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Ecco i manuali dei torturatori Usa
by dal manifesto Wednesday, May. 12, 2004 at 10:32 AM mail:

Le tecniche, già usate in Vietnam e Honduras, in due documenti declassificati nel `97. Sevizie collaudate. Un'inchiesta del Washington Post rivela: nel «centro di interrogatorio segreto della Cia» in Afghanistan «coloro che rifiutano di cooperare sono talvolta tenuti in piedi o in ginocchio per ore, con la testa coperta da un cappuccio nero». In nome della «guerra al terrorismo» sono stati costruiti centri di detenzione segreti, tutti preclusi a pubbliche inchieste.

Di fronte alle immagini degli «abusi» avvenuti nella prigione irachena di Abu Ghraib, il presidente Bush ha avuto «una reazione di profondo disgusto e incredulità sul fatto che chi indossa la nostra uniforme possa compiere atti così vergognosi e raccapriccianti» (The New York Times, 11 maggio). Eppure, in qualità di comandante supremo delle forze armate, egli dovrebbe essere a conoscenza dei manuali che insegnano tali tecniche ai militari. Due di questi sono stati declassificati (anche se con alcune parti cancellate) il 24 gennaio 1997, durante l'amministrazione Clinton, in seguito a una azione legale intrapresa dal giornale The Baltimore Sun. Sono lo Human Resource Exploitation Training Manual - 1983, usato dall'esercito Usa in particolare per le operazioni in Honduras, e il Kubark Counterintelligence Interrogation - 1963, un manuale usato dalla Cia in Vietnam, su cui si basa quello del 1983. Le analogie con le tecniche impiegate ad Abu Ghraib sono impressionanti. Il manuale del 1983 insegna che «i sospetti devono essere denudati e bendati» e che «le stanze degli interrogatori devono essere senza finestre, buie, acusticamente isolate e senza toilet». Poiché «il senso di identità di una persona dipende dal continuo contatto con ciò che la circonda», la detenzione deve essere «pianificata per dare al soggetto la sensazione di essere tagliato fuori da qualsiasi cosa conosca e lo rassicuri». Occorre però evitare che «la detenzione divenga monotona al punto tale da far diventare il soggetto apatico». Vanno quindi usati in continuazione «metodi di rottura che lo disorientino e gli incutano sensazioni di paura e impotenza». Tra questi, improvvisi interrogatori ed «esami medici in tutte le cavità del corpo».

Dalla «privazione degli stimoli sensoriali» si passa alle «minacce» che devono essere «espresse freddamente», in quanto «espressioni di ira da parte degli inquirenti sono spesso interpretate dal soggetto come timore di un fallimento e rafforzano in lui la volontà di resistere». Se il soggetto resiste, «la minaccia deve essere attuata, altrimenti la successiva si rivelerà inefficace». Il manuale affronta quindi il capitolo del «dolore», avvertendo che, «quando è inflitto dall'esterno, può rafforzare la volontà del soggetto di resistere». Il metodo più efficace è quello che sia «lui stesso a procurarsi il dolore che sente».

Ad esempio, «se il soggetto è costretto per lungo tempo a mantenere una posizione rigida, come quella dell'attenti, o stare seduto in posizione scomoda su uno sgabello, la fonte immediata del dolore non è l'inquirente ma lui stesso: il suo diviene quindi un conflitto interno». La situazione del prigioniero incappucciato che, ad Abu Ghraib, è costretto a stare in equilibrio su una scatola con in mano degli elettrodi che gli danno la scossa se mette i piedi in terra, altro non è che una variante di questa tecnica. Anche se il manuale, prima di essere declassificato, è stato corredato da un cappello in cui si definisce illegale la tortura, esso contiene due riferimenti all'uso di scosse elettriche negli interrogatori. Avverte infatti che è necessaria l'approvazione del comando «se devono essere usati nell'interrogatorio metodi medici, chimici o elettrici per ottenere acquiescenza». E, nel dare istruzioni sulla preparazione della «stanza degli interrogatori» che «deve essere conosciuto in anticipo qual è l'impianto elettrico, così che i trasformatori e altri apparecchi siano a portata di mano se necessario». Prima che in Iraq, queste tecniche di interrogatorio sono state usate dall'esercito e dai servizi segreti statunitensi in Afghanistan. Lo conferma una inchiesta compiuta dal Washington Post (26 dicembre 2002): nel «centro di interrogatorio segreto della Cia», all'interno della base aerea di Bagram in Afghanistan, «coloro che rifiutano di cooperare sono talvolta tenuti in piedi o in ginocchio per ore, con la testa coperta da un cappuccio nero.

A volte sono tenuti in dolorose posizioni e privati del sonno per ventiquattrore con continui lampi di luce. Mentre il governo statunitense condanna pubblicamente l'uso della tortura, ciascuno degli attuali funzionari della sicurezza nazionale, da noi intervistati, ha difeso l'uso della violenza contro i prigionieri come giusta e necessaria».

Ciò che è emerso in Iraq non è dunque frutto di una deviazione dalle norme ad opera di pochi militari indegni, ma di un metodo scientificamente studiato cui vengono addestrati i militari. Ed è solo la punta dell'iceberg. Secondo The Washington Post (11 maggio), «nella costellazione mondiale di centri di detenzione, molti dei quali segreti e tutti preclusi a pubbliche inchieste, costituiti dalle forze armate Usa e dalla Cia in nome del controterrorismo», vi sono «oltre 9.000 prigionieri, senza alcun diritto legale». Quali siano in questi centri di detenzione le tecniche di interrogatorio, è facile immaginarlo.

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Contributo israeliano alla scienza ... della tortura.
by Wayne Madsen Wednesday, May. 12, 2004 at 11:20 AM mail:

E L C U A R T O R E I C H
12 de mayo del 2004
http://www.rebelion.org/imperio/040512madsen.htm

El modelo de tortura israelí

Violaciones, Capuchas de tela impregnadas en heces y orina
Wayne Madsen
CounterPunch.
http://www.counterpunch.org/
Traducido para Rebelión por Germán Leyens

A medida que crece la evidencia de que un misterioso grupo de antiguos interrogadores de habla árabe de la Fuerza de Defensa Israelí [ejército israelí] y del Servicio General de Seguridad (Shin Bet) fue contratado por el Pentágono bajo un sub-contrato secreto especial para interrogar brutalmente a prisioneros iraquíes en la prisión Abu Ghraib en Bagdad, basta con examinar el historial de abusos de prisioneros palestinos y libaneses en Israel para comprender lo que quería decir el Secretario de Defensa Donald Rumsfeld cuando al referirse a fotos y vídeos, aún no conocidos, dijo: "si estas imágenes fueran puestas a disposición del público, obviamente empeoraría las cosas".

Según un funcionario nombrado por motivos políticos dentro de la administración Bush y las fuerzas de inteligencia de EE.UU., los interrogadores en Abu Ghraib incluían a una serie de israelíes de habla árabe que también ayudaron a los interrogadores de EE.UU. a desarrollar las técnicas "R2I" (siglas en inglés de Resistencia al Interrogatorio).

Gran parte de los métodos de tortura fue desarrollada por los israelíes durante muchos años pasados en interrogatorios de prisioneros árabes en Cisjordania ocupada y en el propio Israel.

Se podrán encontrar pistas sobre fotos y vídeos de abuso aún peores en los archivos israelíes mostrando abusos similares de prisioneros palestinos y otros árabes. En marzo de 2000, un abogado de un prisionero libanés secuestrado en 1994 por los israelíes en Líbano afirmó que su cliente había sido sometido a torturas y violado.

El tipo de compensación ofrecido por Rumsfeld en su testimonio se basa en casos de tortura israelí de árabes. En el caso del libanés, presuntamente violado por sus captores israelíes, su abogado solicitó una compensación de 1,47 millones de dólares.

El Comité Público contra la Tortura en Israel documentó los tipos de tortura a los que sometieron a prisioneros árabes. Muchas de las tácticas coinciden con las mencionadas en el informe Taguba: someterlos a palizas y mantenerlos esposados al mobiliario durante largos períodos.

En un artículo en la edición de diciembre de 1998 de The Progressive, el rabino Lynn Gottlieb informó del tratamiento al que fue sometido un palestino de 23 años mantenido en "prisión administrativa".

El prisionero fue "esposado detrás de una silla 17 horas al día durante 120 días... Le cubrieron la cabeza con un saco, que a menudo fue empapado en orina y heces. Los guardias tocaban música muy fuerte directamente al lado de sus oídos y a menudo se burlaban de él con amenazas de violencia física y sexual".

Si hay más fotos y vídeos que documentan semejantes prácticas, la administración Bush y el pueblo estadounidense no han, por cierto, visto nada todavía.

Aunque todavía no ha sido documentado totalmente si alguno de los contratistas nombrados en el informe del general Antonio Taguba estuvo asociados con los servicios militares o de inteligencia israelíes, va la pena señalar que uno, John Israel, identificado en el informe como empleado tanto de CACI International de Arlington, Virginia, y Titan, Inc., de San Diego, puede no haber sido un ciudadano de EE.UU.

El informe Taguba indica que Israel no poseía aprobación de seguridad, un requerimiento para el empleo como interrogador para CACI.

Según el sitio en la red de CACI, una "Aprobación de Máxima Seguridad [TS por sus siglas en inglés] que sea válida y la ciudadanía de EE.UU." son requeridos para los interrogadores de CACI que trabajan en Irak.

Además, CACI requiere que sus interrogadores "tengan por lo menos dos años de experiencia como policía militar o un tipo similar de agencia de mantenimiento del orden o de inteligencia, en la que el individuo haya utilizado técnicas de interrogatorio".

La especulación respecto a que "John Israel" pueda ser un pseudónimo de los servicios de inteligencia ha provocado especulación sobre si este individuo puede haber sido uno de una serie de interrogadores israelíes contratados bajo un contrato secreto.

Como la ciudadanía de EE.UU. y la documentación correspondiente son requerimientos para una aprobación de seguridad de EE.UU., no se permitiría que ciudadanos israelíes tengan una aprobación de Máxima Seguridad. Aunque el informe Taguba se refiere dos veces a Israel como empleado de Titan, la compañía afirma que es uno de sus sub-contratistas.

CACI afirmó que uno de los hombres mencionados en el informe "no es y nunca será un empleado de CACI", sin suministrar más detalles.

Una fuente de la inteligencia de EE.UU. reveló que en el mundo de los sub- contratos "especiales" de la inteligencia una tal confusión ocurre a menudo cuando "un desmentido plausible" es una preocupación de primera línea.

En realidad, el informe Taguba se refiere a la presencia de interrogadores no-estadounidenses y no-iraquíes en Abu Ghraib.

El informe señala: "En general, personal contratado civil de EE.UU. ( (Titan Corporation, CACI, etc.), nacionales de terceros país, y contratistas locales no parecen ser adecuadamente supervisados dentro de la instalación de detención de Abu Ghraib."

El Pentágono está evidentemente preocupado por la publicación del informe Taguba y sus referencias a CACI, Titan, y nacionales de terceros países, que podrían dañar permanentemente las relaciones de EE.UU. con naciones árabes e islámicas.

El temor del Pentágono puede explicar por qué el informe Taguba está clasificado como Secreto - Ninguna Difusión en el Extranjero.

La filtración Taguba fue tan radioactiva que Daniel R. Dunn, Funcionario de Control de la Información para la Oficina de Douglas Feith de Secretario Adjunto de Defensa, Política (Equipo de Seguridad de los Servicios de Automación de la Política), envió el 6 de mayo de 2004 un correo electrónico marcado "Sólo para uso oficial - urgente" al personal del Pentágono, diciendo:

LA INFORMACIÓN CONTENIDA EN ESTE INFORME ES CONFIDENCIAL; NO VAYA A FOX NEWS PARA LEER U OBTENER UNA COPIA".

En vista de los estrechos vínculos de Feith con los israelíes, una semejante reacción de su principal oficial de seguridad de informática, profesional con Certificado de Seguridad de Sistemas de la Información (CISSP, por sus siglas en inglés), es comprensible, aunque, considerando que se supone que los CISSPs actúen en función del interés público, es lamentable.

La referencia a "nacionales de terceros países" en un informe que restringe su difusión a socios de la coalición de EE.UU.

(Gran Bretaña, Polonia, Italia, etc.)

es otra indicación de la posible participación de israelíes en los interrogatorios de prisioneros iraquíes.

El conocimiento de que EE.UU. pueda haber estado utilizando interrogadores israelíes podría haber trizado severamente la endeble "coalición de los dispuestos" en Irak.

Las conclusiones del general Taguba fueron transmitidas al Comando de Componentes Terrestres de la Coalición el 9 de marzo de 2004, sólo seis días antes de la elección general en España, en la que vencieron los socialistas opuestos a la guerra en Irak. Los españoles terminaron por retirar sus fuerzas de Irak.

Durante su testimonio ante el Comité de Servicios Armados del Senado, Rumsfeld fue presionado por el senador John McCain sobre el papel de los contratistas privados en los interrogatorios y abusos.

McCain le hizo a Rumsfeld cuatro preguntas pertinentes: "... ¿Quién estaba a cargo? ¿Qué agencia o contratista privado estuvo a cargo de los interrogatorios? ¿ Tenían autoridad sobre los guardias? ¿Y cuáles fueron las instrucciones que dieron a los guardias?

Cuando Rumsfeld tuvo problemas para responder la pregunta de McCain, el teniente general Lance Smith, Comandante Adjunto del Comando Central de EE.UU., dijo que había 37 interrogadores contratados en Abu Ghraib.

Los dos contratistas nombrados, CACI y Titan, tienen estrechos vínculos con las comunidades militar y de tecnología israelíes.

El pasado 14 de enero, después que el jefe de la policía militar, general del ejército, mayor general Donald Ryder, ya había revelado abusos en Abu Ghraib, el presidente y director general de CACI, Dr. J.P. (Jack) London, recibió el Premio de Tecnología Albert Einstein del Fondo Jerusalén de Aish HaTorah en el ayuntamiento de Jerusalén, con la participación del Ministro de Defensa ultraderechista Shaul Mofaz y del alcalde de Jerusalén, del partido Judaísmo Unido de la Torah, Uri Lupolianski. Sorprendentemente, CACI esperó hasta el 2 de febrero para anunciar públicamente, en un comunicado de prensa, el premio.

CACI también ha recibido subvenciones de fundaciones binacionales EE.UU.-Israel.

Titan también tiene estrechas conexiones con intereses israelíes. Después de su período como director de la CIA, James Woolsey sirvió como director de Titan.

Woolsey es uno de los arquitectos de la política iraquí de EE.UU. y el principal defensor y lobbyista de Ahmad Chalabi, del Congreso Nacional Iraquí.

Consejero de la neoconservadora Fundación por la Defensa de las Democracias, del Instituto Judío de Asuntos de la Seguridad Nacional, del Proyecto por el Nuevo Siglo Estadounidense, del Centro de Política de Seguridad, de Freedom House, y del Comité por la Liberación de Irak, Woolsey es allegado a Stephen Cambone, el Subsecretario de Defensa para Inteligencia, una persona clave en la cadena de comando que no sólo habría sabido de las tácticas de tortura utilizadas por los interrogadores de EE.UU. e Israel en Irak, sino que también las habría aprobado. Cambone estuvo asociado con el Proyecto para el Nuevo Siglo Estadounidense, y es considerado como miembro del "conciliábulo" neoconservador de Rumsfeld dentro del Pentágono.

Otra persona, considerada por los mejor informados del Pentágono como conocedora del tratamiento impuesto a los prisioneros iraquíes, es el coronel del ejército de EE.UU., Steven Bucci, un boina verde, ayudante militar de Rumsfeld y jefe del control de tráfico del flujo de información del Secretario de Defensa.

Según conocedores íntimos del Pentágono, Bucci estuvo implicado en la dirección de una unidad especial de operaciones clandestinas compuesta de antiguo personal de operaciones especiales de EE.UU. que dependía del Pentágono en lugar de la División de Actividades Especiales de la CIA, el propio grupo paramilitar de la agencia.

El grupo del Pentágono incluía a lingüistas árabes y a ex miembros de los Boinas Verdes y de la Fuerza Delta que operaban clandestinamente en Irak, Afganistán, Irán, Pakistán, y Uzbekistán.

Titan también utiliza lingüistas entrenados en los idiomas (árabe, dari, farsi, pasto, urdu, y tayiko) de esos mismos países. No se sabe si existe un vínculo entre la unidad de operaciones encubiertas de Rumsfeld y los lingüistas de operaciones clandestinas de Titan.

Otro empleado de Titan en el informe Taguba es Adel L. Nakhla. Nakhla es un nombre común en la comunidad cristiana copta de Egipto, sin embargo, no se sabe si Adel Nakhla es egipcio- estadounidense o nacional de Egipto.

Un empleado de CACI identificado en el informe, Steven Stephanowicz, es llamado "Stefanowicz" en una serie de artículos sobre el abuso en la prisión.

Stefanowicz es la ortografía utilizada por Joe Ryan, otro empleado de CACI asignado con Stefanowicz a Abu Ghraib. Ryan es una personalidad radial en KSTP, una estación de radio conservadora de Minneapolis, que mantuvo un registro diario de sus actividades en Irak en el sitio en la red de la radio antes de que fuera cerrado.

Ryan indicó que Stefanowicz (o Stephanowicz) continuó realizando su trabajo de interrogación en Irak aunque el general Taguba recomendó que perdiera su aprobación de seguridad y fuera despedido por los abusos en Abu Ghraib.

En un giro aún más extraño, el Philadelphia Daily News identificó a un antiguo especialista expatriado en relaciones públicas del gobierno de Australia del Sur en Adelaide, llamado Steve Stefanowicz como si posiblemente fuera la misma persona identificada en el informe Taguba.


En 2000, Stefanowicz, que creció en las áreas de Filadelfia y Allentown, partió a Australia. El 16 de septiembre de 2001, fue citado por el Sunday Mail de Adelaide en relación con los ataques del 11-S. Dijo de los ataques: "Fue una de las cosas más increíbles y más devastadoras que yo haya jamás visto.

He estado en contacto permanente con mi familia y amigos en EE.UU. y la atmósfera fue muy solemne y tranquila. Pero esto se está convirtiendo en cólera". Stefanowicz volvió a Estados Unidos y se presentó como voluntario para la Armada en estatus de reserva.

Su madre declaró al Allentown Morning Call en abril de 2002 que Stefanowicz estaba estacionado en alguna parte en el Medio Oriente, pero no sabía dónde, por lo que Stefanowicz dijo que eran "asuntos de seguridad".

Su madre dijo al Philadelphia Daily News que su hijo estaba en Irak pero que no sabía nada sobre su estatus actual.

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Wayne Madsen es un periodista investigativo y columnista de Washington DC. Sirvió en la Agencia Nacional de Seguridad (NSA) durante la administración Reagan y escribió la introducción de "Forbidden Truth!. Es co-autor, con John Stanton, de "America's Nightmare: The Presidency of George Bush II." Su próxima libro es: "Jaded Tasks: Big Oil, Black Ops, and Brass Plates." Su correo es: WMadsen777@aol.com

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