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Vertice Nato a Venezia, tempo da lupi.
by mazzetta Tuesday, Nov. 16, 2004 at 1:18 AM mail:  

Giornate molto uggiose.

Vertice Nato a Venezia

Acqua di sopra, e acqua di sotto, Venezia accoglie così i partecipanti al gran ballo dell'assemblea della Nato in laguna. Assemblea che risentendo del clima fosco, si tramuta in un alleluia alla guerra preventiva, con il Ministro della difesa Martino che si presenta sui nostri schermi per porci l'inquietante domanda: "E' meglio prevenire o curare?", la risposta alla quale, per lui, porta dritto alla possibilità per l'Alleanza di attaccare qualunque territorio dal quale, essa stessa, presuma e decida possano provenire minacce di attentati verso gli stati che vi partecipano.

Una interpretazione curiosa dell'Alleanza, nata con scopi difensivi e trasformata lentamente, passando attraverso la guerra in Kosovo, in braccio armato che può agire preventivamente. Strano destino, al quale si oppongono le leggi di diversi paesi associati, che nelle loro costituzioni mantengono il rifiuto della guerra come mezzo di risoluzione dei conflitti.

Questo non pare preoccupare, è ormai invalso l'uso di qualificare le guerre non difensive in maniera diversa: ora intervento umanitario, ora operazione di pace, ora operazione contro il terrorismo. Guerra preventiva sponsorizzata con forza dal segretario olandese dell'Alleanza e, ovviamente, dal partner americano.

Poco importa che l'Alleanza venga sempre più chiamata in causa per un intervento in Iraq, paese nel quale è dimostrato non ci fosse un bel nulla da prevenire parlando di terrorismo, e nel quale l'intervento preventivo è diventato in realtà un intervento creatore di instabilità e fomentatore di quel "terrorismo" che si diceva voler combattere. Una Nato che, nelle parole dei relatori, diventa sempre di più strumento utile all'espansionismo civilizzatore dei folli che gridano allo scontro di civiltà, e che perseguire il loro disegno neo-evangelico non esitano a creare timori millenaristici nelle loro popolazioni.

Discorsi che, com'è d'uso ultimamente, le famiglie si sono trovate sui Tg senza nessun diritto di replica, esaurita nei due secondi due concessi all'opposizione per dirsi disponibile a parlarne. Una tendenza incontrastata, che trova sponde fino a poco tempo fa impensabili anche a sinistra, almeno in quella preoccupata di non aver accesso ai salotti che contano e agli ambienti meno popolari. Una deriva che lascia insensibile la grande politica, e che attira l'attenzione e le proteste solo di alcuni.

Complici le recenti manovre bertinottiane si arriva così ad un 13 dicembre di goldoniana memoria. Acqua di sopra, di sotto e a tratti dal fianco, Venezia in novembre non perdona e bagna tutti.

Accompagnati dal rumore perenne degli elicotteri sulla laguna i veneziani mostrano di non gradire il vertice, e non tanto per i disagi procurati loro dalle proteste, quanto per l'ennesima blindatura della città e per i disagi davvero grandi imposti a chi già deve confrontarsi con l'acqua alta ed il maltempo. Apre le danze delle contestazioni la cena delle beffe chez l'Harry's Bar, cena per nove e fuga senza pagare, lasciando un volantino che invita a riscuotere il dovuto presso la Nato o Galan, presidente regionale forzista.

La replica di Arrigo Cipriani, milionario titolare dell'Harry's Bar, scalda la polemica in città; esibendo la tipica cultura padronale e bottegaia, vanto del Veneto che si è fatto da solo, Cipriani minaccia rappresaglie sul cameriere, colpevole, a suo dire, di essersi fatto sfuggire gli espropriatori di delicatessen. Goldoniano il seguito: insulti da più parti a Cipriani, Galan che si offre di pagare il conto, qualcuno che chiede a Galan di pagarlo di tasca propria e non con i fondi della regione, il sindaco Costa che diplomaticamente parla di un Cipriani poco "elegante", fino all'intervista del Gazzettino al povero cameriere che tra le righe manda in mona le pretese assurde del sior paron senza braghe bianche; risultato: pagherà Cipriani che faceva più bella figura a tacere.

Il 13 novembre, mentre tutti discutono e insultano Cipriani, ha luogo la giornata più pesante dell'intera assemblea. Almeno tre iniziative separate percorrono il territorio veneziano: Rifondazione e Social forum si esibiscono in un corteo acqueo e nella deposizione di un acero davanti alla sede dell'assemblea; i disobbedienti nordestini inscenano una manifestazione con die-in al Lido ed in seguito cercano di bloccare l'arrivo degli ospiti al teatro La Fenice, mentre gli anarchici si ritrovano a Mestre in uno scenario da incubo.

Manifestazioni autorizzate, o estemporanee, non producono lo scenario da tregenda prospettato da giornali locali e forze dell'ordine nei giorni precedenti, pronti come sempre a gridare alla calata di barbari incivili ogni volta che qualcuno abbia in mente di contestare i manovratori. A fare le spese di questa tattica è stato soprattutto il corteo anarchico a Mestre, durante il quale alcuni centinaia di anarchici sono stati costretti a sfilare tra due ali di tutori dell'ordine, superiori nel numero agli anarchici, che, dopo aver ingiunto la chiusura ai negozi sul percorso, hanno incredibilmente provocato ripetutamente i manifestanti, tanto da stupire perfino il Gazzettino, foglio non certo schierato sul versante dell'anarchia.

Un atteggiamento da condannare duramente, e che senza il sangue freddo del servizio d'ordine improvvisato alla bisogna, rischiava di provocare quei tumulti a più riprese annunciati come incombenti dalle stesse forze dell'ordine; un'operazione inqualificabile, una vera e propria provocazione verso cittadini che esercitano un diritto costituzionale, che difficilmente riceverà sanzioni o critiche dai politici ormai troppo distanti dalla realtà.

Così, mentre all'interno dell'assemblea si ribadiva la funzione guerresca dell'Alleanza un volta difensiva, in città andava in onda il litigio fra le varie anime della protesta, riproponendo il copione gia visto di Rifondazione che cerca di trasformare in voti per sé le istanze movimentiste, gli anarchici in splendida solitudine, ed i disobbedienti all'attacco di Rifondazione a loro volta accusati di volere la ribalta mediatica.

A sera i commenti dei veneziani erano univoci: grossa irritazione per l'allarme preventivo lanciato dalle istituzioni, come per i disagi patiti, insulti ad Arrigo, e comprensione per i manifestanti scrocconi, derisione per le baruffe all'interno della sinistra e comprensione per il sindaco chiamato a mediare tra le diverse anime della sua coalizione, ora in conflitto; un discorso a parte merita l'uso degli elicotteri, tanto fastidiosi nel loro sostare a mezz'aria per ore, fino a notte inoltrata, da spingere alcuni commercianti veneziani, di fronte allo spritz di rito, ad auspicare l'acquisto di un'apposita batteria antiaerea comunale.

Sorvolando sulle baruffe chiozzotte, resta l'amaro in bocca nel vedere tesi tanto ardite, e pericolose, radicarsi all'interno dell'Alleanza atlantica nell'indifferenza dei partiti sedicenti di sinistra, l'avvicinarsi delle elezioni scatena la guerra fratricida nella caccia allo zero virgola per cento, al posto al sole vicino ai potenti, all'accreditarsi come forza di governo; tutto molto lontano dalla politica ideale.

Nel frattempo la guerra avanza, e assurge di nuovo a strumento politico, nell'indifferenza dei più.

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l'altri lati delle cose
by controguerra Tuesday, Nov. 16, 2004 at 1:47 AM mail:  

trovandomi di passaggio a venezia e specificatamente a mestre ed avendo partecipato alla manifestazione dico la mia: ci sono anche altri lati da considerare che non sia quel nullismo quella notte in cui tutto finisce nel nero che tu vedi....

Per esempio c'è qualcosa di differente dal consenso alla guerra del 1938-40. la gente non vedeva male le manifestazioni...Perfino il gazzettino si scandalizzato della brutalità della polizia..

In secondo luogo perché non sono riusciti a provocare?? li hai guardati bene durante il corteo?? era uno spettacolo interessante..

In terzo luogo tutti erano consci della pochezza politica dele organizzazioni che hanno organizzato, della loro insufficenza...sì sì ancora organizzano però a mestre secondo te erano tutti anarchici?? e dalle altre parti erano tutti con casarini o con Rifonda??? Osserva bene..

Mi pare che non cogli le trasformazioni...il disordine che c'è, la coscienza dell'insufficenza delle ipotesi esistenti...

quel mugugno dei veneziani contro cipriani può produrre sorprese molto interessanti...

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beh.....
by mazzetta Tuesday, Nov. 16, 2004 at 2:26 AM mail:  


non voleva essere un de profundis, forse è colpa dell'atmosfera autunnale o forse sono io cupo, ma mi pare di aver dato conto di un più che discreto movimento in laguna, e mai mi sono sognato di ridurre il meraviglioso formicaio di queste occasioni a due o tre sigle.
Di certo è stato un momento triste per qualsiasi aspirazione di pace.
Di certo la disposizione ed il comportamento delle forze dell'ordine ha superato alcuni limiti, e questo, anche se collima con il menù propostoci dalla repressione fino a ieri, deve allarmare tutti, non solo gli anarchici o i denunciati.
Il disordine e la solidarietà con il disordine, sono i sintomi di una malattia che peggiora sempre, quella che ha colpito il nostro tenore di vita; purtroppo non sono la cura al nostro malessere, anche se il diffondersi di una certa consapevolezza è comunque un risultato di rilievo.

Certo potevo esporre le audaci peripezie delle formiche all'assalto, il freddo e l'umido sfidati eroicamente, la determinazione di tanti nel resistere alle provocazioni o ad atteggiamenti assurdi, l'ubriaca che alla vista di un pattuglione nella notte chiede: "chi siete?....Cosa ci fate qui?....cosa volete?", e molte altre storie di piccole grandi resistenze. Davvero Venezia si presta all'epos, quinta meravigliosa nella quale la storia si sposa alla commedia.
Mentre l'acqua saliva e scendeva è successo di tutto, e tutto è corso di bocca in bocca, soprattutto la domenica a bocce ferme e sole splendente (insomma....).
La questione Harris Bar è squisitamente locale, in questo paradigmatica, non credo ad un improvviso e massiccio illuminarsi degli uomini spenti.
Il senso questi avvenimenti trascende i particolari, e non è positivo per nessuno, forse è quello a mettermi di malumore nonostante le giornate piene e per nulla deprimenti.

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bell'affresco!
by riot Tuesday, Nov. 16, 2004 at 7:16 AM mail:  

dopo il fake, almeno penso che lo fosse, su cipriani di venerdì, devo farti icomplimenti per l'onoestà intellettuale e l'analisi delle giornate veneziane.
sono d'accordo su alcune questioni e capisco il tuo desiderio di non entrare in dinamiche che non conosci a fondo come quelle veneziane. però se mi permetti ti faccio notare che le divisioni viste in laguna cui tu accenni di sfuggita sono lo specchio di quello che avviene nel quadrante nazionale. a venezia sono drammaticamente visibili ed evidenti perchè proprio qui rifondazione ha iniziato gli strappi un anno e mezzo fa. qui prc ha ha agitato per prima la bandiera tutta ideologica della nonviolenza. qui prc ha praticato per prima la politica dell'entrismo al governo. qui prc tiene insieme i pezzi più retrivi dello stalinismo, gli scheletri negli armadi degli anni 70, il clientelismo sul fronte casa, con una posizione che nei fatti più a destra dei ds. qui prc vota in giunta e poi contesta in piazza le stesse delibere votate dai suoi assessori (senza citarli però...) qui prc soffre il laboratorio n/eurogreen. qui prc finanzia a piene mani un csoa sempre deserto. e potrei andare avanti all'infinito.
spero che il soggiorno in laguna sia stato di tuo gradimento e mi auguro che tornerai nel prossimo weekend per il seminario ad architettura.

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x riot
by si Tuesday, Nov. 16, 2004 at 8:43 AM mail:  

si era un fake
si ci sarò
ciao

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incredibile
by gasetin Tuesday, Nov. 16, 2004 at 10:03 AM mail:  

quello che segue e' l'articolo del gasetin.

non dice ovviamente cose serie e cerca di buttare fango aggratis. non dice che la polizia era travestita da bb ne' dell'uso della violenza continuato e incessante, ne' della pazienza che abbiamo dovuto avere...
MA... ma -anche se addossandola a un singolo- PER LA PRIMA VOLTA nella storia il gazzettino dice che la polizia PROVOCAVA e che gli anarchici hanno tenuto duro e mantenuto l'ordine in strada.

come sempre. e senza avere i fucili e i blindati le spranghe i cani e gli elicotteri delle merde in divisa blu.

ecco l'articolo:


Domenica, 14 Novembre 2004




MESTRE
Città blindata per 300 anarchici sotto la pioggia


Mestre
Cielo nero di pioggia. E sceneggiatura che sembra scritta da Hollywood, con un elicottero che volteggia sopra la testa, blindati ovunque e una media di due poliziotti in assetto di guerra per ogni manifestante. Più una selva di bandiere nere con la A cerchiata di anarchia. Aggiungici le serrande abbassate di tutti i negozi. Questa è stata Mestre ieri pomeriggio. Città blindata e bloccata, tenuta sotto stretto controllo dalle forze dell'ordine come non si era mai visto prima, nemmeno negli anni delle Brigate rosse. E invece in manifestazione c'erano sì e no trecento anarchici provenienti da mezz'Italia, decisi a manifestare contro la guerra. A Mestre, per non confondersi con i no global di Casarini. "Perchè noi siamo antimilitaristi e non scendiamo a compromessi, come Casarini. O come Rifondazione, che si batte contro la guerra e poi quando va al governo non fa niente per smantellare l'esercito" - spiegava uno degli organizzatori.Ma anarchia ormai fa rima con black bloc, quelli che hanno distrutto Genova. Ecco spiegata la presenza massiccia delle forze dell'ordine. Ma qui, se c'erano, i black bloc non hanno fatto nulla. Anzi, la manifestazione per certi versi era folkloristica, con parecchi reduci del '68, decisamente attempati e con qualche attacco di artrite e giovanissimi punk. Ma li si poteva contare, 10 punk di qua - con delle bellissime variopinte creste di capelli, come si usava vent'anni fa - un paio di "punkabbestia" - quelli con i cani - più un paio di distintissimi anarchici d'antan, con tanto di pizzetto e fiocco al posto della cravatta - più tanti giovani di quelli con i jeans a vita raso terra.Partenza alle 15.30 dalla stazione e arrivo previsto in piazzale Sicilia, sotto il consolato inglese, dopo aver percorso la rampa del cavalcavia, corso del Popolo, piazza Barche e via Poerio. In mezzo tante fermate, come le stazioni di una via crucis antagonista, davanti all'ex deposito Actv di via Torino - ora sede sindacale - per attaccare un manifesto con la scritta: "Sciopero generale contro la guerra". Altra fermata al Franchetti e altro striscione sulla cancellata: "Fuori l'autorità dalla scuola" e tanti slogan contro la Moratti. E si sarebbe andati avanti così per un po', se a metà Corso del popolo non si fosse scatenato il finimondo. La pioggia veniva giù a catinelle. E anche questo ha contribuito, di sicuro, a raffreddare gli animi calienti.Per fortuna non è successo nulla durante il corteo, nonostante tutti gli sforzi di un poliziotto che si è fatto in quattro per far scoppiare l'incidente. Piccolo, barba lunga, in jeans, ad un certo punto sembrava aver raggiunto lo scopo, all'inizio di rampa cavalcavia, quando è stato messo con le spalle al muro da un gruppo nutrito di anarchici. Ma poi ci hanno messo una pezza i poliziotti veneziani guidati da Eugenio Vomiero, un poliziotto che ha esperienza di ordine pubblico e di tifoserie. E ieri eravamo lontanissimi, anche per numero, dalla pericolosità di un singolo gruppo di tifosi che hanno appena perso la partita. Figuriamoci se gente abituata ad avere a che fare con gli ultras, si perde d'animo con trecento manifestanti alle prese con le canzoni degli anni Sessanta - dai Giganti a Fabrizio De Andrè. Ma la tensione era palpabile e la scena di Corso del Popolo, sotto la pioggia battente, con tutti i negozi chiusi e l'unica luce dei lampeggianti, resterà nella storia. Alla fine lo spiegamento di forze è sembrato esagerato, ma solo perchè non è successo niente. Fossero andate in frantumi le vetrine di qualche negozio, avremmo scritto che si era sottovalutata la pericolosità degli anarchici. E invece bisogna dire che tutti hanno tenuto i nervi saldi, compresi gli organizzatori della manifestazioni e che al grido "Non accettate provocazioni dalla polizia", sono riusciti a condurre in porto una manifestazione che era molto temuta.Alle 17.30 il corteo si è fermato in via Poerio, davanti a piazza Ferretto. E lì, come avevano deciso gli organizzatori della manifestazione, ci sono stati i comizi di chiusura. Intanto in piazza Ferretto tutto come al solito, a parte le commesse, una per negozio - ma parecchi hanno tenuto chiuso un bel po' - piazzate davanti alla porta d'entrata, decise a fermare con la forza i black bloc.Maurizio Dianese


fonte:
http://www.gazzettino.it/VisualizzaArticolo.php3?Codice=2161752&Luogo=Venezia&Data=2004-11-14&Pagina=3

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riot? il vuoto con il nulla attorno
by unveneziano Tuesday, Nov. 16, 2004 at 10:53 AM mail:  

Leggo il fiele di Riot sottoforma di insulti al PRC, scaturito dal prendere atto che nonostante i circa 100 milanesi e le altre decine di marchigiani e bolognesi, venuti a dar man forte ai ribelli di Luca Casarini, la presenza al Lido di meno di 400 manifestanti in uno scenario tragicomico di guerriglia annunciata decine di volte sui giornali, si è rivelato inconsistente, tanto quanto la velleità di vopler dettar legge a chiunque voglia esprimersi in modi assai diversi dai loro.
Il laboratorio n/erugreen, sarebbe l'assessore Beppe Caccia che governa l'assessorato all'assistenza sociale, distribuendo clientele a piene mani ed alimentando cooperatiove i cui soci passano più tempo a girare con volto truce da poliziotti mancanti perr i cortei, che invece ad assistere i bisognosi a loro assegnati.
Sono tra i fondatori italiani e veneti, oltre che veneziani dei Verdi, ma un manipolo di picchiatori mi ha cacciato, con me se ne sono andati quasi tutti i verdi che avevano qualche cosa da dire sulle questioni ambientali, tutti nonviolenti. I pochi verdi rimasti con Bettin, oggi sono silenti, lontani anni luce dal bagaglio culturale delle loro esperienze, paurosi di dissentire da un partito occupato mano militare da picchiatori di professione.
Quanto allo stalinismo di cui accusano gli altri, mi pare propruio che il metodo da loro utuilizzato di intimidazione sia più chiarificatore di mille documenti: alla fine della loro manifestazione dalle antenne di Radio Sherwood Wilma Mazza - un nome un programma- incitava a passare per campo s.margherita per dare una lezione a quegli infami di rifondazione, rei di aver promosso con molti altri una iniziativa non violenta in palerse polemica con il clima montato ad arte nella logica di banda che vorrebbe sopravvivere con la vecchia logica dell' azione, repressione, lotta alla repressione.
Quanto alla stalinismo Riot poi ricorda a tutti che la prerogativa dei centri sociali è loro: dato che hanno ottenuto centinaia di milioni di finanziamento comunale per le loro attività, che hanno vinto un bando per la gestione del Rivolta, scritto per far vincere solo loro; mentre per gli altri spazi, soprattutto se vicini a realtà politiche concorrenti e odiate, nessun diritto ad esistere.
A proposito Zona bandita, così si chiama il centro sociale tanto odiato dagli avangurdisti di casarini e soci, è riuscita venerdi a protestare durante il primo concerto organizzato alla Fenice, arrivando con la loro protesta fin davanti alla porta, dove hanno deposto in ricordo di Arafat e della causa palestinese, una Kefia donata dalla Comunità palestinese veneziana (come riportava l'articolo della uova Venezia con tanto di foto). Quanto a chi spara più alto le proprie cazzate, che dire dei loro protettopri politici, davvero rivoluzionari, i verdi come Luana Zanella, eletta nelle liste unitarie dell'Ulivo e rimasta al suo posto di deputata anche quando i verdi erano nel governo delle bombe su Belgrado.
Concludo con una voce di speranza, spero proprio che rifondazione vi sganci definitivamente e che i verdi tornino ad essere una forza politica nonviolenta, attenta all'ambiente, che costruisce ponti di pace e non di odio.

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tragicomici tutti
by dai, una bella rissa, su'....... Tuesday, Nov. 16, 2004 at 12:03 PM mail:  



scannatevi un pò, così quel poco di opposizione che c'è la mandate in vacca con le vostre cagate e non ne parliamo più....

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Per Mazzetta
by A. Thursday, Nov. 18, 2004 at 1:09 PM mail:  

La tua analisi a proposito della Nato, che avrebbe avuto origine, come dici tu, per scopi difensisi è povera, insoddisfacvente, icapace di comprendere il sistema militare da Sinistra allo sbando, senza offesa, anzi vuolk esser un incoraggiamento.

Il 1999 ha portato dei cambiamenti, ma qunado sono maturatI?

Infatti, ti pare che basi militari, armi nucleari ed aerei da guerra abbiano qualcosa difensivo o che siano nati l'altro ieri?

Ma se era difensiva, come giustifichi le politiche aggressive nel mondo ed il dispiegamento di basi?

Da potenzialmente offensiva assistiamo oggi a dinamiche operative reali, è vero, come le ultime guerre appunto, ma l'apparato c'era già tutto, pronto ad essere usato, e l'analisi antimilitarista ne svela i veri scopi, non difensivi appunto, ma di conquista e guerra.

Non basta criticare Bush, è solo il risultato peggiore del sistema, che lo ha messo su perchè lo rapprese4nta al meglio, in maniera efficiente.

Insomma non sono diventati cattivi ad un certo punto ... mi parrebbe semplicistico, o no?

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mai detto ciò
by mazzetta Thursday, Nov. 18, 2004 at 2:41 PM mail:  


almeno non mi pare.......

non è che siano diventati cattivi, è che la Nato è proprio diventata un'altra cosa, senza alcun pronunciamento democratico in merito.

Quanto alla genesi della Nato, ne confermo la natura, almeno formale, di alleanza difensiva, tant'è che nel trattato istitutivo non era prevista la possibilità di "proiezioni della Nato fuori dai confini delle nazioni alleate.

Ricordo che proprio la sinistra ha aperto a questo new deal atlantico, e anche che, militarmente parlando, non esistono strutture di questo tipo omologabili in "difensive" o "offensive" basandosi sui materiali e mezzi a disposizione, trattandosi di alleanze pronte al combattimento; ma che occorra far riferimento agli scopi dichiarati e ai trattati istitutivi (le leggi).
Diversamente qualsiasi armamento potrebbe essere valutato come esplicità volontà di espansione militare, come hanno fatto gli Usa con l'Iraq e come stanno tentando di fare ora con l'Iran

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Nato per offendere
by A Thursday, Nov. 18, 2004 at 3:49 PM mail:  

La Nato è sempre stata uno strumento di guerra, gli Statutini cono un fatto marginale rispetto alla potenza di fuoco nucleare, infatti sono stati modificati con grande facilità

A

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“gli anarchici in splendida solitudine...”
by Neil Thursday, Nov. 18, 2004 at 8:37 PM mail:  

“gli anarchici in splendida solitudine...”

Devo dire che non mi convince questa storia della “splendida solitudine”.

Quando le reputo valide, mi capita da anni di partecipare alle iniziative locali dei Disobbedienti e, assai di rado, a quelle di Rifondazione. Non ho però MAI visto un disobbediente o altro partecipare a un’iniziativa promossa da anarchici. A volte le hanno pure stupidamente criticate in cronaca locale (tanto noi non votiamo comunque).

Nel caso specifico poi ha ragione chi sottolinea che sia i verdi che i comunisti europei stanno dentro la NATO extra large (e questa è una trasformazione rilevante di statuto formale). Cioè il problema non è tanto che “Rifondazione cerca di trasformare in voti per sé le istanze movimentiste” (lo stesso si potrebbe dire dei Verdi), ma che questi alchimisti della politica sembrano voler trasformare il voto pacifista in militarismo “umanitario”. In altri termini, la NATO vuole una legittimazione "democratica" che nessuno deve contestare per davvero.

È questo, credo, che ci ha spinti a Mestre e non a Venezia, dove era più logico andare. Le coperture istituzionali non ci piacciono, ma se poi vengono anche da aree trasformiste e ambigue (dico a livello europeo prima che italiano), la solitudine non è splendida, è un’opaca necessità di sperimentare altre strade o comunque di sbattere la testa contro le pareti della gabbia.

Alla fine lo Stato è riuscito a far passare la divisione in buoni e cattivi! Basta ascoltare Pisanu. Prima gli anarchici, oggi i Disobbedienti (e al seguito anarchici, comunisti, marxisti, "autonomia di classe"), domani Rifondazione.

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