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La val di Susa resiste alla Tav. E alla polizia
by dal manifesto Wednesday, Nov. 02, 2005 at 11:22 AM mail:

Giornata di grande tensione sul percorso della futura Torino-Lione: i valligiani, con i sindaci in testa, impediscono la requisizione dei terreni per i sondaggi, nonostante le cariche di polizia e carabinieri, che alla fine si ritirano. La parola torna al governo.

Alla fine hanno vinto i cittadini della val di Susa. Ieri i boschi di queste valli sono stati testimoni di una grande prova di resistenza. Fin dalle prime ore del mattino, centinaia e centinaia di persone, giovani, vecchi, lavoratori, studenti, amministratori locali e regionali si sono dati appuntamento in varie frazioni della val di Susa per impedire pacificamente la requisizione dei terreni su cui dovevano cominciare i primi sondaggi per la linea ad alta velocità della Torino-Lione. In realtà già nella notte tra domenica e lunedì diverse decine di persone si erano date appuntamento tra i boschi per raccogliere tronchi e altri materiali utili a improvvisare barricate per impedire l'accesso ai terreni scelti per i sondaggi. Verso le sei un migliaio di poliziotti e carabinieri si erano già radunati in tre punti strategici, quelli scelti dai valligiani per impedire le occupazioni dei terreni. Un migliaio di persone presidiava Mompantero, presso Susa: in prima fila i sindaci con le fasce tricolori. E poi i cittadini arrivati aggirando i blocchi di polizia, percorrendo impervie stradine di montagna, determinati più che mai a non consentire l'avvicinamento ai terreni scelti per i sondaggi. I comitati «no tav» si disperdevano nei tre presidi, bandiere in mano e megafoni sempre accesi. Quasi subito le prime cariche della polizia, decisa a sgombrare i terreni entro la mattinata. Collegati con i cellulari, i tre presidî si sono tenuti costantemente informati su quanto stava accadendo.

Le prime cariche vedono anche i primi feriti, due giovani. E i primi fermati: quattro persone, tra cui una vigilessa, tutti rilasciati in serata, dopo essere stati identificati. Ai presidî presenza massiccia anche dei lavoratori della valle e della Fiom, che in queste settimane ha raccolto oltre mille firme per chiedere uno sciopero generale della valle. Proprio la Fiom ha organizzato per domani sera un'assemblea per discutere delle prossime iniziative e del possibile sciopero. Lo stesso chiedono i Cub, ieri presenti ai presidi.

Quando si è sparsa la voce delle cariche della polizia, le poche fabbriche che ieri lavoravano (molte sono chiuse per il ponte del 2 novembre), hanno immediatamente proclamato scioperi spontanei in solidarietà con i manifestanti. «Siamo venuti al presidio - dice Vanda Bonardo presidente di Legambiente Piemonte - per esprimere la nostra solidarietà ai cittadini della valle ma anche per ribadire che tutti i dati sulla domanda di trasporto di passeggeri e merci tra Torino e la Francia ci dicono una sola cosa: oggi su quella relazione internazionale viaggiano solo tre coppie di treni passeggeri al giorno (contro le otto coppie di treni di altre direttrici internazionali, come la Milano-Zurigo o la Verona-Innsbruck), e riguardo alle merci, il transito attraverso le Alpi italo-francesi è in calo da oltre un decennio: nel 2004 la Torino-Lione ha avuto un tracollo delle merci trasportate, l'11,5% in meno rispetto al 2003».

In tarda mattinata molti cittadini si sono spostati verso le stazioni ferroviarie più vicine e hanno bloccato alcune linee. Trenitalia ha soppresso almeno una quindicina di treni. Enrico Morriconi, consigliere regionale dei Verdi, denuncia le cariche della polizia e racconta che due avvocati torinesi hanno presentato un ricorso perché alla proprietaria di uno dei terreni individuati per i sondaggi non è stato concesso di raggiungere la sua proprietà. «Si alternano fasi di altissima tensione - dice il consigliere verde - a fasi di tregua. Ma la situazione resta molto pesante». E andrà avanti così per tutto il pomeriggio. Con i sindaci sempre più preoccupati dall'atteggiamento delle forze dell'ordine che sembrano intenzionate a sgombrare i terreni.

Ad un certo punto però qualcosa cambia nella strategia della polizia. Cominciano a girare voci di un prossimo ritiro. Nessuno osa esprimere ottimismo, ma è un dato di fatto: i poliziotti e i carabinieri cominciano effettivamente ad allontanarsi dai presidi. Prima da quello a valle, poi dal secondo e infine anche dal terzo. I carabinieri pretendono di passare attraverso il blocco umano per scendere a valle. Ci sono nuovi momenti di tensione, ma alla fine vincono i cittadini, che in serata scendono in corteo dai presidi. Per la val di Susa la giornata di ieri è storica, come storica è la vittoria: i sondaggi sono stati bloccati. E nonostante la violenza della polizia nessuno si è spostato di un millimetro.

A Torino intanto si radunano diverse decine di persone davanti alla prefettura per esprimere la loro solidarietà ai valsusini. Adesso la palla torna a Roma, al governo, che dovrà decidere che fare. I cittadini da parte loro sanno di poter vincere, l'hanno sperimentato ieri e già da oggi stanno preparando nuove iniziative.


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