Il Living Theatre e “La Terra di Nessuno”
L’attore e regista Gary Brackett del Living Theatre ha un diverso punto di vista sulle cose accadute in Piazza del Nettuno (Bologna) il 2 giugno. Egli si è ritrovato nella posizione curiosa, se non pericolosa, di essere nella zona “Terra di nessuno”, fra la linea dei poliziotti e quella dei manifestanti. Dalla sua posizione, con i poliziotti alle spalle e la folla arrabbiata e bellicosa di fronte, sarebbe potuto sembrare che, da solo, stesse separando i due campi opposti con la forza risoluta della sua voce e del suo corpo. Perfino quando i manifestanti gridavano “No Global War!” (alcuni sputando e insultando ferocemente i poliziotti), Brackett sembrava voler sfidare i caldi giovani anche su questo, sovrastando le loro urla con il suo grido “No Guerra Locale!”
Inutile dire quanto i manifestanti fossero arrabbiati, oltre che confusi, per il suo atteggiamento di sfida, mentre i poliziotti stavano forse pensando di aver trovato un improbabile alleato in Brackett che persisteva nel continuare ad incitare la folla affinché guardasse ai poliziotti come fratelli, come operai di un sistema più grande di loro, come esseri umani. Ma probabilmente anche i giovani difensori dell’ordine si sono confusi quando subito dopo Brackett ha iniziato ad urlare che il vero nemico non era la polizia ma il capitalismo, lo stato, la macchina di guerra internazionale, Berlusconi.
Chi non ha familiarità con il lavoro del Living Theatre forse si chiederà perché un artista teatrale metta volontariamente se stesso in pericolo. In realtà questo genere di azione politica fa parte di una lunga tradizione del Living che consiste nel mettere in pratica le proprie idee sull’arte e la politica, perfino quando queste idee sfidano le tattiche e le idee dei loro alleati abituali: anarchici, comunisti, pacifisti e altri “resisters”.
E infatti, Brackett presenterà queste idee provocatorie sul perché è necessario un accordo con la polizia, nel suo nuovo spettacolo che sarà presentato nel cuore del movimento anti-globale e anti-guerra (forse i luoghi che ne hanno più bisogno): i centri sociali Ex-Mercato 24 e TPO, e a Piazza Verdi.
Lo spettacolo intitolato “Police Theatre: per passare dalla violenza all’accordo” è in un certo senso una prova generale per un‘azione teatrale in strada che vorrebbe provare a mettere in pratica ciò che Brackett stesso ha fatto in Piazza del Nettuno: intervenire in un’atmosfera calda e potenzialmente violenta da manifestazione, con il teatro, cercando un confronto poetico e critico con una situazione che tende alla violenza, e provando ad inserire ciò che manca (almeno da quanto viene dipinto dai mass media) nel movimento anti-globale: l’amore, il rispetto, la bellezza e l’uso dell’immaginazione come mezzi di protesta. o in un tentativo di confronto poetico.
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