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[MayDay] RobinBook si presenta alla Feltrinelli di Piazza Piemonte...
by imbattibii Saturday, Apr. 30, 2005 at 4:05 PM mail:

RobinBook

Una cinquantina di precar* hanno presentato RobinBook alla libreria Feltrinelli di Piazza Piemonte: volantinaggio, speakeraggio e audio cd con confessioni di denuncia di alcun* libra* precar* sulle condizioni di lavoro e la politica di commercializzazione della cultura operato dalle catene feltrinelli.

La complice cospirazione precaria continua....

SUCCEDE SOLO DA EFFELUNGA
- Chi ruba i libri a chi -

Due librai, ora "commessi", stanno chiacchierando rapidamente tra gli scaffali
dei tascabili e quelli delle novita', non piu' libri, ma "pezzi". Passa
impettito il direttore e esclama "Sparpagliatevi! Non perdete tempo".

Finisce che se i librai legano troppo tra loro, sono spostati in altri
settori, o addirittura in altre sedi. Oppure basta essere antipatico al
direttore e la sorte e' la stessa.
Storie minori di come procede la commercializzazione della cultura in Italia e
la precarizzazione della vita di chi - in queste moderne cattedrali
ideologiche - ci lavora.
Carrelli della spesa, "pezzi", "commessi", clienti: anche linguisticamente
cambia la percezione della libreria. Non piu' librai, che poco importa
conoscere i libri, l'importante e' sapere con rapidita' il prezzo, la
disponibilita', la posizione negli scaffali e rapidamente passare ad altri
clienti, altre richieste.
Oppure puo' capitare che mentre un "commesso" si muove tra gli scaffali capiti
una persona che - informandolo di essere un ingegnere - verifichi,
cronometrando, le velocita' di spostamento e di servizio del commesso.
"Misuro la tua produttivita'".
Allo stesso modo anche per l'utente, cliente, appassionato, bibliofilo o
semplice passante, cambia la percezione nelle moderne librerie: i commessi
non hanno tempo di leggere ne' i libri ne' tantomeno le quarte di copertina,
sono veloci e suadenti ma non riescono a formarsi in modo serio.
D'altra parte devono comunicare le ferie con mesi e mesi di anticipo,
conoscono i propri turni all'ultimo momento, non hanno tempo e possibilita'
di organizzare il proprio tempo libero: viene meno la passione e l'arte di
saper consigliare il libro, si cancella la possibilita' di percepire quel
luogo come zona di cultura e passionalita', in cambio di fredda rapidita' e
edulcorata preparazione al sorriso.
Come per gli ipermercati anche le librerie subiscono la commercializzazione e
la vendita di un immaginario imposto e poco rassicurato dalle telecamere
presenti nel punto vendita. Novita' farsa, instant book, dominio assoluto
delle grandi case editrici e dei grandi distributori con conseguente
“sparizione” dagli scaffali delle piccole case editrici o di libri con poco
“mercato” perche' conta il package, conta il titolo diventa uno status o che
non si puo' non avere in casa.
Conta poco che sia un libro che anima, o un libro per tenere su una gamba di
un tavolo, cosi' come conta poco che il libraio non abbia tempo e
possibilita' di informare realmente.
Credere, sorridere e vendere.

Anche per questo, i/le precari e precarie, moderni cantastorie e imbattibili
supereroici e eroiche hanno dato il via alla stagione della cospirazione
precaria.
MayDayMayDay.

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la figu
by imbattibili Saturday, Apr. 30, 2005 at 5:04 PM mail:

la figu...
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sherbook people
by tommaso Monday, May. 02, 2005 at 1:03 PM mail:

in più i libri sono troppo cari!
più robin book in libreria!!!

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feltrinelli editore di sinistra?
by ribio Monday, May. 02, 2005 at 4:18 PM mail:

i feltrinelli si dicono casa editrice di sinistra.
pubblicano, è vero, libri orientati, ma la struttura aziendale e relativa 'filosofia' è ormai becera,. come ci viene raccontato il clima interno è culturalmente repressivo, carrieristico, leccaculistico. i loro manager vengono dalla grande distribuzione o da aziende dove impera la parola d'ordine 'PROFITTO'. e per fare profitto pare che non si possa rapportarsi umanamente con i propri lavoratori.
e noi, clienti di sinistra, siamo il loro target. disertiamo le librerie feltrinelli, i libri compriamoli dai librai indipendenti. se diventi cliente abituale gli sconti te li fanno anche loro. e che alle feltrinelli ci vada solo robin hood. chiunque si senta robin hood. e più si è meglio è.

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avete ragione, parola di lavoratore
by ex libraio ora commosso Thursday, May. 05, 2005 at 12:34 AM mail:

sono un dipendente della feltrinelli, avete tutti perfettamente ragione, scriveteci
lavoratori.effelunga@libero.t

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effelunga?dove?
by firenze Thursday, Apr. 20, 2006 at 12:08 AM mail:

sono un libraio feltrinelli e credo che si stia esagerando, ma davvero tanto!!!
e poi, prima di parlare sarebbe meglio che si conoscesse davvero l'argomento di cui ci si ritiene "cultori"
io sciopero non lo faccio perchè sono fiera del mio lavoro, non mi sento sfruttata, non vengo rimproverata se parlo....gli anacronistici farebbero meglio a darsi una smossa..

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Anch'io
by Libraio ex libraio Sunday, Apr. 23, 2006 at 9:35 AM mail:

Sono anche io un libraio Feltrinelli e sono in perfetto accordo con la collega che ha scritto sopra. Si è alzato un polverone incredibile. E' vero, ci sono alcuni problemi ma che sono i problemi classici di un'azienda quando supera una determinata grandezza. Per il resto i margini per rimanere ottimi professionisti ci sono. Io preferisco portare avanti le mie richieste di dipendente in altro modo. Se per criticare un atteggiamento poco "feltrinelliano" di alcuni dirigenti si usano metodi che lasciano più macerie ancora io non sono affatto con voi. SPero che non ci siano strumentalizzazioni di esterni nei protestatari di Effelunga, mi auguro davvero di no, ma state dipingendo agli occhi della gente un quadro che sapete benissimo non essere quello vero. Pensate prima a quanto avete contribuito con la vostra serietà e abnegazione sul lavoro a far sì che i vostri direttori e i vostri dirigenti vi stimassero come librai e non come "commessi". Se fare il libraio vuol dire entrare al minuto spaccato, uscire al minuto spaccato, fare di tutto pur di non muovere un libro e rinnovare l'esposizione, evitare accuratamente di aggiornarsi (per l'amor di Dio), chiacchierare amabilmente con clienti/amici sulla porta della libreria fregandosene altamente di compiere tutti quei lavori che non dovrebbero lasciarci un minuto libero in tutto il giorno... Insomma guardatevi prima dentro voi, fate una bella analisi e poi ne riparliamo. Da chi cialtroneggia non voglio lezioni. Se all'interno dell'azienda ci sono problemi ci sono anche ampi margini per risolverceli in casa nostra senza andare a "chiamare mammina" e sventolare i nostri piagnistei da finti rivoluzionari ai quattro venti. Ci state facendo fare in tutta italia la figura dei cioccolatai e questo non mi va giù. Siamo sempre il gruppo più vivo e attento nell'editoria italiana, sia come editori che come librai, abbiate più orgoglio di questo e agite di conseguenza. Il lavoro non è solo lo stipendio a fine mese ma anche le soddisfazioni che ti dà giorno dopo giorno. Se non credete in tutto questo ci sono molti altri gruppi che stanno aprendo, "Addio e grazie per tutto il pesce".

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INTERVISTA - IL LIBRAIO STORICO
by LUCA DOMENICHINI Sunday, Apr. 23, 2006 at 11:04 AM mail:


«In sciopero Diciamo no ai fast book»
.
Librerie Feltrinelli ferme in otto città. La denuncia del dipendente «anziano»: i ritmi aziendalisti bloccano il rapporto con gli appassionati del libro


Va avanti da sabato scorso lo sciopero indetto dai lavoratori della Feltrinelli e dei negozi e megastore Ricordi. Per oggi sono in programma manifestazioni a Bari, Torino, Firenze, Brescia, Parma, Ravenna, Modena e Bologna. Dopo lo sciopero pasquale, il primo nella storia della più grande industria culturale italiana, avvenuto a Roma, Milano, Napoli e in altre cinque città, i «commessi» - come sono chiamati dopo la riorganizzazione aziendale del 2001 - si fermano di nuovo per protestare contro il contratto integrativo proposto dalla Feltrinelli. «Un contratto - osserva Enrico Ragazzi, libraio storico di Bologna e Rsa Cgil trattante al tavolo - che apre alla precarietà anche nella nostra azienda, introducendo le tipologie di contratto atipiche generate dalla legge 30».

Come vanno le trattative?

Su alcuni comportamenti aziendali c'è poca chiarezza. Nel 2001, quando il nuovo gruppo dirigente si è presentato, l'azienda raggiungeva una quota di mercato del 19%. Oggi siamo cresciuti, salendo al 23%: la Feltrinelli resta leader indiscussa nel settore della distrubizione culturale in Italia.

Perché l'esigenza di un nuovo piano?

Probabilmente per una restrizione della domanda complessiva. Emblematico, in questo senso, è il mercato della musica, che ha perso quote. La previsione è di un calo costante delle perdite, sebbene la quota di Feltrinelli nella vendita di prodotti musicali si sia rafforzata sempre di più.

C'è, insomma, un calo del fatturato complessivo?

Quello del mercato musicale è solo un esempio per spiegare le strategie complessive dell'azienda: il fatturato globale, che non è più quello di un tempo, spinge la Feltrinelli a cercare di ragionare in termini di abbattimento dei costi, esasperazione degli indici di produttività e dei margini sui prodotti. Ci sono molti editori che ritengono di essere «strozzati» dalle condizioni contrattuali imposte dalla Feltrinelli. Attraverso questo meccanismo centralizzato, tra l'altro, il messaggio che arriva ai fornitori può essere riassunto così: tu non vai più a farmi la prenotazione nel singolo punto vendita, ma vieni direttamente da me, distributore centralizzato, per farti fare un ordine su novantatré negozi. L'operazione dà un margine di profitto ben diverso.

E' cambiato qualcosa nelle librerie Feltrinelli dagli anni Ottanta a oggi?

Sono stato assunto dalla casa editrice fondata da Giangiacomo Feltrinelli nel 1989, nella libreria di Bologna. Cinque anni fa c'è stata la riorganizzazione aziendale e la firma del precedente contratto integrativo (11 settembre 2001, ndr): la relazione con il cliente e la conoscenza del prodotto sono diventate da allora qualcosa di superfluo per i «commessi». Il libraio, prima, era tenuto a conoscere la richiesta dei lettori, tradizionalmente «forti» alla Feltrinelli. Questo scambio tra cliente e addetto, tra l'altro, era una esperienza straordinaria e bellissima per il libraio, perché sapevi di consegnare un prodotto ma anche di ricevere molto da un lettore attentissimo. Ora, in qualche modo, il modello centralizzato riduce tutto a scala, spersonalizzando il lavoro, in base a un unico modello e identiche procedure, determinando la scomparsa della figura dei librai storici che davano in qualche modo il carattere al negozio.

Se passerà il nuovo contratto integrativo proposto dall'azienda, cosa cambierà per gli anziani e i neoassunti?

Intanto va detto che questa ultima ipotesi dell'azienda ha avuto carattere ultimativo, determinato dal fatto che è stata accompagnata da una lettera di Carlo Feltrinelli in persona. Ci siamo trovati nella condizione di dovere prendere o lasciare una offerta che introduce clausole elastiche e flessibili nei contratti, apprendistati, contratti d'ingresso e a tempo determinato. Questa posizione della Feltrinelli ha influito molto nella nostra decisione di fare il primo sciopero nella storia del gruppo editoriale. Per i neoassunti, oltre alle tipologie precarie, ci sarebbe la sorpresa di vedersi cancellare, per i primi dodici mesi, la maggiorazione per le domeniche lavorative.




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Osvaldo Effelunga
by Badalamenti Monday, Sep. 04, 2006 at 2:59 PM mail:

<a href="indirizzo">http://www.libreriagrande.splinder.com/post/9119337/Spleen+Screen+presenta

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