Nella sua città si picchia ed incarcera la gente inventando il diritto.
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Per chi non lo sapesse, il comune di Bologna è parte civile al processo di Genova, reclama i danni ed il trattamento subito dai propri cittadini.
Ora la filosofia delle ultime dichiarzioni del sindaco appare evidenziare il contrario; e questa città per nulla disposta a transigere sulla moralità profonda e con grande rispetto per la dignità e l'integrità delle persone, si chiede:
Il sindaco sta con Bolzaneto o con i suoi concittadini?
Se lo chiedono addirittura su l'Unità e su Repubblica, pur con le diplomazie del caso: sarebbe urgente che il sindaco rispondesse chiaramente a questa domanda.
quando cofferati era vicino ai repressi:
http://www.robertoferrucci.com/genova2002.php Genova, un anno dopo... 20 luglio...
La mattina la città vive. Magari c'è meno gente in giro, ma ce n'è. Subito in Piazza Alimonda, che fino a quando non inizieranno i cortei sarà il cuore di questa giornata. Il primo ad arrivare, sono le 10.15, è Sergio Cofferati accompagnato da Giuliano Giuliani e un po' di guardie del corpo. Lo attorniano a decine. Cameramen, giornalisti, gente qualunque. Pone un mazzo di fiori sulla ringhiera-mausoleo. Sta lì una decina di minuti, insieme ai genitori di Carlo. Poi arrivano tutti gli altri. Quelli che lo scorso anno avevano detto che era meglio non venirci a Genova. Folena, Vita. Sono attesi Fassino e Violante. Giuliano Giuliani indossa, come molti altri, una maglietta bianca con su scritto "Per non dimentiCarlo". La barista che ieri aveva fatto piangere Ilaria o Marta o Cinzia, alla fine ha tenuto aperto. Ha soltanto tolto tavolini e sedie da sotto la tettoia. Fa affari d'oro. A un certo punto arriva David Sassoli, il giornalista del Tg1. Va ad abbracciare Giuliano Giuliani. Gli dice di essere qui a titolo personale. Intanto la piazza lentamente si riempie. E ricorda.
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