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Il caso Diebold, Indymedia e EFF
by saigon Saturday, Oct. 09, 2004 at 2:25 PM mail:

La Diebold e' una corporation statunitense che produce apparecchiature per il voto elettronico, ed e' nota per finanziare il partito repubblicano di Bush. Nei mesi scorsi, da un server dell'azienda sono stati prelevati documenti riservati che dimostrano la possibilita' di alterare i risultati del voto. I documenti sono stati pubblicati anche sul newswire di alcuni Indymedia e la Diebold si è lanciata all'attacco perche' siano censurati, in nome del DMCA (Digital Millennium Copyright Act, la restrittiva legge statunitense sulla difesa della proprieta' intellettuale). I documenti riservati della Diebold sono stati pubblicati su diversi siti web, e sui newswire di molti Indymedia in tutto il mondo. La corporation ha sistematicamente minacciato i relativi provider, per indurli a far rimuovere queste informazioni.

 
L'impero del voto elettronico attacca indymedia

La Diebold e' una corporation statunitense che produce apparecchiature per il voto elettronico, ed e' nota per finanziare il partito repubblicano di Bush.
Nei mesi scorsi, da un server dell'azienda sono stati prelevati documenti riservati che dimostrano la possibilita' di alterare i risultati del voto.
I documenti sono stati pubblicati anche sul newswire di alcuni Indymedia e la Diebold si è lanciata all'attacco perche' siano censurati, in nome del DMCA (Digital Millennium Copyright Act, la restrittiva legge statunitense sulla difesa della proprieta' intellettuale).
I documenti riservati della Diebold sono stati pubblicati su diversi siti web, e sui newswire di molti Indymedia in tutto il mondo. La corporation ha sistematicamente minacciato i relativi provider, per indurli a far rimuovere queste informazioni.
Nel caso di S.Francisco, il provider (Online Policy Group, un'organizzazione no-profit che si batte per il diritto all'informazione) ha dato il proprio sostegno a Indymedia S.Francisco, ricevendo anche il supporto dei legali della Electronic Frontier Foundation. Assieme hanno respinto l'ultimatum della Diebold, e stanno continuando a pubblicare i documenti, cosi' come stanno facendo molti studenti nelle loro universita' statunitensi, sostenuti anche dal Center for Internet and Society, la scuola di legge di Stanford.
In altri casi, invece, come in quello di Indymedia Italia, i provider hanno riversato le pressioni della Diebold sugli IMC, che hanno scelto di rimuovere -almeno temporaneamente- i contenuti contestati, per evitare lo spegnimento dei server.
Pochi minuti di navigazione sono comunque piu' che sufficienti per reperire molti dei documenti della Diebold. Liberamente accessibili in rete per intere settimane direttamente dai computer della ditta, sono ormai diffusi su centinaia di altri server. Questa e' gia' una sufficiente dimostrazione di quanta attenzione la Diebold abbia dedicato alla sicurezza.
Mentre i documenti divengono di pubblico dominio, la Diebold cerca di utilizzare il DMCA per impedirne la diffusione, ostacolando il dibattito pubblico sulla legittimita' dei sistemi con cui i cittadini eleggono i propri rappresentanti.


.:: da copyDOWN Cronologia aggiornata e approfondimenti
.:: da indymedia.org Feature completa (in inglese)
.:: dal Manifesto: Macchine contavoti troppo amiche di Bush | Inarrestabile «touch screen»
.:: da quintostato.it: La disobbedienza elettronica contro le magagne dell'e-vote

tratto da www.italy.indymedia.org 

 

Indymedia e la EFF sfidano la Diebold e il DMCA
by pinna | Sunday, Oct. 26, 2003 at 6:51 PM
Liberta' di informazione - liberta' di link!

Un provider no-profit e la EFF si oppongono ai reclami sul copyright, basati sul DMCA, mossi da una corporation contro Indymedia

La Electronic Frontier Foundation difende il diritto a pubblicare i link agli Electronic Voting Memos

Comunicato stampa della Electronic Frontier Foundation, traduzione non ufficiale
Comunicato originale



San Francisco

Difendendo il diritto a linkare informazioni controverse -relative a difetti dei sistemi di voto elettronico- la EFF (Electronic Frountier Foundation) ha annunciato oggi che sosterra' la difesa di un provider e di un sito web di informazione dalle accuse di infrazione indiretta di copyright, mosse dal costruttore dei sistemi di voto.

Il 10 ottobre 2003 la Diebold, azienda di sistemi elettronici di voto, ha mandato una lettera di "cease-and-desist" ("smetti e non rifarlo") al provider no-profit OPG (Online Policy Group), esigendo la rimozione di una pagina contenente link, pubblicata in un sito di Indymedia che si trova su un server del provider.

La Diebold ha spedito decine di simili comunicazioni ad altri provider che ospitano Indymedia, e ad altri siti che linkavano o pubblicavano copie dei memo ad uso interno della Diebold. Al momento, OPG e' l'unico provider che si e' opposto alla richiesta di oscuramento fatta dalla Diebold.

"Quali argomenti sono piu' importanti per la nostra democrazia delle discussioni sui meccanismi e la legittimita' dei sistemi di voto elettronico, che in questo momento vengono introdotti in tutto il paese?", ha detto Wendy Seltzer della EFF. "La EFF non se ne stara' a guardare mentre corporation come la Diebold bloccano il dibattito in rete, sventolando avvisi legali in faccia ai provider -i quali, normalmente, eliminano anche informazioni legittime, piuttosto che affrontare rischi legali".

Il DMCA (Digital Millennium Copyright Act), approvato dal Congresso degli USA nel 1998, fornisce una "scappatoia" per i provider, per spingerli a oscurare le informazioni pubblicate dagli utenti nel caso in cui ricevano lettere di "cease-and-desiste", come quelle spedite dalla Diebold. Rimuovendo le informazioni per almeno 10 giorni, o costringendo l'utente a farlo, il provider si sgrava infatti di qualsiasi responsabilita' relativa al copyright. Di conseguenza, pochi provider hanno verificato se sarebbero realmente perseguibili per questo tipo di azioni dei loro utenti. La EFF, attraverso Chilling Effects Clearinghouse [*], sta dimostrando alcuni dei modi in cui questa "scappatoia" limita la liberta' di parola.

"Difendiamo con forza il diritto alla liberta' di parola per il nostro cliente Indymedia; il diritto a pubblicare i link ai memo della Diebold, che sono importanti per il pubblico dibattito sulla sicurezza delle apparecchiature per il voto", ha spiegato Will Doherty, del provider OPG. "I reclami della Diabold, per infrazioni di copyright, che consisterebbero nel linkare informazioni presenti altrove nel Web, sono ridicoli; ancor piu' sciocco e' reclamare che un provider sia responsabile per i link pubblicati dai suoi clienti".


Lettera di "cease-and-desist" spedita al provider OPG
Pagina di Indymedia oggetto del reclamo della Diebold
Ricercatori di sicurezza scoprono grosse falle nel voto elettronico
La scappatoia per i provider fornita dal DMCA - da Chilling Effect[*]

[*]
Chilling Effects Clearinghouse e' un sito che archivia e da' consigli gratuiti a tutte quelle situazioni in cui redattori di siti web sono stati censurati dalle corporation e dai loro avvocati
da http://www.neural.it/nnews/databasecensurewebeff.htm

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aggiornamenti
by pinna | Wednesday, Nov. 05, 2003 at 5:09 PM

gli aggiornamenti sulla vicenda vengono pubblicati qui:
http://copydown.inventati.org/news/2003/10/179.php

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Diebold, one of the worst abusers of DMCA takedown
by Wendy Seltzer (EFF) | Thursday, Nov. 20, 2003 at 10:45 PM

(...) One of the things I find most exciting about the Internet is that the sense of Jeffersonian revolution is very much alive online. If you don't like what someone's saying, go to a bulletin board, website, or weblog and say something else; criticize their arguments and respond with your own. If you don't like the software available, patch it (if it's open source) or write your own.

Of course there are some who don't like all that speech, and many of them try to use intellectual property law to silence it. Since we started <!-- @@a href="http://www.chillingeffects.org/"-->Chilling Effects<!-- @@/a-->, we've seen numerous abuses of trademark or copyright to pull down critics and parodists. Particularly bad are uses of the <!-- @@a href="http://www.eff.org/IP/P2P/20030926_unsafe_harbors.php"-->DMCA takedown provision<!-- @@/a--> -- demands to ISPs to remove their users' content.

That's why EFF <!-- @@a href="http://www.eff.org/Legal/ISP_liability/OPG_v_Diebold/"-->recently filed suit<!-- @@/a--> against Diebold, one of the worst abusers of DMCA takedown, on behalf of Online Policy Group and two Swarthmore students. Diebold didn't want people talking about the insecurity of its electronic voting machines with the best evidence available -- internal emails among Diebold employees noting security flaws and efforts to hide them -- so it sent <!-- @@a href="http://www.chillingeffects.org/notice.cgi?NoticeID=911"-->demands to the ISPs<!-- @@/a--> to disable their users' hosting or linking. Because we feel that copyright should not be misused to stifle key political debate, we've asked the court to stop Diebold from sending these threats. We all deserve the right to talk about how democratic elections work.
_______________________________________________
cc-eyebeam mailing list
cc-eyebeam@lists.ibiblio.org
http://lists.ibiblio.org/mailman/listinfo/cc-eyebeam

This discussion runs 2003 November 12-19. Submissions are licensed
under the Creative Commons Attribution-NonCommercial-ShareAlike
license <http://creativecommons.org/licenses/by-nc-sa/1.0/>.

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