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[Bolivia]: report mobilitazioni 3/05
by da econoticiasbolivia.com (trad.garabombo) Tuesday, May. 04, 2004 at 4:32 AM mail:  

da http://econoticiasbolivia.com/

BOLIVIA. cominciato il percorso che porterà al blocco dei
caminos e incrementerà la partecipazione dei lavoratori allo
sciopero generale illimitato convocato dalla Centrale Operaia Boliviana.

La Paz - 3 maggio 2004 -
I CAMPESINOS COMINCIANO L'ASSEDIO AL PRESIDENTE MESA
Leaders e dirigenti di tutti gli angoli dell'Altipiano boliviano si sono dati appuntamento nella capitale La Paz per dare inizio alla seconda grande offensiva contro il neoliberismo, le aziende petrolifere estere e il governo neoliberista di Carlos Mesa.

"Decideremo noi del futuro di questo traditore rinchiuso nel Palazzo di Governo" ha dichiarato il massimo dirigente della
Confederazione Sindacale Unica di Lavoratori Campesinos dellaBolivia (CSUTCB), Felipe Quispe, che ha riunito quasi 5mila dirigenti sindacali e indigeni in una amplia assemblea che dava il via al blocco nazionale delle vie autostradali (i "caminos") di comune accordo con la COB, la Centrale Operaia Boliviana.
Tutti i partecipanti, i "mallkus" ovvero i capi andini, i
Jilacatas e i rappresentanti delle comunità erano concordi negli attacchi ai traditori Carlos MEsa, presidente nazionale, e Evo Morales, ex leader dell'opposizione sociale e massimo esponenente dell'opposizione parlamentare.
I dirigetni dell'assemblea generale dei campesinos spingeranno le proprie comunità verso i caminos per organizzare dei blocchi.
Certamente l'organizzazione e il coordinamento delle
mobilitazioni richiedono un po di tempo per cui il blocco e lo sciopero generale della COB monteranno pian piano durante i prossimi 10 giorni.
Va sottolineato come nel settore dei minatori della COB e nelle organizzazioni di lavoratori di fabbrica ci sia stato il tentativo da parte di esponenti legati al MAS di Evo Morales di intralciare il percorso di mobilitazione e perfino le manifestazioni del 1 maggio scorso. I tentativi non hanno avuto alcun tipo di influenza sulle volontà dei lavoratori, che anzi hanno allontanato i personaggi in questione.

- LA RIBELLIONE PARTE DAL BASSO -

La Paz - 3 maggio 2004 -
Poncho, cappello in testa e bastone alla mano.
Jacinto Chura Cori, mallku (capo andino) originario della zona di Timusi nella provincia di Muñecas è arrivato per l'assemblea generale di La Paz. Ha marciato a capo di un gruppo di campesinos che gridano contro il modello economico e contro il presidente traditore. Parliamo con lui.

"QUali sono le sue richieste?"
- Per prima cosa vogliamo che il gas non venga venduto ne ai
cileni ne agli argentini. Siamo molto arrabbiati con il
presidente. E' un traditore. Il gas deve essere industrializzato in Bolivia. E' la nostra prima preoccupazione.

"E il presidente non vi ascolta?"
- Visto che il presidente continuerà a non fare caso a noi, ci mobiliteremo, ci uniremo e non ci bloccheranno. Non accetteremo sconfitte.

"Cosa pensate del modello neoliberista?"
Non siamo d'accordo con il neoliberismo. Adesso arriverà anche l'ALCA a danneggiarci: i nostri prodotti già non riusciamo a venderli bene, si compreranno solo i prosotti che arriveranno dall'estero. Non siamo d'accordo, fratello giornalista.

"E' cambiato qualcosa con il Presidente Mesa?"
Non è cambiato niente. Siamo nella stessa situazione in cui
governava Sanchez de Lozada, Mesa sta prendendo lo stesso
percorso. E visto che non cambia, lo bloccheremo noi. Se le
autorità e le basi della COB, della Confederazione di contadini e la Federazione di operai si uniranno, allora potremo destituire Mesa.



SANTA CRUZ - 3 maggio 2004 -

La marcia indigena-campesina che è partita dalla località di San javier da 14 giorni, visto che il tempo passa e il governo non accenna a dare risposte, si sta massificando e continua a proseguire verso Santa Cruz.

Gli indigeni, i campesinos, i lavoratori delle zone agricole e i senza terra riuniti nel "Blocco Est", proseguiranno la loro marcia che in 24 ore giungerà nella zona della "Comunità 26 di agosto", a soli 50 km dalla città di Santa Cruz. "Il governo non ha dato alcuna risposta alle nostre domande, ha provato solo a distrarci provando a trattare il tema "Terra e Territorio" in maniera poco convincente, svincolandolo dalle nostre altre rivendicazioni sulla Legge sugli Idrocarburi, il Referendum sulla vendita del Gas, le politiche di sviluppo produttivo e l'Assemblea Costituente; noi quindi proseguiremo la marcia e siamo pronti a qualsiasi evenienza" ha dichiarato il Presidente della Marcha e dirigente della Organización Indígena Chiquitana (OICH), Carlos Cuasase, che ha anche avvertito che di qualsiasi forma di pressione esterna esrcitata durante la mobilitazione, sarà ritenuto responsabile il governo nazionale vista l'inettitudine mostrata dal Ministro dello Sviluppo Sostenibile Gustavo Pedraza e dal Ministro degli Affari Indígeni, Ricardo Calla.

I manifestanti hanni ricevuto l'appoggio di altre organizzazioni sociali come il Consejo de Ayllus y Markas del Qullasuyu (CONAMAQ), la Central de Pueblos Étnicos Mojeños del Beni (CPEMB), la Confederación Sindical de Trabajadores Campesinos de Bolivia (CSUTCB), e il magisterio rural de San Julián; tutte queste organizzazioni si mobiliteranno in questi giorni se il governo progeruirà nel suo fermo silenzio.E' dal 27 aprile che esiste un dialogo tra le suddette organizzazioni e una apposita Commissione governativa, che però in queste settimane non ha manifestato una forte volontà politica di risolvere le questioni in ballo, nonstante alcuni incontri con i Ministri delle attività indigene e dello sviluppo sostenibile e il direttore dell'Istituto della Riforma Agraria.
I Senza Terra di Santa Cruz del resto accusano le istituzioni di essere venute incontro piuttosto ai latifondisti.


LE PRINCIPALI RICHIESTE DEL "BLOCCO EST":

1. Risanamento e assegnazione dei titoli terrieri:
sgomberando immediatamente i supposti impresari e gli affaristi del commercio del legname che portano avanti attività illegali colpendo la vita e le terre degli indigeni della Chiquitanía.

2. Ristabilire la giustizia nell'applicazione della riforma
agraria: annullando l'accordo tra terratenenti e governo del 5 aprile.

3. Ristabilire la legalità agraria:
Annullare una serie di Decreti e Disposizione dei governi
precedenti che avvantaggiano solo i commercianti di legno e chi accumula terra su terra.

4. Sradicare la corruzione dall'Istituto Nazionale per la
Riforma Agraria e dal Tribunale Agrario Nazionale:
destituendo tutte le autorità e i funzionari collusi con i
gruppi di potere.

5. RIdistribuzione della terra:
rispettando le richieste dei senza terra.

6. Recupero degli idrocarburi per i boliviani:
realizzazione del Referendum Vincolante le cui domande dovranno essere: 1) sul regime di proprietà e sul controllo effettivo degli idrocarburi in Bolivia e la relazione con gli investimenti privati, 2) sul ruolo della YPFB e il suo ruolo in tutta la catena produttiva di idrocarburi (YPFB è l'azienda nazionale petrolifera boliviana)

7. Nuova legge sugli Idrocarburi
incorporazione in questa legge dei diritti dei popoli indigeni, dei campesinos e delle comunità originarie, omologate nella Legge 1257, così come il compimento delle norme ambientali.

8. Assemblea Costituente:
Concertazione con la società civile e le organizzazioni sociali sulla Legge Convocatoria dell'Assemblea COstituente.

9. Istituzione di un FOndo per lo Sviluppo Produttivo:
per appoggiare l'attività produttiva delle comunità indigene e contadine come forma di diminuzione della povertà delle
campagne.


























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