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spiegate ad alemanno che indy funziona?
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angezie Wednesday, May. 04, 2005 at 7:19 PM |
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ROMA: ALEMANNO, GIUSTA CHIUSURA DEL SITO INDYMEDIA = Roma, 4 mag. (Adnkronos) - «Mi congratulo con l'Autorità giudiziaria per la chiusura del sito internet 'Indymedià facente capo alla Sinistra antagonista». Ad affermarlo è il vicepresidente di An e ministro delle Politiche agricole Gianni Alemanno, dopo la notizia della chiusura da parte della procura di Roma del sito internet 'Indymedià per vilipendio della religione cattolica e della figura del Pontefice. «Trovo giusta -ha sottolineato Alemanno- la chiusura di questo sito che già in passato si era mostrato aggressivo e oltraggioso anche nei miei riguardi, ma questa volta, con la pubblicazione di un fotomontaggio di papa Ratzinger in divisa nazista e la diffusione di frasi irriguardose nei confronti del Pontefice ha raggiunto il massimo dell'ingiuria e della volgarità».
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DOVEROSO SEQUESTRO INDYMEDIA =
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ancora an Wednesday, May. 04, 2005 at 7:43 PM |
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ROMA: PEDRIZZI (AN), DOVEROSO SEQUESTRO INDYMEDIA = 'LE ISTITUZIONI NON POTEVANO RIMANERE INERTÌ Roma, 4 mag. (Adnkronos) - «Il sequestro operato dalla magistratura del sito Internet della sinistra antagonista internazionale, »Indymedia«, è sacrosanto e doveroso». Lo afferma il senatore Riccardo Pedrizzi, presidente della consulta etico-religiosa di An e responsabile nazionale del partito per le politiche della famiglia. «Di fronte a quelle immagini e quelle frasi oltraggiose nei confronti del Santo Padre, che hanno ferito profondamente tutti i cattolici e non solo -continua Pedrizzi- le istituzioni non potevano e non dovevano rimanere inerti e impassibili. E poi c'è un codice penale, compito dei magistrati è quello di applicarlo». «Ricordiamo peraltro che le figure di reato sulla base delle quali è stato disposto il sequestro, il vilipendio della religione cattolica e della figura del Pontefice -aggiunge l'esponente di An- sono state previste per tutelare non tanto e non solo una religione e chi ne è il massimo rappresentante in terra, ma il diritto di chi l'abbraccia di non essere offeso nei suoi sentimenti più profondi. Quelle norme, in definitiva -conclude Pedrizzi- servono a tutelare la libertà. Perchè mentre non esiste la libertà di insultare, esiste invece la libertà di non essere insultati».
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