AMOROSI ACCUSA: 'DICO NO A QUESTI VERDI'=
'COMANDANO I DISOBBEDIENTI, COPRONO IL PRC; PARLI PECORARO' ----------------------------------------------------------------- (DIRE) - BOLOGNA- Con una gestione "estremista e suicida" del partito, si sta attuando un disegno "per sovrapporre i Verdi a Rifondazione comunista e farli cosi' sembrare un corpo unico. Si vogliono cioe' coprire i 'buchi' del Prc usando i Verdi, trasformandoli cosi' in una Democrazia Proletaria ante litteram, cioe' riportandoli indietro di 30 anni". Criticato dal suo partito (ma se lo sara' ancora verra' deciso nelle prossime ore) perche' non rappresenterebbe a dovere il Sole che ride nella giunta Cofferati, l'assessore comunale alla Casa, Antonio Amorosi, contrattacca duramente, mettendo nel mirino soprattutto l'attuale responsabile dei Verdi a Bologna, Carmelo Adagio, che ha confermato l'esistenza del problema legato alla rappresentativita' di Amorosi. Gia' qualche giorno fa aveva detto apertamente che il Prc non ha ancora compreso cosa significhi essere forza di governo, oggi Amorosi si rivolge ai Verdi con parole altrettanto dure. "Per coprire i buchi di Rifondazione- spiega- e' stato messo in atto, ormai da molti mesi, un disegno piu' che evidente e profondo in cui si sommano componenti marginali dei Verdi, per lo piu' composte da Disobbedienti, fino a farle sembrare la voce del partito"; questo anche per "coprire e insabbiare vicende gravi e preoccupanti sulla casa", accuse Amorosi. L'assessore non vuole entrare nel dettaglio delle vicende che pur fa balenare ("di questo parlero' poi"), ma intanto annuncia che "non mandero' i miei rappresentanti" al coordinamento del partito di oggi pomeriggio, convocato per fare il punto sui rapporti tra sindaco e coalizione. Amorosi non accetta, cioe', di scendere su un terreno "destabilizzante rispetto all'unita' del centrosinistra, trovata dopo due anni di lavoro. E questo quadro destabilizzante la considero la cosa piu' grave". Cosi' come non accetta di seguire la linea del partito, che si e' schierato a favore delle occupazioni e in difesa dei tre no global arrestati. "I Verdi alle ultime elezioni hanno conquistato 12 mila voti, ma vi pare che questi voti, questi elettori, siano rappresentati dalla solidarieta' dichiarata da Adagio a chi esercita tre arrestati? Sono rappresentati da opzioni estremistiche e demenziali? Io penso di no". Adagio, poi, ricopre una carica istituzionale, e' presidente del quartiere S.Vitale, e "non sapevo- prosegue l'assessore- che chi ha simili responsabilita' dovesse accettare intimidazioni, aggressioni e percosse come strumento di azione politica" (le azioni, cioe', per le quali sono accusati i tre attivisti del collettivo Passepartout per l'occupazione di via del Guasto). Un presidente di quartiere "rappresenta tutti, e' come un mediatore; un mediatore come e' l'agente di polizia tra gli occupanti e i proprietari di case; ma se si fa saltare il mediatore si lancia un messaggio di conflittualita'", che stride, nel pensiero di Amorosi, con il ruolo istituzionale e di governo. Ma l'assessore non si ferma: non dimentica, per esempio, che i Verdi "non hanno mai fatto alcuna dichiarazione sulla commissione comunale di indagine sugli alloggi, ne' sul dossier che ho presentato, anzi Adagio diceva che forse non era opportuno mostrare certe verita' su questo tema". Messi in fila tutti questi elementi, Amorosi trova le conferme al processo di metamorfosi dei Verdi: da quando lui non e' piu' segretario (si dimise per entrare in giunta), "in 10 mesi i Verdi hanno perso 2.300 voti e hanno fatto un congresso fallimentare. Oggi sono piu' simili alla vecchia Democrazia Proletaria; non sono piu' il partito con un progetto, ambientalista ed ecologista, che ha la sua stella polare nella difesa dei diritti dei piu' deboli, votato alle elezioni", bensi' una forza che, come la vecchia Dp, "sostiene l'aggressione e l'intimidazione come strumento politico. Martin Luther King si rivolta nella tomba a sentire il loro concetto di non violenza". E, ai vertici di questo partito ci sono "tutti coloro che si sono mossi contro di me e che hanno collezionato la brutta figura del fallimento del congresso e dopo aver chiesto collocazione negli enti, ora si aggregano tra di loro per sovrapporre i Verdi al Prc". L'assessore, quindi, si prepara a rompere con il suo partito? "Rompere io? Sono loro- risponde Amorosi- a scgliere l'opzione estremista e suicida". In ogni caso, rottura o meno che sia con il partito, Amorosi si sente vincolato alla giunta. Per sostenere Cofferati "abbiamo costruito un partito di livello e di credibilita', abbiamo sottoscritto un programma e lo stiamo portando avanti. Non ci sono possibili opzioni differenti sul programma, non possiamo fare altro che seguire quelle linee per lealta' ai cittadini che hanno votato i Verdi". Amorosi, pero', aspetta ora di sentire cosa ne pensa il leader nazionale dei Verdi, Alfonso Pecoraro Scanio, che all'indomani del flop congressuale, costitui' una gestione di garanzia del partito in citta' affidata alla figura istituzionale, Adagio appunto. "Spero che Pecoraro parli e siccome ha indicato lui Adagio attendero' quel che dice, per vedere se lo conferma o meno. Spero- continua Amorosi- che il dibattito evolva nel modo piu' chiaro e netto possibile e che si possa assumere una posizione rispetto a cio' che sta accadendo da quando non sono piu' il segretario. Io comunque non ho mai fatto parte del partito dei Disobbedienti e mai ne faro' parte. Amo i Verdi, ma non il partito antagonista e litigioso fino all'esasperazione che sono diventati. Chi rappresentano oggi?". In ogni caso, conclude l'assessore, "spero che ci sia ancora spazio per una mediazione e che si risolva la viceda in modo positivo". (Mac/ Dire)
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