieri significa più giorni lavorati e meno riposi, forti disagi per richiami urgenti in servizio urgenti, i concorrenti privati che offrono un compenso (sembrerebbe) maggiore, malattie, gravidanze, scarso aggiornamento..e chi più ne ha più ne metta. Ora, se una riflessione va fatta, va fatta a 360 gradi, considerando ciò che finora non si è mai voluto prendere in considerazione e anche calando il problema nel contesto della realtà. Se può essere facile sfruttare la carenza degli infermieri per mascherare eventuali riduzioni di posti letto, tanto e troppo amate dall'attuale giunta regionale, va anche sottolineato quanto sia doveroso utilizzare bene e considerare le risorse che si hanno a disposizione. Ecco quindi che spostare una persona come fosse una pedina da scacchi non significa attenzione alla persona, come anche il corretto utilizzo di uno strumento quale quello del partime potrebbe diventare utilissimo per ambo le parti. Indiscutibilmente scegliere di investire sull'aggiornamento professionale è fruttuoso sia per il professionista sia per la qualità dell'assistenza. È infine fuor di dubbio che alleviare il carico di fatica, sollevando il lavoratore dalle mansioni più pesanti, può voler dire razionalizzare le risorse (anche se a scapito di quella che viene definita assistenza diretta al malato). A tal proposito qualche riflessione sull'introduzione della nuova figura qual è l'OSS (operatore socio sanitario) ha sicuramente fruttato danaro per chi organizza tali corsi di qualifica, ma ha introdotto una forte elemento di contrasto con una figura soppressa però ancora presente in ospedale, ovvero l'infermiere generico. Le mansioni di uno e dell'altro si differenziano solo in parte e allora viene da chiedersi perché non si è voluto reinvestire su una professionalità già conosciuta e ben funzionante? Altra riflessione a proposito di tentativi di risoluzione della carenza infermieristica va fatta in relazione alla legge Sirchia (legge 1 del 2002), mettere a disposizione soldi per una prestazione oraria aggiuntiva, o richiamare in servizio i pensionati può essere una soluzione tampone ma non deve diventare l'unica o la definitiva, ne risentirebbe la qualità dell'assistenza e la qualità della vita del lavoratore. Sono convinto che il nuovo percorso scolastico sia stato necessario per la professione in questione, anche se si sarebbe dovuto affrontare la questione ed i risvolti più approfonditamente. Magari aprendo una discussione all'interno del collegio allargata alle parti sociali che indiscutibilmente sarebbero (e sono state) coinvolte. Personalmente credo che, adesso, la via da percorrere sia quella dell'introduzione della vecchia borsa di studio legata sia alla rivendicazione salariale che alla rivendicazione di una nuova identità sociale. Identità che deve fotografare una professione gratificante ma al tempo stesso faticosa sia sotto l'aspetto fisico che psicologico. Identità che garantisca al professionista la certezza dei propri diritti e doveri, ma soprattutto il rispetto per la sua persona ed il suo operato, aspetto quest'ultimo, spesso trascurato.

Giorgio Beretta F.P. CGIL Lecco

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Nessuna indennità dell'Inail per l'infermiere che contrae l'epatite C
by infermiere preokkupato Tuesday, Mar. 09, 2004 at 9:02 AM mail:  

Nessuna indennità dell'Inail per l'infermiere che contrae l'epatite C

Sezione lavoro, sentenza n.4165/04; depositata il 1 marzo)

Nessuna tutela antinfortunistica per gli infermieri che contraggono l’epatite C sul posto di lavoro. Il virus da Hcv, infatti, non diminuisce la capacità lavorativa dell’infortunato e, dunque, non gli permette di poter godere della rendita erogata dall’Inail per gli incidenti sul lavoro.
È quanto accaduto alla signora Durantini C. - infermiera presso un’Asl toscana, che aveva contratto l’epatite C pungendosi con un ago durante la sua attività lavorativa – che si è vista respingere la domanda di riconoscimento dell’indennità Inail in tutti e tre gradi di giudizio. Con la sentenza 4165/04 – depositata il 1° marzo e leggibile integralmente tra gli allegati – la Cassazione, infatti, non ha condiviso la tesi della ricorrente secondo cui «nel portatore sano di virus Hcv sussiste un reale stato di inabilità per dover sottostare ad un regime alimentare ed a particolari cautele che comportano di per sé stesse una limitazione attuale della propria capacità lavorativa». Per gli “ermellini”, invece, le limitazioni cui è sottoposta una persona che contrae questo tipo di epatite – cioè il particolare regime alimentare, le cautele con nei rapporti con gli altri – non attengono in linea di principio alla tutela antinfortunistica, «perché estranee alla nozione dell’attitudine al lavoro nella sua espressione della capacità lavorativa generica

Cassazione – Sezione lavoro – sentenza 9 ottobre 2003-1 marzo 2004, n. 4165
Presidente Prestipino – Relatore Mazzarella
Pm Abbritti – conforme – ricorrente Durantini – controricorrente Inail

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Fermiamo la distruzione della sanita' e dell'Italia!
by cittadino Tuesday, Mar. 09, 2004 at 8:04 PM mail:  

CONTRO LE POLITICHE DI PRECARIZZAZIONE E PRIVATIZZAZIONE!

SCIOPERO GENERALE SUBITO PRIMA CHE SIA TROPPO TARDI!

DS E RIFONDAZIONE MOBILITINO LE MASSE!

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la lotta dei medici non e' diversa da quella degli infermieri
by Elektro2 Tuesday, Mar. 09, 2004 at 9:32 PM mail:  

... e se anche esistono i "baronetti" sono (grazie al cielo) una minoranza. I post sugli stipendi supposti "faraonici" dei medici sono farneticanti, se confrontati alle responsabilita' che hanno, al culo che si fanno, e a quanto guadagna uno speculatore edilizio medio... smettiamola di "sparare" su chi merita solo rispetto ed iniziamo a prendercela con i veri parassiti (v. per es. chi possiede una decina di appartamenti e li affitta a 1500 euro al mese l'uno... guadagno totale 15000 al mese STANDOSENE SEDUTO A FARE "SEGA" )...

i guadagni da capitale, e peggio ancora da beni immobili, vanno tassati da paura, se vogliamo ridistribuire le ricchezze e far ripartire il nostro gia' disastrato sistema economico.

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eh?
by X elektro2 Tuesday, Mar. 09, 2004 at 9:49 PM mail:  

La tua mentalita' comunista ha portato la Russia sull'orlo del fallimento economico e morale.
A te pare che chi ha dieci appartamenti (che magari tra privazioni e lavoro duro di una vita e' riuscito a comprare) sta li a farsi seghe.
Invece a me pare che questo deve sempre stare attento che gli inquilini non spacchino tutto, che deve farsi il culo affinche' tutto funzioni bene che deve pagare tasse da paura e che perde sonno all'idea che un giorno comunisti scansafatiche come te non gli prendano quello che si e' guadagnato col sudore di una vita di se stesso, i suoi figli e moglie.
L'incentivo e' quello che fa andare avanti il mondo!.
Prendi l'impiegato in Russia chi glie lo faceva fare a farsi il culo se lo stipendio era sempre lo stesso?
L' Italia se ci fosse il comunismo farebbe dopo pochi anni la stessa fine della Russia.
Vattene a Cuba se ti piace quel sistema e non rompere le palle alla democrazia.

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ma che bello !!!
by Elektro2 Tuesday, Mar. 09, 2004 at 9:58 PM mail:  

speravo in una risposta di qs genere...
perche' vedi, io mi faccio il culo proprio per la gloria, e mi fanno cagare le persone che invece lo fanno per i soldi, e poi mi fanno cagare anche le persone che hanno comperato dieci appartamenti quando costavano, a pari potere di acquisto degli stipendi, circa un decimo di adesso, e mi fanno letteralmente vomitare le persone che pensano che essere MERITOCRATICHE, come mi pare di capire tu ti consideri, significhi proteggere i PROPRI FIGLI.... ho anche io dei figli, mio caro, e vorrei cominciassero da zero, insieme ai tuoi, non che se tu sei riuscito ad arraffare di piu' (ohhh quanti sacrifici... li hai fatti solo tu, scommetto) poi i tuoi figli, anche se sono fessi finiscono a farsi i giri in Ferrari, (per poi ereditare la dittarella del padre... quello dei sacrifici, mandarla in rovina e mandando al contempo in istrada anche la poverea gente che nella dittarella ci lavorava.... )

VERGOGNATI !

la tua e' FALSA meritocrazia, la vera meritocrazia non puo' che partire dalla ridistribuzione dei beni immobili

(e piantala con le stronzate tipo vai a Cuba, perche' io sono Italiano ed orgoglioso di esserlo, per cui non FOTTO i miei compatrioti speculando sul mattone... come invece tu dici essere lecioto fare (e, btw, lavoro in media 12 ore al giorno sab e domeniche incluse, per cui sciacuati la bocca la prossima volta che decidi di darle aria)

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e non ho finito...
by Elektro2 Tuesday, Mar. 09, 2004 at 10:07 PM mail:  

non ho neppure finito, perche' il senso del tuo post era che il medico che si fa il culo VALE MENO di uno che si e' arraffato dei beni che gli garantiscono una rendita... non credo sia neccessario altro commento: meglio uno che si e' "fatto il culo ieri" di uno che se lo fa di continuo e contribuisce attivamente e quotidianamente alla vita sociale della nostra Patria (uso Patria per farti sentire ancora piu' una caccola)

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no
by X elektro 2 Tuesday, Mar. 09, 2004 at 10:13 PM mail:  

No, possiedo solo una casa che mi son fatto con 35 anni di lavoro all'estero.
Mio padre era pescatore, mia madre contadina e non solo non mi hanno lasciato niente ma ho dovuto aiutarli durante tutta la loro vita.
Sono contento di avere un lavoro.
Non mi lamento e non invidio quelli che sono arrivati ad avere di piu' (anche se in eredita').
Mi piace vivere in un paese dove POSSO arrivare attraverso il mio lavoro, la mia intelligenza e perche' no attraverso investimenti (dove posso guadagnare o anche perdere)
Non potrei mai vivere in un paese dove limitassero le mie capacita' e mi forzassero a fare il mestiere che decidono i capi di partito.
Solo in un paese dove c'e' incentivo c'e speranza per tutti perche' a causa di esigenze realistiche, il capitalismo d'oggi e' diventato molto piu' socialista (cosi' come il socialismo e' diventato piu' capitalista).
Tu dici di lavorare 12 ore al giorno perche' lo fai?
e non dirmi che se no, non ce la faresti perche' vorresti dire che non ce la faresti a vivere come vuoi tu!
Dici che lavori per la gloria? hahahahah
conoscevo una suora che faceva la puttana per amor di Dio.

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ti sconvolgo !
by Elektro2 Tuesday, Mar. 09, 2004 at 10:24 PM mail:  

perche' sono proprio uno di quelli che lavora per la gloria (provare per credere) e non pertendo (malgrado il culo che mi sono fatto di guadagnare piu' di un salumiere.... mi basterebbe guadagnare uguale... tutti uguale, pensa che bello, anche chi ha responsabilita' da paura... tipo i controllori di volo, che invece non guadagnano un cazzo, o g li infermieri che si fanno un culo a apiolo e non guadagnano un cazzo o le maestre d'asilo, che hanno ancora una volta responsabilita' da paura E NON GUADAGNANO UN CAZZO, o tipo anche gli intermediatori finanziari che ti fanno comperare parmalat E guadagnano come me e te insiseme moltiplicati per mille... credi nella possibilita' di arricchirsi senza che ci sia un capo di partito ?? vuoi credere che con il superenalotto puoi rifarti una vita ?? posso capire che la vita sia dura e che le illusioni possano servire a vivere meglio... (per citare Marzullo :) ) ma non ti sembra il caso di diventare adulto e cercare di cambiare il sistema in modo che tutti si possa vivere bene.

Io vorrei guadagnare come uno spazzino, che vorrei guadagnasse come un salumiere, che vorrei guadagnasse come una maestra d'asilo e tutti a lavorare ed a fare cio' che sono in grado di fare per la societa' NON PER LORO STESSI !!! QS E' Meritocrazia, non mi arricchisco con LA SPECULAZIONE (quella che tu chiami investimenti...)


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ci sono cascato ancora...
by Elektro2 Tuesday, Mar. 09, 2004 at 10:27 PM mail:  

... perche non hai poi minimamnete toccato la questione dei medici ! CAZZO !

un giovane medico col cazzo che si compra casa con 20 anni di precariato, stipendi da fame e prezzi delle case alle stelle... stai dicendo di essere (con "la tua intelligenza" ) meglio di un medico che si e' fatto il culo a studiare come salvarti la pelle fino a 40 anni ? (o sei solo piu' furbo ... in tal caso arivergognati)

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NON CAPITE UNA SEGA
by ANARCHIST Tuesday, Mar. 09, 2004 at 10:34 PM mail:  

SI PARLA DI "AUMENTI DI STIPENDI PER UNA CATEGORIA MEDICA" CHE DI SOLDI NE HA A PALATE E TIRATE FUORI " I PALAZZINARI.." QUI' SI STA' PARLANDO DI DIPENDENTI PUBBLICI, DIPENDENTI STATALI, COSA C'ENTRA COL DISCORSO DI CHI GUADAGNA CON GLI AFFITTI ETC ETC..SONO UN'ALTRA COSA.

QUI' SI PARLA DI MEDICI CHE SONO PRIVILEGIATI DA SUPER STIPENDI IN CONFRONTO A DALTRE FIGURE PROFESSIONALI CHE LAVORANO NELLA SANITA', E CHE NE SONO LA MAGGIORANZA NUMERICA, CHE HANNO STIPENDI DA FAME E CHE LAVORANO DAVVERO
UN CASINO E CHE SE INCROCIASSERO LE BRACCIA VORREI VEDERE I "POVERI MEDICI COSA FANNO.."

CAPITO??

NON TIRATE FUORI LE CAZZATE DEI POLITICI
DEGLI AGUZZINI CHE SFRUTTANO GLI AFFITTI
SONO UN'ALTRRA COSA

QUI' SI PARLA DI DIPENDENTI PUBBLICI
INFERMIERI
AUSILIARI
BARELLIERI
TECNICI
CHE LAVORANO PURE LORO PER LA SANITAì
MA NON HANNO VOCE IN CAPITOLO

SPERO ORA GLI IGNORANTI ABBIANO CAPITO CHE IL GOVERNO DEVE DARE PIU' RISORSE ECONOMICHE A QUESTI LAVORATORI E NON SEMPRE E SOLO AI MEDICI..CHE NAVIGANO BENE..

QUANDO POI L'EMERGENZA INFERMIERI SARA' FISSA , PER CARENZA DI ISCRIZIONI AI CORSI UNIVERSITARI, ALLORA SARA' TROPPO TARDI CARI MIEI...QUALUNQUE MEDICO SENZA INFERMIERI NON MUOVE UN DITO E QUESTO LO SA BENE CHI LAVORA O E' RICOVERATO IN UN'OSPEDALE....


HASTA SIEMPRE

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dip pubblici uber alles
by Elektro2 Tuesday, Mar. 09, 2004 at 10:39 PM mail:  

Dip. pubblici uber alles....

ma proprio per qs quando sento barellieri (che fanno la fame) che se si devono incazzare con qualcuno si incazzano con i medici mi incazzo ancora di piu'. perche' un medico guadagna se va bene due o tre volte quello che guadagna un infermiere (ancora una volta trascurando i baronetti che sono comunque minoranza) mentre il palazzinaro guadagna INFINITE volte di piu'...

caro barelliere ripigliati, perche' la lotta dei medici e' anche la tua lotta. (ed e' anche la lotta degli universitari , dai bidelli ai prof, dei docenti delle scuole, dall'asilo ai licei e dei dip statali tutti) e visto che qs sentimento di unita' tra statali e' proprio in qs periodo particolarmente forte, ... ti diro' mi puzzi un pochino di provocatore (anche dato l'uso smodato delle maiuscole che ti potresti evitare... vero ?)

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sei lavato
by X electro2 Tuesday, Mar. 09, 2004 at 10:54 PM mail:  

Ho capito.
O prendi droga o il partito ti ha lavato il cervello.
In ogni modo, ti sveglierai un giorno nella merda e darai la colpa ai capitalisti o agli ebrei o ai preti mentre invece la colpa e tua (o forse dei tuoi che la pensano come te e che oggi sono nella merda).

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ridanni con i palazzinari
by anarco nurse Wednesday, Mar. 10, 2004 at 12:57 AM mail:  

lo sai perke' mi inkazzo coi medici almeno??

perche'ì quando i malati li cercano non ci sono mai, perche' la notte dormono sempre, perche' guardano i malati che hanno i soldi e vanno nello studio privato

ora basta coi palazzinari..io kan
senno' poi cito anche io D'ALEMA CON LA BARCA che non c'entra una sega
o cito la massoneria
o cito i maghi
o cito la mi nonna in carretta


QUANDO I MEDICI SBAGLIANO E F ANNO CREPARE I MALATI..CREDI CHE I PARENTI O LE VITTIME DI SBAGLI ABBIANO MAI GIUSTIZIA??

ILLUSI


LA LOTTA SI FA PER UNA SANITA' GRATUITA PER TUTTI

NON SOLO PER SALVAGUARDARE IL PROPRIO GIA' SUCCOSO REDDITO

e i medici che danno l'antibiotico o farmaco che costa di meno in ospeale ( e non a pari efficaci) per risprmiare sul budget cosi' ci guadagnano pure loro?? queste cose le so perche' le vedo tutti i giorni


MEDICI INFILTRATI MEDICI FASCISTI

COME MAI QUASI TUTTI I MEDICI VANNO IN FORZA ITALIA ALLEANZA NAZIONALE????

sara' una concidenza???

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ecco chi ha le palle
by infermiere Wednesday, Mar. 10, 2004 at 1:00 AM mail:  

Articolo tratto dal quotidiano LA NAZIONE cronaca di FIRENZE del 14 710 /2003
Affari illegali alla Maternità..

«Affari illegali alla Maternità». E' questo l'accusa contenuta in una denuncia di un infermiere che punta il dito su una delle strutture più conosciute di Careggi.
I compensi sarebbero stati pagati da donne in gravidanza ad alcune ostetriche dell'ospedale per assicurarsi assistenza specifica nel giorno del parto. La denuncia è stata presentata ai carabinieri del Nas. Ma non sarebbe la sola.
Un'altra, sempre relativa a questo tipo di prestazioni professionali illecite, sarebbe finita nelle mani dei militari del Nucleo sanità dell'Arma.
L'infermiere racconta che in seguito alla sua denuncia, e con lui la sua compagna che lavora a Careggi, avrebbe subito 'persecuzioni' tanto da dover andare a lavorare in altri settori dell'ospedale.
La direzione aziendale sottolinea di aver ricevuto solo vaghe segnalazioni e di aver fatto verifiche che non hanno avuto conseguenze.
Nella denuncia dell'infermiere si sottolinea che esisterebbe «una situazione di uso e consumo della struttura pubblica a scopo di lucro» e in particolare si fa riferimento ad «ostetriche che in orario di lavoro anche al di fuori di turnazioni, esplicano attività professionale di forma privata». Secondo la denuncia alcune ostetriche avrebbero percepito «compensi in denaro pur essendo consapevoli che per regolamento ospedaliero e contratto di lavoro è assolutramente vietato».
Si tratta di accuse molto gravi. La denuncia è stata presentata ai carabinieri del Nas che hanno ricevuto anche un'altra, relativa, come detto, alla stessa situazione.
La Maternità di Careggi è la struttura più importante in città per i parti e l'ostetricia in genere.
Un punto di riferimento importante per le donne, garanzia di professionalità. Negli ultimi anni è in continuo crescendo il numero delle donne in gravidanza che si rivolgono alle Cliniche ostetriche. Affiancano i medici, un gruppo di ostetriche tra le più esperte della provincia.
La Maternità gode di un nuovo complesso di sale operatore e sale travaglio, dopo la ristrutturazione effettuata alcuni anni fa.
Compito specifico dell'ostetrica è seguire la donna dal momento in cui entra in ospedale nella giornata del supposto parto fino alla conclusione del travaglio verificando lo stato della donna e del nascituro con i tracciati.
La figura professionale dell'ostetrica è fondamentale per il buon esito della nascita.
Secondo la denuncia si sarebbero creati rapporti extra ospedalieri tra alcune ostetriche e alcune donne incinte in modo che le fasi pre travaglio, il travaglio e il parto, fossero seguite da quell'ostetrica in particolare e non da un'altra; ostetrica che assicura un'assistenza continua e ad hoc per il caso.

Nella denuncia dell'infermiere si raccontano anche alcuni casi specifici: «Sono stato più volte allontanato dalla zona travaglio da un ostetrica non in servizio perché doveva seguire l'assistenza diretta della gestante». E poi altri ancora che dimostrerebbero una gestione dell'area parto di tipo «privatistico».

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gia'
by otas Wednesday, Mar. 10, 2004 at 1:01 AM mail:  

SANITA' : SEQUESTRI ED ARRESTI

Prosegue l'inchiesta del Nas sulla truffa al servizio sanitario nazionale che vede coinvolti medici, farmacisti e informatori. Sequestrate una casa farmaceutica e nove farmacie .

BARI, 25 LUGLIO 2003 - Operazione dei carabinieri nel Nucleo antisofisticazione (Nas) di Bari, che questa mattina hanno sequestrato una casa farmaceutica, arrestandone il rappresentante legale, e nove farmacie.

Quella odierna è la prosecuzione dell'inchiesta sulla truffa al servizio sanitario nazionale avviata il 7 luglio scorso. In quella occasione furono 22 le persone tra medici, farmacisti e informatori scientifici, mentre vennero sequestrate due farmacie a Bari. Ventuno invece sono quelle arrestate oggi, mentre una, sfuggita all'operazione, risulta ancora ricercata.

Gli indagati - circa 170 professionisti oltre alle persone già arrestate - sono accusati a vario titolo di associazione per delinquere finalizzata alla corruzione, alla truffa ai danni del servizio sanitario nazionale, al comparaggio e al falso.

In pratica, facevano risultare prescritti e venduti farmaci costosissimi a persone che ne erano all'oscuro - alcune di loro erano addirittura decedute - per ottenere i rimborsi da parte del servizio sanitario nazionale. L'inchiesta ha finora accertato un danno al servizio sanitario nazionale di 5 milioni di euro in quattro anni.

I 23 mila abitanti di Conversano - comune a vocazione prevalentemente agricola nel sud est barese, a circa 35 chilometri dal capoluogo - non hanno da stamani a disposizione alcuna farmacia. I quattro esercizi, infatti, sono stati posti sotto sequestro dai carabinieri su disposizione del gip del Tribunale di Bari, nell' ambito dell' inchiesta sul reato di comparaggio.

tratto da LA NAZIONE quotidiano web


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lo disse pure sirchia
by ANARCHIST Wednesday, Mar. 10, 2004 at 1:02 AM mail:  

Sirchia: «Ospedali governati dalla politica»

Il j’accuse del ministro: «Dobbiamo solo sperare che nei partiti militino primari intelligenti»

ROMA - «Oggi purtroppo la politica governa gli ospedali da cima a fondo. C’è un direttore generale nominato da un assessore, che nomina primari e così via. Tutti di un segno...», è il j’accuse del ministro della Salute Girolamo Sirchia, che condanna le scelte dettate da interessi impropri. «Se abbiamo la fortuna - continua il ministro - che in un partito militino primari intelligenti, allora abbiamo ospedali intelligenti. Altrimenti...». Le nomine non dipendono dal ministero. Ma il responsabile della sanità nazionale usa toni duri per criticare chi viene messo a ricoprire incarichi senza criteri di professionalità e di merito. Sirchia, da ministro e da medico, denuncia un fenomeno, quello delle lottizzazioni o delle nomine clientelari, perché queste fanno soltanto danni. Danni alla gestione delle aziende e degli ospedali, danni alla salute se i servizi non sono guidati dalle persone giuste. Sirchia si è intrattenuto l’altra sera con i giornalisti, in un incontro informale all’Hotel Parco dei Principi, a Roma, dove ha preso parte ad un incontro promosso dall’associazione di economisti e imprenditori “Canova".

Il ministro, parlando della spesa sanitaria, ha poi sottolineato la necessità di seguire tre direttrici: «Dimensionare l’offerta, calibrare la domanda delle prestazioni, scegliere le priorità perché non si può dare tutto a tutti».

L’idea di Sirchia è che dopo 25 anni il servizio sanitario nazionale debba essere «rimodellato». Da qui l’importanza dei rapporti tra sanità e politica. La sanità è materia delicata, dalla gestione dei servizi dipendono i livelli di prestazione degli ospedali, i livelli di cura e di accoglienza dei malati. Ma c’è un’alternativa allo spoil system, ai cambiamenti in blocco dei dirigenti, agli avvicendamenti voluti dai politici perché l'assessore di turno non gradisce questo o quel dirigente, o perché un nuovo governo regionale pensa di “occupare" ospedali, Asl e quant’altro?

Il sottosegretario alla Salute, Cesare Cursi, di An, al riguardo ha un’idea precisa: «Le nomine vanno fatte seguendo i parametri della professionalità. Gli incarichi manageriali devono essere al massimo livello, vanno affidati a persone con qualità professionali elevate e competenze nel campo del diritto amministrativo, delle gare pubbliche, con il supporto del collegio dei medici per le scelte di carattere scientifico, per evitare scelte non corrispondenti ai requisiti». Cursi è convinto che solo un mix di questo genere possa garantire la corretta gestione dei servizi. Ma Cursi è d’accordo con Sirchia? «Non vorrei che venisse demonizzata la politica - osserva ancora il sottosegretario -. Ci vuole un giusto equilibrio. Ripeto, la garanzia viene dal tipo di criteri seguiti. Certo, non si possono fare scelte solo sulla basa dell’appartenenza politica. Occorrono competenze e professionalità».

I sindacati da anni fanno battaglie contro le spartizioni delle poltrone, in difesa del merito e dei diritti. «La storia italiana - sostiene Betty Leone, segretario generale dello Spi-Cgil - è costellata di episodi di malasanità e sono sempre stati troppi gli incarichi attribuiti a chi non ne aveva le capacità». E l’intervento di Sirchia? «Il ministro ha ragione, ma ho la sensazione che sia l’ennesimo polverone. Perché questo governo ha fatto lo spoil system? Può essere evitato, basterebbe applicare la legge Bindi, la 229, che detta i criteri per controllare la qualità delle prestazioni, i modi di gestione e soprattutto il merito. Invece, non succede. I direttori generali delle Asl in molti casi sono i “fiduciari" dei presidenti delle Regioni. Qualche esempio eclatante? Stefano Perucci, dell’Osservatorio epidemiologico del Lazio, cacciato senza motivo».

Anche per Luigi Canali, segretario della Cisl Lazio sanità, il baluardo contro l’ingerenza della politica è l’autonomia: «I dirigenti pubblici sono sempre sul chi vive, per timore che, sia pure surrettiziamente, il potere politico metta i bastoni tra le ruote». Critico anche Roberto Polillo, responsabile per la Cgil delle Politiche sulla Salute: «C’è una catena nelle nomine, dagli assessori si passa ai dirigenti, fino ai primari. Un sistema che provoca danni. Tra l’altro c’è una contraddizione: il ministro solleva critiche, ma il suo governo ha sempre scelto la strada dello spoil system, quindi una strada del tutto opposta. La verità è che non c’è alcuna intenzione di applicare i criteri del merito e della professionalità. I medici, ma anche i dirigenti, possono essere giudicati con sistemi oggettivi di valutazione, sulla base dei risultati conseguiti. Nessuno dovrebbe essere rimosso soltanto perché non è in sintonia con il colore politico del governo di turno. Solo così, sfuggendo alla logica perversa dei “padroni politici", si può svincolare la sanità dal potere».

da "il Messaggero", Giovedì 15 Maggio 2003

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poi anche
by resistenza Wednesday, Mar. 10, 2004 at 1:03 AM mail:  

Inseriamo l'articolo della RDB Lucca SANITA' , sulla raccolta firma fra i dipendenti della ASL 2 Lucca , che ha ottenuto un vasto consenso
«Risparmi sulla pelle di pazienti e dipendenti»

LUCCA - Sono circa cinquecento le firme di dipendenti dell'azienda sanitaria locale, raccolte dalle rappresentanze sindacali di base, coordinamento territoriale sanità. Questa raccolta firme è nata per evidenziare alcuni problemi senz'altro di forte rilevanza, almeno secondo quanto rilevato dalla Rdb stessa. «Mentre i vertici dell'Asl 2 - afferma il rappresentante Gianluca Mascagni, - con insistenza e preoccupante convinzione, continuano a sostenere la bontà del servizio sanitario offerto localmente, la Rappresentanza sindacale di base rende noto che la raccolta di firme tra i dipendenti ospedalieri ha avuto successo». I punti che erano al centro di tale petizione erano diversi. «Innanzi tutto contro la logica del risparmio sulla pelle dei pazienti e dei dipendenti - afferma Mascagni - contro le procedure messe in atto per l'attribuzione degli incentivi, delle posizioni organizzative ed altro».
La Rdb, poi, punta il dito contro quello che viene dai sindacalisti definito «il disconoscimento professionale di corsi attivati dalla stessa azienda», ma anche contro l'esternalizzazione di servizi e competenze professionali a discapito degli stessi dipendenti interni che presentino le medesime caratteristiche. «La raccolta delle firme aveva come tema il sostegno di un sistema sanitario locale equo e con reali garanzie per tutti i cittadini, ma anche - afferma l'Rdb - delle professionalità ospedaliere, garanti dei pazienti e non accessori di politiche aziendali spesso lacunose e poco indicative». C'è soddisfazione nella Rappresentanza sindacale di base per la risposta da parte dei dipendenti a questo appello. «Nei prossimi giorni - dice Gianluca Mascagni - invieremo tutta la documentazione all'assessore regionale alla sanità Rossi e proseguiremo nella nostra battaglia per rinnovare una democrazia all'azienda Usl 2 di Lucca, ad oggi elusa dai vertici aziendali». L'Rdb, proprio in merito a questa situazione, ha presentato ricorso al Pretore del Lavoro, al fine di richiedere l'annullamento degli atti concertativi che, stando a quanto ritenuto dal sindacato, sono formalmente illegittimi.
Secondo le Rappresentanze sindacali di base, inoltre, l'atteggiamento tenuto dall'Asl 2 di Lucca svilisce profondamente la maggior parte dei dipendenti ospedalieri che, in molti casi, «sono solo numeri ed accessori del servizio locale e non possono adempiere al proprio ruolo di garanti nei confronti di tutti i cittadini che, per necessità, ricorrano al nostro servizio sanitario». La richiesta dell'Rdb è rivolta ai partiti politici ed ai loro referenti in materia di sanità, affinché venga aperto «un confronto a 360 gradi - conclude Mascagni - sul problema della sanità lucchese, senza aver timore a priori di impostazioni diverse o idee che sono comunque indirizzate al miglioramento del servizio pubblico sanitario». Insomma, quanto basta per aprire una lunga discussione. Alla prossima puntata...





La Nazione cronaca di Lucca 24 agosto 2003


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2004 la fuga degli INFERMIERI
by sioux Wednesday, Mar. 10, 2004 at 1:05 AM mail:  

Giovedì 8 Gennaio 2004
2004 La fuga degli Infermieri

C’è chi va a fare il fiorista, chi, invece, opta per la strada, molto meno impegnativa come stress e orari, della casa di riposo. La disamina di Gianmaria Fanchin, il presidente dell’Ipasvi, il collegio della categoria degli infermieri, è cruda. Molti dei suoi colleghi sono stanchi di turni di lavoro che lasciano poco spazio al privato, di paghe non gratificanti, di ferie e giornate di riposo messe sempre in forse. Le domande di chi vuole cancellarsi dall’albo professionale sono già oltre un centinaio. E per Andrea Bottega, consigliere dell’Ipasvi, al S. Bortolo, su un organico di circa 1.500 infermieri, sarebbero 60-70 l’anno quelli che scelgono un altro mestiere che consenta di non trascurare più la famiglia, di godersi in santa pace la domenica e di fare le vacanze come Dio comanda. «Le paghe non sono rapportate alle responsabilità. Ci vorrebbe un’indennità peculiare, e invece non ci sono incentivi. Nel Veneto ci sono più badanti che infermieri». Il problema-fughe, secondo i rappresentanti della categoria, si fa sempre più drammatico. «Io - dice Fanchin - non sputo nel piatto che mangio, ma è la verità. A fare l’infermiere sono soprattutto le donne, per cui è difficile incastrare il lavoro con le esigenze della famiglia. Mettiamoci poi che il 25 per cento degli infermieri è in part-time. E mettiamoci pure che quando qualcuno si ammala vanno a pescare a casa chi si trova, che magari è smontato solo qualche ora prima». «Insomma - prosegue - le professionalità non sono valorizzate, gli stipendi fanno ridere, con gli accorpamenti si coprono i buchi ma si lascia da parte la qualità. Le cose non quadrano». «Sì - conferma Andrea Gregori, delegato all’interno della Rsu (Rappresentanza sindacale unitaria) del Nursind, il sindacato autonomo - le fughe hanno registrato un’accelerazione con gli accorpamenti. La riorganizzazione interna la stiamo pagando soprattutto noi, gli Ota e gli Oss, i tecnici e gli operatori socio-sanitari. Il numero dei medici è rimasto intatto, loro continuano a gestirsi tranquillamente i propri pazienti, e a noi, invece, ci hanno mandati in giro a coprire i buchi. I medici sono sempre tanti e il resto del personale diventa sempre di meno. È aumentato il carico di lavoro e chi si è visto sbattuto in un altro reparto ha dovuto rimettere in discussione un'esperienza professionale e linee-guida operative conquistate dopo anni. Così la gente se ne va, cambia strada». «Sono anni - osserva Gino Masenello infermiere a malattie infettive e rappresentante della Cgil - che gli infermieri fuggono dall’ospedale. La quota dei part-time è esaurita, i problemi di famiglia aumentano, i turni tirati fanno il resto, e si preferisce andare nelle strutture private che garantiscono orari più umani. Dispiace che si perdano risorse importanti di cui l’ospedale avrebbe bisogno». «Noi sindacati - prosegue - gli accorpamenti li abbiamo subiti, abbiamo solo cercato di negoziare il poco che potevamo. Il direttore generale minimizza, non li chiama neppure accorpamenti, ma qualcuno mi dovrebbe spiegare che cosa hanno in comune malattie infettive e dermatologia. Si parla di aree omogenee, ma rispetto a cosa? No, noi li abbiamo digeriti male e i prossimi non vogliamo neppure ingoiarli. Questa razionalizzazione, a mio avviso, non porterà i frutti desiderati». «Ben vengano anche gli immigrati, nel nostro collegio ne abbiamo iscritti 110, purché abbiano i nostri stessi requisiti. Il problema è anche sociale. Senza infermieri non si può stare. La soluzione dipende da quanto saranno illuminati il direttore generale e i suoi tre dirigenti. Noi siamo qui per aiutarli. Se privilegeranno alcuni aspetti la questione rientrerà, altrimenti i problemi si intensificheranno e dovranno risponderne dinanzi ai cittadini».
TRATTO DAL GIORNALE DI VICENZA

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sanita' CALABRIA
by volontario Wednesday, Mar. 10, 2004 at 1:06 AM mail:  

Inchiesta sanità Calabria
E' finito in manette anche un bolzanino nell'ambito dell'operazione condotta dai carabinieri di Catanzaro che hanno arrestato per corruzione aggravata, turbativa d'asta aggravata e truffa aggravata l'ex commissario straordinario dell'azienda ospedaliera Pugliese-Ciaccio di Catanzaro, Carmelo D'Alessandro, 60 anni, di Bisignano (Cosenza). Si era dimesso cinque giorni fa. Il bolzanino è Paolo Leonardelli, 52 anni, di Bressanone che insieme a Frank Maximiline Eusepi, 49 anni, di Cavaillon (Francia) rappresentava il referente della società Servizi ospedalieri spa di Ferrara.
D'Alessandro ed Eusepi hanno ottenuto il beneficio degli arresti domiciliari, mentre Leonardelli è stato rinchiuso in carcere. Nell'ambito della stessa inchiesta, condotta dalla procura della Repubblica di Catanzaro, sono stati emesse tre misure interdittive dell'esercizio di pubblico ufficio. Emessi anche alcuni provvedimenti interdittivi, tra cui la sospensione dall'esercizio del pubblico ufficio di direttore di presidio dell'ospedale Pugliese-Ciaccio di Catanzaro nei confronti di Maria Addolorata Vantaggiato, 44 anni. Sono ancora in corso perquisizioni in Calabria e in altre regioni.
23/02/2004

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pazineti dimessi precocemente
by boys Wednesday, Mar. 10, 2004 at 1:09 AM mail:  

Tratto da: Il Corriere della Sera
Cittadinanza attiva: la metà a casa quando servono ancora cure «Pazienti dimessi troppo in fretta»
La denuncia alla presenza del ministro della Salute, Sirchia
MILANO - «Un malato su due viene dimesso quando ha ancora bisogno di cure e di assistenza.» Gianfrancesco Liuzzo, vicesegretario lombardo di «Cittadinanza Attiva», nuova denominazione del Tribunale per i diritti del malato, ieri ha annunciato una forte campagna contro le dimissioni premature. L’annuncio è stato fatto in occasione della presentazione del libro di Maria Teresa Petrangolini, presidente «storica» del movimento. Il libro («Salute e diritti dei cittadini», Editori Riuniti) è arrivato ormai alla seconda edizione ed è un vero bestseller del genere. L’autrice ne ha inquadrato i temi ieri all’Humanitas di Rozzano, presente il ministro della Salute Girolamo Sirchia, il direttore scientifico professor Nicola Dioguardi e l’amministratore delegato Ivan Colombo. Se gli ospedali dimettono a catena di montaggio per incassare più rimborsi dalla Regione, c’è il modo di opporsi: con un modulo che si può ricevere per fax telefonando (02-73950559) alla nuova sede di Cittadinanza Attiva, via Mecenate 25. Ha detto la Petrangolini: «A termini di legge, l’ospedale non può dimettere se il malato ha ancora bisogno di cure o se a casa non c’è chi lo assista». Situazione particolarmente vera in una città come Milano, dove risulta che vivano da soli 17.500 ultra ottantacinquenni, mentre moltissimi possono confidare solo in un coniuge altrettanto anziano.


26/11/2003

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appunto... lottare per la medicina gratuita
by Elektro2 Wednesday, Mar. 10, 2004 at 10:37 AM mail:  

APPUNTO !
lottare per l'assistenza sanitaria per tutti...

... e non prendersela con "i medici", perche' se tra i medici ci sono i baroni, ancora una volta ribadisco, sono la minoranza (pur avendo la possibilita' di fare altrimenti, mi sono sempre rifiutato di andare ad ospedali o strutture sanitarie che non siano pubbliche, e mi sono sempre trovato bene.... meglio dei racconti di amici andati dai privati). Non sto dicendo che non ci sono quelli che ne approfittano, sto dicendo che nessuno ha il diritto di affermare che IMEDICI (tutti) sono lavativi, superpagati, barroni etc etc, esattamente come non affermo che tutti gli infermieri sono dei santi (anche se e'a categoria che rispetto oltremodo... e, ti diro', il tono della tua risposta mi fa pensare sempre piu' ad uno che sta cercando di provocare in un momento di lotta comune...)

...per quanto riguarda quello che "mi drogo" ti rispondo dicendoti che non solo non sono nella merda (sto decentemente, peggio di un salumiere, ma meglio di un infermiere, ma infinitamente al di sotto del mazzo che mi faccio e del valore che porto alla mia Patria (che credo di amare piu' di te...)) ne io ne i miei (e, se e' per quello i miei sono ben distanti da me ideologicamente ... pur avendo il buon gusto di non andare in giro ad offendere gratuitamente gli altri come parrebbe essere il tuo metodo, ed avendo il buon gusto di rispondere in modo dialettico in qs genere di discussioni, non retorico, e pure di basso livello, come il tuo recente fulgido ed inutile intervento)

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anarco nurse
by ok Wednesday, Mar. 10, 2004 at 1:04 PM mail:  

la lotta per la sanita' gratuita per tutti no alla aziendalizzazione degli ospedali che e' divenuta incontrollabile si vuol risprmiare sulla spesa , con tutti i metodi!!

basta!!!

L'UNICO GUADAGNO DI UN OSPEDALE DEVE ESSERE LA SALUTE DEL CITTADINO!!

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non solo medici in SANITA'
by LOTTA COMUNISTA Wednesday, Mar. 10, 2004 at 1:08 PM mail:  

ECCO CHI LAVORA IN SANITA' ELENCO TRATTO DAL SITO DEL MINISTERO DELLA SALUTE SULLE PROFESSIONI SANITARIE

PROFESSIONI SANITARIE

Professione Principali rif. normativi
Farmacista D. Lgs. 08.08.1991, n. 258
(G.U. 16.08.1991, n. 191)
Medico chirurgo D. Lgs. 17.08.1999, n. 368
(G.U. 23.10.1999, n. 250, S.O.)
Odontoiatra L. 24.07.1985, n. 409
(G.U.13.08.195, n. 190, S.O.)
Veterinario L. 08.11.1984, n. 750
(G.U. 10.11.1984, n. 310)
Altri riferimenti normativi:
T.U. delle leggi sanitarie del 1934;
D.M. 28.11.2000, pubblicato nella G.U. 23.01.01 n.18, S.O.
Direttiva comunitaria 2001/19/CE del 14.05.2001, pubblicata nella Gazzetta Ufficiale delle Comunità europee del 31.07.2001, serie L n. 206, in corso di recepimento



Professione Rif. normativo Profilo
PROFESSIONI SANITARIE INFERMIERISTICHE E PROF. SANITARIA OSTETRICA
Infermiere D.M. 14.09.1994, n. 739
(G.U. 09.01.1995, n. 6)
Ostetrica /o D.M. 14.09.1994, n. 740
(G.U. 09.01.1995, n. 6)
Infermiere Pediatrico D.M. 17.01.1997, n. 70
(G.U. 27.03.1997, n. 72)
PROFESSIONI SANITARIE RIABILITATIVE
Podologo D.M. 14.09.1994, n. 666
(G.U. 03.12.1994, n. 283)
Fisioterapista D.M. 14.09.1994, n. 741
(G.U. 09.01.1995, n. 6)
Logopedista D.M. 14.09.1994, n. 742
(G.U. 09.01.1995, n. 6)
Ortottista – Assistente di Oftalmologia D.M. 14.09.1994, n. 743
(G.U. 09.01.1995, n. 6)
Terapista della Neuro e Psicomotricità dell'Età Evolutiva D.M. 17.01.1997, n. 56
(G.U. 14.03.1997, n. 61)
Tecnico Riabilitazione Psichiatrica D.M. 29.03.2001, n.182
(G.U. 19.05.2001, n.115)
Terapista Occupazionale D.M. 17.01.1997, n. 136
(G.U. 25.05.1997, n. 119)
Educazione Professionale D.M. 08.10.1998, n.520
(G.U. 28.04.1999, N. 98)
PROFESSIONI TECNICO SANITARIE
Area Tecnico - diagnostica
Tecnico Audiometrista D.M. 14.09.1994, n. 667
(G.U. 03.12.1994, n. 283)
Tecnico Sanitario di Laboratorio Biomedico D.M. 14.09.1994, n. 745
(G.U. 09.01.1995, n. 6)
Tecnico Sanitario di Radiologia Medica D.M. 14.09.1994, n. 746
(G.U. 09.01.1995, n. 6)
Tecnico di Neurofisiopatologia D.M. 15.03.1995, n. 183
(G.U. 20.05.1995, n. 116)
Area Tecnico – assistenziale
Tecnico Ortopedico D.M. 14.09.1994, n. 665
(G.U. 03.12.1994, n. 283)
Tecnico Audioprotesista D.M. 14.09.1994, n. 668
(G.U. 03.12.1994, n. 283)
Tecnico della Fisiopatologia Cardiocircolatoria e Perfusione Cardiovascolare D.M. 27.07.1998, n. 316
(G.U. 01.09.1998, n. 203)
Igienista Dentale D.M. 15.03.1999, n. 137
(G.U. 18.05.1999, n. 114)
Dietista D.M. 14.09.1994, n. 744
(G.U. 09.01.1995, n. 6)
PROFESSIONI TECNICHE DELLA PREVENZIONE
Tecnico della Prevenzione nell'Ambiente e nei Luoghi di Lavoro D.M. 17.01.1997, n. 58
(G.U. 14.03.1997, n. 61)
Assistente Sanitario D.M. 17.01.1997, n. 69
(G.U. 27.03.1997, n. 72)
Altri riferimenti normativi:
Art. 6, comma 3, D. Lgs 30.12.1992, n. 502 e successive modifiche ed integrazioni;
L. 10.08.2000, n. 251;
L 26.02.1999, n. 42;
L. 08.01.2002, n.1;
D.M. 29.03.2001, Definizione delle figure professionali, ecc., pubblicato nella G. U. 23.05.2001, n. 118;
D.M. 02.04.2001 , Determinazione delle classi delle lauree specialistiche universitarie delle professioni sanitarie, pubblicato sul S. O. n.136, G.U. 05.06.2001, n.128.



ARTI AUSILIARIE DELLE PROFESSIONI SANITARIE

Professione Riferimenti normativi Profilo
Ottico R.D.31.05.1928, n. 1339, art. 12.
Odontotecnico R.D.31.05.1928, n. 1339, art. 11.
Altri riferimenti normativi:
D.M 28.10.1992, pubblicato nella G.U. 11.11.1992, n. 266;
D.M 23.04.1992, pubblicato nella G.U. 18.06.1992, n. 142.





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CONTRATTO DEI MEDICI PRESSING
by hasta siempre CHE Wednesday, Mar. 10, 2004 at 1:13 PM mail:  

ecco cosa volevano i "poveretti" dal sole 24 ore





Contratto, il "preessing" dopo lo sciopero di "Un'ora per la salute"

Da una parte le Regioni, dall'altra Forza Italia. Con un pressing diretto sul premier, che dovrebbe intercedere presso il tesoriere del Governo, Giulio Tremonti, per convincerlo ad aprire i cordoni della borsa. Il contratto dei medici - che ieri con uno sciopero «virtuale» hanno devoluto un'ora di lavoro alla Caritas per fini umanitari - sta diventando, in pieno, affare di Governo. Con i governatori, e soprattutto gli assessori regionali, che intanto studiano le proprie mosse.

In un vertice a via dell'Umiltà del Dipartimento Sanità, presenti forse entrambi i coordinatori del partito, Forza Italia farà questa mattina il punto della situazione col ministro della Salute, Girolamo Sirchia. Procedura insolita, pensata evidentemente per dare segnali all'esterno. Ma anche all'interno del Governo: si spera di trovare varchi nel muro fin qui eretto dall'Economia. D'altra parte, ha ricordato ancora ieri Sirchia, si è sempre in attesa di "risposte" dal presidente del Consiglio, che la settimana scorsa avrebbe preso l'impegno di affrontare in prima persona la questione del contratto dei medici.

In queste ore, intanto, si svolgerà un'altra partita al tavolo delle Regioni. La mattina ci sarà un incontro alla Sisac, la nuova struttura deputata a trattare le convenzioni, su medici di famiglia, pediatri e specialisti convenzionati col Ssn. Mentre nel pomeriggio il Comitato di settore delle Regioni per la sanità, si occuperà del contratto dei dipendenti della dirigenza medica e non: sul piatto gli ultimi ritocchi - che ai medici comunque non bastano - all'atto di indirizzo all'Aran per i rinnovi, con l'obiettivo di inviarlo al Consiglio dei ministri per il varo finale.

A quel punto si aprirebbe uno spiraglio per le trattative. Sempre che ci siano i denari (di qui il pressing su Tremonti), e sempre a patto che anche le Regioni siano pronte a fare la loro parte. Senza dimenticare, tra l'altro, che in ballo ci sono alcuni aspetti delicatissimi: l'orario di lavoro, su cui le Regioni chiedono un surplus di flessibilità; quindi la mina dell'esclusiva del rapporto di lavoro, che secondo alcune ipotesi in discussione potrebbe essere trasformato in una parte fissa del salario, ma legata a una maggiore produttività.

Che poi si aprano davvero concreti spiragli per i rinnovi contrattuali, è azzardato prevederlo. Le 42 sigle sindacali della dirigenza Ssn continuano a procedere compatte. E anzi, ha dichiarato ieri il presidente nazionale della Cimo, Stefano Biasioli, dopo lo sciopero virtuale» di ieri potrebbero prepararsi giornate meno "buoniste": come il rigido rispetto «dei tempi burocratici e delle procedura amministrative», che fatalmente metterebbero in ginocchio il normale andamento delle attività sanitarie. Per lunedì 22 marzo, poi, è già stata proclamata una seconda giornata di sciopero nazionale. A meno che non si decida di spostare la data in considerazione dello sciopero generale che domani i sindacati confederali dovrebbero proclamare contro la politica economica del Governo per il 26 marzo.
(10 marzo 2004)

Roberto Turno (da Il Sole-24 Ore)



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Dio mio!
by Un medico Wednesday, Nov. 10, 2004 at 8:17 PM mail:  

Lavoro per passione,lotto per avere una specializzazione,subisco umiliazioni dai baroni e dai baronetti ogni giorno,pago le tasse da medico anche se non ho entrate(e quelle per i medici non sono poche ne leggere),e nonostante tutto ,spesso e volentieri,non mi faccio pagare da gente disperata(anche se è poco professionale).Mi sono pagato l'università facendo lavori più umili,ho superato i 30 anni senza vedere una sola lira,ho interrotto rapporti sociali perchè non avevo tempo(dovevo studiare...),ho smesso di dormire e non ricordo neanche più cosa significhi avere una donna con la quale condividere la tua esistenza per mancanza di tempo e di stabilità.I medici(quelli "anonimi") faticano non poco a raggiungere i traguardi minimi e tu dici che devono vergognarsi?Fa veramente male!

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Dio mio!
by Un medico Wednesday, Nov. 10, 2004 at 8:20 PM mail:  

Lavoro per passione,lotto per avere una specializzazione,subisco umiliazioni dai baroni e dai baronetti ogni giorno,pago le tasse da medico anche se non ho entrate(e quelle per i medici non sono poche ne leggere),e nonostante tutto ,spesso e volentieri,non mi faccio pagare da gente disperata(anche se è poco professionale).Mi sono pagato l'università facendo lavori più umili,ho superato i 30 anni senza vedere una sola lira,ho interrotto rapporti sociali perchè non avevo tempo(dovevo studiare...),ho smesso di dormire e non ricordo neanche più cosa significhi avere una donna con la quale condividere la tua esistenza per mancanza di tempo e di stabilità.I medici(quelli "anonimi") faticano non poco a raggiungere i traguardi minimi e tu dici che devono vergognarsi?Fa veramente male!

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