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ecco perchè può succedere
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Andrea - un genovese Sunday, Mar. 20, 2005 at 5:23 PM |
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illuminante il commento di "...", a sentenza non ancora epressa. Lo leggo solo ora, che so della condanna di Orlando a 3 anni e passa di carcere (e al quale va tutta la mia solidarietà). Perchè il fatto che "..." senta il bisogno di ripetere questa formula fondamentale della giustizia, "la legge è uguale per tutti", dietro le cui lettere incise nel legno o stampate in metallo o pietra siedono uomini e donne che giudicano per professione, i giudici, ebbene questo atto di "..." - che non sembra una di Forza Italia - mi aiuta, mi illumina, mi interessa? Perchè in parte mi rivela la risposta ad un grido che è nato in me come stampato nel cervello e nel cuore da un maglio di svariate tonnellate: "come può accadere questa ingiustizia, questo errore che non è solo nella misura della condanna (che comunque ha un suo peso: provate a pensarvi reclusi per ben tre anni negli immondezzai carcerari che ha l'italia, per aver dato qualche schiaffone (se qui sbaglio è per ignoranza, ma è questa la mia impressione dopo aver letto le trascrizioni processuali disponibili su internet))??". A questo dubbione, un po' straziante a dire la verità, mi risponde "...", che cita a totale sproposito dei principi di giustizia, per carità di nobilissimo principio, che però appartengono in toto al mondo delle idee. E secondo me questo mondo ideale può apparire nella realtà del mondo solo attraverso le azioni di noi uomini (secondo me per la maggior e più preziosa parte involontarie, cioè viscerali). Per cui citarle così come ha fatto "...", cioè superficialmente e slegatamente dal contesto e dalle azioni delle persone, e soprattutto senza aver giudicato al volo, senza il tentativo di informarsi e giustificare le proprie valutazioni, è inumano e esiziale. Per questo male antico e molto attuale assieme, cioè dare troppa fiducia a etichette come "la legge è uguale per tutti" (applicata nello specifico ad un bancone di legno che diventa tribunale) possono a volte (spesso) verificarsi stronzate (non casuali) come questa condanna. Questo è quello che mi rimane dello stupido/utile commento di "...": non è il momento di essere superficiali. L'unico piccolo sollievo all'ingiustizia che vedo è l'esigenza che sento di tenere gli occhi "wide shut", chiusi alle illusioni, ma come veggenti attraverso le palpebre: ESISTENTI COMUNQUE. questo per me è il senso prezioso dell'indipendenza di indymedia. Aiutiamoci. Andrea
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ecco perche può succedere (tentativo di pubblicazione n° 2)
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andrea - un genovese Sunday, Mar. 20, 2005 at 5:30 PM |
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illuminante il commento di "...", a sentenza non ancora epressa. Lo leggo solo ora, che so della condanna di Orlando a 3 anni e passa di carcere (e al quale va tutta la mia solidarietà). Perchè il fatto che "..." senta il bisogno di ripetere questa formula fondamentale della giustizia, "la legge è uguale per tutti", dietro le cui lettere incise nel legno o stampate in metallo o pietra siedono uomini e donne che giudicano per professione, i giudici, ebbene questo atto di "..." - che non sembra una di Forza Italia - mi aiuta, mi illumina, mi interessa? Perchè in parte mi rivela la risposta ad un grido che è nato in me come stampato nel cervello e nel cuore da un maglio di svariate tonnellate: "come può accadere questa ingiustizia, questo errore che non è solo nella misura della condanna (che comunque ha un suo peso: provate a pensarvi reclusi per ben tre anni negli immondezzai carcerari che ha l'italia, per aver dato qualche schiaffone (se qui sbaglio è per ignoranza, ma è questa la mia impressione dopo aver letto le trascrizioni processuali disponibili su internet))??". A questo dubbione, un po' straziante a dire la verità, mi risponde "...", che cita a totale sproposito dei principi di giustizia, per carità di nobilissimo principio, che però appartengono in toto al mondo delle idee. E secondo me questo mondo ideale può apparire nella realtà del mondo solo attraverso le azioni di noi uomini (secondo me per la maggior e più preziosa parte involontarie, cioè viscerali). Per cui citarle così come ha fatto "...", cioè superficialmente e slegatamente dal contesto e dalle azioni delle persone, e soprattutto senza aver giudicato al volo, senza il tentativo di informarsi e giustificare le proprie valutazioni, è inumano e esiziale. Per questo male antico e molto attuale assieme, cioè dare troppa fiducia a etichette come "la legge è uguale per tutti" (applicata nello specifico ad un bancone di legno che diventa tribunale) possono a volte (spesso) verificarsi stronzate (non casuali) come questa condanna. Questo è quello che mi rimane dello stupido/utile commento di "...": non è il momento di essere superficiali. L'unico piccolo sollievo all'ingiustizia che vedo è l'esigenza che sento di tenere gli occhi "wide shut", chiusi alle illusioni, ma come veggenti attraverso le palpebre: ESISTENTI COMUNQUE. questo per me è il senso prezioso dell'indipendenza di indymedia. Aiutiamoci. Andrea
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ecco perche può succedere (tentativo di pubblicazione n° 3)
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andrea - un genovese Sunday, Mar. 20, 2005 at 5:31 PM |
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illuminante il commento di "...", a sentenza non ancora epressa. Lo leggo solo ora, che so della condanna di Orlando a 3 anni e passa di carcere (e al quale va tutta la mia solidarietà). Perchè il fatto che "..." senta il bisogno di ripetere questa formula fondamentale della giustizia, "la legge è uguale per tutti", dietro le cui lettere incise nel legno o stampate in metallo o pietra siedono uomini e donne che giudicano per professione, i giudici, ebbene questo atto di "..." - che non sembra una di Forza Italia - mi aiuta, mi illumina, mi interessa? Perchè in parte mi rivela la risposta ad un grido che è nato in me come stampato nel cervello e nel cuore da un maglio di svariate tonnellate: "come può accadere questa ingiustizia, questo errore che non è solo nella misura della condanna (che comunque ha un suo peso: provate a pensarvi reclusi per ben tre anni negli immondezzai carcerari che ha l'italia, per aver dato qualche schiaffone (se qui sbaglio è per ignoranza, ma è questa la mia impressione dopo aver letto le trascrizioni processuali disponibili su internet))??". A questo dubbione, un po' straziante a dire la verità, mi risponde "...", che cita a totale sproposito dei principi di giustizia, per carità di nobilissimo principio, che però appartengono in toto al mondo delle idee. E secondo me questo mondo ideale può apparire nella realtà del mondo solo attraverso le azioni di noi uomini (secondo me per la maggior e più preziosa parte involontarie, cioè viscerali). Per cui citarle così come ha fatto "...", cioè superficialmente e slegatamente dal contesto e dalle azioni delle persone, e soprattutto senza aver giudicato al volo, senza il tentativo di informarsi e giustificare le proprie valutazioni, è inumano e esiziale. Per questo male antico e molto attuale assieme, cioè dare troppa fiducia a etichette come "la legge è uguale per tutti" (applicata nello specifico ad un bancone di legno che diventa tribunale) possono a volte (spesso) verificarsi stronzate (non casuali) come questa condanna. Questo è quello che mi rimane dello stupido/utile commento di "...": non è il momento di essere superficiali. L'unico piccolo sollievo all'ingiustizia che vedo è l'esigenza che sento di tenere gli occhi "wide shut", chiusi alle illusioni, ma come veggenti attraverso le palpebre: ESISTENTI COMUNQUE. questo per me è il senso prezioso dell'indipendenza di indymedia. Aiutiamoci. Andreailluminante il commento di "...", a sentenza non ancora epressa. Lo leggo solo ora, che so della condanna di Orlando a 3 anni e passa di carcere (e al quale va tutta la mia solidarietà). Perchè il fatto che "..." senta il bisogno di ripetere questa formula fondamentale della giustizia, "la legge è uguale per tutti", dietro le cui lettere incise nel legno o stampate in metallo o pietra siedono uomini e donne che giudicano per professione, i giudici, ebbene questo atto di "..." - che non sembra una di Forza Italia - mi aiuta, mi illumina, mi interessa? Perchè in parte mi rivela la risposta ad un grido che è nato in me come stampato nel cervello e nel cuore da un maglio di svariate tonnellate: "come può accadere questa ingiustizia, questo errore che non è solo nella misura della condanna (che comunque ha un suo peso: provate a pensarvi reclusi per ben tre anni negli immondezzai carcerari che ha l'italia, per aver dato qualche schiaffone (se qui sbaglio è per ignoranza, ma è questa la mia impressione dopo aver letto le trascrizioni processuali disponibili su internet))??". A questo dubbione, un po' straziante a dire la verità, mi risponde "...", che cita a totale sproposito dei principi di giustizia, per carità di nobilissimo principio, che però appartengono in toto al mondo delle idee. E secondo me questo mondo ideale può apparire nella realtà del mondo solo attraverso le azioni di noi uomini (secondo me per la maggior e più preziosa parte involontarie, cioè viscerali). Per cui citarle così come ha fatto "...", cioè superficialmente e slegatamente dal contesto e dalle azioni delle persone, e soprattutto senza aver giudicato al volo, senza il tentativo di informarsi e giustificare le proprie valutazioni, è inumano e esiziale. Per questo male antico e molto attuale assieme, cioè dare troppa fiducia a etichette come "la legge è uguale per tutti" (applicata nello specifico ad un bancone di legno che diventa tribunale) possono a volte (spesso) verificarsi stronzate (non casuali) come questa condanna. Questo è quello che mi rimane dello stupido/utile commento di "...": non è il momento di essere superficiali. L'unico piccolo sollievo all'ingiustizia che vedo è l'esigenza che sento di tenere gli occhi "wide shut", chiusi alle illusioni, ma come veggenti attraverso le palpebre: ESISTENTI COMUNQUE. questo per me è il senso prezioso dell'indipendenza di indymedia. Aiutiamoci. Andrea
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ecco perche può succedere (non riesco a pubblicarlo! se potete spiegatemi perchè)
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andrea - un genovese Sunday, Mar. 20, 2005 at 6:10 PM |
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illuminante il commento di "...", a sentenza non ancora epressa. Lo leggo solo ora, che so della condanna di Orlando a 3 anni e passa di carcere (e al quale va tutta la mia solidarietà). Perchè il fatto che "..." senta il bisogno di ripetere questa formula fondamentale della giustizia, "la legge è uguale per tutti", dietro le cui lettere incise nel legno o stampate in metallo o pietra siedono uomini e donne che giudicano per professione, i giudici, ebbene questo atto di "..." - che non sembra una di Forza Italia - mi aiuta, mi illumina, mi interessa? Perchè in parte mi rivela la risposta ad un grido che è nato in me come stampato nel cervello e nel cuore da un maglio di svariate tonnellate: "come può accadere questa ingiustizia, questo errore che non è solo nella misura della condanna (che comunque ha un suo peso: provate a pensarvi reclusi per ben tre anni negli immondezzai carcerari che ha l'italia, per aver dato qualche schiaffone (se qui sbaglio è per ignoranza, ma è questa la mia impressione dopo aver letto le trascrizioni processuali disponibili su internet))??". A questo dubbione, un po' straziante a dire la verità, mi risponde "...", che cita a totale sproposito dei principi di giustizia, per carità di nobilissimo principio, che però appartengono in toto al mondo delle idee. E secondo me questo mondo ideale può apparire nella realtà del mondo solo attraverso le azioni di noi uomini (secondo me per la maggior e più preziosa parte involontarie, cioè viscerali). Per cui citarle così come ha fatto "...", cioè superficialmente e slegatamente dal contesto e dalle azioni delle persone, e soprattutto senza aver giudicato al volo, senza il tentativo di informarsi e giustificare le proprie valutazioni, è inumano e esiziale. Per questo male antico e molto attuale assieme, cioè dare troppa fiducia a etichette come "la legge è uguale per tutti" (applicata nello specifico ad un bancone di legno che diventa tribunale) possono a volte (spesso) verificarsi stronzate (non casuali) come questa condanna. Questo è quello che mi rimane dello stupido/utile commento di "...": non è il momento di essere superficiali. L'unico piccolo sollievo all'ingiustizia che vedo è l'esigenza che sento di tenere gli occhi "wide shut", chiusi alle illusioni, ma come veggenti attraverso le palpebre: ESISTENTI COMUNQUE. questo per me è il senso prezioso dell'indipendenza di indymedia. Aiutiamoci. Andrea
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