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Il re dei trafficanti, l'Achille Lauro e altre storie.
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mazzetta Thursday, Feb. 17, 2005 at 1:26 AM |
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Qualcuno lo sottovaluta. Spesso.
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In questo scorcio di secolo ci stiamo abituando a visioni del mondo pericolose per la loro semplicità. Se non esistessero una complessità e complicità molto più elevate di quanto sia visibile nei rapporti tra i potenti del mondo, molti fatti rimarrebbero inspiegabili. Accontentarsi della lettura degli eventi secondo la scaletta offerta dal mainstream costringe a perdersi gran parte degli eventi stessi e interi pezzi della narrazione che da cronaca si farà poi storia.
Parlando di potenti, o di intoccabili, vengono spesso in mente quei personaggi capaci di muoversi attraverso le frontiere e realizzare business criminali enormi senza alcuna resistenza da parte delle polizie e delle organizzazioni internazionali. La loro pericolosità è spesso inversamente proporzionale a quanto se ne parla sui mass media.
Troviamo ad esempio raccontato ampiamente il successo di Viktor Bout, mercante russo di armi super ricercato che però spedisce armi in Iraq e vive indisturbato a Mosca, ma sappiamo poco o niente dei suoi colleghi. E pensare che Bout si occupa prevalentemente di logistica, fornisce cioè gli aerei e gli equipaggi per il traffico vero e proprio. L'esigenza di un nemico facilmente identificabile per innescare la dinamica della lotta dei buoni contro i cattivi porta a sopravvalutarne alcuni esponendoli oltre i loro meriti, e a dimenticarne completamente altri.
Uno dei pezzi da novanta, o il pezzo da novanta tra questo genere di persone è sicuramente Monzer al Kassar, conosciuto anche come Mansur o Manzir.
Questo signore dall'aspetto che ricorda Omar Sharif è a tutti gli effetti l'erede dell'indimenticato Adnan Khashoggi, una volta il terrestre più ricco del mondo. Al Kassar è un siriano che si dice derivi la sua fortuna dal fatto di essere cognato del capo dei servizi segreti siriani, ma come vedremo è sicuramente una persona dalle doti non comuni. A differenza di Khashoggi però, al Kassar non lo troverete mai sui rotocalchi nostrani, in Spagna invece è famoso.
Soprannominato il principe di Marbella, località spagnola dove ha risieduto per anni anche Khashoggi, al Kassar dispone di un vasto impero economico, pur avendo qualche guaio con la giustizia. Purtroppo per lui si occupa di traffici d'armi, di droga e di rifiuti tossici, non disdegnando di partecipare alle grandi truffe internazionali quando se ne presti l'occasione. Al suo esordio alle cronache lo troviamo impegnato insieme a Khashoggi a mettere in piedi l'affare Iran-Contras con Oliver North e Bush padre.
Affare per il quale verrà inquisito dalle autorità americane che comunque non lo arresteranno, né molesteranno; tanto che fino al 2001 ha potuto far prosperare una società di import-export di armi a Miami, società con un francese; da allora ricercato e in fuga. Il sito internet della società è però ancora attivo, e se volete ordinare on-line un missile Scud o qualsiasi armamento vi servirà con solerzia. La cosa non è strana, al Kassar gestiva sui suoi conti le triangolazioni tra i paesi coinvolti nello scandalo e ha le chiavi dei movimenti di denaro che beneficiarono principalmente la cosca americana raccolta attorno a Bush e North; la sua testimonianza sarebbe ancora imbarazzante per questa amministrazione Bush, madrina del traffico.
Ancora di più se si considera che con una classica truffa nella truffa, i soldi ricavati vendendo droga non finirono mai in armi consegnate ai contras, ma si dispersero tra la Svizzera e Miami, dove Oliver North faceva vita da nababbo. Oliver North ovviamente condannato, ma graziato da Bush figlio nell'esercizio dei suoi poteri. Scorrendo la carriera di al Kassar lo troviamo impegnato nel 1985 come fornitore di armi e logistica per i sequestratori dell'Achille Lauro e per Hezbollah.
Per il sequestro dell'Achille Lauro le prove a suo carico sono pesanti.
Fortunatamente per lui, pur arrestato da Baltazar Garzon in Spagna, il nostro se la cava nonostante abbia tre testimoni a carico; uno di loro, detenuto nelle carceri di Vercelli, ritratta; un altro si butta dal quinto piano in coma etilico, ed il terzo subisce il rapimento del figlio. Il processo non ha potuto provare le accuse. Al Kassar assolto e libero. Nessuna richiesta dal nostro paese in quell'occasione.
Nel 1988 rispunta un suo coinvolgimento nell'esplosione del volo Pan Am nei cieli della Scozia. L'attentato, compiuto dai due libici su ordine di Gheddafi lo avrebbe visto nella consueta veste di regista-organizzatore con ampia facoltà di movimento. Ancora una volta una coincidenza gioca contro di lui, sul volo scelto per l'attentato ci sono proprio due americani: McKee e Gannon, due agenti americani che avrebbero dovuto testimoniare su un incontro avuto da Bush I in medioriente nel quadro dello scandalo Iran-Contras, loro erano con Bush. L'assicurazione della Pan-Am ne è convinta, i parenti delle vittime anche.
Per l'amministrazione Bush i libici agirono da soli.
Continua intanto a gestire un florido business nel campo della droga; fornisce armi ai talebani impegnati contro i russi e ne vende il prodotto. Nel 1990 manda armi ucraine in Sierra Leone, dove sudafricani e britannici della compagnia Executive Outcomes, poi Sandlines poi ancora trasformata, addestrano i soldati-bambino in cambio di concessioni diamantifere. Le indagini dell'Onu e delle agenzie indipendenti non lasciano dubbi in proposito. Il governo della Sierra Leone non lo persegue.
Nel 1991 scoppia il caso della BCCI, definita dal Procuratore americano "one of the biggest criminal enterprises in world history." Si scoprirà poi che la Bcci, banca pakistana divenuta il crocevia mondiale di ogni genere di sporco traffico, aveva in passato finanziato, e poi salvato anche la Arbusto Inc., prima fallimentare impresa di George Bush II. Per la Dea ( l'ente antidroga americano) al Kassar è un trafficante ricercato che controlla in quegli anni il 20% del mercato americano dell'eroina .
Nel Consiglio di Amministrazione della Bcci siede anche un saudita, il capo dei servizi segreti sauditi. Chiaramente le indagini non toccano al Kassar e soci, multati per qualche milione di dollari su qualche miliardo di dollari di truffe e riciclaggio; meno di quanto al Kassar spenda per vestirsi. Attraverso la Bcci passavano i soldi della droga turca, colombiana ed afgana. Negli stessi anni al Kassar si lega al presidente argentino Menem, che è anche lui di origine siriana, dal quale otterrà la cittadinanza argentina in quindici giorni, ed è suo complice nell'esportazione di capitali argentini; crea una banca argentina che poi fallirà.
Impegna il tempo organizzando almeno il secondo dei due attentati contro obbiettivi ebraici del 1992 a Buenos Aires. Attentati che, appurata senza dubbi la sua partecipazione, andrebbero rivisti nell'interpretazione che li vuole di matrice iraniana. In realtà il secondo fu sicuramente portato a termine da siriani provenienti dalla città natale di al Kassar. Anni gloriosi, nei quali si impegna anche a fornire armi alla Croazia, ancora regione Jugoslava, a scaricare rifiuti tossici in Sierra Leone, Mozambico, Haiti.
Ancora armi e rifiuti in Somalia, dove usa le navi da pesca che l'Italia aveva donato alla Somalia per i suoi traffici.
Nella zona controlla i porti di Gibuti e dello Yemen, paese del quale è anche console e mediatore in Svizzera. Curiosamente i falsi Certificati di Destinazione Finale di questi porti, che provano il suo traffico d'armi, sono spariti dal web, persino dai documenti delle associazioni che lo denunciano, restano solo le intestazioni. Una strana pulizia, considerando che si tratta di documenti processuali già noti. Rifornisce abbondantemente il mercato somalo senza distinzioni, per i Kalashnikov polacchi accetta in pagamento anche la droga locale, il Khat, che poi esporta verso i paesi del golfo.
Per i rifiuti si associa a mafiosi ed imprenditori italiani, svizzeri ed argentini.
Al Kassar in Somalia gioca sulla contrapposizione tra italiani, monarchici, piduisti e mafiosi, ed americani desiderosi di ottenere in fretta law & order; contrapposizione chiaramente espressa da una frase del 15 agosto 1993, nella quale il comandante del contingente americano in Somalia, Jonathan Howe, afferma: "Non ci dispiace davvero che gli italiani lascino Mogadiscio: li consideravamo indegni della nostra fiducia, per non dire peggio". La battaglia è senza esclusione di colpi, ma alla fine, dopo che anche Kofi Annan si sarà esprsso duramente, l'Italia è costretta ad abbandonare il paese.
L'Italia avrà la meglio solo sul controllo del commercio delle banane, guadagnato da Bianca De Nadai ( Entusiasta sostenitrice di Tremaglia ed erede della famiglia De Nadai, da sempre monopolista delle banane somale; per anni sussidiate fino al 100% dalla UE) , capace di assicurarsi il sostegno dei signori della guerra costringendo così a battere in ritirata nientemeno che la multinazionale Dole, In questo periodo, il 30 novembre 1994, 150 miglia al largo della Somalia si incendia la Achille Lauro.
Affonderà dopo 2 giorni di agonia, la morte di due persone e otto feriti. La nave verrà soccorsa velocemente da almeno una dozzina di navi di stanza di fronte alle coste somale.
Il 10 gennaio 1995 il Pentagono annuncerà l'operazione United Shield, destinata a proteggere il ritiro definitivo delle truppe internazionali dal paese. Sul campo restano vittoriosi i signori della guerra ed i loro fornitori, tra i quali al Kassar. Sul naufragio dell'Achille Lauro si aprirà una strana inchiesta, conclusa con il rinvio a giudizio per incendio colposo del comandante e di due membri dell'equipaggio. La perizia, se così vogliamo chiamarla, ha stabilito che non è possibile indicare le cause dell'incidente. Due interrogazioni parlamentari tra il 2002 ed il 2003, una di G. Russo Spena e una di Nello Formisano sono finite senza alcuna risposta.
L'armatore della Lauro non è nemmeno stato interrogato.
Una strana procedura per un disastro di quelle proporzioni e per le inquietanti coincidenze; occorre ricordare che la motonave non ricorda solo l'episodio del sequestro, ma che il nome di Achille Lauro richiama tutto un mondo di affari e di relazioni che ritroviamo intatto e all'opera in Somalia a quei tempi. Strano che per un disastro dalla natura misteriosa non si trovi di meglio che indagare il maggiordomo; eppure la nave era sopravvissuta ad altri 3 incendi nella sua lunga vita, e aveva subito altrettante profonde revisioni, i motori non erano quelli originali, ma conformi agli standard.
Il nome di al Kassar ricorre negli atti della Commissione parlamentare sui rifiuti, e in quella Alpi-Hrovatin, eppure nessuno ha mai pensato di approfondirne la figura come meriterebbe.
Al Kassar intanto prospera, gode del crack della Imperial di Grenada e gode a rifornire di armi i palestinesi, la guerriglia Liberiana, e almeno altri sette paesi coinvolti nella guerra africana che culminerà con il massacro tra Hutu e Tutsi. Nel 1999 muore bruciato nella sua casa-fortezza di Montecarlo Edmond Safra, banchiere coinvolto nell'affare Iran-Contras e nelle truffe argentine. Anche in questo caso il colpevole è il maggiordomo, una inchiesta stabilirà infatti che il suo infermiere avrebbe millantato l'assalto di uomini armati e vestiti di nero, e avrebbe dato fuoco all'appartamento da solo per apparire come salvatore. Versione che, per esempio, non ha accontentato per nulla la vedova di Safra. L'infermiere sostiene di aver firmato una confessione in francese che non era capace di leggere; alla magistratura di Montecarlo va bene così.
Nel 2001 al Kassar denuncia alla magistratura spagnola di essere stato contattato da Bin Laden per una fornitura di armi, nel frattempo spedisce armi all'Alleanza del Nord in Afghanistan.
Sempre nel 2001 lo raggiunge in Svizzera un ordine di cattura internazionale, proveniente dall'Argentina. Stranamente le autorità svizzere respingono l'atto dicendo che non è corredato di prove sufficienti; normalmente tali ordini -non- portano alcuna prova in allegato. In questi giorni gli uffici di al Kassar rispondono dicendo che è in viaggio per affari. Una condizione difficile da immaginare per chi sia colpito, ormai, da numerosi ordini di cattura internazionale, ma realistica; al Kassar è impegnato a spedire armi in Iraq, usando gli aerei di Viktor Bout, mentre sogna i guadagni che gli porterà il recente boom della produzione del papavero afghano.
E' strano, se si leggono le storie di persone mediorientali catturate in esecuzione del Patriot Act, o quelle dei poveri cristi deportati a Guantanamo, o delle altre vittime qualunque della "war on terror" ci si fa l'idea che gli americani nel perseguire i loro nemici, o meglio i "terroristi", siano spietati e senza alcun riguardo. Poi si incontrano questi personaggi, capaci di essere allo stesso tempo mediorientali, nonché terroristi, nemici, trafficanti spietati e potentissimi inflazionatori di conflitti e disastri ambientali. Si incontrano sui giornali, ma si incontrano anche in un albergo a Ginevra, o sul paseo de mar di Marbella, o seduti sulla banchina di Puerto Banus a parlare del tempo con gli amici del bel mondo.
Si incontrano nelle banche e siedono nei consigli di amministrazione insieme a tanta gente rispettabile. Verrebbe da credere a misteriose coincidenze favorevoli per il cattivone, o da farsi beffe di tanti persecutori incapaci.
Purtroppo per tutti, invece, la loro intoccabilità non ha nulla misterioso.
mazzetta redazione@reporterassociati.org
una manata di link
http://portland.indymedia.org/en/2004/06/291229.shtml http://www.american-buddha.com/bcci.affair.23.htm http://www.spitfirelist.com/f277.html
De nadai http://www.grtv.it/1997/21otto97/dini21.html 1997 banane sussidiate Relazione bcci http://www.bicc.de/publications/papers/paper39/paper39.pdf
savoia http://www.wema.it/art.asp?id=30 http://www.societacivile.it/primopiano/articoli_pp/savoia/savoia_2.html
http://hermes.mfn.unipmn.it/~fantom/male/male.htm
http://web.tiscali.it/gicis/savoia.htm
http://italy.indymedia.org/news/2004/12/695458.php http://italy.indymedia.org/news/2002/12/139707.php http://italy.indymedia.org/news/2002/08/75327.php p2 http://italy.indymedia.org/news/2002/08/75327.php monarchici http://www.lastampa.it/_web/_rubriche/accadde_oggi/archivio/ novembre/0611/061147.asp http://fleet.inmarsat.com/safety.htm
flotta http://digilander.libero.it/achillelauro/capitolo19.htm
domanda Di Pietro
http://www.antoniodipietro.it/attivita_politiche/istituzionali_risposte.php?interrid=14
contatti con Binladen http://www.pbs.org/frontlineworld/stories/sierraleone/alkassar.html
Imad-Fayez-Mughniyeh http://www.grandinotizie.it/dossier/019/fatti_perche/025.htm hezbollah http://www.rainews24.rai.it/ran24/speciali/obiettivo_usa_nuovo/t_diffusione.htm testimoni cagionevoli, in questo caso un'argentina http://www.periodicotribuna.com.ar/Articulo.asp?Articulo=890 http://www.tio.ch/common_includes/pagine_comuni/articolo_interna.asp?idarticolo=180342&idtio=2 http://www.pbs.org/frontlineworld/stories/sierraleone/alkassar.html http://www.giornaledibrescia.it/giornale/2001/08/13/05,ESTERO/T7.html http://www.pbs.org/frontlineworld/stories/sierraleone/alkassar.html http://www.meib.org/articles/0003_s1.htm
http://www.spitfirelist.com/f109.html http://www.carpenoctem.tv/cons/pan.html
http://www.lossless-audio.com/usa/index0.php?page=911341112.htm
http://www.kycnews.com/imperial_consolidated_group.asp http://www.kycnews.com/images/kassar.jpg
http://www.antoniodipietro.it/attivita_politiche/interrogazione_risposta1.php?interrid=14 http://www.camera.it/_dati/leg14/lavori/stenografici/sed118/bt11.htm
la Lauro http://www.istrianet.org/istria/navigation/sea/immigrant/achlle-fire.htm http://www.istrianet.org/istria/navigation/sea/immigrant/achille.htm video http://news.bbc.co.uk/onthisday/hi/dates/stories/november/30/newsid_2525000/2525643.stm foto http://www.ssmaritime.com/achillelauro.htm sos http://www.ssmaritime.com/achillelaurosos.htm n 1981, when the ship suffered yet another fire. The blaze did not send the ship to the scrapp http://planeta.terra.com.br/lazer/Navigazione/Achille%20Lauro.htm http://www.greatoceanliners.net/willemruys.html
il rapporto americano sull’affondamento http://64.233.183.104/search?q=cache:FVZjlvYzQ3UJ:http://www.chinfo.navy.mil/navpalib/ news/navywire/nwsa94/nwsa1205.txt+somalia+%22achille+lauro%22&hl=it&lr=lang_en|lang_ it%20target=nw
http://digilander.libero.it/achillelauro/nave.htm
ancora fetecchie http://www.tibereide.it/articoli_dettaglio.asp?articolo_id=336&articolo_categoria=1
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pikkoli kassar crescono
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dimenticavo....... Thursday, Feb. 17, 2005 at 3:33 PM |
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qu i primi passi di al Kassar1.
Monser al-Kassar -- "The Drug Prince of Marbella" and "The Godfather of Terrorists" To better understand why the U.S. Government is apparently hesitant to act on such information, consider our Government's response, or lack thereof, to the infamous Monser al-Kassar. The al-Kassar family has been part of the present Damascus regime since Hafez Assad took power in 1970. Monser's father, Mohammad al-Kassar, served in the Syrian diplomatic corps. The al-Kassars have been characterized as "the largest drug and arms dealing family in Syria." 9
The al-Kassar brothers -- Monser, Ghassen, Haitham, and Mazin -- control one of the world's largest arms and narcotics networks. Their empire of legal and illegal businesses is worth millions of dollars. The al-Kassars' ability to provide governments with access to arms and equipment through irregular channels allows them to do business with high-level government officials who wish to deal "off the record" with terrorists or other politically sensitive groups. Although the risk of providing such services can be high, the dividends are at least as equally high because govemments who receive such services apparently "look the other way" with respect to the brothers' trafficking activities. Monser al-Kassar has the honor of being considered first among his fraternal equals. Known as either "the Drug Prince of Marbella" because he maintains several lavish villas in Spain financed by his extensive international narcotics network, or "the Godfather of Terrorists" because of his considerable associations with leaders of name terrorist groups, the 45-year-old Monser is "one of the most watched individuals by the DEA and CIA."All available evidence indicates that Monser is a very dangerous man: He is known to have effected heroin deals regularly exceeding 100 kilograms (220 pounds), and is known as "the banker of the PLO. "In addition to his family's ties with the Assad regime, Monser himself, is closely allied with the most powerful figures in the Syrian Government. He is married to the sister of General Ali Dubah, the Chief of Syrian Military Intelligence, and has been romantically linked with a niece of Hafez Assad. Monser is also considered to be good friends with Syrian Defense Minister Mustafa Tlass. A July 1987 State Department report on the Abu Nidal terror network devotes a special section to the al-Kassar family's connections to the terrorist community. In addition to regularly dealing with the Palestinian Liberation Organization and the Abu Nidal Organization (ANO), the al-Kassar brothers have developed professional, personal and ideological ties with many armed Palestinian terrorist groups including: the Popular Front for the Liberation of Palestine-Special Command (PFLP-SC, headed by Georges Habash); the Popular Front for the Liberation of Palestine - General Command (PFLP-GC, headed by Ahmed Jibril); and the Democratic Front for the Liberation of Palestine, (DFLP,headed by Naif Hawatmeh). Monser is also known to have been associated with Abul Abbas, the former head of the Palestinian Liberation Front, who was implicated in the high-jacking of the Achille Lauro and the murder of American Leon Klinghoffer. In fact, more than one Western intelligence agency has concluded that Abbas escaped from Italy with the assistance of Monser, who flew Abbas out of Split, Yugoslavia to safety in South Yemen aboard one of his private jets.Although published accounts are plentiful with respect to Monser's convictions, a quick review of publicly available information indicates that Monser rarely served time for his various convictions. 10
In 1972, Monser was convicted in a Danish court of importing hashish from Syria. After being subsequently charged with illegal arms and drug trafficking,Monser was banned from Great Britain during much of the 1980s. During that time he was also sentenced in absentia by a French court to serve eight years for operating a "criminal terrorist organization." In 1988, he was allowed to re-enter France without being taken into custody, reportedly because he played a key role in France's alleged exchange of arms for its hostages held in Lebanon. In 1988, Monser was also expelled from Spain for selling arms to countries in conflict and for his links with armed Palestinian groups. He was allowed to re-enter Spain in 1991. On June 4, 1992, Monser was arrested at the airport in Madrid, Spain. He was charged with involvement in international terrorism, illegal possession of weapons, and falsification of documents. To date, although he is still in custody, the U.S. has failed to request his extradition from Spain. Prior to his arrest, he had been linked to the bombing of the Israeli Embassy in Buenos Aires earlier this year. After Monser's most recent arrest, Syrian Foreign Minister Farouq al-Shara denied that Syria had any connection with Monser al-Kassar. Yet, for all the reasons outlined above, it is clear that he has enjoyed a close working relationship with many leading figures of the Syrian Government. Unfortunately, the Syrian Government is not alone in dealing with the Monser al-Kassars of the world. In 1985 while he was listed among DEA's most wanted criminals, Monser was working for elements of the U.S. Government and arranging shipments of tons of arms to the Nicaraguan Contras on behalf of Lt. Col. Oliver North's "Enterprise" at the National Security Council. According to Congressional records, Monser received millions for shipping tons of arms to the Contras. Additionally, according to other Government documents forwarded to the Subcommittee staff, there is strong reason to believe that al-Kassar also helped to arrange shipments of either U.S. or Eastern Bloc arms to Iran in September 1985, presumably as part of North's effort to persuade the Iranians to release the American hostages.In testimony before Congress explaining the National Security Council's (NSC) dealings with al-Kassar, an associate of known terrorists, Admiral Poindexter uttered his infamous line that "when you're buying arms on the world arms market . . . you often have to deal with people you might not want to go to dinner with." Monser al-Kassar is not an isolated case of the Syrian Government's involvement with narcotics. The U.S. Government has very credible information implicating one of President Assad's brothers, as well as three top figures of the Syrian military establishment in the Bekaa Valley drug trade.
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ha cambiato il sito
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novità Tuesday, May. 31, 2005 at 1:24 AM |
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http://www.carigroup.com/ sono scomparsi i riferimenti al governo americano L'invetario:
Aircraft Parts
* Grumman F14 Tomcat * General Electric F110-100/-400 Fighter Engine
Night Vision
* Northrop Grumman AN/AVS-9 Aviator’s Night Vision Imaging System * Northrop Grumman AN/PVS-7B/D Northrop Grumman * ITT Industries F5050 Binocular Night Vision Goggle
Weapons
* Chinese Type 79 Submachine Gun * Colt M4 * FN M249 SAW * H&K MK23 USSOCOM * H&K MP5/10 Submachine Gun * M60 Machine Gun
Ammunition
* 7.62x39 Yugoslavian
Other
* Swimmer Transport Device * Rebreather
Coming Soon
* Rotorway Exec 162F Helicopter
... e il sito ora Welcome
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We are in the process or totally remodeling our site. The credential system is no longer in place until the start of the new system. Thus, some of our inventory has been removed from the site. You no longer are required to click on the button below to view the entire site.
Inventory
To view our complete inventory, click on the button below. The nature of this inventory is very volatile. Items listed might no longer be available when you access the list. Therefore, if you have specific needs or requirements, send an email to rfq@cml.net and we will check availability for you.
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Dato che Mazzetta....
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Proto Monday, Oct. 24, 2005 at 11:26 AM |
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Dato che Mazzetta nel suo ottimo post ha citato Edmond Safra, penso posa interessare saperne di piu':
Safra, Edmond (1932 - 1999)
Le magnat de la banque a vécu à Genève pendant plus de 40 ans. Edmond J. Safra est né à Beyrouth en 1932, dans une riche famille de banquiers juifs syriens qui finançaient jadis les caravanes de chameaux. A l'âge de 16 ans, il est engagé dans la banque de son père et s'occupe du département des métaux précieux. En 1949, la famille s'établit en Italie, fuyant les persécutions antisémites consécutives à la naissance de l'Etat d'Israël. Edmond Safra travaille alors dans une société de négoce de Milan. La famille déménage à nouveau en 1952 et s'installe au Brésil. Edmond Safra y fonde en 1955 la Banco Safra S.A. Edmond Safra s'installe à Genève en 1956, pour lancer une banque privée, la Trade Development Bank. Il y trouve un milieu favorable aux affaires et y étend son empire financier, mettant un point d'honneur à rendre heureux ses richissimes clients de Monte-Carlo à Miami. Il fonde encore la Republic National Bank of New York en 1966. Edmond Safra se rend célèbre en 1983 par la vente de la Trade Development Bank à American Express, opération qui tourne à la bataille juridique entre les 2 parties. Le financier s'en tire à son avantage et fonde en 1988 le Safra Republic Holdings S.A., spécialisé dans la gestion de fortune. A l'orée des années 90, la fortune d'Edmond Safra est estimée à 2,5 milliards de dollars. Il effectue de nombreuses donations pour des hôpitaux, des écoles ou universités juives de par le monde. A presque 60 ans, le financier passe son temps entre sa résidence genevoise, New-York et ses villas de la Côte d'Azur. Affaibli par la maladie de Parkinson, Edmond Safra décide de vendre son empire financier, d'une valeur de 2,75 milliards de dollars. Il décède en 1999, à Monaco, à l'âge de 67 ans. Il est enterré à Genève.
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ma anche...
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>>>>> Monday, Oct. 24, 2005 at 12:01 PM |
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coinvolta in argentina http://www.nologo.org/newsite/detaild.php?ID=154 http://italy.indymedia.org/news/2002/09/76879.php un attentato a Istanbul, e anche Hariri lo hanno ucciso davanti a una filiale della sua banca, coincidenze? http://www.asianews.it/dos.php?l=it&dos=41&art=2567
La sua banca colpita negli attentati a Istanbul Ecco i numeri dell'HSBC Gruppo tra i maggiori al mondo
Il gruppo Hsbc, il cui quartier generale si trova a Londra, è uno dei principali colossi bancari del mondo, con filiali in Europa, nella regione asiatica, in America, in Medio Oriente e Africa. La struttura ha oltre 9.500 uffici sparsi in 79 paesi, con più di 218.000 dipendenti e almeno 100 milioni clienti. Il gruppo ha attività totali per 983 miliardi di dollari, e nel primo semestre del 2003 ha registrato un utile lordo di 6.112 milioni di dollari.
Le esplosioni contro la sede del gruppo bancario a Istanbul hanno provocato un deciso calo del titolo di Hsbc negli scambi di Londra Le azioni della banca cedono l'1,5%, mentre prima delle esplosioni viaggiavano in territorio positivo.
Intanto i dipendenti delle banche internazionali presenti a Istanbul sono stati evacuati dai loro uffici sui timori di altri possibili attacchi. Alcuni testimoni riferiscono inoltre che la polizia ha rimosso le automobili parcheggiate di fronte all'edificio di Deutsche Bank Ag nel distretto di Bebek. (20 novembre 2003)
Lo spettro del Russiagate dietro affari e delitti
NEW YORK — In una delle sue rarissime interviste, Edmond Safra riassunse in pochi tratti la relazione con Republic National Bank e Safra Republic, le due aziende che lo avevano portato ai vertici del turbolento mondo della finanza internazionale. Interrompendo il suo pasto strettamente kasher, offerto a pochi intimi nell'appartamento di Manhattan in cima al quartier generale di Republic, l'anziano banchiere aggrottò le sopracciglia e diede sfogo all'emozione: «Sono i miei figli, sono tutta la mia vita». Non era una metafora, era un fatto. Ma le due banche «figlie» di Safra, che era il numero 199 nella lista '99 di Forbes dei più ricchi del mondo, si trovano in una fase di transizione molto delicata. La Republic National Bank, detta anche Republic Bank, «figlia primogenita» inaugurata nel 1966 dal senatore Robert Kennedy, e la Safra Republic, una holding che controlla una serie di banche sparse in giro per l'Europa, «figlia cadetta» nata nell'83 dopo una battaglia all'ultimo sangue con l'American Express, sono appena state cedute al gruppo anglo-cinese Hsbc, una holding quotata sui mercati di Londra e Hong Kong con un giro d'affari annuale che sfiora i cinquecento miliardi di dollari, dopo due brutte avventure in Russia e in Giappone. In Russia Safra, noto come uno dei più generosi finanziatori per gli aerei pieni di dollari che usava mandare ai suoi clienti, aveva perso l'anno scorso quasi duecento milioni di dollari quando Mosca aveva dato un taglio unilaterale al debito estero. Non era la prima volta che Safra veniva danneggiato dall'insolvenza dei Paesi più poveri: negli anni Ottanta aveva avuto un'esperienza analoga con il Brasile e l'Argentina, ma stavolta gli osservatori cominciarono ad avere qualche dubbio sulle sue facoltà mentali, perché un errore tattico di queste dimensioni non gli era ancora mai capitato. Proprio nello stesso periodo, infatti, il banchiere annunciò di avere il morbo di Parkinson. Qualche mese dopo il nome della Republic Bank figurava insieme a quello della Bank of New York nelle indagini sul Russiagate. Lo scandalo giapponese invece è scoppiato in settembre, quando le trattative per la vendita delle due aziende alla Hsbc Holdings, un affare da dieci miliardi di dollari, erano già in fase avanzatissima. Uno dei clienti della Republic Bank, la Princeton Economics International, azienda leader sul mercato delle materie prime e soprattutto dell'argento, veniva accusata di frode dalle autorità giapponesi, bloccando così l'affare tra Safra e il gruppo Hsbc. Per facilitare la vendita, il mese scorso Safra ha offerto ai compratori uno «sconto» di 450 milioni di dollari, sbloccando la transazione. Sir John Bond, presidente del gruppo, ha manifestato ieri da Londra il suo profondo cordoglio: «La Hsbc è devastata dalla morte di Safra», che avrebbe dovuto rimanere presidente onorario delle sue aziende per garantire la continuità della tradizione di straordinaria integrità e discrezione ben nota ai suoi trentamila clienti privati. «Hsbc manterrà lo stile - ha assicurato Sir Bond - che ha contraddistinto tutta la vita di Edmond”. Ma chissà come finiranno le figlie del re Mida libanese ora che sono rimaste orfane. Nella foto: Edmond Safra
di Elena Comelli
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