"L'espulsione di undici tra delegati e lavoratori è un fatto senza precedenti nella storia della CGIL. Vogliamo far conoscere i fatti reali che stanno dietro una simile decisione."
Cari compagni,
come forse saprete, la CGIL della Toscana ha espulso lo scorso Luglio
tutti i delegati della Sinistra Sindacale dell'attuale e della
precedente RSU Piaggio, e sospesi gli altri (cinque) candidati della
stessa corrente alle ultime elezioni della RSU, eliminando in pratica
la sinistra sindacale dalla FIOM della provincia di Pisa.
L'espulsione di undici tra delegati e lavoratori è un fatto
senza precedenti nella storia della CGIL. Vogliamo far conoscere i
fatti reali che stanno dietro una simile decisione, in modo che tutti
siano messi in condizione di giudicare una decisione a nostro avviso
infondata ed aberrante, e di riflettere sulle ragioni e sulle
conseguenze gravissime che avrebbe per la CGIL l'uso di provvedimenti
disciplinari come strumento di lotta politica.
Nelle motivazioni del provvedimento si leggono infatti solo accuse
pretestuose, rivelatrici di un atteggiamento intollerante e
preconcetto, per esempio aver prodotto volantini firmati "Cambiare
Rotta", "mirati a far emergere una diversità interna alla FIOM",
aver fatto riunioni fuori dalle sedi sindacali (e dei loro orari di
apertura, per es.al bar all'ingresso della fabbrica o nella sede di
Rifondazione di Pontedera), aver proclamato uno sciopero senza
l'assenso della Segreteria provinciale, a sostegno della Piattaforma
precontrattuale FIOM, approvata alla Piaggio nel Settembre 2003,
esserci rivolti alla Magistratura ordinaria per il rispetto delle
regole nelle elezioni della RSU, in sostanza aver pubblicamente
rappresentato una FIOM alla Piaggio ben diversa da come la vorrebbe la
Segreteria provinciale.
È sicuramente vero che abbiamo pubblicamente e ripetutamente
contestato, con interventi in assemblea, volantini, promozione di
agitazioni, la linea sindacale della Segreteria provinciale di Pisa
della FIOM.
Perché l'abbiamo contestata? Chi conosce la storia sindacale
alla Piaggio negli ultimi anni sa bene che dal '95 una serie di accordi
tra OO. SS. provinciali e Azienda ha introdotto alla Piaggio forti
aumenti dei ritmi di lavoro, oltre 2000 licenziamenti, uso abnorme del
lavoro stagionale, flessibilità e sabati lavorativi, senza
aumenti salariali.
In particolare, il metodo dei tempi di lavoro TMC2, ben noto perche'
alla base della rivolta di Melfi e contro cui la FIOM si sta battendo
dappertutto, è stato introdotto alla Piaggio da un accordo
aziendale del 1995.
La sua applicazione, anche di fronte alla resistenza operaia, è
stata possibile solo grazie al sostegno delle OO.SS. provinciali, in
particolare dalla FIOM, che è sempre stato di gran lunga il
sindacato maggioritario alla Piaggio. Dal '95 ad oggi tutta una serie
di accordi ha autorizzato la stagionalizzazione della produzione, l'uso
massiccio del lavoro precario e dei sabati lavorativi, acconsentendo ai
licenziamenti generati dai forti aumenti di produttività
conseguenti agli aumenti dei ritmi di lavoro.
Nell'ultimo anno, con l'arrivo alla Piaggio di Colaninno, la
disponibilità della FIOM provinciale nei confronti dell'azienda
si è tradotta nella sigla di un accordo integrativo che riduce
al minimo gli aumenti salariali, assenti in Piaggio da nove anni,
condizionandoli interamente agli obiettivi aziendali, conferma
l'applicazione del TMC2, introduce la legge 30 e reimpone i sabati
lavorativi, che le lotte operaie avevano resi impraticabili negli
ultimi tre anni.
L'accordo è stato approvato a maggioranza strettissima, solo
grazie al voto favorevole degli impiegati, in un Referendum fuori delle
regole, per es., solo quattro rappresentanti del NO, venti del SI, su
otto seggi, un rappresentante del NO e cinque del SI in Commissione
elettorale.
Tutto questo stracciando (neppure un'ora di sciopero in cinque mesi) la
piattaforma precontrattuale, dai contenuti diametralmente opposti,
approvata dai lavoratori a larghissima maggioranza nel quadro delle
iniziative della FIOM contro gli accordi separati di FIM e UILM sul
contratto nazionale, contraddicendo apertamente tutte le posizioni e
gli obiettivi della FIOM nazionale su TMC2, legge 30,
flessibilità e salari.
In questi anni noi ci siamo fatti interpreti della resistenza operaia,
che si è espressa all'inizio con scioperi di reparto e ha nel
tempo consolidato un gruppo di lavoratori e delegati FIOM, circa la
metà dei 17 FIOM nella RSU prima del suo rinnovo nello scorso
Novembre.
La continua crescita del sostegno operaio alle nostre posizioni ha
determinato negli ultimi anni uno scontro aperto con la Segreteria
provinciale della FIOM, decisa a mantenere il controllo della fabbrica
(la più grande del centro Italia, con circa 3500 lavoratori).
In Ottobre le dimissioni dei delegati FIOM legati alla segreteria
provinciale hanno bloccato le agitazioni per il precontratto e
anticipato il rinnovo della RSU. Le elezioni sono state gestite da una
commissione di sole quattro persone, nominate dalle segreterie
provinciali di FIOM FIM e UILM e UGL, col disprezzo di ogni regola e
garanzia (assenza in tutti i seggi degli elenchi dei votanti, divieto
ai componenti dei seggi di siglare le schede, nell'esclusivo controllo
della Commissione elettorale, urne facilmente manomettibili e nella
disponibilità della sola Commissione per lunghi periodi, in
particolare per cinque ore tra la fine delle votazioni e l'inizio dello
scrutinio, durato cinque giorni, rifiuto totale, anche a formale
richiesta, di accesso ai verbali).
I risultati hanno ridotto a sei su sedici il numero dei delegati della
minoranza nella RSU, con evidentissime discrepanze rispetto alla
parallela votazione per l'elezione dei responsabili della sicurezza,
dove la minoranza ha avuto tre eletti su quattro FIOM.
A fronte di violazioni così gravi, che contraddicono i principi
e tutte le iniziative della FIOM sulla rappresentanza sindacale,
abbiamo ritenuto necessario reagire con la massima fermezza; respinti
senza motivazioni i nostri ricorsi agli organismi sindacali
provinciali, ci siamo rivolti alla Magistratura.
Le Segreterie sindacali provinciali, temendo e rifiutando un confronto
nel merito, hanno chiesto ed ottenuto che il giudice dichiarasse
l'esclusiva competenza delle istanze sindacali su questioni che sono
cruciali per la democrazia nei luoghi di lavoro.
Dall'inizio dell'anno sono stati compiuti una serie di atti arbitrari
nei nostri confronti, tra i quali l'allontanamento dalle trattative per
il contratto integrativo, l'esclusione contro il regolamento della
nostra lista dal Congresso provinciale della FIOM, e infine la
richiesta, da parte della Segreteria provinciale alla CGIL regionale
dell'avvio del procedimento disciplinare che si è concluso con
11 espulsioni e 5 sospensioni.
Questo mentre chi ha avviato la procedura disciplinare contro di noi si
rifiuta ancora, a quattro mesi di distanza, di riconvocare il Congresso
provinciale di Pisa, così come stabilito della Commissione
nazionale di garanzia, che ha invalidato l'elezione del Direttivo e
della Segreteria provinciale per le gravi violazioni commesse nei
nostri confronti.
La nostra vicenda pone un problema di regole e di garanzie democratiche
vitali per il movimento sindacale, troppo spesso violate.
Le affermazioni di principio su democrazie e rappresentatività,
che la FIOM giustamente sta mettendo in cima alle sue rivendicazioni,
non possono essere contraddette da pratiche di natura dirigistica e
autoritaria, come è successo alla Piaggio.
È importante ribadire la necessità di una reale e
verificabile rappresentanza dei lavoratori, che le organizzazioni
sindacali non possono in nessun caso trattare come soggetti passivi,
privi di reali diritti di espressione democratica e della
possibilità di determinare nella sostanza le scelte di linea
sindacale e gli obiettivi delle rivendicazioni.
Chiediamo perciò la solidarietà di tutto il movimento
sindacale, in particolare dei delegati della FIOM, per continuare a
svolgere in fabbrica e nella FIOM il nostro compito di difesa reale
degli interessi dei lavoratori.
I delegati ed i lavoratori Piaggio
espulsi e sospesi dalla CGIL
leggi la feature
su Indymedia
Toscana
www.rebeldia.net
|