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Transessualismo e rapporti in famiglia
by un* Wednesday, Nov. 17, 2004 at 4:53 PM mail:  

Articolo tratto da http://members.tripod.com/susy_borg/famiglia.htm relativo alle difficolta' dei transessuali nell'ambito familiare-affettivo (i genitori, i partner, i figli, ...)

http://members.tripod.com/susy_borg/document.htm



I GENITORI


La rivelazione ai propri genitori non è certo cosa semplice. Quando avviene in tarda età
e se il problema è sempre rimasto completamente nascosto, senza mai lasciare affiorare un
minimo dubbio o sospetto conseguente alla nostra reale identità, non ci sono molte
probabilità di una facile accettazione, se non a lunghissima scadenza di tempo.
Nell'ambito famigliare, le persone maggiormente disposte alla comprensione e al
riconoscimento della nuova dimensione, sono molto spesso le madri, le nonne e le sorelle.
Questi riferimenti sono rivolti preferibilmente a chi segue un percorso mtf, quindi vivendo
in una società con una cultura ancora prevalentemente maschilista, le persone con minore
difficoltà alla comprensione, restano pur sempre le donne. Gli uomini, nella maggior
parte dei casi, specialmente nelle etnie e nelle culture ancora molto legate alla figura forte
del maschio dominante, come unico punto di riferimento dell'ambito famigliare, sono portati a disprezzare chi si vuole porre in una condizione di "inferiorità" scegliendo un ruolo femminile.
Nell'età pre e adolescenziale è certamente più facile perché sia i genitori che i figli, si trovano comunemente coinvolti nell'affrontare il problema, con l'ausilio delle più adeguate strutture. Dipende in ogni caso dai genitori, dalla loro intelligenza, dalla loro apertura mentale, dalla volontà di superare molte barriere sociali e accettare di preferire la serenità ed il corretto sviluppo del proprio figlio, rinunciando a tutte le aspettative o ai sogni che lecitamente si erano creati nei suoi confronti.
Il sentimento di un genitore generalmente prende sempre il sopravvento e rende più facile il
superamento dei molti ostacoli che si pongono su questo tipo di percorso, anche se a volte
ci sono forti pregiudizi (di tipo religioso, pseudo-morale, sociale) che rendono tutto molto più difficile.
Fondamentale è sempre il sostegno di un buon psicoterapeuta, che deve coordinare il lavoro
svolto tra l'assistito ed il proprio ambito famigliare.



LA PARTNER


Nel caso della partner, fidanzata o moglie che sia, la situazione diventa ancora più complessa
che con i genitori. Oltre al crollo delle aspettative sul rapporto stesso e sui progetti futuri, si aggiungono sentimenti di tradimento, problemi di attrazione sessuale, difficoltà di gestione verso l'esterno e la propria convivenza con il problema.
Molto difficilmente accade che una donna accetti una situazione del tipo, anche se si sono verificati alcuni casi dove, grazie ad uno o più dei seguenti requisiti, ciò è stato possibile:
-omosessualità latente o bisessualità, precedentemente non riconosciuta o forse rifiutata
-grande affettività e comunque un legame profondo, molto protratto nel tempo
-grande apertura mentale verso la sessualità al di fuori degli schemi tradizionali
-necessità di compensazioni affettive dovute a carenze materne nel corso dell'infanzia.
Anche nel caso della partner risulta tutto più difficile se non ci sono mai stati sintomi o manifestazioni di sintomi precedenti; molte donne tollerano, come gioco per lo più erotico, il travestitismo (senza eccessivi sconfinamenti), ma ciò non significa nel modo più assoluto che accettino conseguentemente sconfinamenti visibili all'esterno della coppia o al di fuori dell'ambito erotico.
La soluzione migliore resta sempre di coinvolgere la compagna nel proprio percorso di analisi, con una persona competente e di farle avere un sostegno parallelo da parte di un buon psicoterapeuta, essendo notevoli le difficoltà da affrontare, forse superiori rispetto alla persona stessa che transiziona.
Restano in ogni caso sentimenti di delusione, rabbia e tradimento che spesso vengono superati con il tempo, la comprensione e l'affetto, sempre che quest'ultimo non venga improvvisamente a mancare.
Nelle coppie con figli i problemi sono ancora maggiori perchè spesso si pensa che la transessualità del genitore li possa danneggiare in qualche modo e molte di queste si separano con la convinzione di porre un rimedio alla questione, ignare che l'abbandono crea danni ancora maggiori rispetto a quelli presunti. Sono stati fatti degli studi , riportati a seguito, in riferimento al problema dei figli e che riporto come testimonianza fondamentale sulla questione.






Tratto da: "TRANSGENDER TAPESTRY"
- autunno 1999 - numero #88 - pubblicato dall'I.F.G.E. P.O. Box540229 Ma.



Traduzione a cura dell'insegnante Mirka Lanteri, novembre 1999



FIGLI DI TRANSESSUALI

di R. Green.


Nel 1978 pubblicai un documento sulla sessualità e il genere atipici di genitori e dei loro bambini (Green 1978).
Descriveva 21 bambini che erano stati allevati da madri lesbiche e 16 genitori transessuali. Per altri 20 anni dopo questo articolo nessun altro documento è stato pubblicato che descrivesse una serie di figli di transessuali. Questa assenza spiega perché quel rapporto fu citato come esempio unico nel caso riportato da un transessuale F to M (da femmina a maschio) nella sua recente lotta per lo stato di genitore di fronte alla Corte Europea per i Diritti Umani ( caso di XY e Z contro il regno Unito, 1997). C'è una forte opposizione verso la prosecuzione del proprio ruolo di genitore transessuale durante o dopo il suo cambiamento di genere. Essa deriva in parte dalla preoccupazione che i figli confondano la propria identità di genere durante gli anni critici del proprio sviluppo psicosessuale.

Benchè per coloro che sono interessati al problema non esista un periodo dello sviluppo esente da problematiche, i primi anni di vita sono visti come eccezionalmente vulnerabili. Ciò avviene durante il consolidamento dell'identità di genere di base e la risoluzione di un eventuale conflitto edipidico. La prima adolescenza, quando si manifestano con forza gli orientamenti sessuali, a volte riproponendo precedenti conflitti edipici, è un altro periodo di opinabile vulnerabilità.

Il secondo motivo di attenzione, nel migliore interesse di questi bambini, è la reazione dei loro coetanei. Saranno questi bambini canzonati, emarginati,tiranneggiati in conseguenza del transessualismo dei loro genitori? Ma oltre a queste preoccupazioni presumibilmente esaminabili in modo empirico, c'è dell'altro. Ci sono dei sentimenti di tradimento, abbandono e ostilità da parte del genitore non transessuale. Molti sono così arrabbiati verso il genitore transessuale che si oppongono con tutte le forze a qualsiasi contatto del genitore transessuale con il bambino. Come genitori affidatari, alcuni genitori non transessuali, instillano nel bambino un immagine negativa e distorta del genitore transessuale assente (o raramente presente - la sindrome di alienazione del genitore - GARDNER 1978). Con il passare del tempo anche il bambino si oppone ad ulteriori contatti.

La preoccupazione dei tribunali, in questo caso, è che il conflitto e il trauma imposti al bambino, dovuti al contatto forzato con un genitore mentre l'altro si oppone implacabilmente, e forse all'opposizione stessa del bambino, siano più gravi che interrompere il contatto.

Sono le questioni precedenti, riguardanti l'identità di genere dei bambini e la reazione dei coetanei da considerarsi indipendenti dalla più recente considerazione del genitore (non transessuale) irremovibile dalla sua posizione? Niente affatto, non dovrebbe esserlo.
A prova di ciò la ricerca dimostra l'assenza di un motivo oggettivo di preoccupazione per il benessere del bambino come diretto effetto dello stato transessuale di un genitore e quindi la stessa opposizione del genitore (non transessuale) diviene sempre più irrazionale. In forza di ciò dovrebbe ottenere una minore valenza in caso di giudizio legale.

Durante gli ultimi quattro anni ho intervistato dei transessuali presso l'ospedale di Charing Cross a Londra.
Molti non avevano visto i loro figli per anni. Alcuni di loro avevano abdicato dal loro ruolo di genitore perché temevano che la loro condizione di transessuali potesse nuocere al bambino, altri perché il loro ex-coniuge si era chiaramente opposto ai contatti e il genitore transessuale credeva che la battaglia legale fosse disperata.
Ci sono state famiglie, comunque, dove il genitore transessuale ha continuato a vivere con il bambino (o bambini) e il proprio coniuge, durante la transizione di genere e il test di vita reale, o ha mantenuto frequente contatto come genitore, benché vivesse da separato. Qui di seguito diamo una panoramica di questi casi.

Ci sono diciotto bambini provenienti da nove famiglie, dieci bambine e otto bambini.
Sei genitori sono transessuali da maschio a femmina (M to F), tre sono da femmina a maschio (F to M). L'età dei bambini va dai cinque ai sedici anni; quattro sono nella fascia di età compresa tra i cinque e i sette anni, sei sono di età compresa tra gli otto e i dieci anni, quattro sono di età compresa tra gli undici e i tredici anni e quattro tra i quattordici e i sedici anni.

I punti focali nell'intervistare questi bambini e i loro genitori sono stati i due precedentemente citati come potenzialmente problematici per i bambini: la loro propria identità di genere e la stigmatizzazione da parte dei propri coetanei.


IDENTITA' DI GENERE

Nessuno dei bambini incontra i criteri del DSM IV o del ICD 10 per i "disordini sull'identità di genere". Un ragazzo e una ragazza formularono dei pensieri riguardo il proprio cambio di sessualità alla notizia del transessualismo di un genitore, ma questa curiosità non evolse in un desiderio reale di cambiamento di sesso e non proseguì. Non sono conosciuti casi di cambiamento di genere di importanza clinica.


IL GRUPPO DI COETANEI

Tre (dei diciotto) di questi bambini avevano spontaneamente informato i propri compagni dello stato di transessualità di un genitore. Avevano informato gli amici di cui pensavano di potersi fidare per non essere presi in giro e che non avrebbero indiscriminatamente diffuso la notizia. Tre dei bambini furono presi un po' in giro ma per un periodo passeggero che si risolse da solo ed ebbe fine. I rimanenti non ebbero problemi.


COMPRENDERE I GENITORI

Tre bambini non ricordano il sesso di nascita del proprio genitore transessuale. Gli altri vennero a conoscenza dello stato di transessualità da uno a tre anni prima della mia intervista.
I bambini hanno dimostrato una comprensione della disforia di genere del genitore transessuale e del processo di cura. Di seguito vengono riportati alcuni esempi di queste percezioni;

Una ragazzina di sette anni con il padre come parente transessuale da maschio a femmina:

-" Linda vuole essere una donna. Lei vuole cominciare una nuova vita. Lei ama vivere come una donna. Penso che ciò la renda felice. Dapprima (quando avevo quattro anni) non riuscivo a capire. Crescendo, mi resi conto che vivere come una donna doveva renderla felice, così semplicemente accettai la cosa".
- Linda ha un pene?: "Le verrà rimosso".
- Di cosa ti preoccupi?: "La cosa che mi preoccupa è che se le facessero delle cure sbagliate e qualcosa andasse male, ci potrebbe essere la sfortuna che possa morire durante l'operazione".
"C'è una possibilità che ciò accada?"

Un maschietto di nove anni con un genitore transessuale da femmina a maschio (madre):

-"Lei vuole diventare un uomo con la chirurgia plastica".
- Perché?: "Lei pensa che Dio abbia fatto un errore quando nacque".

Una ragazza di sette anni con un genitore transessuale da maschio a femmina (padre biologico):

- Perché tuo papà si veste come una signora?: "Perché vive meglio così".

Un sedicenne con un genitore transessuale da femmina a maschio (madre biologica):

-" Jim è un ragazzo". " L'unica cosa che gli manca è un pene".

Un bimbo di dieci anni con il padre transessuale (M to F):

- Che cosa ne pensi?: "Per me va bene".
- Perché tuo papà fa questo?: "Non gli piaceva essere uomo".

La sorella più grande, 11 anni:

-"Mio padre sta cambiando sesso. Sta diventando una donna".
- Perché?: "Si sente una donna".
- Come ti senti tu al riguardo?: "Mi sta bene così".

Una figlia quattordicenne con un genitore transessuale da femmina a maschio (madre biologica):

- "Mia madre non è felice del corpo in cui vive. Mia madre è molto più felice da quando ha cominciato a vivere come vuole veramente essere. Quando avevo 13 anni mia madre mi disse:
<<voglio essere un uomo, ti dispiace?>>. Io dissi di no, a patto che tu sia la stessa persona internamente e che continui ad amarmi. Non mi importa ciò che sei esternamente. E' come una barretta di cioccolato. Ha un nuovo involucro ma dentro c'è lo stesso cioccolato".

Il fratello di 10 anni:

- "Jim (la madre) è mio padre perché sta cambiando sesso. A me sta bene. Se questo lo rende felice, sono felice anch'io".


CONCLUSIONI:

Le prove disponibili non alimentano preoccupazioni che il transessualismo di un genitore interferisca sui bambini in modo diretto e negativo. Per contro c'è una vasta esperienza clinica che dimostra il danno verso i bambini come conseguenza dell'interruzione dei contatti con il genitore dopo il divorzio.

Si può fare qualcosa per aiutare queste famiglie?
I tribunali possono essere educati circa le scoperte o ricerche cliniche. I genitori transessuali possono trarre profitto dall'intraprendere insieme ai figli una terapia di supporto psicologico antecedente o durante il percorso di transizione di genere dove si possano rivolgere quesiti e ottenere risposte. Un supporto di coppia nella fase antecedente la transizione potrebbe migliorare l'ostilità del genitore non transessuale. C'è da augurarsi che i sentimenti di disappunto, di perdita e forse di rabbia del genitore non transessuale possano essere diretti in prospettiva a beneficio del bambino, derivante dal contatto con entrambi i genitori.

I bambini possono anche trarre beneficio dal supporto di assistenza psicologica, quando angosciati dal cambio di sesso del genitore (Sales 1995).

I casi descritti qui e nei 20 anni antecedenti dimostrano che i genitori transessuali possono rimanere veri genitori e che i bambini possono capire e empatizzare con il loro genitore transessuale.

I casi studiati dimostrano che la confusione di identità di genere non si verifica e che i possibili problemi di canzonatura non sono maggiori di quelli di cui i bambini sono oggetto per una miriade di motivi.

Non si fanno i migliori interessi dei figli adottando una tattica oppressiva di opposizione implacabile genitoriale da parte di un genitore non transessuale al proseguimento dei contatti con entrambi i genitori.

Il divorzio può essere inevitabile tra genitore e genitore, ma il divorzio non deve essere per ciò inevitabile tra genitore e figlio.


Richard Green MD JD FRCP Psich
Research Director & Head
Gender Identity Clinic, Department of Psychiatry
Charing Cross Hospital, London W6 8RFUK

* MD = Doctor of Medicine
JD = Justice Department
FRCP Psych = Fellow of The Royal College of Psych





***************************************************************************



Tratto da "TRUE SELVES" di Mildred Brown
Capitolo 8 - 187

traduzione a cura dell'Ing. Valeria Pezzali











BAMBINI, FIGLI DI TRANSESSUALI



Sino a circa quindici anni or sono, i terapeuti suggerivano abitualmente che i genitori transessuali sparissero per sempre dalla vita dei loro giovani bambini.



Il progetto era di dire ai bambini che il genitore era morto o andato lontano per un nuovo lavoro.



Apparentemente, questo fu fatto per proteggere i bambini dal diventare psicologicamente traumatizzati o confusi. Alcune mogli possono sostenerlo tuttora.



Comunque, l'esilio del genitore transessuale non è più sostenuto dalla maggior parte dei terapeuti del genere. Se al bambino è detto che il genitore è via lontano ed egli non visita o telefona più, il bambino si sente abbandonato, non amato, e non amabile. Questa tattica (o dire che il genitore è morto) è inutilmente doloroso per il bambino e per il genitore transessuale. Priva il bambino dell'amore e del coinvolgimento di quel genitore, e priva il genitore del piacere dell'osservazione e partecipazione nello sviluppo, crescita, e allevamento del bambino. Questo è irragionevole e ingiusto. Come un mio paziente Femminaà Maschio scrisse:



- Il sentimento d'amore per mia figlia mi opprime. Il mio ex-marito me l'ha presa, dicendo che come transessuale, io non avrei avuto il diritto di crescerla e neppure vederla. La figlia che io portai, feci nascere e nutrii.



Il vuoto e il dolore dalla separazione mi ha lasciata ferita e dissanguata, e freneticamente cerco di riparare e chiudere il sentimento di vuoto e dolore. Talvolta, non ho niente dentro, nessun sentimento né anima. È come se il mio spirito mi avesse lasciata.



Ho sentito sentimenti come questo troppo spesso. Nonostante molte perdite siano insite nella transizione, la perdita o la separazione da un bambino è quella che causa il maggior dolore ai transessuali che sono genitori.



Non c'è ragione logica perché chi vive nell'opposto ruolo di genere debba essere separato dalla propria prole. Un cambiamento di sesso non diminuisce in nessun modo l'amore di un genitore per il proprio bambino, neppure influenza la capacità di essere un buon genitore.



Circa una dozzina dei miei pazienti hanno avuto la custodia esclusiva dei loro bambini, e questi bambini sono cresciuti per essere adulti felici, equilibrati, senza conflitti di genere, sessualmente fiduciosi.



Infatti, uno studio condotto da Richard Green nel 1978 trovò che bambini cresciuti in una famiglia transessuale sviluppano una identità di genere non conflittuale e un orientamento eterosessuale e non differiscono da bambini cresciuti in famiglie più convenzionali.















La rivelazione



La maggior parte dei genitori transessuali svela la propria condizione ai figli faccia a faccia. Talvolta, quando genitore e figlio vivono distanti o sono estraniati, la rivelazione è fatta per lettera. In entrambi i casi, se il bambino è giovane, il transessuale può ottenere l'aiuto dall'altro genitore o di altri membri della famiglia per fornire al bambino ulteriori informazioni e un continuo sostegno emotivo.



Due lettere sono qui rappresentate La prima scritta da un Fà M al figlio estraneamente cresciuto, la seconda da un divorziato Mà F alla giovane figlia che vive con la madre in una città lontana.

-Caro figlio,
Certe lettere sono più difficili da scrivere di altre. Questa è veramente dura. Quel che ho da dirti è che sono una transessuale
Cosa significa? Significa che sin dall'infanzia, io ho pensato che sarei dovuta nascere maschio. Significa anche che per oltre cinquant'anni ho resistito e combattuto la mia natura interiore. Secondo il consiglio e il parere di altre persone, ho cercato di diventare una donna, per crescere e affrontare le mie responsabilità come una femmina, e compiacere quel che ognuno si aspettava da me. Fino ad un certo grado ebbi successo. Tuttavia ho sempre avuto l'opinione che un giorno avrei agito per essere me stesso. L'agonia con la quale vissi fu sapere che qualsiasi cosa avessi fatto, avrei ferito qualcuno.
Se io continuavo come femmina, avrei ferito me stesso e quelli intorno a me a causa della mia frustrazione. Se terminavo di vivere come femmina, avrei ferito quelli a me vicino non essendo quella che volevano fossi. Sembrava una situazione senza possibilità di vittoria finché il problema divenne di vita o di morte, e l'auto-conservazione mi assorbì. Potevo almeno salvarmi dal caos.
Perché te ne parlo ora? Io intendo vivere il resto della mia vita come un uomo. Non più aspetto femminile. Tu ha bisogno di conoscere nonostante tuo padre desideri che io non te ne parli. Questa dichiarazione può spiegare molti miei comportamenti da quando partii dieci anni fa.
Cosa pensi di fare con questa informazione? Io non te lo posso dire. Tu devi decidere. Tu puoi essere ferito, arrabbiato, confuso, deluso--o potresti anche essere lieto per me. Tu hai probabilmente supposto per diversi anni che qualcosa di misterioso mi sia accaduto. Quindi ora sai. Dipende da te come reagire.
Cosa succederà poi? Questo, anche, dipende da te. Noi possiamo essere amici o no. Tu puoi avere domande da farmi. Se è così, io risponderò a tutte le tue domande completamente e onestamente come meglio potrò.
Cosa mi piacerebbe? Mi piacerebbe vederti, parlarti, e spiegarmi a te per soddisfarti. Io ho sentito di averti deluso e aver fallito come madre.
Potrebbe esserci una possibilità per noi come amici. Lo spero.



Attendo la tua risposta
La tua madre affettuosa,



Mary/Max

**************************************************************



Cara Melissa,



Ho alcune cose da dirti, ma non sono sicuro di come farlo. Ci sono stati molti cambiamenti nella mia vita, molti dei quali non potresti capire. Forse tua madre può aiutare a spiegare quel che sto per dirti.
Quando ero molto giovane, più giovane di quanto sei tu ora, io desideravo essere una ragazza come te. Il desiderio crebbe dentro di me per molti anni finché un giorno dovetti fare qualcosa per poter essere felice ed impedire che questa emozione crescesse fino ad esplodere causando dolore a me o ad altri. In ottobre, andai in ospedale, dove un dottore eseguì un'operazione che rese il desiderio realtà.
Poiché sono ora una ragazza, ho dovuto cambiare il mio nome, e ho scelto Angela. Non è grazioso come Melissa, ma mi piace. Cosa ne pensi?
Melissa, io sarò sempre il tuo papà. Nessuno potrà mai cancellarlo. Ma ora che sono una ragazza come te e tua madre, trovo difficile firmarmi come John o Papà. Io non posso essere tua madre perché tu ai già la miglior madre del mondo. Ma io posso essere la tua amica molto speciale--un'amica che ti ama moltissimo e vuole solo il meglio per una piccola lady molto speciale che si chiama Melissa.
Se hai qualche domanda o ti piacerebbe parlare di quanto è successo, ti prego di scrivermi, e io cercherò di spiegarti ogni cosa meglio che posso. Se ti piacerebbe una foto della tua nuova speciale amica--io--ti prego di farmelo sapere, e te ne invierò una.
I spero che tu capisca e sappia che continuo ad amarti e così farò sempre.











Le reazioni dei bambini



L'impatto della dichiarazione sui bambini è largamente dipendente dai loro genitori ed eventualmente dai parenti stretti. Se gli adulti nel loro ambiente sono amareggiati od ostili alla situazione, in collera con il transessuale, e reticenti, come se proteggessero gli altri da qualche azione spregevole o criminale. Essi possono diventare depressi, ansiosi, e combattuti. E se gli viene chiesto di custodire un segreto famigliare, possono diventare vergognosi e isolati.



Comunque, se gli adulti trattano con le loro emozioni razionalmente e risolvono i problemi correttamente, i bambini possono sperimentare un genitore transessuale come una sorgente di chiarimento un dono di prospettiva e sfida che può rinforzarli.



Come regola, i ragazzi prepuberali possono gestire la transizione purché l'altro genitore e i membri della famiglia non sminuiscano il genitore transessuale. Aiuta riconoscere che i bambini crescono con storie fantastiche e cartoons nei quali avvengono continuamente trasformazioni.



Nel "La Bella e la Bestia", uno dei più recenti film animati, la bestia e tutti gli utensili sono incantati--essi erano tutti umani finche non fu lanciato su di loro un incantesimo .



In "Il principe Ranocchio", il principe fu stregato e trasformato in una rana. In entrambi i casi bestia e rana, amore incondizionato e accettazione distrussero l'incantesimo, ed emerse l'uomo che era intrappolato. I bambini abitualmente capiscono questo concetto e sono a proprio agio con esso; non è realmente per loro come una ricerca per capire la trasformazione di un uomo in una donna o di una donna in un uomo.



Nei cartoons figure cambiano forma costantemente, animali parlano, fiori cantano, Superman vola. I bambini accettano la trasformazione come normale. E se spiegato a loro amorevolmente e razionalmente, essi possono trattare con la situazione del loro genitore e con l'avere due genitori della stesso sesso.



La maggior parte dei ragazzi vuole genitori amorevoli e vogliono trattare con la realtà del transessualismo piuttosto che perdere l'amore e il coinvolgimento del genitore transessuale.



Se il rapporto tra il genitore e il bambino era buono prima della transizione, rimane buono dopo. Quel che è importante è mantenere aperta la linea della comunicazione, le domande e le preoccupazioni del bambino devono essere trattate con onestà, e il genitore transessuale si muova lentamente e rispetti i confini del bambino.



Un ragazzo di dieci anni il cui padre lavorava come maschio ma trascorreva gran parte del tempo libero come femmina spiegava:



-"Quando scoprii, fui stupefatto. I ho sempre pensato di avere solo un papà, e ora scoprivo di Gina. Adesso ho un papà che è in parte mamma. Quel che mi aiutò fu che mio papà la introdusse lentamente. Prima, me ne parlò e mi lasciò abituare e quindi mi mostrò immagini di Gina. Per questo non fui shockato quando incontrai la persona reale. Quindi non mi costrinse con lei continuamente prima che me ne fossi abituato.
Ora trascorro molto tempo con entrambi. Quando lei è in giro, io ho due mamme.
Io ho un amico che come me ha due mamme. Egli vive con una e poi va a vivere con l'altra. Ci sono ogni genere di differenti famiglie. La mia non è veramente così strana. Io mi diverto molto con entrambi Gina e John. Gina fa le cose meglio di John, e io posso fare cose diverse con ognuno di loro. Finché so che papà è ancora dentro e continua ad amarmi come sempre farà, io non penso che avrò alcun problema quando egli cambierà in modo permanente".

Se i ragazzi sono adolescenti nel momento della transizione del genitore, possono avere più difficoltà da affrontare. Alcuni provano il timore di perdere i loro amici o diventare zimbello a scuola e l'attenzione del pettegolezzo. Ragazzi dello stesso sesso del genitore transessuale possono temere che il transessualismo possa trasmettersi a loro o che essi possano aver ereditato il problema.



Altri provano vergogna e imbarazzo. L'immagine è importante per i bambini adolescenti, ed essi sono facilmente imbarazzati da ogni cosa che non sia conforme--il marchio sbagliato delle scarpe da tennis o dei jeans, la marca sbagliata dell'auto, l'accento dei genitori--e queste cose sono insignificanti confrontate con l'avere un genitore che sta cambiando sesso. Questi ragazzi diventano depressi, distanti, scontrosi, o ribelli al dover affrontare la vergogna o l'imbarazzo del transessualismo del loro genitore. Alcuni diventano così arrabbiati che dicono di desiderare la morte del genitore.


Sheila, una ragazza di 15 anni disse:



-"Io mi sentii sconcia quando lo scoprii. Mi sentii come se fosse opera mia. Mio fratello lo sapeva, e quando me lo disse, io non potevo crederlo. Prima risi, e poi piansi. Perché papà stava facendo questo alla nostra famiglia? All'inizio, ero così arrabbiata che talvolta desideravo che fosse il padre di qualcun altro o anche che fosse morto. Poi divenni triste perché tutto quel che potevo pensare era a come avrebbe potuto accompagnarmi lungo la navata quando mi sarei sposata. Io ricordo che "chiusi" per tre mesi. E poi al mio quindicesimo compleanno, crollai in classe e non potei fermare il pianto. Fui inviata dall'assistente sociale della scuola, che combinò con me per avere una consulenza regolare.
Il consulente mi spiegò che non è un mia colpa, che le persone hanno ogni genere di problemi esistenziali, e che io dovrei imparare ad accettarlo e cambiare perché non c'è niente che io possa fare per modificare la condizione di papà. Io lo capisco intellettualmente, ma emotivamente talvolta mi colpisce ancora duramente".



I bambini di transessuali spesso richiedono consulenze individuali o famigliari per aiutarli a capire e trattare con il transessualismo del loro genitore.


Anche la fiducia in amici, tolleranti verso il transessualismo, facilita molto l'accettazione da parte dell'adolescente.



Una ragazza lo espresse bene:



-"Ero in ottava quando lo scoprii e fui veramente spaventata di come i miei amici se ne sarebbero occupati. Io temevo che avrebbero potuto pensare che la situazione era così strana che avrebbero rinunciato a me piuttosto che affrontarla. All'inizio, mi depressi mentre cercavo di immaginare la situazione. Ma i miei amici furono grandi. Mi offrirono sostegno immediato. Non lo giudicarono; non dissero che era strano. Se mi avessero esclusa, io sarei impazzita. Invece loro pensano che è interessante. Adesso, se non sono in casa quando vengono, loro bazzicano con Wendy. Io ho un fidanzato stabile, ed egli è completamente favorevole. Lui vuole solo sapere quale pronome usare per non offenderla. Io voglio dire agli altri ragazzi nella mia situazione che stanno perdendo il simbolo sociale di un padre, ma non stanno perdendo il loro genitore. Voglio inoltre dire che il loro genitore sarà probabilmente più felice e più affettuoso, e quindi la loro relazione sarà probabilmente migliore, come tra me e Wendy".



Alcuni teen-ager, specialmente le ragazze, accettano i loro genitori transessuali incondizionatamente e li amano come sempre--o anche di più, ora che conoscono quanto il loro genitore ha sofferto. Una ragazza di 18 anni disse:



-"Io sono favorevole. La mia relazione con Tonya non è mai stata migliore. Tonya è largamente diversa dal maschio, Tim. Molti atteggiamenti negativi sono scomparsi. Tonya è più positiva e cordiale. Lei non riceve quei grandi flussi di testosterone. Lui tornava sempre dal lavoro arrabbiato. Ogni cosa era cattiva. Beveva dodici birre e urlava. Ora abbiamo un rapporto buono, stabile, affettuoso. Noi siamo diventate più simili. Io la rispetto, e sono orgogliosa del suo coraggio".

Le reazioni dei figli adulti sono varie. Alcuni rifiutano, altri tollerano, e altri sono molto affettuosi. Alcuni invitano il loro genitore transessuale a tutti i maggiori eventi famigliari, comprese le feste di nozze, e quando hanno i propri figli, includono il nonno o la nonna transessuale nella vita dei loro figli.



Jonathan, trent'anni, a dispetto di alcune apprensioni iniziali sostenne la transizione di suo padre:



-"Io penso che mio padre sia più felice che mai e più aperto di prima. Ci fu sempre distanza tra noi quando ero un ragazzo. Io non sapevo perché. Quando scoprii la notizia, fu difficile ma non il termine della relazione.
Mio padre fu sempre la persona più intelligente che conoscevo. Se sta migliorando se stesso, sarebbe una mia sconfitta se lo gettassi via. Ma non l'ho ancora visto in abiti femminili. Gli dissi all'inizio "dammi un'idea di cosa succederà, perché tutto quel che posso fare è immaginarti in questo orribile vestito giallo a pois, e l'immagine mi spaventa a morte." D'altra parte, questo è mio padre, e io lo amo. Se vuole essere una donna, è OK per me--purché continui ad amarmi come ha sempre fatto. Il limite è come mi tratta. Io voglio solo che mi mostri che sono amato".



Le reazioni iniziali dei genitori, coniugi, e bambini di transessuali discussi in questo capitolo non vogliono coprire l'intera gamma di possibilità--ma sono tipiche delle famiglie con le quali ho lavorato negli anni.



Similmente, le reazioni degli altri parenti come fratelli, zie, zii, e cugini possono essere egualmente diverse. L'unica eccezione che ho trovato nella mia pratica sono state le nonne. In quasi tutti i casi, le nonne sono state di sostegno ai loro nipoti transessuali.



Come abbiamo illustrato, sebbene alcuni famigliari sono immediatamente in grado di offrire amore, sostegno, e comprensione ai transessuali nelle loro vite, altri richiedono più tempo. Qualche volta settimane o mesi. Altre volte, certi famigliari richiedono anni per superare la loro negatività, collera, dolore, e risentimento. Fortunatamente, comunque, la maggioranza è alla fine in grado di aprire il proprio cuore e la mente.



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