EVERSIONE. Sono accusati di atti di violenza e di aver istigato alla rivolta gli immigrati di un centro d’accoglienza
Insurrezionalisti, cinque arresti
Blitz a Lecce, in manette tre uomini e due donne dell’area anarchica
Lecce. Facevano parte di un’organizzazione «finalizzata al compimento di atti di violenza a fini di eversione dell’ordine democratico» e di altri gravi reati. Così, la polizia di Lecce ha arrestato cinque anarchici insurrezionalisti - tre uomini e due donne - nel corso di un’operazione coordinata dalla Digos della questura e coordinata dal Servizio centrale antiterrorismo della Direzione centrale della polizia di prevenzione. L’indagine ha permesso di accertare che i destinatari delle misure restrittive sarebbero gli autori di diversi episodi delittuosi, quali le numerose rivolte istigate e attuate dagli immigrati trattenuti all’interno del Centro di permanenza temporanea «Regina Pacis» di San Foca di Melendugno (Lecce), come pure di minacce gravi perpetrate nei confronti di personale operante nello stesso Centro, di danneggiamenti realizzati e tentati contro esercizi commerciali della società multinazionale di abbigliamento Benetton, perchè «appropriatasi» di vaste aree sudamericane in origine del popolo Mapuche. E ancora: i cinque finiti in manette sono sospettati di aver incendiato numerosi sportelli bancomat della Bci-Banca Intesa, sull’intero territorio nazionale, perchè depositaria dei fondi del Regina Pacis e di essere responsabili di furti di pompe erogatrici in danno di distributori della compagnia petrolifera Esso, in quanto fornitrice di carburanti alla coalizione militare operante in Iraq. In carcere sono finiti Salvatore Signore, 32 anni, di Casarano, ritenuto il leader del gruppo, Cristian Paladini, 27, di Lecce e Saverio Pellegrino, 39, di Monteroni, considerati gli organizzatori. Ai domiciliari, invece, sono state assegnate Maria Angela Ferrari, 27 anni, di Casarano e Annalisa Capone, nata a Brescia ma residente a Lecce. Altre dieci persone - due di Taranto e altre otto di Lecce e provincia - sono indagate. In particolare e a vario titolo, gli indagati si sarebbero macchiati degli attentati contro la stazione di servizio Esso di Galatina, alcuni bancomat di Banca Intesa, il portone della Cattedrale di Lecce e l’abitazione della sorella di don Cesare Lodeserto, il direttore del centro per immigrati Regina Pacis agli arresti domiciliari nell’ambito di un’altra inchiesta, nonchè delle scritte contro lo stesso centro per immigrati, impresse negli ultimi due anni sui muri di Lecce e provincia. È venuto fuori tra l’altro che la cellula leccese aveva contatti con tutta Italia e anche a livello internazionale. Nel centro anarchico leccese, un locale occupato abusivamente, i poliziotti hanno trovato e sequestrato floppy e hard disk, corrispondenza e altro materiale cartaceo ritenuto importante per il seguito dell’indagine. L’operazione è stata imponente: circa 150 le unità della Polizia di Stato impiegate, che hanno eseguito anche più di venti perquisizioni a carico di altri anarchici che abitano nelle province di Lecce, Aosta, Torino, Trento, Trieste, Chieti, Cagliari, Taranto e Catania. © Copyright 2003, Athesis Editrice S.p.A. - Tutti i diritti riservati - [Credits]
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