Maj e Czeppel dei CARC dietro gli anarco-insurrezionalisti
26 maggio 2005 TERRORISMO. Blitz del Sismi e della polizia francese Parigi, in trappola due estremisti italiani Giuseppe Maj e Giuseppe Czeppel erano latitanti da giugno Secondo gli 007 avrebbero orientato i progetti e molte azioni dei gruppi anarchici insurrezionalisti
Parigi. È finita in boulevard de Charonne, nell’XI circoscrizione di Parigi, la latitanza di Giuseppe Maj e Giuseppe Czeppel, ricercati in Francia per essersi sottratti lo scorso anno agli obblighi imposti dal tribunale parigino al momento di concedere loro la libertà provvisoria. Arrestati a Parigi il 23 giugno del 2003, nel corso di un’operazione scattata su rogatoria internazionale della procura di Napoli e di quella di Bologna che indagavano rispettivamente sui nuovi filoni della «eversione rossa» e sull’assassinio di Marco Biagi, i due erano stati imprigionati e poi rilasciati nel dicembre del 2003 sotto controllo giudiziario. Nel giugno dello scorso anno si erano sottratti ai loro obblighi e contro di loro il magistrato Gilbert Thiel aveva emesso mandato di cattura. A dicembre dell’anno scorso avevano annunciato via internet il rientro in clandestinità. Maj e Czeppel sono stati fermati da agenti dell’antiterrorismo e della polizia giudiziaria francese in collaborazione con gli agenti italiani del Sismi in boulevard de Charonne. Avrebbero avuto falsi documenti di identità italiani. Più volte indagati per reati associativi con finalità di terrorismo, sono stati tra i fondatori dei Comitati di appoggio alla resistenza per il Comunismo (Carc), dai quali si sarebbero allontanati nel 1999 per promuovere la fondazione di un nuovo progetto rivoluzionario, con la costituzione del (nuovo) Partito comunista italiano - (n)P.C.I., formazione a matrice marxista-leninista. Dall’Italia i difensori di Giuseppe Maj, Gianluca Loconsole e Gaetano Sassanelli, sostengono che «non può e non deve essere definito in alcun modo "brigatista" o "brigatista rosso"» in quanto «tutti i processi celebrati in Italia, da oltre 20 anni, che lo hanno visto indagato o imputato, si sono conclusi tutti con l’archiviazione o con assoluzione disposta dalle autorità giudiziarie». «Inoltre lo stesso Maj più volte ha criticato, in molti suoi scritti, le modalità operative delle brigate Rosse, denunciandone l’approdo militarista e violento» da cui - secondo i due legali - il loro assistito «ha sempre voluto distanziarsi». Anche da Parigi il legale francese dei due, Henri de Beauregard, ha sottolineato che gli arrestati sono stati oggetto in Italia «di cinque procedimenti penali con diversi capi di imputazione che si sono tutti conclusi con un non luogo a procedere». Il legale si dice «costernato» nel vedere la giustizia francese «associarsi a questo accanimento giudiziario». Giuseppe Maj, 66 anni, e Giuseppe Czeppel, 45 anni, sono stati portati davanti al giudice antiterrorismo che aveva emesso contro di loro mandato di cattura lo scorso anno, Gilbert Thiel, e sono stati destinatari di un mandato di carcerazione emesso da un giudice delle libertà. Ora, in seguito al ritrovamento di falsi documenti, la giustizia francese potrebbe aprire contro i due un nuovo procedimento. Da ambienti investigativi emerge che il (nuovo) Partito comunista italiano fondato da Maj e Czeppel puntava a sviluppare - attraverso i Carc rapporti con i gruppi dell’area marxista ed anarchica. Il nuovo Pci, infatti, è pronto ad accettare chiunque agisca autonomamente sulle tematiche della lotta di classe e sull’ antimperialismo, salvo poi riassorbirlo all’interno del partito. Dunque, al termine dell’ offensiva giudiziaria attualmente in corso nei confronti degli ambienti anarco-insurrezionalisti - sottolineano gli investigatori - sarà importante valutare se l’influenza e la propaganda ideologica dei Carc abbia giocato o continui a giocare un ruolo nella trasformazione del fenomeno eversivo anarchico, storicamente poggiante su azioni di natura individuale, in un vera e propria progettualità eversiva nazionale ed internazionale. Ieri sono intanto emersi particolari sulla retata negli ambienti anarchici che ha portato all’arresto di 12 persone. A tradire tre degli arrestati a Bologna è stato il telefono. L’analisi del traffico telefonico nei giorni in cui fu collocata a Bologna nel bauletto di una bicicletta parcheggiata in via dei Terribilia una pentola esplosiva e vennero spediti diversi plichi incendiari dimostrano la presenza nella zona dell’attentato di Danilo Cr., Elsa C. e Tirteo T..
Il Giornale di Vicenza
Fonte: http://www.anarcotico.net/modules.php?op=modload&name=News&file=article&sid=4057&mode=thread&order=0&thold=0
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