Finchè una grigia notte del 1922 una squadraccia di
fascisti, venuti da altre località, per dare una lezione esemplare...
Ponte San Giovanni è uno dei paesi della valle del Tevere ai piedi di Perugia. Collocato lungo la strada che unisce Perugia a Roma, stretto tra il fiume e la collina di MonteVile, è circondato da una campagna rigogliosa, un vero paradiso naturalistico fino al 1960. Poi con lo sviluppo industriale, la crescita demografica e l'incremento abnorme dell'edilizia, interi territori sono stati ridisegnati, violentati, distrutti. E' stato interrato anche il bel ruscello che nel suo percorso da Perugia al Tevere nutriva con le sue pure acque le querci secolari abbarbicate al suo letto, e i delicati fiori che in primavera emanavano profumi gradevoli e deliziosi colori ai nostri occhi e narici e a quelli delle nostre amichette. Nel 1922 questo regalo della creazione divina non è sufficiente a placare gli animi arrabbiati degli uomini, conquistati dall'odio e dalla morte. Lo scontro sociale è forte, perchè la presenza di una grossa fabbrica, il molino e pastificio Ponte, con centinaia di operai e relative famiglie, gente povera, ma orgogliosa, energica, coraggiosa, caparbia e capace, nel contesto italiano di presa del potere da parte di Mussolini, ne fa un obiettivo di conquista e repressione fascista. Molti operai, colpevoli di essere comunisti vengono bastonati ed intimiditi con una violenza crescente. Finchè una grigia notte del 1922 una squadraccia di fascisti, venuti da altre località, per dare una lezione esemplare, prendono un giovane comunista, Rossi, lo uccidono, lo trasportano su di un carro degli scopini e ne gettano il cadavere nella concimaia di un contadino, Ercolani, detto Casanova, appena fuori del paese, in località Castellacio. C'è chi ricorda? La sorella, Maria, ne ha conservato religiosamente la bandiera rossa, che è tornata a sventolare più rossa che mai nel 1945. Silvano
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