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La Paz - 1 maggio 2004 -
Migliaia di operai, campesinos e fasce della classe media impoverita hanno convertito la commemorazione del giorno mondiale dei lavoratori in una vera giornata rivoluzionaria, cha ha ratificato, a partire dalle basi, l'inizio di
una nuova offensiva contro il potere neoliberista e delle multinazionali petrolifere. Domani comincerà lo sciopero generale illimitato e il blocco delle
vie autostradali e dalle piazze di ieri è stata rinnovata la dichiarazione di guerra al governo di Carlos Mesa. E' stato rinnovato l'invito a bloccare non solo le vie autostradali e a marciare verso le città ma anche a paralizzare i centri abitati: proprio questo doppio compito verrà assolto dalla Confederación de Campesinos, guidata da el "Mallku" Felipe Quispe, nel primo caso e dalla Centrale Operaia Dipartimentale per quanto riguarda le città. Ieri, 1 maggio, si è mostrato compatto il fronte che da domani dovrebbe cominciare una nuova storica ondata di mobilitazioni: oltre alla COB e ai campesinos dell'Altipiano si sono detti pronti i minatori, i maestri urbani e rurali, i lavoratori delle fabbriche, i pensionati, i lavoratori senza pensione e i municipali. Per quanto riguarda gli operai di fabbrica di La Paz è stato predisposto un meccanismo per cui le loro proteste saranno concentrate negli orari al di fuori del turno lavorativo fino a che le mobilitazioni sociali non gli diano maggiori garanzie rispetto agli scioperi da mettere in atto.

Il fronte del dissenso: ormai da mesi esiste una parte del movimento sociale, che cacciò nell'ottobre scorso il presidente fantoccio degli Usa Sanchez de Lozada, che preferisce gettare acqua sul fuoco di rivolta e aspettare le elezioni del 2007 per prendere il potere. Tra questi il principale personaggio dell'opposizione Evo Morales, leader dei cocaleros del Chapare, che con i campesinos di Cochabamba e la Centrale Operaia di El Alto non parteicperanno alle mobilitazioni che partiranno il 2 maggio.