Da "GEOGRAFIE DEL DESIDERIO", opuscolo di discussione sulla necessita' di un centro sociale occupato nella provincia di Napoli, Luglio 2004 (http://italy.indymedia.org/news/2004/07/588426.php)
La KE.RA.SAV fu impiantata a Portici nel 1952, nella zona superiore del comune a confine con Ercolano, su una superficie pari a circa 4800 mq. Il complesso sorse in prossimità di preesistenti strutture tardo ottocentesche che furono inglobate all'interno dell'area in questione. Lo stabilimento si dedicò in un primo momento alla poligrafica e carte valori per alcuni Stati africani ma successivamente il settore fu distaccato altrove. In un secondo momento si interessò alla lavorazione della ceramica, ed a tale periodo si può far risalire l'ampliamento relativo ai padiglioni retrostanti l'edificio in muratura portante. Da quel momento in poi tutte le risorse vennero impiegate nel campo della ceramica, con la produzione di pavimenti e rivestimenti interni con decorazioni a mano, monocottura per esterni, clinker e mosaico ceramico. Nel periodo di piena attività la fabbrica impiegava 755 unità lavorative con una produzione totale giornaliera di circa 3500 mq, tra pavimenti e rivestimenti che venivano esportati soprattutto all'estero. La fabbrica iniziò ad andare in crisi a partire dal 1969-70, con l?insorgere a Sassuolo (MO) di grosse industrie per la produzione della ceramica che si inseriscono sul mercato internazionale a prezzo concorrenziali. La KE.RA.SAV., salvata da un finanziamento governativo del 1972, fallì definitivamente nel 1978. Oggi fa parte del patrimonio comunale di Portici.
Lo stabilimento era formato da tre grossi capannoni, di cui due utilizzati per la produzione, e uno come magazzino mentre l?edificio preesistente fu adibito a sede per gli uffici.
Nei primi anni del 2000, il comune di Portici, neoproprietario della struttura, ha compiuto una gara d'appalto al fine di attivare una bonifica di una parte della struttura per eliminare l'amianto presente sui tetti di alcuni dei capannoni. La gara d'appalto è stata espletata con l'individuazione come appaltatario di una società ecologica specializzata nell'eliminazione di sostanze nocive (l'Ecologia Bruscino s.r.l. di San Vitaliano). E' stata inoltre effettuata un'ulteriore bonifica al fine di eliminare 200 litri di olio combustibile da alcune vasche presenti in uno dei capannoni. Per accertare le avvenute bonifiche è stata anche eseguita un'ispezione a cura di consulenti delegati della Procura della Repubblica. I risultati delle bonifiche sono ignoti e da verificare.
Attualmente uno dei locali preposti alla produzione si presenta in un discreto stato di conservazione poiché la copertura a volta in travature di cemento armato precompresso è rimasta integra; diversa sorte è toccata al secondo padiglione che è molto degradato ed ha perduto quasi interamente l'estradosso della copertura a volta ribassata lasciando a vista la capriata metallica che costituisce e lo scheletro portante della struttura. Il locale adibito a magazzino è in piccola parte stato riutilizzato dal vicino Istituto Antoniano, a differenza dell'edificio ottocentesco che risulta completamente abbandonato anche se in un?accettabile stato di conservazione.
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