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[Bolivia]: mobilitazioni e minacce di golpe
by econoticiasbolivia(trad.garabombo) Wednesday March 31, 2004 at 08:30 PM mail:  

da www.econoticiasbolivia.com

Le minacce di un golpe non fermano le mobilitazioni della Centrale Operaia Boliviana.

Migliaia di lavoratori, operai, impiegati, universitari, minatori, pensionati, hanno partecipato alla marcia indetta dal maggiore sindacato di lavoratori boliviani, la COB. Le minacce di un possibile colpo di stato, le pressioni del GOverno, della Chiesa e dei media, niente ha impedito il pacifico e reglare svolgimento della mobilitazione di La Paz. Si era fatto riferimento anche agli incidenti che una settimana fa vennero scatenati da gruppi di contromanifestanti assoldati dal ministero degli INterni, attivisti progoverno e frazioni conservatrici della classe media che avevano provato in strada ad impedire il passaggio di un corteo di lavoratori;
la COB lancia accuse molto gravi: "stavano per infiltrare gente nel corteo e mettere nel caos la città, in modo da mandare i militari in strada e consolidare un golpe militare che sarebbe stato ben visto dalla classe medioalta del paese". Chiari riferimenti inoltre ad alcuni settori dell'esercito e agli uomini del partito dell'ex presidente Sanchez de Lozada. E ancora: "Anche gli avvertimenti per la possibile realizzazione di un golpe che sono venuti in questi giorni dalla Chiesa Cattolica sono il frutto della strategia del governo di Mesa che ricerca appoggio e solidità davanti a scenari dipinti come apocalittici. Noi andremo avanti e siamo pronti in qualsiasi momento a decretare lo sciopero generale illimitato e il blocco delle vie stradali per bloccare i golpisti".

Durante la manifestazione dei lvaoratori sono tornate molto chiare le intenzioni dei sttori boliviani in lotta: "Ci opponiamo alla realizzazione del Patto Sociale che propone Carlos Mesa, noi con i nostri nemici di classe possiamo solo lottare fino al recupero delle imprese da parte degli operai, all'assegnazione di un salario degno per ogni gruppo familiare con un principio di scala mobile e fino alla difesa del sistema di educazione pubblica che ha bisogno di nuovi finanziamenti. Basta con i favori alla classe dominante, basta con la proprietà privata e la democrazia dei ricchi".

Allarme rilanciato anche dal MAS (Movimiento al SOcialismo, sostenitore di un "appoggio critico al presidente Mesa".
Dalla voce del suo leader Evo Morales, che festeggiava il secondo anniversario della nascita del suo partito politico, il MAS denunciava: "I partiti tradizionali espulsi dal paese dalla ribellione sociale dell'ottobre scorso si stanno organizzando con l'ambasciata Nordamericana e il governo di Washington affinchè gli indios non vincano le elezioni municipali di dicembre. Stanno cospirando contro la democrazia e noi siamo pronti a difenderla".
La posizione di Morales è diversa da quella della COB nei confronti del governo nazionale: Morales conta di vincere le elezioni presidenziali fissate per il 2007 e sostiene sia necessario proseguire magari con una esperienza di Assemblea Constituente prima delle elezioni, per questo motivo non spinge sull'acceleratore delle mobilitazioni sociali e fa la parte del "conservatore" all'interno dello schieramento di forze che dagli indigeni ai campesinos ai minatori vorrebbero ripetere le proteste dell'ottobre scorso anche contro l'attuale presidente Carlos Mesa.











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