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Venezia, Nato, considerazioni
by Osservatore veneziano Monday, Nov. 15, 2004 at 11:10 AM mail:  

Un paio di considerazione sulle iniziative anti nato

A due giorni dalle iniziative anti nato di Venezia un paio di considerazioni; innanzitutto sulla partecipazione alle manifestazioni ciascuna delle quali non ha registrato presenze che superassero le centinaia: 350 Rifondazione cittadina + social forum, 300 gli studenti medi, 400 ciascuna le manifestazioni nazionali di anarchici e disobbedienti (un po’ deludenti quest’ultimi considerato il battage comunicativo delle ultime settimane). Insomma iniziative da addetti ai lavori, in una città abbastanza indifferente, in parte inquinate da inutili e quanto mai strumentali ed ipocrite polemiche politiche. Per i disobbedienti l’obiettivo principale è sembrato essere più che la Nato, Rifondazione comunista, nemica del movimento, complice della nato e della guerra globale permanente, dell’impero ecc. Non sorprende visto che in qualsiasi scritto proveniente dai centri sociali del nord-est, fosse anche su giardinaggio o giochi di società, è immancabile l’attacco a Rifondazione: insomma un rito! Questa volta il pretesto è aver dichiarato che non è nel potere di un consiglio comunale negare gli spazi pubblici ad un’assemblea di parlamentari e di aver proposto una mozione in consiglio che richiedeva una discussione pubblica sulla questione ed invitava il sindaco a far presente a detta assemblea l’ostilità della popolazione veneziana alla guerra e a simili eventi. I verdi (i più fedeli sostenitori di Costa in questi anni), le cui tessere passano e son passate per le tasche di tutti i giovanotti disobbedienti, fanno con scarsa coerenza i sinistri: prima sostengono con Bettin il patrocinio alle parate militari dei lagunari, poi firmano la mozione di Rifondazione infine ne presentano da soli un’altra in cui chiedono che la giunta comunale decreti la sospensione dell’assemblea nato. Di dimettersi dai loro ruoli istituzionali visto che, come dicono i disobbedienti, la concessione di spazi comunali all’assemblea nato è la cosa più grave avvenuta in questi anni di governo di centro sinistra non ci pensano nemmeno come non pensano a separarsi dall’ulivo nelle cui liste vengono eletti i propri deputati veneziani come Zanella.
Insomma i prossimi passaggi elettorali si fanno sentire in ogni iniziativa ed il tiro a Rifondazione diventa l’elemento essenziale per certe parti di movimento; alla lunga il gioco viene scoperto ed a risentirne sono le mobilitazione e la possibilità che esistano o si reinventino spazi politici pubblici di confronto e di costruzione. Ne ha risentito quel che resta del social forum veneziano che per primo aveva lanciato la proposta e la critica all’assemblea nato ma che ha faticato non poco ad emergere come soggetto propositivo e di fatto è stato incapace a barcamenarsi all’interno di un quadro politico cittadino troppo complesso e deteriorato.
Ne ha risentito Rifondazione preoccupata a gestire una fase politica non semplice (con il suo essere parte del movimento di questi anni a Venezia ed altrove ed allo stesso tempo il dover affrontare l’accordo di governo pena la scomparsa dal quadro istituzionale) in cui deve subire e rispondere ad attacchi il più delle volte strumentali e volgari.
Ne hanno risentito gli stessi disobbedienti che dopo aver promesso fuoco e fiamme, alimentando in maniera sproporzionata l’allarme e la tensione in città, debbono accontentarsi di uno striminzito corteo (richiesto e concesso come a tutti gli altri) e ripiegare poi, visti i numeri e l’atteggiamento non concertativo della questura, sul concerto alla fenice: qualche spintone con la polizia, un quarto d’ora di ritardo per la traviata, la contestazione ad un inesistente concerto di Rifondazione a Santa Margherita bastano per salvare la faccia.
Ne hanno risentito gli anarchici, che pur essendo estranei a certe dinamiche politiche, debbono subire il clima da guerra civile con un corteo blindato all’inverosimile e qualche mazzata presa.
Ne ha risentito in generale la città contro la guerra, quelle migliaia di persone che prendevano treni ed autobus per andare alle manifestazioni di questi anni e che tranne poche eccezioni non si sono fatte sentire: forse su questo bisognerebbe puntare collettivamente l’attenzione invece di massacrarci a “sinistra” per la gioia dei neoliberisti di destra e di “sinistra”.

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insomma
by corvo _torvo Monday, Nov. 15, 2004 at 1:04 PM mail:  

Insomma, ne hanno 'risentito' tutti delle azioni dei disobbedienti:la prossima volta meglio non fare niente e non cercare di influenzare il consiglio comunale. Così rifondazione avrà modo di fare il suo bel convegno sulla nonviolenza e gli anarchici non risentiranno del clima creato dai disobbedienti, potendo così fare il loro corteo con tranquillità.
Insomma, il tuo livore contro i disobbedienti (che sono stati gli unici a rompere le scatole alla Nato, in piazza e in comune)ti offusca il cervello!!!
Relax yourself...

corvo_torvo

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Corvo_torvo o forse..
by altro osservatore (di parte però) Monday, Nov. 15, 2004 at 1:17 PM mail:  

vicolo pontecorvo? Sù che ormai si sente la puzza da kilometri di dastanza.Siete alla frutta.
W Aut.Op.

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l'analisi è goiiusta ma con certe teste è inutile
by cristina r. Monday, Nov. 15, 2004 at 2:56 PM mail:  

L'analisi è giusta, l'attacco a Comune e al PRC è strumentale, visto che Beppe Caccia verde/disobbediente/ribelle è rimasto incollato alla sua seggiola di assessore.
Nella descrizione mancano alcuni passaggi, ovvero: le oltre 700 persone presenti all'incontro di mercoledi tra Gino Strada e Paolo Cacciari e le centinia presenti a l dibattito con Bertinotti, Paolo Beni presidente arci, Fabio Corazzina di pax christi, avvenuto nella medesima sala il giorno dopo. Iniziative che come veneziana ho fatto faica sapere che si tenevano, perchè i giornali erano pieni solo delle scemenze di Forceri, capo delegazione dei parlamentari Nato, e delle dichiarazioni di guerra alla guerra degli esperti mediatici.
Non credo che l'obiettivo potesse essere sinceramente quello d'interrompere l'assemblea dei parlamentari NATO, con azioni muscolari. Non si venga a raccontare però che il disturbo della Fenice, con la mezz'ora di ritardo d'inizio concerto, o la vernice lavabile, oppure lo sconto all'Harrys'bar sono state azioni emblema dell'opposizione al militarismo e alla guerra. Sarebbe francamente patetico, visti i risultati.
L'unico risultato è stato quello di evocare in città una campagna stile anni 77, questa volta sottoforma di teatrale pantomima, alibi per la militaizzazione della città.
A proposito io votavo verde, fino a quando i verdi non sono diventati a venezia la sede di violenti quali casarini e soci.
Da allora non ho più votato.
Cristina r.

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Per favore...
by lasciateci fuori... Monday, Nov. 15, 2004 at 4:33 PM mail:  

Per favore lasciate fuori gli anarchici dalle vostre squallide liti di cortile.
Non abbiamo risentito altro che della notevole e notissima stupidità dello Stato che, avendo concentrato le truppe ausiliarie in prossimità di Venezia, ha pensato bene di tenerle in esercizio bloccando un’intera città per accerchiare e molestare 500-600 persone e le loro idee. E non c’è stata nessuna carica, ma solo qualche manganellata di dileggio, tra i latrati di dobermann schiumanti tenuti al guinzaglio. Non da oggi gli anarchici conoscono e riconoscono il sadismo di Stato e non lo imputano che allo Stato, all’autoritarismo, al militarismo.

Concordo con l’analisi di Fred (http://italy.indymedia.org/news/2004/11/678213.php):
“Il fatto è che il centrosinistra ha scelto senza sottintesi la guerra, tagliando fondi e spazi a un movimento che pure aveva alimentato. Basterebbe vedere le reciproche insinuazioni tra Verdi e Rifondazione veneziani di ambiguità e doppiogiochismo: la sinistra-del-centrosinistra deve sfruttare il bacino elettorale del pacifismo e insieme allinearsi sottobanco alle nuove politiche militariste”.

Verdi o Rifondazione è sempre lo stesso! Se anche vi sono buone intenzioni, sono partiti presi dentro le stesse insanabili contraddizioni fra ciò che dicono e ciò che fanno.

Non un voto per chi si allinea alle politiche militariste dell’Ulivo!

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i gatti non sono tutti bigi
by la NATO verrà sciolta dagli USA Monday, Nov. 15, 2004 at 5:01 PM mail:  

a furia di seguire solo slogan non vi siete accorti nemmeno che Spagna, Germania, Francia, Grecia, e forse ancora qualche altro Stato, mentre voi tenevate le vostre litigiose e folcloristiche manifestazioni,
HANNO RIFIUTATO DECISAMENTE DI INVIARE TRUPPE IN IRAK!
Tanto che l'americano ha detto che la NATO così sarà sciolta.

Ascoltato alle ore 12.30 da Radio Capodistria-Koper

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!!!
by ... Tuesday, Nov. 16, 2004 at 9:57 PM mail:  

A furia di ascoltare Radio Capodistria-Koper non ti sei accorto nemmeno che non c’è solo l’Iraq: vi sono più di 80 conflitti in corso nel mondo e Spagna, Germania, Francia e Grecia preferiscono solo mandare le loro truppe altrove. Ma non si tratta di nobili missioni “umanitarie”.
Mentre noi tentavamo di manifestare litigiosamente e folcloristicamente (e lo stato “democratico” ce lo impediva con grande dispiego e dispendio di mezzi), la NATO cercava di adeguarsi al nuovo militarismo bipartisan della “guerra umanitaria e/o preventiva” (ovvero del saccheggio delle risorse e del massacro tecnologico dei saccheggiati, al fine di mantenere al potere sparute e spaurite oligarchie di potere). Sta di fatto che all’Assemblea della NATO hanno partecipato attivamente comunisti e verdi europei, ansiosi (come ad esempio i comunisti cecoslovacchi) di avvalli USA.
Quando gli USA vorranno sciogliere la NATO, prima raderanno al suolo l’Europa. E tu qui sopra, così colto e intelligente da fiutare la nostra pochezza, il semplicismo dei nostri slogan, allora non avrai nemmeno la magra consolazione di aver provato ad alzare la testa contro la violenza organizzata che amministra il mondo e a cui tutti, gli intelligenti e i colti per primi, si inchinano rispettosamente. Credo sia solo ai loro occhi annoiati e miopi che tutti i gatti appaiono bigi.
In ultima analisi e in prima sintesi: un cortese vaffanculo a chi dà ascolto e ripete le nobili parole, i sofismi cortigiani con cui si velano i massacri reali, rossi e non bigi.

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venezia
by cronaca Tuesday, Nov. 16, 2004 at 10:15 PM mail:  

al thread altre info
http://italy.indymedia.org/news/2004/11/679100_comment.php#679229


Giornate molto uggiose.

Vertice Nato a Venezia

Acqua di sopra, e acqua di sotto, Venezia accoglie così i partecipanti al gran ballo dell'assemblea della Nato in laguna. Assemblea che risentendo del clima fosco, si tramuta in un alleluia alla guerra preventiva, con il Ministro della difesa Martino che si presenta sui nostri schermi per porci l'inquietante domanda: "E' meglio prevenire o curare?", la risposta alla quale, per lui, porta dritto alla possibilità per l'Alleanza di attaccare qualunque territorio dal quale, essa stessa, presuma e decida possano provenire minacce di attentati verso gli stati che vi partecipano.

Una interpretazione curiosa dell'Alleanza, nata con scopi difensivi e trasformata lentamente, passando attraverso la guerra in Kosovo, in braccio armato che può agire preventivamente. Strano destino, al quale si oppongono le leggi di diversi paesi associati, che nelle loro costituzioni mantengono il rifiuto della guerra come mezzo di risoluzione dei conflitti.

Questo non pare preoccupare, è ormai invalso l'uso di qualificare le guerre non difensive in maniera diversa: ora intervento umanitario, ora operazione di pace, ora operazione contro il terrorismo. Guerra preventiva sponsorizzata con forza dal segretario olandese dell'Alleanza e, ovviamente, dal partner americano.

Poco importa che l'Alleanza venga sempre più chiamata in causa per un intervento in Iraq, paese nel quale è dimostrato non ci fosse un bel nulla da prevenire parlando di terrorismo, e nel quale l'intervento preventivo è diventato in realtà un intervento creatore di instabilità e fomentatore di quel "terrorismo" che si diceva voler combattere. Una Nato che, nelle parole dei relatori, diventa sempre di più strumento utile all'espansionismo civilizzatore dei folli che gridano allo scontro di civiltà, e che perseguire il loro disegno neo-evangelico non esitano a creare timori millenaristici nelle loro popolazioni.

Discorsi che, com'è d'uso ultimamente, le famiglie si sono trovate sui Tg senza nessun diritto di replica, esaurita nei due secondi due concessi all'opposizione per dirsi disponibile a parlarne. Una tendenza incontrastata, che trova sponde fino a poco tempo fa impensabili anche a sinistra, almeno in quella preoccupata di non aver accesso ai salotti che contano e agli ambienti meno popolari. Una deriva che lascia insensibile la grande politica, e che attira l'attenzione e le proteste solo di alcuni.

Complici le recenti manovre bertinottiane si arriva così ad un 13 dicembre di goldoniana memoria. Acqua di sopra, di sotto e a tratti dal fianco, Venezia in novembre non perdona e bagna tutti.

Accompagnati dal rumore perenne degli elicotteri sulla laguna i veneziani mostrano di non gradire il vertice, e non tanto per i disagi procurati loro dalle proteste, quanto per l'ennesima blindatura della città e per i disagi davvero grandi imposti a chi già deve confrontarsi con l'acqua alta ed il maltempo. Apre le danze delle contestazioni la cena delle beffe chez l'Harry's Bar, cena per nove e fuga senza pagare, lasciando un volantino che invita a riscuotere il dovuto presso la Nato o Galan, presidente regionale forzista.

La replica di Arrigo Cipriani, milionario titolare dell'Harry's Bar, scalda la polemica in città; esibendo la tipica cultura padronale e bottegaia, vanto del Veneto che si è fatto da solo, Cipriani minaccia rappresaglie sul cameriere, colpevole, a suo dire, di essersi fatto sfuggire gli espropriatori di delicatessen. Goldoniano il seguito: insulti da più parti a Cipriani, Galan che si offre di pagare il conto, qualcuno che chiede a Galan di pagarlo di tasca propria e non con i fondi della regione, il sindaco Costa che diplomaticamente parla di un Cipriani poco "elegante", fino all'intervista del Gazzettino al povero cameriere che tra le righe manda in mona le pretese assurde del sior paron senza braghe bianche; risultato: pagherà Cipriani che faceva più bella figura a tacere.

Il 13 novembre, mentre tutti discutono e insultano Cipriani, ha luogo la giornata più pesante dell'intera assemblea. Almeno tre iniziative separate percorrono il territorio veneziano: Rifondazione e Social forum si esibiscono in un corteo acqueo e nella deposizione di un acero davanti alla sede dell'assemblea; i disobbedienti nordestini inscenano una manifestazione con die-in al Lido ed in seguito cercano di bloccare l'arrivo degli ospiti al teatro La Fenice, mentre gli anarchici si ritrovano a Mestre in uno scenario da incubo.

Manifestazioni autorizzate, o estemporanee, non producono lo scenario da tregenda prospettato da giornali locali e forze dell'ordine nei giorni precedenti, pronti come sempre a gridare alla calata di barbari incivili ogni volta che qualcuno abbia in mente di contestare i manovratori. A fare le spese di questa tattica è stato soprattutto il corteo anarchico a Mestre, durante il quale alcuni centinaia di anarchici sono stati costretti a sfilare tra due ali di tutori dell'ordine, superiori nel numero agli anarchici, che, dopo aver ingiunto la chiusura ai negozi sul percorso, hanno incredibilmente provocato ripetutamente i manifestanti, tanto da stupire perfino il Gazzettino, foglio non certo schierato sul versante dell'anarchia.

Un atteggiamento da condannare duramente, e che senza il sangue freddo del servizio d'ordine improvvisato alla bisogna, rischiava di provocare quei tumulti a più riprese annunciati come incombenti dalle stesse forze dell'ordine; un'operazione inqualificabile, una vera e propria provocazione verso cittadini che esercitano un diritto costituzionale, che difficilmente riceverà sanzioni o critiche dai politici ormai troppo distanti dalla realtà.

Così, mentre all'interno dell'assemblea si ribadiva la funzione guerresca dell'Alleanza un volta difensiva, in città andava in onda il litigio fra le varie anime della protesta, riproponendo il copione gia visto di Rifondazione che cerca di trasformare in voti per sé le istanze movimentiste, gli anarchici in splendida solitudine, ed i disobbedienti all'attacco di Rifondazione a loro volta accusati di volere la ribalta mediatica.

A sera i commenti dei veneziani erano univoci: grossa irritazione per l'allarme preventivo lanciato dalle istituzioni, come per i disagi patiti, insulti ad Arrigo, e comprensione per i manifestanti scrocconi, derisione per le baruffe all'interno della sinistra e comprensione per il sindaco chiamato a mediare tra le diverse anime della sua coalizione, ora in conflitto; un discorso a parte merita l'uso degli elicotteri, tanto fastidiosi nel loro sostare a mezz'aria per ore, fino a notte inoltrata, da spingere alcuni commercianti veneziani, di fronte allo spritz di rito, ad auspicare l'acquisto di un'apposita batteria antiaerea comunale.

Sorvolando sulle baruffe chiozzotte, resta l'amaro in bocca nel vedere tesi tanto ardite, e pericolose, radicarsi all'interno dell'Alleanza atlantica nell'indifferenza dei partiti sedicenti di sinistra, l'avvicinarsi delle elezioni scatena la guerra fratricida nella caccia allo zero virgola per cento, al posto al sole vicino ai potenti, all'accreditarsi come forza di governo; tutto molto lontano dalla politica ideale.

Nel frattempo la guerra avanza, e assurge di nuovo a strumento politico, nell'indifferenza dei più.

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