Trattativa in prefettura per evitare lo sgombero di martedì. Gli occupanti: comunque finisca non ce ne andremo.
La Provincia scende in campo per salvare in extremis il Leoncavallo. Ci sono già stati contatti informali con il gruppo Cabassi, proprietario dell´area, e sotto la regia della prefettura la trattativa dovrà arrivare a una proposta di mediazione con il centro sociale. Nel frattempo lo sgombero forzato di via Watteau previsto per martedì verrà congelato. «La Provincia assicura l´impegno per trovare una soluzione», conferma Irma Dioli, assessore alle Politiche giovanili. Ma «anche il Comune deve fare la sua parte». Si lavora all´acquisto dell´immobile da parte di una fondazione.
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Ma i giovani del centro sociale si preparano comunque a opporsi in caso di sfratto: "Noi da qui non ci muoviamo". La Provincia vuole salvare il Leonka. Trattativa in prefettura con Cabassi, slitta lo sgombero di martedì. Farina: "Dopo 30 anni non possono lasciarci per strada senza darci un´alternativa".
Parte in prefettura una trattativa per evitare in extremis lo sgombero del Leoncavallo atteso martedì prossimo. Promotrice dell´operazione-salvataggio la Provincia, che si impegna pubblicamente a «trovare una soluzione» per risolvere la vicenda della sede del centro sociale e apre un dialogo con il gruppo Cabassi, proprietario dell´ex stamperia di via Watteau occupata dal 1994. Un´apertura che dovrebbe portare alla vendita dell´immobile. E che quasi sicuramente produrrà subito un rinvio, un «congelamento», dello sfratto forzato. Anche se i giovani del centro sociale restano in trincea, confermando un «presidio di salvaguardia» martedì prossimo, giorno in cui era annunciato l´arrivo della forza pubblica per procedere allo sgombero. Domani via Watteau sarà sede di seggio per le primarie nazionali dell´Unione. Lunedì teatro di una «esercitazione sociale anti-sgombero». Martedì, appunto, si preparerà comunque a opporsi in caso di sfratto. Dice Daniele Farina, storica voce del centro: «Se ci sarà o no l´esecuzione dello sfratto noi lo sapremo solo martedì. Per cui saremo lì. Di certo non ce ne andiamo da soli anche perché l´unica alternativa sarebbe la strada». Il rinvio dello sgombero però è nell´aria. Anche se nessuna voce ufficiale vuole parlare dei contatti bilaterali che ci sono stati tra Provincia e Cabassi, sotto la regia della prefettura. Ma proprio la cautela, il silenzio, il continuo insistere sulla «delicatezza» del momento, da parte di tutti i protagonisti della vicenda, accreditano la tesi che lo sgombero sarà rinviato. Buca la consegna del silenzio solo la promessa attestata a Palazzo Isimbardi dalla giunta Penati: «La Provincia assicura l´impegno per trovare una soluzione per il Leoncavallo - annuncia Irma Dioli, assessore alle Politiche giovanili - chi manca è la città di Milano. È fondamentale che la prefettura chiami al tavolo delle trattative anche il Comune». Da Palazzo Marino l´assessore ai Giovani, Aldo Brandirali, replica: «Io aspetto che la Provincia prenda l´iniziativa. Solo dopo sono disposto a collaborare». A entrambi è inutile chiedere una sola parola di più: «No comment». Lo stato dell´arte lo raccontano le indiscrezioni. Nei giorni scorsi una diplomazia triangolare, tra Provincia, prefettura e gruppo Cabassi, ha aperto un canale informale di trattativa. Dopo martedì, se davvero lo sgombero sarà congelato, si potrà arrivare all´apertura di un tavolo formale con una proposta ufficiale di mediazione. È oggi escluso il trasferimento del Leoncavallo in un´altra sede. Ma di sicuro il capolinea della trattativa dovrà essere il rispetto del diritto della società, sancito dal tribunale civile di Milano anche con sentenza di appello, a godere dell´immobile. E dunque? Resta la vendita di via Watteau. La Provincia però vorrebbe evitare l´acquisto diretto dell´immobile (stimato dalla proprietà, in passato, qualcosa come dieci milioni di euro), attraverso la cessione di un´area provinciale di pari valore ai Cabassi, in cambio di via Watteau. La prima ipotesi di lavoro è un´altra: la fondazione «La città che vogliamo», costituita dal Leoncavallo nel 2004 per salvare il centro sociale, dovrebbe comprare l´area ottenendo un maxi-mutuo dalle banche e raccogliendo anche soldi da privati e enti pubblici. La Provincia farebbe da garante all´operazione. La fondazione poi affitterebbe l´ex stamperia ai giovani del centro.
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