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Congo: L'Onu attacca e uccide 50 Lendu.
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mazzetta Wednesday, Mar. 02, 2005 at 6:05 PM |
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Si attivano le truppe Onu dopo il massacro.
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La settimana scorsa 9 soldati del Bangladesh, appartenti alla forza MONUC sono stati attaccati ed uccisi nel distretto congolese dell'Ituri.
Nel distretto convivono diverse etnie, con parte della popolazione riunita attorno a signori della guerra che rifiutano di disarmare, e parte profughi in fuga per sfuggire ai massacri che da tempo caratterizzano il territorio nel Congo Nord-Orientale ai confini con l'Uganda.
La forza Onu, pur forte di 13.000 uomini, non riesce ad disarmare i signori della guerra, e si limita di solito a fornire estemporanea protezione ai profughi e a tenere il conto dei morti. Alcuni di loro passavano il tempo con le signorine locali, anche contro la loro volontà; i primi ad essere condannati sono stati i militari marocchini. Questo in una zona nella quale sono presenti almeno 50.000 sfollati dispersi nelle giungle.
Non è stato così in questo caso, rendendo facile ad un rappresentante dei Lendu dichiarare che la sua fazione ritiene che quella dell'Onu sia stata una rappresaglia.
I Lendu, che nella zona si accaniscono sugli Hema, sono stati accusati della strage dei bengalesi, e a seguito delle indagini, lunedì ne erano stati arrestati il leader e altri due capi, appartenenti al Lendu Nationalist and Integrationist Front (FNI).
Ieri reparti pakistani, in una operazione nella quale sono stati impiegati elicotteri e blindati hanno ucciso circa 50 Lendu.
La versione MONUC dice che la battaglia è scoppiata quando i soldati dal basco azzurro sono stati attaccati, particolare che il bilancio di 50 a zero rende incertamente attendibile. Secondo la portavoce Onu Eliane Nabaa, "Questo gruppo continua a saccheggiare, uccidere e struprare questa gente rendendo orribile la loro vita". "E' tempo di porre una fine a questa milizia"
Il capo della missione Onu, il generale francese General Jean-Francois Collot d'Escury, ha chiesto lo smantellamento dei campi della milizia, comunicando chiaramente il suo messaggio ai guerriglieri: " I peacekeeper dell'Onu sanno come si combatte"
http://italy.indymedia.org/news/2004/12/688765.php http://italy.indymedia.org/news/2004/07/585597.php
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“ONU NON CEDA A VENDETTA”
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padre Rigobert Minani Bihuzo Thursday, Mar. 03, 2005 at 8:26 PM |
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CONGO-DEM.REPUBLIC 3/3/2005 18:40 GESUITA RESPONSABILE ASSOCIAZIONE DIRITTI UMANI: “ONU NON CEDA A VENDETTA” Church/Religious Affairs Church/Religious Affairs, Standard
“Nonostante il dolore per l’assassinio di nove caschi blu, la missione di pace dell’Onu in Congo (conosciuta come Monuc) deve evitare logiche da regolamento di conti o rappresaglia, come è sembrata l’operazione militare di due giorni fa nella provincia dell’Ituri”. Lo ha detto alla MISNA padre Rigobert Minani Bihuzo, gesuita, coordinatore a Kinshasa di una rete di organizzazioni dei diritti dell’uomo, in riferimento all’uccisione di una cinquantina di miliziani da parte delle truppe dell’Onu nei pressi di Loga, vicino al capoluogo regionale Bunia. Un portavoce della comunità locale Lendu ha denunciato anche la morte di alcuni civili colpiti dal fuoco dei ‘caschi blu’, smentita però dalla Monuc. “Per evitare che la Monuc si faccia giustizia da sola, occorre innanzi tutto sapere cosa è accaduto. Pur sapendo che i soldati dell’Onu hanno attaccato una fazione di ribelli dell’Ituri accusati dell’assassinio dei caschi blu nei giorni scorsi, non si conoscono i dettagli di questa operazione militare”. Per questo, insiste padre Minani, 44 anni, “è necessaria un’inchiesta indipendente che faccia chiarezza. In Congo serve una giustizia che non confonde i colpevoli, capace di individuare le responsabilità personali e non collettive”. Secondo il gesuita, responsabile della ‘Rete di organizzazioni di ispirazione cristiana per la difesa dei diritti dell’uomo e l’educazione civica’ (Rodhecic), la reazione delle truppe dell’Onu – che hanno affermato di aver ucciso una cinquantina di miliziani – è stata “epidermica e inquietante”. Ieri il capo di Stato maggiore della Monuc, il francese Jean-François Collot d’Escury, aveva accusato i miliziani dell’Ituri di crimini di guerra contro i caschi blu e crimini contro l’umanità per aver usato la popolazione civile come “scudi umani”. “Queste conclusioni – dice ancora alla MISNA padre Minani – non hanno alcun effetto concreto, ma rafforzano la Corte penale internazionale (Cpi), che sta già conducendo inchieste sulle violazioni di diritti umani in Ituri” e nel resto dell’est del Congo. “C’è anche un problema morale” aggiunge il religioso, che coordina una sessantina di organizzazioni congolesi per i diritti umani in tutto l’e-Zaire. “Alcuni comandanti dei gruppi armati dell’Ituri sono stati nominati generali dell’esercito congolese: invece è urgente stabilire, anche a livello internazionale, chi manipola questi gruppi armati, garantendo armi, sostengo e addestramento anche da Rwanda e Uganda” osserva il gesuita. “La Monuc – conclude padre Minani - ha un mandato chiaro da parte dell’Onu: garantire la sicurezza anche attraverso l’uso della forza, per permettere al nostro popolo le condizioni indispensabili alla pacificazione della comunità”, dopo una guerra che tra il 1998 e il 2003 ha provocato almeno due milioni e mezzo di morti.
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ancora accuse
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padre Rigobert Minani Bihuzo Thursday, Mar. 03, 2005 at 8:27 PM |
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CONGO-DEM.REPUBLIC 3/3/2005 14:41 ITURI: CASCHI BLU ACCUSATI DI AVER UCCISO CIVILI, MONUC “NON CONFERMA NÉ SMENTISCE” General General, Brief
Un portavoce della comunità Lendu della provincia orientale dell’Ituri ha accusato i soldati della missione di pace dell’Onu (conosciuta come Monuc) di aver ucciso anche civili durante la vasta operazione militare di martedì scorso contro una fazione armata locale, coinvolta nel massacro di 9 caschi blu. “Non pensiamo che vi siano perdite tra i civili: la popolazione è fuggita dal villaggio dal quale ha visto il nostro veicolo (blindato) avvicinarsi sulla cima di una collina” ha replicato il generale Patrick Cammaert, comandante militare aggiunto della Monuc, parlando ai giornalisti da Bunia, capoluogo dell’Ituri, nell’est della Repubblica democratica del Congo. Ieri Laary Thwei Batsi, a nome della comunità Lendu (gruppo etnico maggioritario in Ituri) aveva denunciato che l’operazione militare delle forze Onu ha provocato 25 morti, tra i quali civili disarmati. “Ci siamo confrontati soltanto con uomini armati che hanno aperto il fuoco su di noi” ha confermato il generale. Un portavoce della Monuc a Kinshasa ha detto che i miliziani “hanno utilizzato i civili come scudi” e per questo motivo “non è possibile escludere né confermare vittime o feriti tra la popolazione locale”. Il capo di Stato maggiore della Monuc, il francese Jean-François Collot d’Escurym ieri aveva detto che circa 250 caschi blu pakistani e sudafricani hanno ucciso una cinquantina di miliziani armati, distruggendo due accampamenti. Lo stesso ufficiale ha accusato le fazioni armate dell’Ituri di crimini di guerra contro i caschi blu e crimini contro l’umanità per aver usato la popolazione civile come “scudi umani”; per questo motivo i risultati dell’inchiesta verranno trasmessi alla Corte Penale Internazionale, che da mesi sta conducendo indagini sulle gravi violazioni di diritti umani commessi nella provincia dell’Ituri, dove tra il 1999 e il 2003 la guerra – all’interno del conflitto congolese – ha provocato, secondo l’Onu, 50.000 morti e almeno mezzo milione di sfollati. [EB]
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