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PARIGI BRUCIA !
by rivoltosi Sunday, Nov. 06, 2005 at 4:35 PM mail:

Parigi e le sue 'continentali' periferie si rivoltano. Mentre qui tutto tace.

Sta accadendo un 'evento' più che memorabile: contro lo stato
'nazionale' e contro la sua declinazione 'europeistico-funzionaria',
Parigi si ribella e le sue periferie, in notturna, brulicano di quello
che Marx avrebbe chiamato il 'proletariato rivoluzionario' e che, oggi,
è invece la colonna vertebrale dell'esclusione.
Ecco quello che la 'Repubblica francese' e il suo spirito risponde con
le parole del suo ministro: " Le droit représente aussi la protection
des plus faibles. Sa négation n'est pas acceptable sur le territoire de
la République.".
Quello che sta accadendo nel 'territorio della Repubblica' è, invece,
quello che accadrebbe, e accadrà, se solo si pensi che la sovranità,
oggi, non ha confini.
Parigi brucia nelle sue periferie, nella rivolta contro la 'polizia' e
il controllo del territorio da parte di uno Stato che 'non esiste' nei
termini per cui, oggi, lo stato o è uno 'stato di polizia che controlla
il suo territorio repubblicano' o non è. Ed infatti non è.
Come hanno scritto: "in cambio del riconoscimento della sovranità dello
stato non si possono erogare materialmente diritti di cittadinanza e
non
resta che la presenza militare della governamentalità".
Esattamente Foucault.

'Casseurs' lo siamo tutti se poniamo mente non solo alla crisi dello
'Stato sociale senza società', ma sopratutto all'idea, falsa, che la
società sia riassumibile nella 'società civile' di liberale memoria e
vocabolario..
Quello che sta accadendo a Parigi, nelle sue periferie, è, ripeto, più
che memorabile, anzi, direi: quello che accade a Parigi, oggi, ora,
ogni
notte, è l'irruzione prima delle nuove 'lotte' e della nuova 'rivolta',
come il XX non le ha viste e non le sa riconoscere, come non sa
riconoscerle la 'sua politica'.

Questo è il livello della rivoluzione che verrà. E della 'rivolta' che
comincia a dirsi e ad imporsi.
Chi non lo vede o non lo 'sa dire', torni da dove viene, torni nel suo
secolo, torni nel XX.

xyz
by abc Sunday, Nov. 06, 2005 at 5:04 PM mail:

allora vai a parigi e non rompere il cazzo qui

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Parigi brucia! A quando l'Italia?
by Black Anarchist Sunday, Nov. 06, 2005 at 5:10 PM mail: BlackAnarchist@tin.it


Quello che sta succedendo in francia lo considero estremamente significativo. Ha un significato chiaro per me, sempre più si va alla resa dei conti con la rabbia dei diseredati più diseredati di tutti in Francia, quelli che ormai sono alla terza generazione delle famiglie di immigrati in Francia. ma se ne parla pochissimo, quasi che non riguardi l'Italia e che non ci siano similitudini che prima o poi verranno alla luce(spero presto, ma questo dipende da condizioni varie). Quello che è certo ora in Francia è che c'è un'esplosione di rabbia auto-organizzata, dal basso che più dal basso non si può.

Coloro i quali non hanno mai avuto speranze di "partecipazione" appena decente della distribuzione del reddito in Francia SI SON ROTTI E ADESSO PRATICANO L'AUTO-DISTRIBUZIONE DEL REDDITO DIRETTAMENTE. Prendono quello che altrimenti non potrebbero avere mai, assaltano tutto l'asaltabile approvvigionandosi di ciò che considerano necessario. nelo stesso tempo mostrano di avere estrema chiarezza di quelli che sono i loro nemici, sia nella pratica della repressione e sia nella scelta degli obiettivi da colpire per l'auto-appropriazione di merci:vengono assaltate direttamente le caserme della polizia e l'ODIO monta esattamente conro quelli che lo meritano. Gli assalti sono sicuramente auto-organizzati ma ATTENZIONE: ORGANIZZATI!

QUESTI SONO I NUOVI POVERI PIU' POVERI DI TUTTI. Se queste fasce sociali di emarginati dovessero darsi un'organizzazione dal basso di tipo "continuativo" bè, sono loro che potrebbero mettere in discussione TUTTO perchè son loro che non hanno niente(o quasi).

Quando dico "mettere in discussione TUTTO" intendo proprio TUTTO, il sistema nel suo complesso cioè. Sistema che sta esplodendo passo passo, ora qua, or là, ora lì.

L'Italia non è affatto esclusa da quella "mondializzazione"(come la chiamano i fasci, ma rende l'idea il termine mondializzazione) che porta determinate fasce sociali all'impoverimento sempre più drammatico. Anche in Italia aumentano in maniera non indifferente i reati e gli arresti di persone che prima mai si sarebbero sognati di "delinquere", persino persone con un lavoro fisso e con una condizione sociale che prima li motivava ad avere una facciata di "perbenismo" ma ora non c'è più spazio neppure per la facciata(cade a pezzi pure quella). Gli operai, i salariati al ribasso, quindi precari, anche piccolissimi commercianti finiscono attualmente in carcere per piccole rapine, tipo entrare con un coltello dal tabacchino e farsi versare l'incasso. Ciò che scrivo è statisticamente dimostrato con dati alla mano, mettere questi dati in rete non è un problema, ma basta fare una ricerca specifica in rete per trovare i dati in questione.
Che deve fare chi non ha proprio da mangiare?Non può far altro che immigrare, a rischio di aver fatto un viaggio di mesi, di aver speso gli ultimi soldi a qualche infamone della sua zona che gli garantisce(?) il viaggio della speranza e poi come niente, finire nelle mani delle varie polizie e terminare il viaggio in un infame CPT. ma gli infami più infami non sono gli infamoni dei vari luoghi del mondo che comunque ci mangiano assai, tutto è determinato dall'impossibilità di circolare liberamente e chiaramente su questo si innestano le varie "malavita" locali. ma è tutto un sistema integrato, malavita integrata nel sistema. Il sistema "ufficiale" li caccia, il sistema "un-official" ci guadagna alla grande organizzando i viaggi. Uno tiene l'altro e mangiano tutti e 2 in una falsa contrapposizione, in realtà un accordo amoroso tra componenti diverse del Capitale:padroni legali e padroni illegali che sono sempre andati d'accordissimo tra loro.

Gli immigrati di seconda e ora terza generazione sono la fascia meno proptetta e quindi la più potentemente incazzata e ora si vedono chiaramente i frutti in Francia. A presto, ritengo, in italia. E spero con un'autorganizzazione vera e non con le varie sigle sindacali pseudo-auto-organizzate,vedi R.d.B., COBAS e schifezze annacquate varie, buone principalmentea fare i "pompieri", cercando di cavalcare la tigre e nello stesso tempo tenendo il freno costantemente sotto sforzo(non parliamo neppure di CGIL-CISL e UIL che non è il caso. perchè farmi bestemmiare?).

Che si organizzino in proprio, con un obiettivo solo: PRENDERE TUTTO, DISTRUGGERE IL SISTEMA(questo viene come secondo obiettivo ma evidentemente questo viene strada facendo nella strada della prpria auto-consapevolezza, se viene dato che può benissimo non venire e dipende da ogni singola persona la propria auto-consapevolezza di se stessi e del mondo intero).

MASSIMO RISPETTO AGLI IMMIGRATI IN RIVOLTA IN FRANCIA, SONO AL NONO GIORNO DI RIVOLTA, ARRIVERA' IL GIORNO CHE LA RIVOLTA NON POTRA' CONTINUARE COME ORA. O DOVRA' ESTENDERSI(lo considero improbabile a lunga durata, i tempi devono ancora maturare) o dovranno darsi forme organizzative proprie che siano "continuative" e che auto-alimentino la necessità non solo della rivolta(che comunque serve ed è pure bella in sè, portatrice di cambiamenti "dentro", comunque) ma del colpo finale:

l'INSURREZIONE(RIVOLUZIONE, se preferite).


Black Anarchist

p.s.:questo intervento l'avevo scritto prima che Prodi confermasse che le sue paure sono le mie "speranze".anche lui, chiaro chiaro, ha detto che le periferie italiane non stanno affatto meglio di quelle francesi e che ritiene che i prossimi che saranno attraversati da rivolte spontanee dei quartieri siamo noi. Io aspetto fiducioso che Prodi(e io) non ci si sia sbagliati.

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POST INSERITO NELLA RACCOLTA SULLA RIVOLTA IN FRANCIA
by pinna Sunday, Nov. 06, 2005 at 6:36 PM mail:

Questo articolo è stato nascosto e inserito nella raccolta di post sulla rivolta in Francia pubblicato qui:

http://italy.indymedia.org/news/2005/11/915636.php

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