Questo paese e' un buon paese, la sua classe governante non ne e' degna. Si fa sempre piu' grande la differenza tra la gente e il governo.
In questo paese la gente e' buona, prova sentimenti, ha buon senso, sa distinguere chiaramente il bene dal male, prova spontanea compassione. Non siamo un paese di avventurieri, di sfrontati o di criminali. La maggior parte di questo paese e' formata da brave persone, che lavorano, faticano, si appoggiano a principi sani e puliti, hanno sentimenti onesti e vivono in modo onesto. Vedere in un livido giorno di febbraio 500.000 persone che in un freddo teso e con la minaccia di pioggia e neve, con le ondate della brutta influenza che ha colpito tutti e le recidive e le convalescenze, con una mobilita' scarsamente organizzata, ha sostenuto viaggi lunghi e faticosi a proprio spese e ancorche' in una situazione in cui ormai anche dieci o 20 euro stanno diventando una risorsa, e ancora di piu', dopo che tante manifestazioni sono gia' avvenute nella sordita' apparente delle istituzioni se non nella derisione beffarda dei loro media e dunque dovrebbe essere subentrata anche stanchezza e un senso di frustrazione dopo tanto muoversi e operare che nulla ha conseguito, e ugualmente vedere che in queste condizioni cosi' tanta gente ha voluto dare testimonianza e sobbarcarsi fatica e freddo e viaggi, io credo che questo sia un grande segno della bonta' di questo paese. Ma i comandi che sono venuti dall'alto per vietare ancora una volta la diretta Tv o che hanno assegnato falsi dibattiti a guerrafondai come Selva o a giornalisti faziosi e poco aperti alla pace, ci ha ancora una volta deluso profondamente. Non c'e' rispetto alcuno per la democrazia là dove la voce del popolo non è ascoltata o, peggio, si tenta di soffocarla nella non informazione e non può parlare a nome di nessun popolo il governante che continua non solo a ignorarlo o a insolentirlo e cerca anche di strozzarne la voce. Colui non rappresenta ormai piu' che se stesso. La cosa che mi è piaciuta di più in questa manifestazione è il ritorno del mondo cattolico e del mondo politico alla partecipazione sentita della gente e al coraggio della piazza. E sono anche lieta che in questa manifestazione composta e civile non si siano alzate le voci dissonanti degli esibizionisti o dei creatori di disordine. La cosa che mi piaciuta meno e' l'ipocrisia, ormai non piu' accettabile, di coloro che si sono rivestiti dietro frasi di circostanza che coprivano un nulla morale sempre piu' difficilmente sostenibile. A quelli della Lega che si sono nascosti dietro la frase: "Facevamo un favore agli ostaggi piu' col silenzio che con la partecipazione", ricordo che le stesse parole non furono pronunciate per i 4 mercenari e che allora anzi la partecipazione dei politici della sinistra fu molto apprezzata, specie quella di Bertinotti. Dello stesso coraggio e della stessa partecipazione paritaria però questi non sono stati capaci.
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